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15 giugno 2012

Vendere, non svendere


Dopo averci provato con le tasse, adesso Monti cerca di rappattumare quattrini con la vendita dei beni pubblici.
In teoria una ottima scelta, bisogna però vedere in pratica come viene realizzata.
Prodi ci aveva provato ed aveva elargito beni non suoi a prezzi stracciati.
Vediamo come si comporterà Monti, anche se dovrebbe prima rimuovere molti ostacoli per rendere celere l’incasso e, comunque, è inutile fare cassa se, preliminarmente, non si chiudono i rubinetti della spesa.
Sarebbe come cercare di riempire una vasca senza prima tappare lo scarico.
E qui è tutto il mio “pensare male” andreottiano verso questa strombazzata iniziativa.
Monti non ha minimamente inciso sulle spese.
Finora ha aumentato le tasse e ne ha reintrodotta una, la più odiosa e adesso vende i gioielli di famiglia.
Ma se la spesa continua ad essere agli attuali livelli, ci troveremo ben presto senza gioielli e con gli stessi debiti di prima.
E, poi, ancora.
Perché non pensare di vendere i monumenti ?
Ne abbiamo tanti che spesso neppure curiamo (anche perché non ne abbiamo le ppossibilità).
E la rai ?
Ho sentito parlare di aziende, di immobili, ma della rai assolutamente nulla.
Eppure vendere, anche a spezzatino, la rai consentirebbe di incassare dei quattrini sonanti, di evitare esborsi per ripianarne i debiti e anche di abolire il canone rai che, assieme alla tassa Monti sulla casa e al bollo auto, è una delle tre tasse più odiose che ci siano.
Non vorrei che Monti, da fedele gauleiter delle consorterie finanziarie internazionali, intendesse vendere ai soliti noti gli asset di loro interesse, senza poi toccare i centri di spesa e clientelari della politica e senza abbattere la spesa pubblica.
Il fallimento di Monti e dei suoi compagni di viaggio continua, a nostre spese.



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9 commenti:

Nessie ha detto...

Stavolta non sono d'accordo. Quando la nostra lira era moneta sovrana lo stato comprava il suo debito direttamente dai cittadini battendo asta di BOt e CCT. Ora siamo nelle mani degli investitori stranieri (grazie ad Amato e Ciampi nel '94). E di sovrano non c'è rimasto più nulla, nemmeno i debiti. Ecco perché comunque la si rigiri vendere significa svendere e cedere allo straniero (magari a dei cinesi) fette di ulteriore sovranità. Sbagliatissimo poi cedere i simboli della nostra cultura. Chiedi ad un francese se si permetterebbe di vendere la Tour Eiffel o i Champs Elysés. E chiedi ad un danese se venderebbe a dei privati la Sirenetta. O ad un Inglese se venderebbe il Big Ben. I simboli non si toccano!

Nessie ha detto...

"LO stato comprava il suo debito direttamente dai cittadini battendo asta di BOt e CCT".

Chiedo venia, volevo dire il contrario: I cittadini Italiani compravano una parte di debito dallo stato attraverso le aste dei Bot e dei CCT.

Massimo ha detto...

Il Colosseo non è commestibile e ne abbiamo tanti di monumenti che anche a venderne ai cinesi ce ne rimarrebbero sul groppone molti di più. Ovvio che la vendita andrebbe fatta a prezzo di mercato e con la clausola di non smontarli e portarseli altrove, quindi, al massimo, farebbero quel che noi non riusciamo a fare perchè troppo costoso: curarli e renderli fruibili ai turisti (in cambio di un congruo biglietto di ingresso). Non vedo alcuna rinuncia alla Sovranità, anzi vedo solo un alleggerimento dello stato da compiti che non sa svolgere e che, pur tuttavia, tra personale e materiale, pesa sulle nostre tasche senza rendere nulla.

Nessie ha detto...

Non è così. Se in casa tua non sai usare un pezzo importante del tuo mobilio e magari lo cedi ad un estraneo, non sarà più tuo non solo il pezzo in questione, ma ti metterai in casa un intruso. Continuo a non essere d'accordo perché tu ne fai un problema economico, io invece, lo faccio politico.

Massimo ha detto...

A parte il fatto che ad acquistare potrebbe essere qualche Paperone italiano, il problema è politico ed economico. E' politico nella scelta sul ruolo dello stato che, per me, deve essere ridotta al minimo indispensabile (Difesa militare dall'esterno e dalla criminalità interna, amministrazione della giustizia, rapporti diplomatici con altri stati). Punto. Economico perchè ormai è evidente che in Italia ovunque intervenga lo stato si crea una sacca di inefficienza e di clientelismo e non sono disponibile a spendere una lira a favore dello stato per il Colosseo, mentre sono disponibile a pagare un prezzo di ingresso quando vado a Roma, per visitarlo se ben gestito, con criteri di economicità (cioè per guadagnarci) da un privato.

Nessie ha detto...

Purtroppo i tuoi ragionamenti "economicisti" non fanno di te un vero patriota.

Massimo ha detto...

Il "vero" qualcosa dipende sempre dalle personali idee di chi vorrebbe attribuire patenti al prossimo ... :-)

shadow ha detto...

il piano svendita di monti per quanto concerne comparti aziendali di proprietà dello stato dovrebbe concentrarsi su questi gruppi fintecna, sace e sinmest. Di particolare interesse dovrebbe essere fintecna che ha una lista di partecipazioni piuttosto lunga in vari settori compreso quello dell'acqua per il quale attraverso la cessione ormai totale dell'azienda Condotte d'acqua ha gia provveduto alla privatizzazione del servizio. ti segnalo comunque un articolo del fq http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/19/la-deutsche-bank-e-il-piano-di-dismissioni-per-i-governi-ue/267410/ che chiaramente uno degli avamposti, ma certamente non l'unico, alle politiche Montiane di svendita del patrimonio pubblico

Massimo ha detto...

Sì, quelle erano le società indicate come prime ad essere poste in vendita. Il punto, però, è se saranno vendute o svendute. Se lo saranno al valore di Mercato che hanno, allora sarà un fatto positivo perchè contribuirà a dimagrire lo stato.