Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 marzo 2012

Lo snobismo arrogante del mai eletto Monti

La supponenza con la quale Bin Loden Monti ha attaccato i partiti (salvo poi fare marcia indietro) è pari alla pusillanimità di quegli stessi partiti che accettano di essere sfottuti dal presidente del consiglio mai eletto dal Popolo.
L’affermazione, arrogante e snob, con la quale Monti ha sintetizzato il suo rapporto con la politica (il mio consenso è alto, il loro no) è la più evidente rappresentazione della mentalità di un signore che crede di non dover rispondere al Popolo dei suoi atti.
Non credo che raccoglierà molti frutti, perché siamo entrati nel periodo in cui gli (inutili) sacrifici e le rapine fiscali, cui ci sottopone il governo dei mai eletti, diventano realtà materiale e dolorosi esborsi.
Se la politica fosse degna di rispetto, avrebbe già dato il benservito a Bin Loden Monti in un soprassalto di dignità.
Tanto più che, come dimostra l’andamento del Dio Spread e della borsa, Monti o non Monti, sacrifici o non sacrifici, il risultato è sempre lo stesso.
Invece la politica preferisce trastullarsi con la legge elettorale e con improbabili riforme costituzionali, mentre i cittadini, impoveriti da un fisco rapace e crudele, cominciano a reagire in modo inconsulto e autolesionista.
La rabbia per le tasse, infatti, non deve essere rivolta contro noi stessi, ma contro chi quelle tasse ci impone inutilmente ed in misura così indecente, per non raggiungere alcun risultato se non quello di alimentare la spesa e il debito pubblico.
Il partito che organizzerà una autentica rivolta contro le tasse e contro la spesa pubblica avrà sicuramente il mio consenso e la mia partecipazione.
Nel frattempo credo necessario evidenziare il comportamento arrogante e snob di Bin Loden Monti al quale, per rispondere ad una sua domanda, dico: no, non siamo pronti a diventare i servi sciocchi di Goldman Sachs.

Entra ne

29 marzo 2012

Emilio Fede

Da tempo si sapeva – e lo aveva più volte ripetuto lo stesso interessato – che Emilio Fede avrebbe lasciato la direzione del Tg4, l’unico telegiornale che riuscivo a guardare senza essere preda dell’impulso di bastonare conduttore e gran parte degli intervistati.
Naturalmente quella parte sinistra di italiani abituata a ballare intorno ai cadaveri, ha gioito alla notizia e mi auguro che, come dopo Berlusconi ha avuto le tasse di Monti e le pensioni della Fornero, così dopo Fede sia servita in modo altrettanto efficace con un direttore che rappresenti Fede all’ennesima potenza (e più giovane).
Il modo, però, con il quale Mediaset ha licenziato Emilio Fede è indegno della società di Berlusconi.
Non si può dare un benservito in poche righe di comunicato a chi ha servito l’azienda con scrupolo e risultati per 20 anni, a chi ha fondato l’informazione Mediaset.
Emilio Fede, infatti, dopo il siluramento voluto da De Mita dal Tg1, costruì il primo telegiornale libero in diretta a ReteA, anche con minacce giudiziarie nei suoi confronti perché allora era vietato trasmettere in diretta, tranne che per il monopolista di stato.
Berlusconi gli offrì la nascente rete del Biscione e, come nel campo dello spettacolo fecero Mike Buongiorno, Raimondo Vianello, Corrado e Johnny Dorelli, Emilio Fede portò la sua capacità ed esperienza gettando le fondamenta per il successo dell'informazione Mediaset.
Il Tg4, dove trovò infine la sua collocazione, ha rappresentato con la sua direzione l’unico telegiornale che non cercasse di fare lo sgambetto a Berlusconi.
Tutti gli altri chi più, chi meno (forse ad eccezione del giovanilista Studio Aperto) hanno ostacolato il cammino politico del Cavaliere, nonostante le ipocrite affermazioni circa una presunta “occupazione” dei media da parte del Leader del Centro Destra.
Di questo sono grato ad Emilio Fede che avrebbe meritato un trattamento migliore, ancorchè, a ottantuno anni, andava comunque sostituito visto che spesso, anche in diretta, mostrava i segni dell’età.
Giovanni Toti, al momento, è designato a sostituirlo pare con l’interim di Studio Aperto, telegiornale dal taglio giovanile che appare sufficientemente imparziale nel porgere le notizie.
Mi auguro che il nuovo direttore non cambi l’impostazione di telegiornale schierato del Tg4, anche se avrei sperato che, al posto di Fede, venisse scelto un direttore che potesse rappresentare il berlusconismo all’ennesima potenza.
Se non altro per continuare in una guerra, che non avrà mai fine, contro la sinistra.
Ad Emilio Fede una raccomandazione: non macchi il suo curriculum impugnando le decisioni dell’azienda, faccia questo ultimo gesto di appartenenza, mostrando l’altra guancia, anche davanti ad una modalità di sostituzione che griderebbe vendetta.

Entra ne

28 marzo 2012

Alfano,il segretario pdl più amato ... a sinistra

Con l’ennesima strusciata a tre con Bersani e Casini in un amplesso disgustosamente contro natura, Alfano ha raggiunto un accordo per una presunta riforma costituzionale ed una annunciata riforma elettorale.
Alcune considerazioni preliminari si impongono, per poi far seguito, in altra occasione, con un primo esame della annunciata riforma elettorale (di quella costituzionale non vale parlarne ora tanto appare lontana nel tempo).
In primo luogo in base a quale mandato Alfano insiste nel raggiungere accordi con Bersani e Casini.
Il mandato elettorale del 2008 e tutte le successive occasioni elettorali hanno manifestamente conferito al Pdl ed ai suoi dirigenti un ruolo di netta contrapposizione ai comunisti e ai neodorotei che hanno fatto del salto della quaglia l’essenza della politica (più onestamente Casini che, pur avendo ricoperto per cinque anni il ruolo della quinta colonna, nel 2008 ha avuto il coraggio di presentarsi da solo, più meschinamente Fini per tutte le ragioni che conosciamo).
Alfano, quindi, alle riunioni con Bersani e Casini non rappresenta altro che se stesso e quei parlamentari del Pdl che legherebbero l’asino ad ogni albero fosse indicato come salvifico da una competizione elettorale.
Ma Alfano non ha neppure il mandato degli elettori che dovrebbe rappresentare per “buttare nel cesso”, come efficacemente direbbe Bossi, un sistema elettorale che ha garantito la governabilità e che merita semplicemente di essere esteso al senato e integrato con una clausola contro i traditori.
L’elettorato di Centro Destra, politicamente più evoluto di quello di sinistra, non perdonerà certo Alfano per la congiura che potrebbe riportare in auge i governicchi della prima repubblica, con l’aggravante che al posto del psi Alfano si è scelto il pci/pds/ds/pd.
Ricordo inoltro il fallimentare accordo che Alfano sottoscrisse sulle intercettazioni, subendo la Buongiorno, tanto che Berlusconi fu costretto a stracciarlo perché era peggiorativo persino della legge vigente.
Urge, a questo punto, un analogo intervento per stracciare l’accordo frutto di innaturali e perversi connubi.
Diversamente Alfano passerà tristemente alla storia come il becchino del Pdl e del Centro Destra, esattamente come Martinazzoli (parlandone con il rispetto dovuto ai morti, ma i fatti non si possono cambiare) è ricordato come il becchino della dc.

Entra ne

27 marzo 2012

Subito al voto

Si comincia a parlare di dimissioni del governo e nuove elezioni, accreditate anche dalle dichiarazioni di Bin Loden Monti che, con l’arroganza snob che lo contraddistingue, pensa di minacciare dicendo che se “l’Italia non è pronta” (a cosa ? A diventare serva della Goldman Sachs ?) il governo non resterebbe un minuto in più.
Spero mantenga la parola e se ne vada immediatamente.
Il suo scendiletto Casini si è subito preoccupato ed ha organizzato un “vertice” in cui, di nuovo, si assisterà al connubio innaturale tra Pdl e comunisti.
Ancora una volta mi auguro che il dissidio tra le parti sia tale da rendere inevitabili le elezioni, da svolgere con l’attuale legge e, quindi, in base allo scontro tra blocchi contrapposti.
In caso di elezioni in autunno Berlusconi avrebbe l’occasione per riprendersi ciò che gli è stato tolto con un colpo di mano e, a seguire, sostituire Napolitano con un uomo del Centro Destra (che non sia Letta o un’altra colomba, però !) il che garantirebbe la stabilità del governo di Centro Destra.
Prima, però, bisogna vincere le elezioni.
Per farlo Berlusconi deve comunicare bene ed efficacemente un messaggio forte e lineare che io immagino possa essere il seguente.
"Italiani, mi ripresento a voi prima di tutto ammettendo i miei errori.
Nel 2008 ho sbagliato ad imbarcare Fini.
Nel novembre 2011 ho sbagliato a dimettermi ed a sostenere Monti.
In tutti questi anni ho sbagliato a ricercare consensi e compromessi, invece di spingere sull’acceleratore delle riforme appena abbozzate, come fu l’abolizione dell’Ici.
Conscio di tutto ciò sarei stato disponibile a farmi da parte, ma il Centro Destra deve essere unito per vincere e poter lasciare la sinistra all’opposizione dove può fare meno danni che al governo.
Riprendo quindi lo spirito del 1994 e vi chiedo, per l’ultima volta, un voto di fiducia per:
Ridurre le tasse, abolendo la nuova Imu, il bollo auto, il canone rai, puntando ad una flat tax al 25% a fine legislatura e tendenzialmente in discesa.
Lasciare in sede locale la maggior parte delle tasse.
Riformare la costituzione in senso presidenzialista e federalista.
Confermare i Valori Tradizionali sui quali si base la nostra Civiltà.
Ridurre i costi e la presenza dello stato per dare massima apertura al mercato e ai privati.".
Poco ?
Tanto ?
Io mi accontenterei, soprattutto se il tutto fosse realizzato senza il consenso della sinistra.
Perché Berlusconi e il Pdl devono capire che pomiciare con Bersani e i comunisti è disgustosamente contro natura e che l’unica strada che si apre loro per vincere le prossime elezioni è riannodare i rapporti con la Lega e la Destra Radicale e rilanciare, con forze e passione, il messaggio liberista in economia e reazionario nel Valori.

Entra ne

26 marzo 2012

Sono colpevoli di sottrarre i risparmi degli Italiani

In questi giorni si completa la manovra fiscale di Bin Loden Monti con l’applicazione delle sue addizionali irpef locali.
Sempre più spesso si leggono statistiche e previsioni sull’impatto nei nostri stipendi e non sempre tali dati corrispondono alla realtà, sia perché sono “medie”, sia perché indicano l’importo complessivo, così che in molti casi, trovandosi una trattenuta di gran lunga inferiore a quella pubblicata sui giornali, il cittadino vessato sospira e, quasi, è riconoscente, in piena “sindrome di Stoccolma”, verso il suo aguzzino e gabelliere.
Ricordo, quindi, che le addizionali Irpef vanno moltiplicate per 12 quelle regionali e quelle comunali dell’anno precedente e per nove quelle comunali dell’anno in corso, solo così avremo la reale entità del prelievo forzoso che Bin Loden Monti e i suoi soci ci hanno imposto.
Ma non finisce qui.
A giugno subiremo la rapina più consistente sotto forma della nuova ici, denominata Imu.
La costituzione del 1948, tra i suoi articoli, ha anche il 47 dove si legge, al secondo comma, che “favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione”.
Bin Loden Monti, nel perfetto stile da prima repubblica, pur di continuare ad alimentare una spesa pubblica mostruosa che evidentemente non ha intenzione di ridurre, favorisce la proprietà della casa gravandola di una tassa odiosa e totalmente priva di ogni sottostante trattandosi di pura e semplice patrimoniale.
Non contento, come un satrapo orientale, intende modificare la base di calcolo passando dai vani ai metri quadri, per arrivare ad una base imponibile pari al valore di mercato.
Come se, ogni anno, i proprietari di case dovessero nuovamente ricomprarla.
Appare evidente che se, “per caso” (…) , Bin Loden Monti e i suoi soci si “dimenticassero” (…) di modificare aliquote e cancellare le maggiorazioni (il “per cinque per cento” frutto del governo Prodi nel 1996 e il “per centosessanta per cento” frutto integrale dell’attuale governo) il salasso sarebbe tale da compromettere la proprietà stessa dell’immobile, in palese violazione della tanto citata (a sproposito, mai quando contiene previsioni condivisibili) costituzione nata dalla resistenza antifascista
Al danno si aggiunge la beffa.
Molti comuni non hanno ancora comunicato le aliquote per l’anno, i modelli per la dichiarazione dei redditi non sono ancora disponibili, le istruzioni di pagamento latitano.
Verrà probabilmente richiesto ai cittadini di dedicarsi a complicati calcoli (forse per meglio perseguitarci al mimino errore) oppure a rivolgersi, pagando altri soldi, a studi professionali.
Fino a quando tollereremo senza reagire l’esproprio sistematico dei nostri risparmi ?
Com’è che tutte le volte in cui Berlusconi è costretto a lasciare il governo, chi lo sostituisce ha in mente e realizza, come primo e unico provvedimento, l’aumento delle tasse ?

Entra ne

25 marzo 2012

Proclami sul nulla

Ma è stata realmente realizzata una riforma del mercato del lavoro ? Oppure è solo una favola raccontata da una parte e dall'altra per carpire consensi, in un gioco delle parti dove a rimetterci sono solo l'Italia e gli Italiani ?

Alcuni organi di stampa titolano sulla riforma del lavoro.
Altri (quei pochi non proni ai poteri finanziari) smascherano il bluff dei tecnici al governo.
Tutti riportano i deliranti proclami di lotta della cgil e i surreali bollettini della vittoria della Fornero e di Bin Loden Monti.
In realtà non c'è alcuna riforma del lavoro perchè i tecnici si sono dimostrati politici della peggior razza dorotea ed hanno calciato la palla nel campo parlamentare con la formuletta “salvo intese” e rinunciando all'unico strumento che avrebbe reso effettiva la riforma stilata: il decreto legge.
Una riforma, peraltro, che è un topolino partorito da un elefante dopo un travaglio strombazzato ai quattro venti e che è nettamente inferiore a quanto realizzato dai governi Berlusconi pur nella difficoltà di contemperare esigenze di svecchiamento del nostro mercato del lavoro con le tutela che, soprattutto la Lega e la Destra Sociale, pretendevano.
Soprattutto è un topolino che, quando anche fosse approvato tal qual'è (e non credo che ciò avverrà) non aiuterà affatto la crescita dell'Italia, ma probabilmente costerà, in termini di tensione sociale, più di quanto porterà a guadagnare.
Basta leggere il testo integrale  per capire che si tratta di un compromesso al forte ribasso, che Berlusconi e Sacconi avrebbero, probabilmente, fatto anche meglio.
Non si incide minimamente sull'impianto della legge 300/70, tanto obsoleta quanto garante delle sacche di inefficienza e fannullaggine.
Il tanto strombazzato articolo diciotto trova spazio in appena due delle ventisei pagine ed è affrontato con tanti “se” e “ma” da lasciar ampio spazio agli interventi interpretativi e creativi di una magistratura che non si sottrae certo a tale attività, anzi vi parteciperà con gioia aumentando incertezze, costi e lungaggini.
In compenso vengono introdotti nuovi contributi e nuovi oneri per le aziende (e non è chiaro se ricadranno anche sui lavoratori).
Viene mantenuta una discriminazione contro i lavoratori del Centro Nord rispetto a quelli del Sud che usufruiranno di sei mesi in più di ammortizzatori sociali (pagati con le tasse del Nord …) e le pulsioni neofemministe della Fornero trovano spazio con  l'astensione obbligatoria per i padri al fine di “favorire una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all'interno della coppia” oltre ad alcuni provvedimenti quali una maggiore efficacia sanzionatoria delle c.d. “dimissioni in bianco” con la precisazione che la norma è “a favore di tutti i lavoratori, per quanto il fenomeno riguardi prevalentemente le lavoratrici”.
Come in ogni cosa, vi è anche qualcosa di buono.
E' il fondo che dovrebbe garantire un accompagnamento alla pensione dei lavoratori “anziani”, quelli, cioè, cui mancheranno fino a quattro anni per arrivare alla data di pensionamento.
L'Inps pagherebbe la pensione prevista sulla base, però, non di un costo per le casse dello stato, bensì di importi pari alle prestazioni versati dalle aziende garantiti da fidejussione.
Le aziende che ricorreranno a tale strumento dovranno anche pagare i contributi previdenziali fino al raggiungimento della data di pensionamento.
Il presupposto è un accordo aziendalecon i sindacati maggiormente rappresentativi” e questo è il solito limite, ma anche lo zuccherino per la trimurti che, in questo modo, mantiene comunque un controllo che è anche esercizio di potere.
Il fondo è, in sostanza, mutuato sulla struttura che dal 1999 è stata istituita per il settore del Credito ed ha permesso l'accompagnamento alla pensione, senza traumi e senza oneri per lo stato, di circa quarantamila lavoratori della categoria.
Su tutto, però, incombe oscuro il voto del parlamento.
E' quindi tutto sub iudice e, anzi, è più facile che il topolino partorito, non sopravviva all'incubatrice parlamentare.
E saremmo di nuovo punto e a capo, con il dubbio se ne sia valsa la pena di sostituire un governo eletto dal Popolo con uno imposto dalla finanza internazionale, per ottenere gli stessi risultati (e più tasse che ci impoveriscono anche individualmente).
Perchè Bin Loden Monti e la Fornero si stanno impantanando esattamente dove era stato bloccato Berlusconi, confermando il fatto che ogni governo, tecnico o politico che sia, può agire solo nei primi giorni di vita (veggasi le azioni di Berlusconi per abolire l'Ici o riformare scuola e università e l'intervento della Fornero sulle pensioni e di Bin Loden Monti per espropriarci la casa e i risparmi) per poi segnare il passo con continui compromessi e pressioni.
Si confermerebbe anche quanto ebbe a dire il Duce: governare gli Italiani non è difficile, è inutile.

Entra ne

24 marzo 2012

La lingua italiana non ha bisogno di intercalari stranieri

Questa mattina ascoltavo, prima del gr1 delle sette, una trasmissione che credo si chiami "voci dal mondo".
Era intervistata una signora, credo rappresentasse la camera di commercio a Singapore e che, parlando a mitraglia, ha sostanzialmente detto:
Contattarci è un must per le imprese italiane che vogliono un plas (che sarebbe il latinissimo e quindi nostrano "plus" ma pronunciato "plas" sembra essere più in linea con la tecnocrazia imperante e ignorante) per fare business a Singapore in modo safe. Grazie a noi possono avere un set-up per il loro coming anche in forma di singoli step.
Mi sembra giusto condividere l'ilarità suscitata in me da simile prosa, che ha allietato l'inizio di questo sabato.
La lingua italiana, però, non ha bisogno di intercalari stranieri, perchè è completa e, anzi, a differenza di altri idiomi, ha il vocabolo appropriato per definire ogni sfaccettatura.
E' chi sente il bisogno di infarcire la nostra lingua con vocaboli mutuati dal parlato straniero che, per primo, danneggia la nostra immagine e presenta l'Italia come uno stato satellite e gli Italiani come aspiranti sudditi a sovranità limitata o annullata.

Entra ne

23 marzo 2012

Come ci si può affidare a questa magistratura ?

Ho già affrontato il tema dei magistrati che trasformano il loro ruolo in un megafono per le idee personali.
Purtroppo non mi riferisco alle esternazioni, magari in congressi di piccole fazioni ottocentesche di una ideologia superata e condannata dalla Storia, di singoli magistrati, ma alle pronunzie effettuate nell’esercizio delle proprie funzioni.
Dopo la sentenza della corte di cassazione che, pur respingendo un ricorso nella doverosa applicazione della legge esistente, ha ceduto all’impulso di farci conoscere l’opinione personale dei giudici in materia di unioni omosessuali, dobbiamo registrare due decisioni inaccettabili e irricevibili.
La prima è di un magistrato che ha “riconosciuto” il presunto “matrimonio” contratto in Spagna da due omosessuali, di cui uno italiano, inserendo surrettiziamente, senza voto del parlamento, l’unione tra persone dello stesso sesso in Italia.
La seconda con la quale un altro magistrato ha deciso che due soggetti nati in Italia pur da genitori immigrati non dovessero essere trattenuti in un Cie proprio per la circostanza della nascita in Italia, anticipando così una decisione che, auspicabilmente, non sarà mai assunta: la trasformazione del nostro diritto di cittadinanza dallo ius sanguinis di tradizione Romana allo ius soli di tradizione barbarica.
Giustamente Gasparri e Giovanardi hanno chiesto a Napolitano di intervenire.
Ovviamente Napolitano parla tanto (troppo) tranne sulle questioni rilevanti:
la perdita di Sovranità e Indipendenza Nazionale,
i Marò sequestrati in India e
la  tracimazione dei magistrati dal loro ambito di persone preposte ad applicare le leggi, non a crearne di nuove.
A questo punto è legittimo, per ogni aspetto della vita sociale, dubitare della effettiva applicazione della legge nel caso in cui, ingenuamente, volessimo rivolgerci al famoso “giudice terzo” per avere quella giustizia che diventa sempre più una chimera.
L’effetto di simili sentenze è quindi devastante, perché
oltre a screditare sempre più chi le emette,
oltre ad accrescere la diffidenza verso lo stato e verso la legge,
costringe a non credere nella possibilità di dirimere le controversie appellandosi ad un giudice terzo che sia espressione dello stato.
E questo porterà inevitabilmente, a lungo andare, alla giustizia fai da te.

Entra ne

22 marzo 2012

L’esercito dei privilegiati incassa ancora

Non è la prima volta che denuncio il comportamento falsamente liberista di Bin Loden Monti e dei suoi soci non eletti al governo, improntato a massacrare le finanze personali dei cittadini per continuare ad alimentare la spesa pubblica, senza intervenire sui grandi centri (neanche occulti) di spesa: sanità, istruzione, pubblico impiego, oltre che nei privilegi accordati alle cooperative.
Bin Loden Monti e i suoi, infatti, non hanno avuto alcuna remora nel tassare pesantemente attraverso prelievi forzosi alla fonte sui risparmi, sui redditi e persino sul patrimonio che non produce alcun reddito e che, come la casa, obbliga il proprietario a pagare ogni tipologia di infrastruttura e di servizio.
Bin Loden Monti e la sua ministra dolente non hanno avuto alcuna remora nell’usare la mannaia per una riforma delle pensioni che, pur necessaria da almeno diciotto anni come Berlusconi aveva ben individuato, abbisognava di una maggiore gradualità.
Bin Loden Monti e i suoi soci non eletti hanno approvato una riforma del lavoro che pur aprendo alla flessibilità del mercato del lavoro, non intacca i privilegi di quell’autentico esercito di dipendenti pubblici (dagli impiegati del catasto ai magistrati, dai dipendenti degli enti locali a quelli delle scuole e della sanità) per i quali, veniamo a sapere dalla stampa, non verrebbe applicata la modifica dell’articolo 18, creando una manifesta discriminazione nei confronti dei dipendenti privati.
I lavoratori pubblici rappresentano il 25% abbondante dei lavoratori dipendenti, ma sono un bacino elettorale per il pci/pds/ds/pd e per i centristi, oltre che il nucleo forte degli iscritti della cisl e della uil.
Ecco, dunque, spiegato il differente comportamento di questi sindacati rispetto alle inutili ed ottocentesche barricate erette dalla cgil.
Del resto è ben noto come a sinistra si consideri il tesoro pubblico come “ a disposizione” sin dai tempi in cui, per agevolare le ristrutturazioni dell’imprenditore “progressista” De Benedetti, furono accollati alla pubblica amministrazione migliaia di operai e impiegati Olivetti espulsi dal loro lavoro.
L’articolo 18 deve, dunque, essere rivisto per tutti o per nessuno.
Anzi, i dipendenti pubblici, pagati con i nostri soldi, devono essere, come la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto di favoritismo.
Non che ne abbia bisogno, ma la credibilità di Bin Loden Monti e dei suoi soci non eletti è in caduta libera e precipiterà a fine marzo quando sentiremo nelle buste paga il peso delle nuove addizionali locali e, più ancora, a giugno quando saremo chiamati a pagare l’odiosa tassa sulla casa.

Entra ne

21 marzo 2012

Bye bye articolo 18

Berlusconi ci aveva provato sin dal 1994, come per le pensioni.
Come per le pensioni abbiamo dovuto attendere uno dei peggiori governi della storia (sia sul piano concreto dei provvedimenti tutto tasse e sacrifici, che in quello istituzionale trattandosi di un governo imposto dalla finanza internazionale, una sorta di colpo di stato, non derivante dal voto popolare) per vedere realizzata sia la riforma delle pensioni che quella del mercato del lavoro con la sostanziale modifica (salvo colpi di mano in parlamento) del famigerato articolo 18.
Sicuramente avrei preferito che non si fossero persi 18 anni (che ci sono costati miliardi in debito pubblico) per riformare le pensioni, anche perché chiunque con un briciolo di intelligenza avrebbe capito che Berlusconi aveva ragione.
Per di più se la riforma fosse stata realizzata prima, nel 2001 se non nel 1994, poteva entrare in vigore con maggiore gradualità e senza gli scompensi che la mannaia della Fornero ha provocato a vittime innocenti.
Avrei ugualmente preferito che anche la legge 300/70 fosse stata abrogata da Berlusconi, nell’ambito di una riorganizzazione del mondo del lavoro improntata a criteri nazionali, con la gradualità e le guarentigie che i diciotto anni di tempo persi ci avrebbero consentito.
Dobbiamo ringraziare i coatti antiberlusconiani, centristi, comunisti, sindacati, se, oggi, un governo non eletto, espressione dei poteri forti internazionali, fa strame delle “bandiere” cattocomuniste, senza curarsi di chi rimarrà sotto le macerie.
Dobbiamo ringraziare il pci/pds/ds/pd, la cgil e i suoi segretari Cofferati, Epifani e Camusso, Casini e Fini, Vendola e Di Pietro, se un tratto di penna cancellerà senza appello e usando la mannaia leggi che dovevano essere modificate ma con la gradualità necessaria a passare da un regime iperprotezionistico a (finalmente!) uno liberale.
Prima di ogni commento nello specifico le scelte fatte, vediamo però cosa uscirà da un parlamento, dove ci godremo lo spettacolo dei comunisti che credevano di aver vinto ribaltando Berlusconi ed oggi sicuramente si domandano se non fosse meglio il Grande Caimano invece del professore targato Goldman Sachs.

Entra ne

20 marzo 2012

Eva contro Eva

Nel momento in cui scrivo non so se sia stata raggiunta l'intesa sul lavoro o se, invece, il governo andrà avanti con un disegno di legge unilaterale.
Personalmente ritengo (da tempo) superata la legge 300/70 (Statuto dei lavoratori) datata oltre quaranta anni fa (ed elaborata nel triennio precedente !) che era parametrata su un mondo ed una economia ormai relegati agli archivi storici dell'Umanità.
Sicuramente tale legge contiene principi tuttora validi, purtroppo la pratica realizzazione ha dimostrato come sia stata distorta e utilizzata per tutelare anche fannulloni e lavativi, oltre che per far uscire il sindacato dal binario delle sue competenze.
Ben venga, quindi, una radicale operazione di aggiornamento che, personalmente, ritengo debba passare attraverso l'abolizione integrale dell'esistente per sostituirlo con una organica, nuova struttura nei rapporti tra lavoratori e imprenditori.
La soluzione peggiore, che peraltro credo sia quella che percorrerà Bin Loden Monti, è una struttura di compromesso che consenta a tutti di cantare vittoria e che, nella sostanza, lasci inalterata la situazione per cui gli onesti saranno sempre più vessati e caricati di lavoro, mentre fannulloni e lavativi continueranno a sfruttare a loro vantaggio le pieghe delle leggi, gravando su chi lavora con scrupolo e impegno.
Se avessimo una magistratura veloce, affidabile e "terza" potremmo almeno affidare il giudizio al giudice.
Purtroppo così non è.
In attesa, quindi, di vedere il topolino che partorirà il minestrone ministeriale di oggi, evidenziamo come nel campo di battaglia emerga una singolare tenzone tra donne: la Camusso contro la Fornero.
Eva contro Eva.
La prima che ostinatamente difende l'immagine di un sindacato ottocentesco e legato a relazioni industriali che non hanno più cittadinanza nel 2012.
La seconda, appartenente alla sinistra snob (quella che ritiene di possedere la Verità) e probabilmente crede di essere stata chiamata da Dio in persona a riformare il lavoro, al grido de "lo vuole l'europa" versiona aggiornata del "Dio lo vuole" ormai desueto.
E' uno scontro a perdere, nel senso che ambedue le posizioni fanno perdere l'Italia.
L'Eva ottocentesca, perchè non ha alcuna visione, nè progetto per il futuro e propone solo un improbabile conservatorismo finalizzato unicamente a mantenere i privilegi in essere.
L'Eva piangente invece, nel suo snobismo esterofilo, pensa che il punto d'approdo non sia una Italia forte e ricca, ma un'Italia serva dell'europa e dei suoi diktat.
Se la Camusso e la Fornero rappresentano agli occhi della sinistra il "potere rosa", non posso che levare il mio auspicio: arridatece le Santanchè, le Carfagna, le Gelmini, le Meloni ... !

Entra ne

19 marzo 2012

Mani cattocomuniste sulla rai

Casini e Bersani chiedono il commissariamento della rai, non previsto dalla legge. Vuoi vedere che Berlusconi aveva imposto una cura dimagrante ai partiti della prima repubblica che ora bramano e tramano per tornare a mettere le loro avide mani sulla emittente pubblica ?

Comunisti e democristiani che si sono spartiti allegramente la rai per tutta la prima repubblica (ricordiamoci la battuta: hanno assunto in rai dieci nuovi dipendenti. Quattro democristiani, tre comunisti, due socialisti e uno bravo) con l’avvento di Berlusconi hanno dovuto (più i democristiani dei comunisti) mettersi a dieta.
Oggi, dopo aver ribaltato il Centro Destra al seguito della Spectre finanziaria internazionale, comunisti e democristiani si ripropongono per okkupare nuovamente la rai attraverso il commissariamento dal quale sperano di ottenere posti per i loro portaborse.
La rai è uno dei grandi centri di spesa pubblici che Bin Loden Monti non ha minimamente toccato, come è certificato dalle associazioni dei consumatori di sinistra (Adusbef e Federconsumatori) che hanno denunciato come il debito pubblico sia cresciuto soprattutto in questi ultimi mesi.
In sostanza, nel preoccuparsi dello spread, Bin Loden e i suoi mai eletti soci, hanno agito esclusivamente per incamerare denaro, sottraendolo dalle tasche dei cittadini, evitando accuratamente di scontrarsi con le grandi clientele di stato che rappresentano gli ormai 2000 miliardi di debito pubblico.
Così facendo, come ho sempre sostenuto, le loro tasse serviranno solo ad alimentare e aumentare il debito pubblico, fino al punto di non ritorno e, quindi, di fallimento.
La rai è emblematica in tale panorama.
Migliaia di dipendenti, soprattutto assunti ai tempi della prima repubblica e, ciononostante, continua ad erogare remunerazioni da favola con le consulenze e le collaborazioni esterne di giornalisti e attori.
Mentre Mediaset, con meno della metà dei dipendenti, produce utili (e gli stessi programmi) la rai, nonostante l’esoso ed odioso canone, è sistematicamente in passivo e invece di utili, obbliga lo stato (cioè noi) a trasferire risorse per compensare le perdite.
L’unica alternativa è la privatizzazione, anche a spezzatino che consentirebbe un guadagno su tre fronti:
- un immediato incasso nella vendita dei singoli rami aziendali;
- la cessazione di ogni trasferimento di denaro pubblico per ripianare i debiti della rai;
- la soppressione dell’odiosa tassa sul canone rai.
I partiti clientelari, però, cesserebbero di avere peso in rai e di potervi sistemare i loro dirigenti trombati o i giovani virgulti legati al carro di questo o quel notabile.
Per questo Bersani e Casini fanno tanti bei discorsi, ma alla prova dei fatti chiedono il commissariamento della rai (tra l’altro contra legem come ha ampiamente provato il sen. Gasparri autore della legge vigente sulle telecomunicazioni) per poter meglio riprendere la vecchia pratica che Berlusconi ha loro (peraltro solo parzialmente) inibito.
E se questo fosse l’unico merito di Berlusconi (ma ne ha tanti altri) sarebbe sufficiente a riconoscergli un voto positivo per il suo ventennio.
Il Pdl si oppone al commissariamento.
Vediamo se, almeno su questo, Alfano avrà la capacità di resistere e far valere la maggioranza voluta dal Popolo, con la Lega, tenendo comunisti e democristiani ancora a digiuno di poltrone rai.

Entra ne

18 marzo 2012

Aspettando la Destra

Destra e sinistra sembrano scomparse dalle cronache politiche dell'Italia suddita della Spectre finanziaria internazionale. Esistono ancora ? Hanno ancora ragion d'essere ? Cosa rappresentano ?

Da quando la Spectre finanziaria internazionale ha imposto Bin Loden Monti quale gauleiter d'Italia , formalmente nominato da Napolitano e con la fiducia del Pdl, dell'Udc e del pci/pds/ds/pd, sembra che le grandi battaglie ideali che hanno visto per anni contrapposte la Destra e la sinistra siano scomparse.
Rimangono alcuni reduci che, ostinatamente, si autodefiniscono dell'una o dell'altra parte, ma la confusione provocata dal compromesso storico mantecato dalla finanza internazionale ha fatto perdere la dimensione di quella che dovrebbe essere una sana contrapposizione politica e ideale.
Che c'azzecca, infatti, Alfano con Bersani entrambi in maggioranza ?
Ma che c'azzeccano anche, all'opposizione, Di Pietro e Vendola con Bossi e Storace ?
Nella confusione dei ruoli e nella indefinibilità dei confini, qualcuno guadagnerà, altri perderanno.
Guadagnerà chi saprà rivendicare e proiettare una forte identità ideale e, quindi, politica.
Non sono un esperto di sinistra per pronunciarmi su di essa (del resto per me un comunista resta sempre un comunista che si chiami Vendola, Rizzo, Bersani o Napolitano), ma credo di avere titolo e conoscenza per parlare della Destra.
Già negli anni novanta, dopo la trasformazione dell'Msi in An e l'annacquamento dell'identità di tale partito con il rinnegare alcune sue radici da parte di Fini, la Destra ha perso appeal in molti suoi elettori tradizionali, conquistando, ma solo temporaneamente, il consenso di altri, più pronti, però, a cambiare il proprio voto in caso di mancata condivisione di una sola proposta.
E', insomma, venuto meno quello “zoccolo duro” che per anni ha garantito la sopravvivenza dell'Msi nel nome della propria Identità e delle proprie Radici.
Ma quegli elettori non si sono volatilizzati, si sono semplicemente accasati altrove, dove hanno potuto trovare le risposte desiderate.
Una minoranza oscilla all'interno dei movimenti della Destra Radicale, sempre in lotta tra di loro per rivendicare di essere “più puri” degli altri invece di ricercare un momento unitario che fu raggiunto unicamente alle elezioni del 2006 con Alternativa Sociale che vedeva assieme Alessandra Mussolini, Fiore e Romagnoli.
Una rondine che non fa primavera.
Storace, costituendo La Destra, aveva probabilmente in animo di ricomporre la galassia della Destra e sembrava potesse farcela grazie anche all'arrembante campagna elettorale di Daniela Santanchè nel 2008.
Purtroppo, come spesso accade, il mancato raggiungimento del quorum, nonostante un più che ragguardevole 2,4% portò ad una nuova diaspora con Daniela Santanchè che ruppe con Storace, dando vita all'ennesimo movimento poi confluito nel Pdl (dove peraltro la combattiva piemontese appartiene all'ala dei “falchi” e non di quelli che innalzano bandiera bianca).
Della Fiamma Tricolore ho perso le tracce, mentre di Forza Nuova apprezzo e condivido le battaglie valoriali, molto meno quelle economiche e nel costante boicottaggio che subisce (continue manifestazione “antifasciste” ad ogni sua inizitiva pubblica) ritrovo e rivedo l'Msi della mia gioventù.
Ma tutti assieme, oggi, quanto valgono ?
Temo meno del 2%.
Allora dobbiamo andare alla ricerca di dove siano finiti altri elettori, magari meno legati all'Identità “dura e pura”, ma più ai provvedimenti concreti.
E allora dobbiamo guardare alla Lega, movimento che di Destra sicuramente non è, ma che negli anni ha mutuato, fatto propri e metabolizzato tanto da ripresentarli come “originali”, tanti cavalli di battaglia della Destra.
Possiamo quindi citare
l'ordine pubblico
l'inasprimento delle pene per i delinquenti
il respingimento degli immigrati (né cittadinanza, né voto)
il contrasto alle perversioni sessuali e alla deriva morale
il contrasto alla droga.
Sono temi, argomenti, battaglie “di Destra”, che soprattutto Forza Nuova (ma anche La Destra) hanno ripreso, ma che vedono, oggi, nella Lega il partito che le innalza a bandiera.
Oltre, naturalmente, ad un nazionalismo localistico che è pur sempre patriottismo, altro elemento essenzialmente di Destra, quando i comunisti con Napolitano propongono un dubbio nazionalismo internazionalista, asservito a Bruxelles e alla finanza internazionale.
Ma non solo Lega.
L'altro aspetto caratteristico della Destra è l'ostilità al centralismo statalista, quindi alle tasse come strumento di asservimento dell'individuo allo stato.
Questa parte di elettori era in massa all'interno del Pdl e, adesso, ingrossa le file degli astensionisti visto che Alfano continua a sostenere uno dei governi più gabellieri che mai abbiamo avuto.
Meno tasse per tutti è uno slogan di Destra che sicuramente non apparterrà mai e poi mai ad uno di sinistra che, invece, brama i soldi (altrui) per poter sostenere le proprie (private) iniziative come vediamo sistematicamente nell'abuso dei ruoli pubblici e soprattutto della rai.
Assieme a quelle battaglie fatte proprie dalla Lega ed alle Radici gloriose che appartengono a tutti i movimenti della Destra Radicale , la Destra politica esiste ancora, ha una ragion d'essere, sarà sempre in contrapposizione naturale e insanabile con la sinistra (ecco perchè governare assieme ai comunisti è un controsenso) e continuerà ad esistere.
Per ora esiste nei nostri cuori, ma dovrà anche manifestarsi nel concreto del panorama politico per dare rappresentanza e voce a tutti e non solo, parzialmente e in base alle circostanza, ad una parte.
Non è detto che questo possa o debba accadere con un soggetto unico, come peraltro sarebbe auspicabile, tipo il Partito Repubblicano americano o quello Conservatore inglese al cui interno convivono le varie anime.
Potrà e potrebbe accadere anche con partiti che rappresentino ognuno una Identità della Destra, che però siano saldamente alleati nelle occasioni elettorali, con leaders che non siano tra loro in competizione.
Non credo che ci voglia una particolare intelligenza per capire che solo unendo le forze, rispettando le identità di ciascuno, la Destra potrà sbarrare la strada, ancora una volta come nel 1994 accadde grazie ad un solo uomo, Silvio Berlusconi, ad una sinistra che rappresenterebbe la fine della Libertà economica, l'imposizione del pensiero unico “politicamente corretto”, la sudditanza all'internazionalismo europeista e delle lobbies finanziarie e la deriva morale della nostra Nazione.


Entra ne

17 marzo 2012

Le opinioni dei magistrati non sono la legge

Tutti hanno diritto ad esprimere le proprie idee (di qualunque genere) ed ogni legge che vieti una idea, una opinione e/o di manifestarla è una legge liberticida. Ma un magistrato che lo faccia non ha più titolo per giudicare in materia, soprattutto quando approfitta di una sentenza per manifestare la propria, personale, privata opinione.

Quotidiani e giornali radio hanno dato risalto ad una sentenza della corte di cassazione in materia di famiglia e matrimonio.
In modo molto interessato e fuorviante, a parte Il Giornale, hanno posto l'accento sulla parte non giuridica della sentenza, quella in cui, con una forzatura, i magistrati hanno trasformato in “diritto” la pretesa degli omosessuali a veder elevata alla dignità di legge la presunta “famiglia” composta da due persone del medesimo sesso.
La sentenza, in realtà, si ferma al momento in cui, correttamente applicando le leggi italiane, viene respinta la pretesa di due omosessuali di veder trascritto il cosiddetto “matrimonio” contratto all'estero.
Purtroppo i magistrati della cassazione non hanno resistito alla tentazione di manifestare in un atto pubblico, la loro privata (privatissima) e personale (personalissima) opinione.
In questo modo quei magistrati si sono oggettivamente preclusi il diritto e la legittimità a sentenziare in futuro sul medesimo argomento avendo già un pregiudizio conclamato in materia.
Questo, purtroppo, è il vero limite alla credibilità e affidabilità della nostra giustizia: il pregiudizio conclamato.
E' impossibile pretendere che un uomo, qualunque sia il suo ruolo, non abbia opinioni, ma chi deve giudicare il prossimo non può e non deve esternarle salvo rinunciare ad essere parte giudicante in un eventuale giudizio su quella materia.
Nel merito è ovvio che ci sono persone che ritengono di dover trasformare delle semplici pretese in “diritti”, come è ovvio e legittimo che ve ne siano altre – tra le quali il sottoscritto – che vi si oppongono per ragioni di carattere morale, etico ed economico.
Sarà il parlamento nazionale (non l'europa !) a decidere, a maggioranza, se promuovere una legge di privilegio per gli omosessuali, con costi enormi per tutti (veggasi l'eventuale reversibilità della pensione) oppure se confermare la Tradizione della Famiglia con la “F” maiuscola, composta solo ed esclusivamente da un Uomo e da una Donna.
Tanto più che non è vero che agli omosessuali sia precluso il Matrimonio (quello vero) e la Famiglia.
Gli omosessuali possono sposarsi, come tutti ed essere, come tutti, parte di una Famiglia.
Devono solo sposarsi con una persona del sesso opposto, come è normale e naturale che sia.
Vedremo se Alfano, che purtroppo sta calando le braghe un po' su tutto, terrà il punto almeno su questo tema.
Per intanto sosteniamo i partiti che si oppongono con chiarezza e che, guarda caso, sono gli stessi che si oppongono al governo di Bin Loden Monti voluto dalla Spectre finanziaria internazionale (che pensa solo in termini materialisti e non ai Valori che pure sono le fondamenta di una società civile che voglia durare nel tempo e non crollare alle prime spallate dall'esterno):
Lega,
La Destra,
Forza Nuova.


Postato anche in Secondo Natura



Entra ne

16 marzo 2012

Il Pdl sprofonda sempre più nel baratro

Le notizie dei giornali radio di questa mattina erano foriere di molte negatività.
Pare che in un lunghissimo vertice (e il fatto che ci sia stato già è negativo) tra Bin Loden Monti, Alfano, Bersani e Casini, sia stata trovata una intesa per la riforma del mercato del lavoro e per la giustizia (anticorruzione, responsabilità civile dei magistrati e intercettazioni).
Rimandata la questione rai (che si risolverebbe semplicemente con la privatizzazione del carrozzone e l’abolizione del canone).
Visti i precedenti posso ragionevolmente ritenere che Alfano abbia calato le braghe.
In via preliminare perché si è seduto di nuovo allo stesso tavolo con un comunista, poi perché ha parlato anche di giustizia e rai, mentre in un soprassalto di dignità in precedenza aveva rifiutato di partecipare se si fosse discusso di tali questioni.
L’accordo sul lavoro, come illustrato al Gr1 delle sette del mattino, mi sembra fortemente al ribasso, non risolve il problema della flessibilità, né di garantire chi merita e punire adeguatamente i fannulloni.
Il rimando eventuale alla decisione del giudice, mette ogni lavoratore nelle mani di chi, spesso, non ha alcuna esperienza in materia di rapporti di lavoro e, talvolta, è un giovane magistrato collocato in quella posizione, dove deve decidere sulla sorte di uomini fatti e della loro famiglia, unicamente per aver vinto un concorso.
Non credo neppure che Alfano sia riuscito ad ottenere granchè sulla giustizia.
Sarà ancora lo stato (cioè noi con le tasse) a pagare per gli errori dei magistrati e sarà ancora lo stato (cioè noi con le tasse) a pagare per il diluvio di intercettazioni che, tra l’altro, conculcano il diritto alla riservatezza oltre a costare un miliardo all’anno.
Alfano, ricordo, fu quello che, da ministro della giustizia, si fece mettere nel sacco proprio sulle intercettazioni, dalla Buongiorno, licenziando un accordo sulle intercettazioni che Berlusconi fu costretto a non portare al voto parlamentare tanto era peggio della legge vigente.
Della rai ho già detto.
In tutto questo spicca la “paccata di miliardi” che verranno elargiti per i nuovi strumenti di ammortizzatori sociali.
Ma i miliardi non si stampano (più) da soli, bensì devono essere prelevati dalle tasche dei cittadini e dalle casse delle aziende.
Non mi sembra che la notte abbia portato consiglio.
Soprattutto non lo ha portato ad Alfano che continua in una politica suicida di sostegno a Bin Loden Monti e di alleanza con i comunisti ed i neodemocristiani.

Entra ne

15 marzo 2012

Nel Pdl sventola bandiera bianca

Avevo sperato che le esternazioni "schifate" e le folli idee sulla cittadinanza del ministro immigrazionista Riccardi e i fallimenti del ministro degli esteri Terzi (che poi sono anche il fallimento della credibilità di Bin Loden Monti quando si parla di tutto quel che c’è – ed è tanto e forse anche più importante ! – da governare oltre allo spread) avessero stimolato il Pdl alla reazione.
Una reazione che si era manifestata con la firma di 46 senatori per una mozione di sfiducia individuale a Riccardi.
Purtroppo mi sono sbagliato.
Il Pdl sembra essersi arreso innalzando bandiera bianca e, peggio del peggio, continua a perseguire l’alleanza a tre con i comunisti e i neodemocristiani di Casini.
Addirittura ha ceduto le armi anche ai finioti, avendo scelto di sostenere a Verona il candidato del cosiddetto “terzo polo” contro Flavio Tosi, ottimo sindaco leghista.
Dal canto suo la Lega non mostra alcuna disponibilità per aiutare la parte sana del Pdl ad uscire dal percorso infernale di una alleanza così naturale.
Bossi e Maroni hanno ragione a chiedere al Pdl di sfiduciare Monti, ma anche Alfano non ha torto quando sostiene che anche il pci/pds/ds/pd e l’Idv sono su posizioni contrastanti a Roma, ma restano alleati in periferia unicamente per conquistare le amministrazioni comunali.
Capisco la volontà di “contarsi” e sicuramente sarebbe significativo se la Lega superasse il Pdl, ma sarebbe una vittoria di Pirro se poi Verona, Como, Alessandria e tanti altri enti locali cadessero tra le grinfie della sinistra.
Purtroppo o per fortuna a Bologna non si vota.
Per quanto possa valere, mi auguro che i cittadini scelgano in modo da lanciare un pesantissimo segnale contro la politica del Pdl, perché solo con una batosta elettorale di quelle cosmiche, potremo sperare di riavere il Pdl che è utile alla nazione e che si decida a dare il benservito ad un governo che non ha saputo fare altro che estorcere denaro ai cittadini e penalizzare lavoratori e pensionati, senza toccare minimamente i grandi centri di spesa:
sanità
pubblico impiego
istruzione
giustizia
e senza intaccare i privilegi delle cooperative.

Entra ne

13 marzo 2012

Meglio il “bunga bunga” del loden

Quasi quattro mesi di governo e i tanto esaltati “tecnici”, imposti da Bruxelles tramite Napolitano quali governanti dell'Italia senza mai essersi sottoposti ad un voto popolare, mostrano tutte le rughe coperte solo dalla pusillanimità del Pdl.
Facendo felici Merkel e Sarkozy, Bin Loden Monti e i suoi compagni di viaggio hanno massacrato le finanze degli Italiani.
E ancora non abbiamo subito la bastonata finale, la nuova ici maggiorata sulla casa, anche la prima.
Ci hanno sottratto risparmi e altri ce ne preleveranno con una perfidia ed un sadismo degno dei peggiori serial killer.
Non hanno però toccato i centri di spesa (pensioni a parte) che hanno rovinato, dalla fine degli anni sessanta, il bilancio dello stato, gravandoci di un debito mostruoso di 1900 miliardi di euro.
Non hanno toccato particolarmente il pubblico impiego, con i suoi cinquemilioni e mezzo di dipendenti, articolato nei quattro grandi centri di costo improduttivi:
pubblica amministrazione,
sanità,
istruzione,
giustizia.
Non hanno neppure sfiorato i privilegi delle cooperative, mentre hanno devastato i risparmi degli Italiani con ogni tipo di intervento, mancando solo (per ora)  la tassa sull'aria che respiriamo.
Hanno ribaltato politiche consolidate (come quella contraria alla tassazione internazionale delle rendite finanziarie) irritando alleati come la Gran Bretagna con la quale poteva essere creato un asse alternativo a quello francotedesco.
Hanno sottoscritto una ulteriore, illegittima rinuncia alla Sovranità ed all'Indipendenza nazionale con il fiscal compact europeo (al quale – guarda caso – si è negata proprio la Gran Bretagna) accucciandosi ai piedi della governante di Berlino e del giullare di Parigi.
Hanno preso schiaffoni in politica estera, dimostrando l'inesistenza di ogni millantato prestigio o credibilità, dall'India, che ha rapito e continua a tenere in ostaggio due nostri Marò e dalla Gran Bretagna che ha organizzato uno sfortunato blitz senza avvisare Bin Loden Monti.
Hanno rispolverato il vetero femminismo con la Fornero, madonna piangente del governo e indicato ai giovani la strada per rischiare sul lavoro con il funzionario pubblico Cancellieri (una carriera nella pubblica amministrazione).
Hanno cavalcato l'onda immigrazionista con Riccardi che, non pago, si è messo a sparare giudizi sui rappresentanti del Popolo (quelli veri, quelli eletti, non quelli nominati come lui) e solo per la viltà del Pdl è ancora al suo posto.
Il desolante quadro che vede, dopo soli quattro mesi, l'Italia più povera, più oppressa da un regime di polizia fiscale voluto da un governo di non eletti, priva di ascolto e di ruolo internazionale è fortemente in contrasto con l'Italia che Berlusconi ci aveva fatto conoscere con l'abolizione dell'Ici, con la partecipazione ai vertici decisionali mondiali, culminati con il discorso di Berlusconi del 2005 al Congresso Americano in seduta straordinaria che rendeva omaggio al nostro Premier e, con lui, a tutta l'Italia.
Ma ricordo che anche dopo il quinquennio rosso (1996-2001) e dopo la parentesi nuovamente rossa (2006-2008) gli Italiani erano tornati da Berlusconi.
Purtroppo la memoria è labile e quei governi sono sepolti dall'oblio, così si continua a ripetere lo stesso errore pensando di trovare chissà cosa in chi, invece, alla prova dei fatti si dimostra inadeguato (eufemismo) alla necessità di governare una grande nazione come l'Italia.
E' facile dire adesso: meglio il “bunga bunga” del loden.

Entra ne

11 marzo 2012

Cameron mette a nudo l'impotenza di Bin Loden Monti

Dopo averlo dimenticato per mesi (forse perchè rappresentava una società capitalista e non una onlus della cooperazione) la morte, durante uno sfortunato blitz militare di Franco Lamolinara ha fornito il destro a vecchi tromboni della politica per manifestare tutta la inutile retorica di una dignità nazionale che loro stessi, per primi, hanno calpestato e offeso con il comportamento tenuto verso i Marò rapiti dalle autorità indiane.
Soprattutto, però, facendo il paio con tale vicenda, si infrange il mito – che qui non ho mai riconosciuto veritiero – del presunto prestigio e della credibilità internazionale di Bin Loden Monti e del suo governo mai eletto dagli Italiani.
Forse all'estero avranno anche apprezzato i provvedimenti economici, tanto toccano pesantemente le tasche degli Italiani, rendendoci solo più poveri.
Certamente l'essersi accucciati ai piedi di Sarkozy e di Merkel non ha giovato al ruolo dell'Italia nel mondo che, durante i governi Berlusconi, era stabilmente seduta al primo tavolo, protagonista anche grazie al suo ruolo di terza fornitrice di truppe per le missioni internazionali.
Monti, invece, si è avvolto nel suo loden e alle richieste di Merkozy ha garibaldinamente risposto: obbedisco !
Naturalmente l'obbedienza al rito francotedesco si è manifestata con azioni che hanno ragionevolmente irritato i più liberi Inglesi, come, ad esempio, il ribaltone della posizione dell'Italia sull'ennesima tassazione (quella sulle rendite finanziarie) che prima ci vedeva affiancati alla Gran Bretagna nel “no” alla strategia Merkozysta, mentre ora ci vede obbediente cagnolino al seguito della governante di Berlino e del giullare di Parigi.
Se, poi, come si legge in alcuni articoli odierni, i servizi segreti italiani avevano aperto un canale di trattative con i terroristi (contrariamente alla ben nota posizione di Stati Uniti e Gran Bretagna che rifiutano trattative con i delinquenti e soprattutto di finanziarli con il pagamento di riscatti) possiamo ben comprendere come la Gran Bretagna abbia agito avvisando Bin Loden a cose fatte.
Del resto chi avviserebbe un governo italiano che non riesce neppure a tutelare suoi militari officiati di un compito antipirateria e li lascia impunemente rapire dall'India ?
Se lo togliamo dal suo pallottoliere, peraltro mosso in base alle veline di Bruxelles, Monti si rivela impotente, inadatto, inadeguato al ruolo.
Cameron ci ha fatto un grosso favore mettendo a nudo l'inesistenza di ogni prestigio o credibilità internazionale di Monti, doppiando lo schiaffo inflitto al governo dei tecnici dall'India.
Purtroppo il blitz non ha avuto successo (ma questo è un dato militare non politico: la scelta era giustissima) portando alla morte i due ostaggi, tra i quali il nostro connazionale Franco Lamolinara al quale va il commosso pensiero di tutti gli Italiani.
Il filotto delle inadeguatezze del governo dei non eletti, però, diventa straordinariamente lungo e mette assieme
la madonna piangente del lavoro (particolarmente con le sue esternazioni vetero femministe),
la funzionaria pubblica titolare degli interni che, dopo una carriera tutta nel pubblico impiego, senza rischi, vorrebbe insegnare ai giovani di cercare lavoro lontani dalle sottane di mamma,
il ministro immigrazionista che vorrebbe scardinare la stabilità sociale, etnica, economica e politica della nazione concedendo il voto agli immigrati e, nel frattempo, si diletta ad offendere i veri rappresentanti del Popolo, quelli eletti,
il ministro “libera tutti” che risolve il problema delle carceri, non costruendone di nuove, ma liberando chi ancora non ha finito di scontare la pena cui è stato condannato,
il ministro degli esteri che ha il nulla dietro alla nobiltà del doppio cognome,
per arrivare al presidente del consiglio che parla .. parla … parla … e tassa … tassa … tassa … e nulla più.

Entra ne

09 marzo 2012

Alfano bersanizzato peggio dell'originale

Leggo che il Pdl, che sembrava avesse riacquistato un minimo di dignità proponendo la sfiducia individuale al ministro immigrazionista Riccardi, non presenterà tale mozione.
Il bersanizzato Alfano ha annunciato di aver risolto tutto con Riccardi.
Beh, allora andate tutti a quel paese: se non approfittate della circostanza per liquidare un ministro non solo ostile ostile a voi, ma a tutto ciò in cui crede il vostro elettorato, meritate di essere sepolti dal non voto.



Entra ne

Il super martedì non risolve i dubbi del GOP

Elimino subito ogni dubbio: mi sta benissimo qualunque candidato repubblicano purchè riesca a sfrattare l’attuale inquilino della Casa Bianca.
Detto questo, ovvio che preferisca un candidato, come Rick Santorum o Newt Gingrich, che possa rappresentare l’anima reazionaria e di destra dell’America che preferisco.
Purtroppo il front runner è Mitt Romney, candidato della finanza e dell’ala “liberal” del GOP.
Purtroppo è un front runner molto, molto debole che non è riuscito a sfondare e non ha ancora incassato la maggioranza dei delegati, rendendo sempre più critica la posizione del partito che dovrà affrontare un presidente uscente privo di ostacoli interni.
Leggo quindi che torna a prendere corpo una ipotesi che, personalmente, non ricordo di aver vissuto se non, con qualche forzatura, nel 1968 quando il ritiro, a primarie iniziate, del presidente democratico Lyndon Barney Johnson, portò i suoi delegati già acquisiti a spostarsi sul vice Hubert Hunphrey, poi fortunatamente sconfitto dal Repubblicano Richard M. Nixon, già vice di "Ike" Eisenhower.
In questo caso l’evento sarebbe ancor più marcato.
Nessun candidato ottiene la maggioranza dei delegati e non riescono a “combinare” tra loro appoggiando l’uno o l’altro.
I delegati vengono “sciolti” dal loro impegno e possono anche votare per un nominativo che non si era presentato alle primarie.
Ipotesi ve ne sono tra governatori e senatori in carica o “ex”.
Come il senatore italo americano della Florida, Marco Rubio, quarantuno anni, particolarmente gradito ai “latinos” che si era defilato per puntare al 2016 quando avrà ancora “solo” quarantacinque anni.
Oppure il Governatore del New Jersey Chris Christie, corpulento, simpatico e che piace molto agli ambienti del Tea Party.
E potrebbe anche emergere il nome di Jeb Bush, fratello più giovane dell’ex presidente George W. e figlio del presidente George Herbert Walker.
Jeb Bush è stato governatore della Florida, cattolico, piace agli ambienti conservatori e sarebbe un nome aggregante per il partito considerata la storia del padre e del fratello che hanno consentito alla famiglia di mettere radici profonde nel GOP.
Bush potrebbe essere, in caso di convention bloccata, il classico coniglio estratto dal cilindro che porterebbe i repubblicani di ogni orientamento a stringersi attorno al candidato alla presidenza e, perché no, licenziare con quattro anni di anticipo l’attuale, disastroso, inquilino della Casa Bianca.
E, poi, volete mettere il piacere del vedere il travaso di bile dei comunisti italiani se si trovassero di nuovo un Bush alla Casa Bianca ?

Entra ne

08 marzo 2012

Alla fine il Pdl batte un colpo

La bersanizzazione di Alfano e, soprattutto, il progressivo distacco di Berlusconi, porta i parlamentari più responsabili – la parte sana del Pdl – a dare un segnale di vitalità.
Leggo infatti che quarantasei senatori del Pdl hanno già sottoscritto una mozione di sfiducia individuale contro il ministro immigrazionista Riccardi, colpevole di aver manifestato il suo disgusto nei confronti del Pdl (ma non degli altri partiti che sostengono il governo e che nulla meritano più del Pdl, al contrario !) .
Mi auguro che vadano avanti e che i senatori della Lega non facciano mancare il loro voto.
Ne guadagnerà l’Italia, eliminando dal governo un signore che pensa solo agli immigrati (ma con i soldi degli Italiani) e che vorrebbe persino abbandonare il nostro tradizionale ius sanguinis per un ibrido che, nei fatti, concedendo la cittadinanza senza un valido e rigoroso criterio selettivo ai figli degli immigrati, devasterebbe in modo irrimediabile la base culturale, etnica, sociale, politica ed economica della nostra Patria.

Entra ne