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No alla deriva

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22 marzo 2012

L’esercito dei privilegiati incassa ancora

Non è la prima volta che denuncio il comportamento falsamente liberista di Bin Loden Monti e dei suoi soci non eletti al governo, improntato a massacrare le finanze personali dei cittadini per continuare ad alimentare la spesa pubblica, senza intervenire sui grandi centri (neanche occulti) di spesa: sanità, istruzione, pubblico impiego, oltre che nei privilegi accordati alle cooperative.
Bin Loden Monti e i suoi, infatti, non hanno avuto alcuna remora nel tassare pesantemente attraverso prelievi forzosi alla fonte sui risparmi, sui redditi e persino sul patrimonio che non produce alcun reddito e che, come la casa, obbliga il proprietario a pagare ogni tipologia di infrastruttura e di servizio.
Bin Loden Monti e la sua ministra dolente non hanno avuto alcuna remora nell’usare la mannaia per una riforma delle pensioni che, pur necessaria da almeno diciotto anni come Berlusconi aveva ben individuato, abbisognava di una maggiore gradualità.
Bin Loden Monti e i suoi soci non eletti hanno approvato una riforma del lavoro che pur aprendo alla flessibilità del mercato del lavoro, non intacca i privilegi di quell’autentico esercito di dipendenti pubblici (dagli impiegati del catasto ai magistrati, dai dipendenti degli enti locali a quelli delle scuole e della sanità) per i quali, veniamo a sapere dalla stampa, non verrebbe applicata la modifica dell’articolo 18, creando una manifesta discriminazione nei confronti dei dipendenti privati.
I lavoratori pubblici rappresentano il 25% abbondante dei lavoratori dipendenti, ma sono un bacino elettorale per il pci/pds/ds/pd e per i centristi, oltre che il nucleo forte degli iscritti della cisl e della uil.
Ecco, dunque, spiegato il differente comportamento di questi sindacati rispetto alle inutili ed ottocentesche barricate erette dalla cgil.
Del resto è ben noto come a sinistra si consideri il tesoro pubblico come “ a disposizione” sin dai tempi in cui, per agevolare le ristrutturazioni dell’imprenditore “progressista” De Benedetti, furono accollati alla pubblica amministrazione migliaia di operai e impiegati Olivetti espulsi dal loro lavoro.
L’articolo 18 deve, dunque, essere rivisto per tutti o per nessuno.
Anzi, i dipendenti pubblici, pagati con i nostri soldi, devono essere, come la moglie di Cesare, al di sopra di ogni sospetto di favoritismo.
Non che ne abbia bisogno, ma la credibilità di Bin Loden Monti e dei suoi soci non eletti è in caduta libera e precipiterà a fine marzo quando sentiremo nelle buste paga il peso delle nuove addizionali locali e, più ancora, a giugno quando saremo chiamati a pagare l’odiosa tassa sulla casa.

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