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No alla deriva

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27 aprile 2012

Con Berlusconi stavamo tutti meglio e con più soldi


La manipolazione della realtà (storica o contemporanea) è tipica dei comunisti e della sinistra in generale.
Abbiamo visto come una sconfitta militare, una occupazione della Patria da parte di eserciti stranieri siano state trasformate in una improbabile pagina di storia rivisitata e corretta.
Abbiamo visto come abbiano fatto presto a riciclarsi da internazionalisti sventolanti uno straccio rosso e inneggianti alle invasioni “fraterne” da parte dell’Armata sovietica, a nazionalisti che fanno la ola per il 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia (anche in questo caso travisato in “unità” d’Italia) per poi appiattirsi di nuovo al servizio degli interessi dei finanzieri internazionali.
Così non si può essere stupiti dal fatto che cerchino di vendere agli stolti la informazione che Berlusconi ha governato dal 1994 ad oggi.
Di diciotto anni, Berlusconi ha, purtroppo, governato solo nove anni, gli altri sono da ripartirsi tra Dini (ribaltone del dicembre 1994), Prodi uno (1996-1998), D’alema (1998-2000), Amato (2000-2001) e di nuovo Prodi (2006-2008).
Ancora più interessante la tabella che segue e che smentisce un’altra mistificazione della sinistra e di chi crede a ciò che viene scritto sulla sua stampa.
1986 (prima repubblica) - pressione fiscale 35,2%
1993 (Amato e Ciampi) - pressione fiscale 42,3%
1994 (Berlusconi)          - pressione fiscale 40,2%
1995 (transizione Dini)  - pressione fiscale 40,1% (senza provvedimenti, quindi trascinamento del governo precedente)
1996 (Prodi)                  - pressione fiscale 41,8%
1997 (Prodi)                  - pressione fiscale 43,3%
2001-2005 (Berlusconi) - pressione fiscale in calo dal 41,9% al 40,8%
2006-2007 (Prodi)        - pressione fiscale aumentata al 42,3% fino al 43,4% del 2007.
Come è evidente, l’aumento della pressione fiscale è coinciso con la sinistra al governo, la riduzione del peso fiscale, cioè la maggiore libertà dei cittadini, coincide con i governi Berlusconi.

Basta, del resto, leggersi i provvedimenti.
La sinistra ha massacrato gli Italiani con l’aumento del 5% del valore degli estimi catastali, poi con una serie di tasse “per l’europa”.
Berlusconi e il Centro Destra con due provvedimenti nel 2002 e nel 2005 hanno ridotto le aliquote e la loro incidenza sulle tasche degli Italiani.
La sinistra nel 2006, appena ritornata al potere, ha subito modificato le aliquote, rimettendo le mani nelle tasche degli Italiani.
Nel 2008 Berlusconi e il Centro Destra hanno abolito l’ici sulle prime case.
Berlusconi non ha realizzato quel paradiso che era (ed è) nel suo progetto del 1994 ?
Certo.
Ma ha molteplici attenuanti nelle circostanze (attentato musulmano dell’11settembre 2001, terremoto all’Aquila nel 2008) , nell’infedeltà di alleati determinanti per la formazione di una solida maggioranza parlamentare (Casini, Fini) , nelle aggressioni mediatiche e giudiziarie, nelle oscillazioni dell’elettorato che non gli hanno conferito né la maggioranza assoluta (obbligandolo alle coalizione che inevitabilmente annacquano i programmi) né continuità di governo: vittoria nel 1994 (poi il ribaltone di Scalfaro, Bossi e Dini), sconfitta elettorale nel 1996, vittoria nel 2001, sconfitta (molto, molto dubbia) nel 2006, vittoria nel 2008 con il recente ribaltone ispirato dagli ambienti finanziari internazionali ed eseguito da Napolitano e Monti.
Ma c’è un dato che emerge dalla trascritta tabella: la tendenza del Centro Destra è a favore del cittadino, quella della sinistra invece per uno stato invasivo.
E’ ovvio che quando si arriva al governo dopo che altri hanno aumentato le tasse per elargire fondi per improbabili finalità, è più difficile tagliare quelle spese e quindi ridurre le tasse visto che i beneficiati insorgono liturgicamente al grido: i diritti acquisiti non si toccano.
Ciononostante Berlusconi e il Centro Destra non solo ci hanno provato, ma ci sono anche riusciti sia pur in misura minimale (ma pur sempre significativa rispetto all’azione contraria della sinistra).
Infatti se la perfezione deve restare l’obiettivo cui tendere, non possiamo rinunciare al meglio (o al meno peggio) tra le alternative concretamente realizzabili.
Allora chi, oggi, è legittimamente insoddisfatto del Centro Destra rifletta prima di indebolirlo con l’astensione (non penso ad un voto a sinistra …) perché sarebbe una scelta autolesionista, visto che ad approfittarne sarebbe una sinistra statalista e prodiga con i soldi nostri.
In fondo la scelta nel Centro Destra è ampia e se al Pdl ci sta tutta una bella lezione (anche per accelerarne il cambiamento) la Lega, La Destra, Forza Nuova possono raccogliere il legittimo scontento, spingendo anche il Pdl a cambiare, come in Francia è avvenuto con la affermazione del Fronte Nazionale di Marine Le Pen.





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