Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 luglio 2012

Le radici (rosse) di Napolitano


Il rinnovato attivismo del Pdl seguito al ritorno in campo del Cavaliere ha messo in difficoltà Bersani e kompagni che, perdendo lucidità, stanno cercando di menar fendenti a destra e a manca come Polifemo dopo che fu accecato da Ulisse.
La parola d’ordine è “riforma elettorale”.
Il terrore che si propaga a sinistra è che venga approvata con il voto di Pdl e Lega, facendo risorgere l’odiata (da loro …) coalizione che, per quasi venti anni, ha impedito la deriva marxista e la degenerazione morale della Nazione che ritornano nelle anticipazioni elettorali di Bersani con la patrimoniale e il matrimonio degli omosessuali.
Napolitano non ha ignorato il grido di dolore che saliva dalla foresta rossa dove affondano le sue radici ideologiche mai mutate e, così, ha nuovamente battuto i piedi per terra chiedendo una legge elettorale che sia frutto della condivisione delle forze politiche.
Tradotto: la legge elettorale che vuole Bersani per favorire la sinistra.
Personalmente non ne ho mai dubitato, ma questi interventi di Napolitano, sistematicamente a senso unico, come quando al governo c’era Berlusconi cui ha negato la firma su provvedimenti (oltre a blaterare contro i voti di fiducia tacendo sulle oltre 30 volte che la stessa fiducia è stata richiesta da Monti) dimostrano come un burocrate di partito non possa trasformarsi in carica istituzionale che richiede l’imparzialità di cui non è dotato ed esclusa da 70 anni di militanza ideologica.
Meglio un presidente eletto dal Popolo e dichiaratamente di parte, senza l’ipocrisia del “super partes”, del “presidente di tutti”, quando poi, nei fatti così non è.
E poi meno discorsi, meno sermoni, meno liturgie, così, forse, oltre ad una maggiore imparzialità reale avremmo anche quella autorevolezza che attualmente nessuno nel Centro Destra può attribuire a Napolitano.





Entra ne

30 luglio 2012

Strabismo rosso


La sinistra ha avuto un fortissimo sbalzo di pressione ed è in preda al ballo di S. Vito, perché un ex terrorista di estrema destra ha svolto per due anni (2008-2010) una attività presso il comune di Roma con contratto a tempo determinato.
Immediata la richiesta di dimissioni del sindaco Alemanno.
Ha avuto buon gioco Francesco Storace a ricordare quanto peggio si fosse comportata la giunta di sinistra di Roma (Veltroni regbabte) quando diede un posto di lavoro alla terrorista rossa Silvia Baraldini appena estradata dagli Stati Uniti cui peraltro garantito che avrebbe scontato l’ergastolo per intero nelle carceri italiane, in virtù di una “malattia” che sembrava dovesse portarla presto alla tomba (credo sia ancora viva …).
Invece il ministro comunista Diliberto la accolse con tutti gli onori, niente ergastolo, posto comunale sotto la paterna guida del comunista Veltroni.
E poi un deputato ex terrorista rosso eletto nel 2006 (D’elia) già condannato per omicidio , brigatisti rossi in cattedra o in attività pubbliche (Curcio, Franceschini, Balzarani, Ronconi …) e, sempre nel 2006, l’intitolazione di un’aula della camera a un devastatore di Genova morto senza onore né gloria, nel 2001, mentre scagliava un estintore contro i Carabinieri.
E che dire di gente come Adriano Sofri, pur condannato ad una ventina di anni per l’omicidio del Commissario Calabresi che, pure, è libero (anche lui per una “grave malattia” che però non l’ha ancora portato alla tomba) servito e riverito nella stampa e in televisione ?
Insomma la sinistra, che mostra ogni giorno uno strabismo maggiore di quello del giorno prima, non ha alcun titolo per protestare se anche agli ex terroristi di estrema destra che hanno scontato le pene inflitte loro viene concesso una minima opportunità di riabilitazione.
Anzi … !





Entra ne

29 luglio 2012

Regalate pannoloni capienti a Bersani e kompagni


La sinistra con Bersani, Casini, Vendola, Di Pietro e kompagni, non vuole l’elezione diretta del presidente della repubblica, preferendo conservarne la scelta nella ristretta conventicola della partitocrazia.
Posso capirli: quale funzionario o grigio burocrate di partito potrebbero mai opporre a Berlusconi ?
Bersani e kompagni non vogliono una legge elettorale con le preferenze, preferendo essere loro stessi a scegliere i “rappresentanti del popolo”.
Bersani e kompagni non vogliono il premio di maggioranza per il partito ma per la coalizione, non disdegnando, evidentemente, la altrimenti vituperata legge Calderoli.
Posso capirli anche qui.
Niente preferenze, significa che è il partito a decidere chi eleggere, quindi non i migliori, ma i funzionari più ciecamente obbedienti.
Quanto al premio di maggioranza si può capire il povero Bersani che, dopo aver circuito Casini, lieto peraltro di esserlo stato e pienamente consenziente, può sperare di vincere come coalizione, ma teme il ritorno di un animale da campagna elettorale come Silvio Berlusconi e le sue idee innovative.
Per questo Bersani e kompagni considerano “agghiacciante” la prospettiva di un Centro Destra di nuovo a trazione Berlusconi e ne temono la realizzazione.
Cercasi pannolone capiente per Bersani, Casini e kompagni.





Entra ne

27 luglio 2012

Non nel mio giardino


Se spendiamo più di quel che guadagniamo, dobbiamo ridurre (tagliare) le spese.
Oppure incrementiamo gli incassi rubando in casa altrui.
Quasi tutti dicono che l’Italia deve tagliare le spese, a parte la Camusso e Bersani che, traviati dal perverso demone dell’ideologia marxista di cui al momento sono i maggiori rappresentanti, berciano di patrimoniale, pensando di poter spendere all’ infinito mettendo le mani nelle nostre tasche.
Purtroppo così alimentano l’invidia della parte meno evoluta di chi non ha o ha di meno e che ragiona solo in termini di rivalsa, mentre non vanno considerati, essendo evidentemente irrecuperabili, quelli mirabilmente ritratti nella barzelletta sui coccodrilli che volano  ... se lo scrive l’Unità.
E’ però da stigmatizzare anche l’atteggiamento di chi sa che bisogna tagliare le spese, ma … quelle di cui beneficiano gli altri.
Non nel mio giardino, cioè tagliare si deve, ma nei giardini altrui.
Purtroppo non è possibile.
Le spese vanno tagliate e i servizi pagati al loro costo da chi ne usufruisce, non accollate genericamente alla collettività.
E le aziende che maggiormente sono passive, maggiormente devono tagliare, anche sul personale.
E lo stato è un’azienda fortemente passiva (e inefficiente).
O liberi con la virtù del sacrificio e del risparmio, oppure sudditi della Germania (e compagni) con l’indolenza degli schiavi ben pasciuti, ma alla completa mercede del padrone, come all’epoca di Roma Caput Mundi.


Entra ne

26 luglio 2012

Razzismo a cinque cerchi

Un’atleta greca, Voula Papachristou, è stata espulsa dalle olimpiadi di Londra dalla stessa Federazione Greca.
La colpa ?
Aver diffuso una battuta in rete: “con tutti gli africani che abbiamo in Grecia le zanzare del Nilo troveranno il cibo di casa”.
Razzismo, è stato sentenziato e la grave colpa sanzionata con l’esclusione dai giochi.
Analogamente il calciatore Antonio Cassano è stato multato per aver detto: “so’ froci ? Affari loro”.
Dov’è il “razzismo” se non nel maniacale dogmatismo dei talebani del “politicamente corretto” ?
Ambedue le frasi sono invece una battuta con la quale gli atleti hanno inteso esternare un loro libero e legittimo pensiero che ha ogni diritto di circolazione e di manifestazione.
Nel caso dell’atleta greca, poi, il sospetto di un razzismo olimpico contro di lei, deriva anche dal fatto di aver ospitato nei suoi spazi in rete filmati di Alba Dorata, il partito nazionalista greco che ha ottenuto un buon successo nelle ultime elezioni.
Le punizioni che hanno colpito i due sportivi rappresentano comunque l’indicazione che lo sport, a livello dirigenziale, si sta trasformando, o forse si è già trasformato, in un veicolo di normalizzazione (esattamente come quella sovietica …) , di appiattimento e di massificazione delle idee, non essendo tollerate opinioni diverse da quelle autorizzate dal regime “politicamente corretto”.
In pratica quelli che tanto criticano la chiesa cattolica rinfacciandole l’Inquisizione, applicano la medesima censura cui  (secondo l'interpretazione laicista ... ) furono soggetti Galilei e Giordano Bruno,  a chi espone idee ugualmente eretiche rispetto alla vulgata contemporanea.



Entra ne

25 luglio 2012

Definizione di patrimoniale

Esproprio, imposto con la violenza di una minaccia di persecuzioni fiscali e giudiziari, perpetrato contro i cittadini laboriosi, efficienti e dediti al risparmio, finalizzato a mantenere lavativi, scialacquatori, burocrati e apparati sindacali e partitici.




Entra ne

24 luglio 2012

Un Uomo solo al comando

Ancora una volta, come per la riforma del 2005, il Centro Destra agisce e la sinistra si oppone al cambiamento.
Il senato ha approvato il semipresidenzialismo e il senato federale.
Questo consentirebbe di avere un governo che possa governare in base alle indicazioni di un Uomo solo al comando, eletto direttamente dal Popolo e che solo il Popolo potrà sostituire alle successive elezioni, che non potrà dire “non è colpa mia” o “io penso alle generazioni future” per giustificare la sua incapacità a realizzare programmi e riforme.
Il senato federale potrà far cessare il ping-pong stucchevole fra le due camere prima di veder approvato un provvedimento, che poi ne risulta stravolto o, quando va bene, ampiamente annacquato rispetto al disegno iniziale ed alle necessità della Nazione.
Comunisti e democristiani, oggi con altri nomi, i responsabili della costituzione del 1948 superata e burocratica, però si oppongono alla riforma presidenzialista che, è dimostrato, potrebbe essere approvata prima della primavera del 2013, consentendo al Popolo di scegliere chi dovrà guidarci sulla impervia e dolorosa strada della rinascita.
La loro opposizione è il miglior tributo a Silvio Berlusconi, candidato naturale del Centro Destra, non avendo nessuno in grado di contrapporvisi per carisma e consenso popolare.
Comunisti e democristiani,che hanno cambiato il nome ma non il vizio, preferiscono la conservazione dei complotti di corridoio, dove prosperano, ad un presidenzialismo che farebbe prosperare l’Italia.
Comunisti e democristiani, alleati ancora una volta come per la costituzione del 1946, l'arco costituzionale e il compromesso storico degli anni settanta e ottanta, sono la casta di burocrati che uccide la nostra Patria



Entra ne

23 luglio 2012

Chi di spread ferisce ...


Mario Monti ormai è nudo davanti alla sua incapacità di contenere lo spread.
Ma "non è colpa sua" che, invece, si preoccupa delle generazioni future, tartassando e umiliando la generazione presente cui sta togliendo anche la speranza.
Intanto Mario Monti ha ottenuto il record del debito pubblico e il record di tasse.
Ne avremmo fatto a meno.
Con Berlusconi, infatti, lo spread era alto (ma solo da maggio quando la stampa di regime iniziò una nuova tornata di aggressione che ne ha indebolito l’immagine esterna) e comunque “non era colpa sua” e i nostri risparmi erano al sicuro e la casa non era tassata, oggi lo sappiamo, allora la solita stampa a la politica cattocomunista lo crocefisse.
Adesso cercano di salvare il soldato Monti con alchimie da Azzeccagarbugli elettorali con i comunisti che, dopo aver adescato Casini, pensano di poter vincere le elezioni.
Uno spread li seppellirà.





Entra ne

22 luglio 2012

Meglio un po' più poveri oggi o in miseria per lungo tempo ?


Comprendo la disperazione delle migliaia di persone che in Spagna sono in piazza, come lo sono state in Grecia, per contestare i tagli alla spesa pubblica che significano tagli sensibili al loro tenore di vita.
Se Monti facesse quello per cui è stato imposto al governo in piazza ci sarebbero anche migliaia di Italiani ancora illusi di poter scaricare sul vicino il costo del debito pubblico di cui hanno fruito.
Purtroppo Monti si è rivelato un bluff, sgamato alle prime turbolenze, essendo stato capace solo di perpetuare la politica della prima repubblica, alimentando la spesa pubblica con tasse nuove o aumentate.
La speculazione internazionale morde di nuovo l’Italia, indifferente al fatto che al governo ci sia Berlusconi o qualcun altro.
Con quali soldi, quelli che si oppongono ai tagli della spesa pubblica, pensano di poter continuare a finanziare le spese di stato ?
Con la lotta all’evasione e con la patrimoniale, proclamano, come se l'evasione o i risparmi fossero pozzi senza fondo.
In pratica pensano di continuare ad alimentare la spesa pubblica, fino all’esproprio totale di tutti i risparmi privati.
E dopo ?
Dopo i tagli saranno comunque inevitabili e senza la rete di protezione individuale dei propri risparmi sprecati in tasse.
Meglio un taglio vigoroso oggi, che la povertà per tutti, senza ritorno e senza speranza, tra qualche mese.





Entra ne

20 luglio 2012

Euro maledizione dei Popoli e delle Nazioni europee


I sacrifici imposti dal sadismo delle consorterie finanziarie europee non sono serviti a nulla per la Grecia e non stanno producendo altro che danni in Spagna e in Italia.
Come già accadde nel 1992 con la difesa di Ciampi e Amato della permanenza nello sme (serpente monetario europeo) che si concluse con una disfatta, la perdita di oltre 40 mila miliardi di riserve valutarie e la manovra furtiva, nottetempo, di Amato che ci sfilò dai conti correnti il 6 per mille dei nostri risparmi, anche l’attuale insistenza fatta di troppe tasse e nessun taglio visto che il debito pubblica aumenta, compromette solo la crescita e il nostro diritto alla Felicità.
Prima l’Italia (e la Spagna, Portogallo, Irlanda, Grecia …) uscirà dall’euro prima finirà la maledizione sul nostro Popolo gettata dalla moneta unica e dalla perversa idea di rinunciare alla Sovranità Nazionale.
Più ritarderemo l’uscita, più terribili saranno le conseguenze su una Nazione già piegata dalle inutili e anzi dannose manovre montiane.
Monti sta razziando nostri risparmi senza portare a casa alcun risultato: facciamolo smettere.





Entra ne

I costi del buonismo

La signorina Rossella Urru, per sua scelta e agli ordini di una organizzazione non governativa, partì per fare beneficenza in Africa e fu rapita.
Ieri è stata liberata e ne sono felice per lei e per i suoi cari.
Purtroppo pare che il governo italiano (che NON la mandò là) abbia pagato un cospicuo riscatto (dieci milioni di euro ?).
Non sarebbe il caso di richiedere alla signorina Urru e alla sua organizzazione di rimborsarci ?
Sì, perchè non vedo alcun motivo per cui il costo della liberazione di chi ha preferito fare beneficenza in Africa, quando in Italia c'è ancora molto da fare, sia accollato alla nostra comunità già oppressa da troppe tasse e oneri.
Diversamente sarebbe pagare per liberare i nostri Marò sequestrati in India per aver svolto un servizio ordinato dallo stato, anche se il metallo che userei, in quel caso, per pagare il riscatto sarebbe solo il piombo.




Entra ne

18 luglio 2012

Non importa il nome,ma che sia alternativo al cattocomunismo di Bersani e Casini


Mentre Casini dai microfoni di “Radio anche io “ ufficializza la sua funzione di nuovo sgabello per l’ascesa al potere dei comunisti (che lui, pudicamente o forse per meglio ingannare i suoi elettori, chiama “progressisti”) , nel Centro Destra si dividono sul nome del nuovo soggetto politico che sostituirà il Pdl.
Se il cuore mi porta ad apprezzare la Meloni (“alleati sempre, sudditi mai”) , la testa mi dice che Berlusconi ha ragione nel pretendere di scegliere il nome che possa meglio esprimere l’essenza del partito per condurlo alla vittoria.
Per me, quindi, possono chiamarlo come vogliono e lo voterò comunque purchè sia in effettivo contrasto con il nuovo arco costituzionale, il compromesso storico del terzo millennio tra comunisti e democristiani suggellato da Casini e Bersani e salvi le nostre tasche dalle scorrerie fiscali, impedendo contemporaneamente la deriva della Nazione con leggi che ne disgreghino le tradizioni morali e naturali e aprano le porte ad un meticciato insostenibile.





Entra ne

17 luglio 2012

Dalla concertazione italiana alle tredicesime spagnole


Ogni tanto persino Monti ne azzecca una e recentemente ha smontato il mito della concertazione.
Non si capisce, infatti, a quale titolo la trimurti sindacale dovrebbe interferire con la politica economica del governo.
Tutti i sindacalisti e i loro iscritti votano e per quale ragione dovrebbero esercitare un secondo diritto di voto e di veto con la concertazione ?
In Spagna il Premier (di Centro Destra) ha deciso una politica di risparmi e tagli alla spesa che comporterà anche la soppressione delle tredicesime per i dipendenti statali.
In Italia i sindacati contestano la decisione di ridurre a sette euro (ben più di quanto percepiscono i dipendenti di molte banche che sono più produttive e in utile dello stato) i buoni pasto degli statali e nessuno beneficiato dai contributi vuole rinunciarvi.
Non vi rinunciano gli statali (tanti, troppi …).
Non vi rinunciano i ricercatori.
Non vi rinunciano gli editori dei giornali.
Non vi rinunciano registi e attori.
Tutti, a parole, dicono che la spesa deve essere ridotta, nei fatti pensano a ridurre quel che percepisce il proprio vicino.
E’ umano, ma così non si risolve il problema.
In altre nazioni la politica di risparmio e taglio della spesa colpisce giustamente i settori della spesa pubblica.
In Italia, invece, se si tocca la spesa statale la trimurti sindacale reagisce come non ha mai fatto quando ad essere colpita con le tasse e l’imu è l’intera popolazione.
I sindacalisti vengono poi presi dal ballo di San Vito se si osa smontare la fiera delle chiacchiere chiamata concertazione.
Ecco perché arriviamo in ritardo e a fatica al punto in cui altri sono giunti da tempo (ricordiamoci le epiche battaglie della Thatcher di ben trenta anni fa, che ora dobbiamo fare anche noi latini …).





Entra ne

Meritevole di intercettazione

E' più meritevole di intercettazione (perchè più attinente alla gestione dello stato) Napolitano che parla con Mancino di presunti patti con la mafia negli anni novanta o Berlusconi che parla con Emilio Fede di belle ragazze ?
Allora perchè Berlusconi è stato crocefisso da quella stessa stampa oggi schierata come una guardia pretoriana attorno a Napolitano ?




Entra ne

16 luglio 2012

QUel gran genio di Mario Monti

Mario Monti è stato imposto come presidente del consiglio e accolto dagli antiberlusconiani con gridolini di giubilo.
Ci sta massacrando di tasse.
Infatti la Banca d'Italia ha comunicato che le entrate tributarie nei primi cinque mesi del 2012 sono aumentate dell'1,1% nonostante la crisi e la contrazione del PIL.
Il nostro sacrificio imposto da Monti non serve: è aumentato anche il debito pubblico a dimostrazione che le tasse alimentano la spesa e ci ritroveremo senza soldi e con un debito aumentato.
Intanto anche lo spread sfiora i 500 punti.
Bel risultato.
Geniale !





Entra ne

15 luglio 2012

In una vera vacanza non mancano i libri



Le vacanze incombono con il loro carico di aspettative che, forse, rappresentano il momento più piacevole, come il sabato del villaggio in cui l’aria di festa è preliminare ed essenziale alla festa stessa.
Personalmente delle vacanze ho sempre apprezzato i momenti di riposo assoluto, che non significa fare nulla, ma fare senza essere condizionati da orari e scadenze.
Non amo il mare (troppa gente, troppo caos, troppi bambini, troppe urla, troppo vento …) e quindi le mie vacanze sono orientate verso la montagna, che siano Dolomiti o, più modestamente in tempi di crisi e non apprezzando viaggiare in assenza del teletrasporto di Star Trek, Appennino.
Sin da piccolo sono stato avvicinato alla montagna quando, nel 1962, per la prima volta con i miei genitori andai a Selva di Val Gardena, che era ancora un borgo montano, con due soli alberghi (uno chiuso), le mucche che pascolavano vicino alle abitazioni, la signora presso la quale affittavamo l’appartamento che ci portava, ogni mattina, del latte appena munto ed io che speravo, ogni mattina, che fosse brutto tempo per evitare le passeggiate cui mi obbligavano i miei, preferendo giocare con i bambini del luogo o leggere qualche fumetto e, pochi anni dopo, qualche bel romanzo di Salgari o Verne.
Ho il vezzo di dire che non sono cambiato.
Vado in montagna, disciplinatamente, se sono costretto, partecipo ad una escursione (a volte imprecando e neppure a voce bassa “chi me lo ha fatto fare!” … dipende dalla difficoltà e dalla fatica) ma continuo a sperare che sia brutto tempo.
Una speranza, negli ultimi anni, peraltro vana.
I libri di Salgari e Verne li ho ancora (e anche il primissimo libro che mi fu regalato: Pinocchio …) e mi piace vederli bene ordinati, anche se da anni non li prendo in mano.
Riprendo invece, periodicamente, I Promessi Sposi, un romanzo storico che certi professori non ci hanno fatto amare ed altri, invece, ci hanno proposto con la sua potente narrazione.
Un romanzo, quello di Manzoni, che mi appare, ancora oggi, godibilissimo e di grande insegnamento storico e morale.
Ma le vacanze estive non sarebbero tali se non fossero pervase da un brivido … giallo.
La Mondadori ha proposto negli ultimi mesi un’autrice a me sconosciuta: Josephine Tey.
Il suo protagonista principale è un ispettore di ScotlandYard, Alan Grant, e l’ambientazione è quella inglese della prima metà del secolo scorso.
Quindi una narrazione che richiama quella di Agatha Christie, fondata non sugli effetti speciali, ma sul ragionamento, l’indagine, le deduzioni.
Sono quattro romanzi freschi come se fossero stati scritti oggi ma depurati di tutti gli elementi considerati un obbligo dello scrittore moderno di gialli (sangue, depravazione, sesso, sparatorie).
Un’altra bella ambientazione è quella della Parigi di fine ottocento tratteggiata nei romanzi di Claude Izner, pseudonimo sotto il quale si celano le autrici, due libraie di Parigi.
Ma ci sono anche romanzi più moderni come l’ultimo di Kathy Reichs (la creatrice di “Bones”) che esce in contemporanea con l’edizione economica del penultimo romanzo “Cacciatrice di ossa”.
Sempreverdi i romanzi di Ellis Peters, Danila Comastri Montanari, Peter Tremayne, Lindsey Davis,Candace Robb con i loro romanzi giallo-storici, mentre per tornare ai gialli tradizionali abbastanza centrati quelli di due serie di successo come l’Ispettore Barnaby (qui abbiamo veramente una base letteraria con Caroline Grahame) e di Castle che ripropone il gioco del telefilm, tra i personaggi del telefilm e quelli che nel telefilm sono citati come personaggi letterari.
In una ipotetica valigia per i libri ci stanno anche i saggi e allora, in mancanza di romanzi di fantascienza che mi abbiano particolarmente impressionato, ecco che per l’edizione Elara è uscita “Cartografia dell’inferno”, una storia di fantascienza curata da Gianfranco de Turris, apprezzato esperto, con la partecipazione del compianto Ernesto Veggetti, deceduto poco più di un anno fa.
Per ricordarci sempre chi siano i nemici da combattere, non si può dimenticare il libro del fondatore della Esselunga, Caprotti, con il suo “Falce e carrello”.
Mentre per chi non fosse già di suo turbato da istinti suicidi, il “Dopo l’Occidente” di Ida Magli può innestare una notevole dose di depressione per il futuro dell’Italia (e non solo).
Ma, purtroppo, in libreria sono sempre debordanti i saggi scritti da comunisti e affini, che probabilmente vendono poco, ma fanno tanto male alla nostra cultura e al nostro spirito, per cui mi permetto di consigliare: evasione, evasione, evasione.
Comunque sia, ricordiamoci che leggere è meglio che assorbire passivamente l’indottrinamento televisivo dei Santoro, dei Fazio, delle Littizzetto, dei Saviano e compagni.
Perché quando leggiamo, possiamo tornare su una frase più e più volte.
Quando invece siamo seduti in poltrona, siamo indifesi davanti alle manipolazioni mediatiche di certe faziose trasmissioni e ancor più faziosi conduttori.

Buone vacanze !



Entra ne

12 luglio 2012

Il ritorno del Cavaliere


Sono solo voci.
Berlusconi pensa di ricandidarsi nel 2013.
Finalmente, per l’ampia platea degli anticomunisti e del Centro Destra, un raggio di luce in mezzo al buio del montismo.
Che l’ipotesi abbia messo in fibrillazione e spaventi la nomenklatura è da un lato un segno che la candidatura del Cavaliere rappresenta quanto di meglio possa proporre l’Italia oggi per scardinare il patto scellerato tra comunisti, democristiani e consorterie finanziarie internazionali ed europeiste.
Dall’altro la sua forza, che spariglierebbe i giochi già fatti a tavolino, è rappresentata dalla reazione violenta che ha visto il mercato speculativo colpire Mediaset e Monti stesso attaccare il Premier eletto dal Popolo con oscure frasi circa possibili “umiliazioni” che avrebbe subito al G20.
La voce discende da sondaggi che vorrebbero un Centro Destra a guida effettiva Berlusconi posizionato intorno al 30% dei voti, a fronte di una metà che otterrebbe con Alfano: non ci vogliono i sondaggi per sapere che la maggioranza dell’elettorato di Centro Destra vuole Berlusconi e non altri.
Ma un 30% di voti, con qualsiasi legge elettorale, rappresenta un blocco formidabile anche se la maggioranza fosse raggiunta dalla grande ammucchiata da Casini a Vendola, Di Pietro, Bersani e Fini.
Questi dovrebbero mettersi d’accordo su ogni singolo provvedimento e su ogni singola poltrona, mentre un consistente drappello di Centro Destra, compatto e senza traditori, potrebbe bloccare, anche dall’opposizione, la deriva che sarebbe impostata da una coalizione che richiama il perverso arco costituzionale degli anni settanta e ottanta.
Se poi consideriamo che un nuovo Pdl a guida Berlusconi potrebbe riprendere l’alleanza con la Lega e con la Destra Radicale, è presumibile che, pur magari mancando il conseguimento della vittoria elettorale, possa ricostruirsi la base elettorale di Centro Destra che raggiungerebbe poi l’obiettivo di tornare al governo appena gli Italiani verranno massacrati dai governi cattocomunisti fondati sulle tasse e su provvedimenti di disgregazione dei Valori morali tradizionali.
Una buona e aggressiva campagna elettorale, però potrebbe anche portare alla medesima, piacevole, sorpresa del 1994, ricordando sempre che anche nel 2006 Berlusconi recuperò rispetto a sondaggi pessimi e solo degli scrutini dubbi in alcune regioni del sud gli negarono la vittoria (poi conseguita nel 2008).
In questo quadro un elemento di novità, pur non essenziale, potrebbe essere il ticket con un vice donna e il Centro Destra ha molte donne all’altezza, con un appeal ben maggiore delle Bindi e delle Finocchiaro che possono mettere in campo a sinistra, per non parlare delle donne di Monti (Fornero, Cancellieri e Severino).
Gelmini, Meloni, Santanchè, Ravetto nel Pdl, Lussana e Martini nella Lega sono tutte sicuramente all’altezza di ben figurare e rappresentare un elettorato di Centro Destra.
Ci sarebbe anche la Brambilla ma la sua attuale deriva animalista e anticaccia la rende profondamente invisa ad ambienti in cui l’elettorato di Centro Destra è molto rappresentato.
Il punto, però, non è se la candidatura di Berlusconi ricompatterebbe ed a far ottenere al Pdl (o come si potrà chiamare) un consenso idoneo a bloccare i cattocomunisti e le consorterie finanziarie ed europeiste, ma se l’ipotesi sia veritiera o non, piuttosto, una mossa tattica.
Ricordo, infatti, come nel 1993 Berlusconi provò a convincere Segni (e forse qualcun altro) a capeggiare il partito che stava organizzando, ma fu poi costretto a scendere in campo personalmente.
Oggi ci sono altri in odore di ambizioni personali (Montezemolo, Passera, Monti stesso) ma a parte il fatto che non mi sembrano in linea con il profilo del candidato adatto al Centro Destra, è da vedere se sarebbero disponibili a collocarsi, senza “se” e senza “ma” in questa nostra area.
Poi resta sempre l’ipotesi di un “Mister X” , un jolly che il Cavaliere potrebbe estrarre all’ultimo per evitare di renderlo il bersaglio di mesi di aggressioni, come accadrà a chiunque si proporrà per ostacolare i cattocomunisti, braccio armato delle consorterie finanziarie ed europeiste.
Comunque vada, resta il fatto che anche solo l’ipotesi di un ritorno del Cavaliere crea entusiasmo nel Centro Destra e mette in fibrillazione la nomenklatura da Casini a Bersani.



Entra ne

10 luglio 2012

Il grande imbroglio prende forma


Napolitano, nel suo ruolo, dovrebbe esercitare una discreta azione per favorire l’uscita dell’Italia dalla crisi e, quindi, ci potremmo aspettare richiami alla solidarietà, alla tutela dei più deboli, alla riduzione degli oneri fiscali ormai intollerabili, alla razionalizzazione della spesa pubblica che rappresenta lo sperpero maggiore delle risorse pubbliche che poi altro non sono che i soldi che vengono rastrellati nelle nostre tasche dallo sceriffo di Beferingham.
E, ancora, ci parrebbe appropriato un richiamo ai Valori Morali che devono informare una società civile, quindi alla Famiglia, alla tutela della Vita, all’Ordine Pubblico, alla legittima aspirazione alla Felicità.
Con tutti questi temi di alto significato tra i quali poter scegliere per i suoi sermoncini, Napolitano ha preferito richiamare le forze politiche perché … scrivano la nuova legge elettorale.
Questo dopo aver bofonchiato che non esistono le condizioni per una riforma costituzionale del sistema politico.
In teoria Napolitano si propone di costruire una casa dal tetto.
Ma nella sostanza il richiamo, accolto da Schifani e Fini come due soldatini obbedienti, rappresenta un tassello fondamentale del grande imbroglio con il quale i partiti politici vorrebbero perpetuare il loro dominio burocratico e inefficiente.
Sì, perché con il permanere di un parlamentarismo e di un frazionamento dei poteri figlio di una scellerata scelta del 1948 a sua volta derivante dalla volontà di impedire che uno bravo potesse assumere il potere, preferendogli un governo di mediocri tutti reciprocamente sotto controllo, la legge elettorale fa la differenza tra l’instabilità della prima repubblica e un minimo di governabilità ed efficienza.
Per quaranta anni l’Italia fu soggetta ad un sistema che non premiava chi vinceva, ma frazionava e bloccava ogni rinnovamento.
Nel 1953 i comunisti di Napolitano (sbagliando come sempre) riuscirono a bloccare una riforma elettorale di stampo maggioritario che avrebbe garantito un minimo di stabilità e continuità ai governi.
La riforma del 1993, fu annacquata con la permanenza di una sensibile quota proporzionale.
L’ottima riforma di Calderoli, attuale legge elettorale, è menomata dall’aver accettato il diktat di Ciampi che impose i collegi regionali al posto di quello nazionale, per l’attribuzione del premio di maggioranza al senato, oltre che dalla possibilità per i parlamentari eletti di tradire il candidato premier per il quale furono eletti senza decadere automaticamente.
Oggi vogliono rivedere la legge, perché ?
Perché chi dovesse vincere, non sarebbe in grado di gestire da solo i problemi della nazione in quanto, in mancanza di una riforma costituzionale di stampo presidenzialista e federalista, le consorterie continuerebbero ad esercitare il loro potere di interdizione (come vediamo persino contro  quel minimo di tagli alla spesa messi in campo da Monti) non avendo un presidente/premier in grado di comandare e far applicare tempestivamente le sue decisioni.
Allora vogliono ritornare ai tempi in cui la Dc era formalmente al governo, ma il 90% delle leggi erano approvate con il voto del Pci.
Naturalmente dopo essersi scambiati insulti per tutta la campagna elettorale, per ingannare gli elettori più babbei.
Napolitano, erede di quella tradizione che ci ha portato a questi risultati, continua con quella politica e vuole una legge elettorale funzionale ad un simile disegno.
Noi dovremo cercare di rendere inutili i suoi sforzi.




Entra ne

Il cucchiaio (involontario ?) di Totti ai talebani del politicamente corretto







Entra ne

08 luglio 2012

Tu quoque, Feltri ?


Venerdì 6 luglio leggo nella prima pagina de Il Giornale un editoriale di Vittorio Feltri intitolato "tutti insieme per carità, pure turandosi il naso".
Pensavo ad un appello a tutte le componenti del Centro Destra perchè tornassero ad unirsi per tirare il carro dalla stessa parte.
Grande è stata la sorpresa e l'indignazione (espressa successivamente in un commento nella edizione online) quando ho constatato che Vittorio Feltri si è schierato con i fautori dell'inciucio con i comunisti.
E' vero che Feltri ha sempre avuto delle derive, ma si trattava di singole, isolate questioni: il sostegno per la grazia ad Adriano Sofri, l'appoggio ad una legge per il "matrimonio" (sic !) tra omosessuali e ... poche altre non ricordo al momento.
Ma a parte simili cadute, la linea feltriana è sempre stata rigorosamente alternativa alla sinistra, sin dai tempi in cui un giovane Vittorio riuscì a rilanciare l'Europeo contro le manifestazioni sindacali nella sua stessa redazione.
L'editoriale di venerdì, invece rappresenta un taglio netto con la sua base storica di lettori fedeli che non mancheranno di trasmigrare verso Libero di Belpietro, come già accadde verso l'Indipendente, proprio diretto da Feltri, negli ultimi mesi di direzione Montanelli al Giornale.
Quel che più, però, sorprende è l'inconsistenza intellettuale ed ideale della scelta feltriana, in un articolo che sembra scritto da un apprendista giornalista e privo della abituale arguzia dell'Autore.
Forse che Feltri stesso non crede a quello che ha scritto (o solo firmato) ?
Forse che sia stato costretto a scrivere quel pezzo ?
Certo è che sostenere una alleanza con il pci/pds/ds/pd in chiave anti Grillo per garantire una presunta governabilità sa di stantio, di montiano, di curiale.
E' ora di finirla con i compromessi che annacquano tutto, anche le idee migliori.
Feltri per primo dovrebbe ricordare (lui a noi e non viceversa !) che Destra e sinistra sono inconciliabili, a differenza di comunisti e democristiani che già ci hanno regalato decenni di consociativismo dopo aver imposto una pessima costituzione che ha imbrigliato la Nazione e impedito l'emergere di una guida forte e decisa che potesse governare la nostra nave come un vero comandante.
Tanto vero è che quando sulla scena politica è apparso un vero Leader, il primo dopo il Duce per l'Italia unitaria, le varie corporazioni gelose ognuna del proprio potere e della propia nicchia di privilegio, sempre in lotta l'una con l'altra, si sono unite per ostacolarne l'azione, con ogni mezzo.
Oggi Feltri ci vuole raccontare che i diciotto anni di Berlusconi sono stati uno scherzo ?
Ma se rappresentano il periodo migliore, quello in cui mi sono divertito di più nella netta contrapposizione con i comunisti colti da mal di pancia e travasi di bile ad ogni esternazione di Berlusconi !
Feltri richiama un vecchio motto di Montanelli per giustificare il suo colpo di sole: turiamoci il naso, ma stiamo tutti assieme.
Ma Montanelli, ancora solido nel suo anticomunismo prima della deriva degli utlimi anni di vita, invitava a turarsi il naso per votare dc in opposizione al pci che stava (era la seconda metà degli anni settanta) crescendo e minacciando di vincere le elezioni dopo la nobile ma infausta battaglia contro il divorzio che vide la dc e l'Msi soli contro tutti gli altri, compresi i partiti cosiddetti liberaldemocratici (Pri e Pli) che ebbero solo la funzione di sgabello del pci.
Feltri invece vorrebbe che ci turassimo il naso per votare una coalizione con i comunisti ?
Se lo tolga dalla testa.
Se questo è un anticipo della linea del Pdl, allora urge una scissione con la parte migliore che costituisca, assieme a tutti coloro che vorranno starci ... e penso anche alla parte della Lega non maroniana, a La Destra, a Forza Nuova, un blocco d'ordine che possa attrarre i voti degli elettori del Centro Destra che, mi auguro e penso, non seguiranno mai, se non in numero limitato e marginale, chi proporrà loro di combattere sulla stessa barricata dei comunisti.
Voglio però sperare che sia stata solo una caduta degli zuccheri di Feltri, infatti il suo articolo ha avuto vita brevissima online (dalla serata di venerdì alla mattinata di sabato forse occultato da un senso del pudore che a qualcuno ancora è rimasto, mentre oggi, domenica, non è stranamente apparso alcun articolo di Feltri ...), sufficiente però per una sequela di commenti di lettori che lo mandavano, garbatamente ed educatamente come vuole la tradizione della Destra, a quel paese.


Entra ne

06 luglio 2012

E il Monti partorì un tagliolino



All’una di notte, Mario Monti si è presentato in conferenza stampa per illustrare la sua manovra di tagli.
Dopo averci illuso, ci ha nuovamente deluso.
Più che tagli sembrano pizzicotti dati qua e là, giusto per salvare la faccia e, in perfetto stile prima repubblica, consegnare al prossimo governo il cerino acceso.
Il ricatto dei privilegiati si è fatto pesantemente sentire e Monti, nonostante tutta la sua supponenza e prosopopea ha obbedito: gli piace restare a Palazzo Chigi.
Così abbiamo qualche sporadico graffietto su una vasta area di intervento, ma nessuna significativa e utile incisione della metastasi della spesa pubblica.
Questo comporta il permanere della spada di Damocle di un ulteriore aumento dell’iva dal luglio 2013, con relativa compressione dei consumi e appesantimento della recessione cui ci ha portato l’illuminato governo dei tecnici e delle tasse.
Sì, perché il nodo fondamentale non è stato sciolto, ma neppure affrontato: per la ripresa occorrono meno tasse e tagli veri ed incisivi alla spesa pubblica.
Gli Italiani devono avere in tasca più soldi da poter gestire in autonomia e spendere in ciò che ritengono meritevole di spendere e non vederseli sfilare dalla mano pubblica per disperderli in spese che, spesso, non interessano o, comunque, non producono il servizio atteso.
Vogliamo fare un esempio ?
Viene venduta come una svolta epocale la “riduzione” a sette euro del buono pasto per gli statali.
Sicuramente con sette euro non si pranza (forse al sud …), ma se si parla di “riduzione”, vuol dire che gli statali (e affini) percepiscono un buono pasto superiore a sette euro e, a quanto mi risulta, in certi settori anche decisamente superiore (11,30).
Il tutto nel quadro di una “azienda”, lo stato italiano, in perdita cronica e inefficienza conclamata.
Quali sono le aziende più efficienti e produttive in Italia ?
Giusto, le banche.
Pur non potendo conoscere  lo stato di tutte le banche, non sono a mia conoscenza buoni pasto superiori a 7 euro e, per lo più sono di poco superiori a cinque euro.
E’ logico che una azienda inefficiente e in perdita paghi buoni pasto superiori a quelli di aziende efficienti e in utile ?
La risposta negativa è ovvia.
Non vi è quindi alcuno scandalo nell’incidere significativamente su tale stato di cose, tra l’altro pagato dalle nostre tasse.
E quel che è stato deciso (vedremo se poi Monti non calerà le braghe davanti ai sindacati che, come il pci/pds/ds/pd hanno negli statali il loro maggior bacino di adesioni) sui buoni pasto (decisamente poco rispetto alle necessità) è stato esteso su tutta la spesa pubblica che permane sostanzialmente tale e quale a prima.
Non ho poi letto nulla circa la vendita di beni dello stato.
Ad esempio ho letto del ritrovamento di cento disegni attribuiti al Caravaggio e con un valore di circa 700 milioni di euro.
Venderli, no ?
Non ne sapevamo nulla della loro esistenza prima e il nostro patrimonio culturale e artistico non era comunque secondo a nessuno e tale resterebbe se li vendessimo, anche assieme ad altri beni immobili, partecipazioni (a cominciare dalla Rai che è solo una perdita secca) nonché proprietà dello stato.
E infatti i mercati non si sono lasciati menare per il naso dal presidente snob come tanti giornalisti proni a tutto: spread a 469,70 e borsa a meno 2,34%.
Monti e i suoi invece preferiscono impoverire gli Italiani nella convinzione che più saremo poveri, più saremo occupati a mettere assieme il pranzo con la cena e non ci occuperemo dei loro affari.
Verrà un giorno …





Entra ne

05 luglio 2012

Le mani sulla Rai


Ogni volta che si deve rinnovare il consiglio di amministrazione della Rai, si scatenano gli appetiti dei partiti che, da decenni, collocano propri clientes, con un duplice scopo: avere consiglieri che tutelino i loro interessi e corrispondere, con i soldi pubblici, gratificazioni a chi li ha ben serviti.
I casi di consiglieri (o presidenti) Rai passati in ruoli parlamentari o viceversa sono innumerevoli: da Manca a Zaccaria e oltre.
In genere è la sinistra che utilizza i propri “intellettuali” organici per continuare a propagandare una sua (inesistente) superiorità culturale.
La Rai è (purtroppo) pubblica e questo significa che a seconda della maggioranza esistente è questa a determinarne l’indirizzo e la composizione del consiglio di amministrazione e, a scendere, tutti i vari ruoli.
Quando la sinistra è al potere, questo criterio è applicato e non contestato.
Quando però la sinistra perde le elezioni, come nel 2008, si scatena la canea comunista che pretenderebbe di impedire al Centro Destra quello che gli inglesi hanno definito spoil system.
Ancora una volta vediamo come sia la sinistra ad essere nemica della democrazia e di un ordinato svolgimento della alternativa di governo perché applica il principio: quel che è mio è mio, quel che è tuo è mio.
La Rai rappresenta un appetitoso strumento per la distribuzione di prebende con i soldi pubblici, sistema che ai comunisti è sempre stato particolarmente congeniale, pretendendo sempre che siano “altri” a pagare per le loro iniziative.
Lo vediamo anche in questi giorni quando, nel momento in cui Monti si accinge a fare quel che avrebbe dovuto (e con maggiore incisività) fare a novembre invece di ripristinare la tassa sulla casa e aumentare tutte le altre imposte e cioè tagliare le spese, la sinistra vi si oppone e, dal cilindro della fantasia, estrae il coniglio del “far pagare a chi non ha mai pagato” che, tradotto, significa una nuova tassa sui risparmi e una patrimoniale che colpirebbe nuovamente i proprietari di case e chi abbia comunque risparmiato denaro già ampiamente tassato.
E tutto questo per mantenere i privilegi del loro zoccolo duro di elettorato che si annida tra gli statali.
Non a caso in questo la sinistra è in stretta sintonia con la trimurti sindacale che non si è minimamente scomposta neppure al ripristino della tassa sulla casa, ma adesso fa fuoco e fiamme per difendere gli statali.
Bene fa, quindi, il Pdl in sintonia con la Lega ad opporsi al consegnare la Rai alla sinistra (e Bersani con il suo nuovo compare Casini pretenderebbe persino il commissariamento … ormai si commissaria tutto in Italia, tanto vale che si nomini un Dittatore con pieni poteri per dieci anni così siamo tranquilli e ci mettiamo a produrre invece di fare chiacchiere) pretendendo, giustamente, di far prevalere il principio della maggioranza del voto politico del 2008, cioè della volontà popolare.
Merita solo poche parole di disprezzo Fini che ha criticato Schifani tacendo sul fatto che proprio lui, con il suo tradimento, ha fatto venire meno la comoda maggioranza di Berlusconi e se fosse solo per escluderlo dal parlamento, andrei a votare anche oggi.
Ma, tornando alla Rai, chiedo scusa della ripetizione (i Latini insegnano: repetita iuvant !) ma se siamo ancora a questo punto la colpa è del fatto che la Rai sia pubblica.
Privatizzare integralmente la Rai, significherebbe:
- far cessare questi indecorosi spettacoli per distribuire prebende pubbliche e per accapparrarsele;
- spegnere un momento di inutile propaganda politica a spese di tutti;
- incassare miliardi utili ad abbassare il debito pubblico, soprattutto se la Rai venisse venduta a “spezzatino”;
- abolire il canone Rai, una delle tre tasse (le altre sono l’Imu e il bollo auto) più odiose e ingiustificate;
- cessare di dover, con altri soldi pubblici, ripianare i debiti della Rai;
- mandare a lavorare qualche raccomandato che oggi si presenta in Rai (e percepisce denaro pubblico, cioè delle nostre tasse) per servizi di pessima qualità o di parte;
- responsabilizzare i produttori di programmi perché presentino opere che incontrino il favore del pubblico (e quindi si paghino da sole) o perché siano privati a pagare le loro attività e non i cittadini italiani con le loro tasse.
Comunque la si guardi, la Rai deve essere privatizzata, mantenerla pubblica è solo un retaggio di marca borbonica, un favore alle clientele partitocratiche, un rigurgito di socialismo reale in salsa compromesso storico.



Entra ne

02 luglio 2012

L'uomo nero

Libero, il quotidiano fondato da Vittorio Feltri e diretto ora da Maurizio Belpietro, è uscito in edizione straordinaria di lunedì con la prima pagina che ho scansionato e che correda questo post.
Mario Monti, come il più banale dei funzionari della politica, si è presentato a Kiev, dopo aver proposto di sospendere il calcio in Italia per due o tre anni, per incassare i dividendi di una vittoria sperata.
Il risultato è stato quello perfettamente inquadrato dalla prima pagina di Libero.
Ben gli sta.
Il disgusto che personalmente provo verso Monti è crescente.
Per le sue tasse.
Per il suo modo di proporsi.
Per la sua spocchia.
Per il suo snobismo verso il Popolo che paga le sue sporche tasse.
Per essersi sempre appoggiato ai poteri forti e mai aver rischiato di persona (ricordiamo sempre che prima di accettare di formare il nuovo governo ha preteso la nomina a senatore a vita !).
Per l'incapacità di realizzare quello che aveva lasciato intendere di poter fare, lasciando l'Italia nella stessa situazione di prima, anzi peggio, più povera e stremata di prima.
Per la supponenza con la quale insiste nel perseguire una politica dannosa, che azzera le speranze di crescita.
Per galleggiare grazie al continuo sostegno dei poteri forti finanziari che continuano a pompare articoli apologetici verso la sua persona, quando, per molto ma molto meno di niente, avevano crocefisso Silvio Berlusconi.
Leggendo altri post mi rendo tra l'altro conto che il mio disgusto verso quel signore è anche molto sobrio rispetto a quanto manifestano altri e questo la dice lunga sul sentimento del Popolo.
Ma la repulsione che in tanti proviamo verso Mario Monti ne fa il più autorevole candidato alla guida della sinistra, perchè solo a sinistra ci sono elettori che riescono ad ingoiare qualunque cosa.
E infatti sulla stampa odierna si legge di una ipotesi che Casini e il rieccolo D'alema avrebbero intenzione di perseguire per continuare con Monti anche dopo il 2013.
Così potranno realizzare lo scenario prefigurato da Confindustria che aveva per tutto il 2011 attaccato Berlusconi dicendo che eravamo sull'orlo dell'abisso e a giugno 2012, con Squinzi presidente, ha attaccato il governo Monti dicendo che l'Italia era nell'abisso: evidentemente con Monti abbiamo fatto un passo avanti ...
E a Berlusconi, che rimane, nonostante le opinioni di tanti amici, l'unica alternativa cui rivolgersi, ricordo che le lettere che riceve perchè resti in campo presuppongono la sua contrapposizione ai comunisti, non la previsione di larghe intese.
Contrapposizione che, dovesse venire a mancare, porterebbe a scegliere inevitabilmente un voto di bandiera (Forza Nuova o La Destra) anche se non produttivo di risultati.
Ed in questo lunedì reso amaro e più pesante dalla sconfitta della Nazionale e dal caldo africano, non è possibile non citare la Lega che si è data un nuovo leader nella persona di Roberto Maroni verso il quale confermo tutta la mia diffidenza.
Va bene il Nord, ma più chiarezza verso le alleanze e più chiarezza nell'escludere ogni compromesso con i comunisti.
Diversamente, potranno anche presentare il miglior progetto secessionista, ma varrà per Maroni lo stesso discorso fatto per Berlusconi: se occhieggia alle larghe intese con i rossi, meglio un voto di bandiera che un voto alla Lega.
Lo spartiacque, per me, resta sempre quello: prima di tutto sulla barricata opposta alla sinistra, su tutto il resto si può discutere.




Entra ne