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05 luglio 2012

Le mani sulla Rai


Ogni volta che si deve rinnovare il consiglio di amministrazione della Rai, si scatenano gli appetiti dei partiti che, da decenni, collocano propri clientes, con un duplice scopo: avere consiglieri che tutelino i loro interessi e corrispondere, con i soldi pubblici, gratificazioni a chi li ha ben serviti.
I casi di consiglieri (o presidenti) Rai passati in ruoli parlamentari o viceversa sono innumerevoli: da Manca a Zaccaria e oltre.
In genere è la sinistra che utilizza i propri “intellettuali” organici per continuare a propagandare una sua (inesistente) superiorità culturale.
La Rai è (purtroppo) pubblica e questo significa che a seconda della maggioranza esistente è questa a determinarne l’indirizzo e la composizione del consiglio di amministrazione e, a scendere, tutti i vari ruoli.
Quando la sinistra è al potere, questo criterio è applicato e non contestato.
Quando però la sinistra perde le elezioni, come nel 2008, si scatena la canea comunista che pretenderebbe di impedire al Centro Destra quello che gli inglesi hanno definito spoil system.
Ancora una volta vediamo come sia la sinistra ad essere nemica della democrazia e di un ordinato svolgimento della alternativa di governo perché applica il principio: quel che è mio è mio, quel che è tuo è mio.
La Rai rappresenta un appetitoso strumento per la distribuzione di prebende con i soldi pubblici, sistema che ai comunisti è sempre stato particolarmente congeniale, pretendendo sempre che siano “altri” a pagare per le loro iniziative.
Lo vediamo anche in questi giorni quando, nel momento in cui Monti si accinge a fare quel che avrebbe dovuto (e con maggiore incisività) fare a novembre invece di ripristinare la tassa sulla casa e aumentare tutte le altre imposte e cioè tagliare le spese, la sinistra vi si oppone e, dal cilindro della fantasia, estrae il coniglio del “far pagare a chi non ha mai pagato” che, tradotto, significa una nuova tassa sui risparmi e una patrimoniale che colpirebbe nuovamente i proprietari di case e chi abbia comunque risparmiato denaro già ampiamente tassato.
E tutto questo per mantenere i privilegi del loro zoccolo duro di elettorato che si annida tra gli statali.
Non a caso in questo la sinistra è in stretta sintonia con la trimurti sindacale che non si è minimamente scomposta neppure al ripristino della tassa sulla casa, ma adesso fa fuoco e fiamme per difendere gli statali.
Bene fa, quindi, il Pdl in sintonia con la Lega ad opporsi al consegnare la Rai alla sinistra (e Bersani con il suo nuovo compare Casini pretenderebbe persino il commissariamento … ormai si commissaria tutto in Italia, tanto vale che si nomini un Dittatore con pieni poteri per dieci anni così siamo tranquilli e ci mettiamo a produrre invece di fare chiacchiere) pretendendo, giustamente, di far prevalere il principio della maggioranza del voto politico del 2008, cioè della volontà popolare.
Merita solo poche parole di disprezzo Fini che ha criticato Schifani tacendo sul fatto che proprio lui, con il suo tradimento, ha fatto venire meno la comoda maggioranza di Berlusconi e se fosse solo per escluderlo dal parlamento, andrei a votare anche oggi.
Ma, tornando alla Rai, chiedo scusa della ripetizione (i Latini insegnano: repetita iuvant !) ma se siamo ancora a questo punto la colpa è del fatto che la Rai sia pubblica.
Privatizzare integralmente la Rai, significherebbe:
- far cessare questi indecorosi spettacoli per distribuire prebende pubbliche e per accapparrarsele;
- spegnere un momento di inutile propaganda politica a spese di tutti;
- incassare miliardi utili ad abbassare il debito pubblico, soprattutto se la Rai venisse venduta a “spezzatino”;
- abolire il canone Rai, una delle tre tasse (le altre sono l’Imu e il bollo auto) più odiose e ingiustificate;
- cessare di dover, con altri soldi pubblici, ripianare i debiti della Rai;
- mandare a lavorare qualche raccomandato che oggi si presenta in Rai (e percepisce denaro pubblico, cioè delle nostre tasse) per servizi di pessima qualità o di parte;
- responsabilizzare i produttori di programmi perché presentino opere che incontrino il favore del pubblico (e quindi si paghino da sole) o perché siano privati a pagare le loro attività e non i cittadini italiani con le loro tasse.
Comunque la si guardi, la Rai deve essere privatizzata, mantenerla pubblica è solo un retaggio di marca borbonica, un favore alle clientele partitocratiche, un rigurgito di socialismo reale in salsa compromesso storico.



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3 commenti:

Giulio ha detto...

Adesso Monti vuole mettere persino le mani sul TG1, imponendo quella Lilli Gruber, deputata europea uscente del PD, che è sempre stata accondiscendente con Monti durante le trasmissioni televisive.
E' possibile che non gli basti il 90% dei giornali, radio e telegiornali che lo osannano quotidianamente ?

Massimo ha detto...

Una comunista al tg1 come se avessero vinto elezioni che non ci sono mai state. Cominciò così anche nell'europa dell'est ...

Giulio ha detto...

La Gruber ha preso parte anche all'ultima riunione del club Bilderberg, che fantasia questo Monti !
Monti vuole un/a fedelissimo/a al tg1 per avere un organo di comunicazione ufficiale, dopo tutto oggi ha detto (riferendosi a Squinzi e ai finlandesi) che non si può criticare il Governo perché farebbe aumentare lo spread.