Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 agosto 2012

Nessuna solidarietà a Napolitano

Il vecchio comunista sta solo gustando (e in quantità assolutamente minimale)  la stessa minestra, fatta di veleni e manipolazioni, che lui e il suo partito hanno servito a chi li ostacolava.
Da Giovanni Leone, costretto alle dimissioni e poi completamente scagionato da tutte le accuse, a Francesco Cossiga, contro il quale pensarono addirittura alla messa in stato di accusa, per finire a Silvio Berlusconi, contro il quale è stata scatenata e continua ancora una campagna di odio e di ostilità mediatica senza precedenti.


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30 agosto 2012

Carbosulcis e impresa

La scena rilanciata ieri dai telegiornali del sindacalista minatore del Sulcis che si ferisce l’avambraccio destro (e non “si taglia le vene” o “i polsi” come drammaticamente hanno titolato alcuni servizi) è sicuramente ad effetto, anche se personalmente dubito della irrazionalità del gesto e della non premeditazione degli effetti mediatici.
Tanto più che i danni sembrano praticamente nulli e il sindacalista minatore se l’è cavata con una decina di punti di sutura e senza essere mai stato in pericolo di vita.
Ben diverse sarebbero le conseguenze se uno, in preda alla rabbia o alla disperazione, avesse improvvisamente e irrazionalmente compiuto atti di autolesionismo, come del resto abbiamo imparato da tutti i suicidi che hanno fatto seguito alle tasse ed alla politica economica di Monti.
Il fatto che si sia trattato di una probabile sceneggiata sarda invece che napoletana, nulla toglie alla drammaticità del problema del lavoro.
Che non c’è o che viene meno.
Chi non vi è passato, difficilmente riesce a comprendere lo stato d’animo di quanti fino al giorno prima avevano certezze pur nella estrema onerosità della vita ai tempi del tecnici al governo (tasse, balzelli, divieti, aumenti …) e improvvisamente devono arrangiarsi con quanto hanno eventualmente risparmiato e, magari, senza prospettive per il futuro e con una famiglia da mantenere.
I minatori del Sulcis non fanno eccezione, soprattutto per una zona endemicamente povera, che ha potuto sollevarsi e migliorare la propria condizione esclusivamente in funzione della miniera.
Una miniera, però, che oggi in Italia non è più conveniente perché i costi sono superiori ai ricavi e deve affrontare la concorrenza delle miniere cinesi dove il carbone (utilizzato per far funzionare centrali elettriche e a gas) viene estratto e quindi venduto a prezzi stracciati, anche inferiori alla metà di quello del Sulcis.
Anche in Inghilterra, che sulle miniere ha costruito parte della sua grandezza anche letteraria (ricordiamo ad esempio Cronin con il famoso “E le stelle stanno a guardare” trasformato anche in un celebre sceneggiato anni settanta dalla televisione italiana) , ha dovuto ammainare bandiera.
Nessuna impresa può essere costretta a lavorare in perdita.
Neppure lo stato può essere costretto a gestire una attività passiva, sennò ci ritroviamo con 2mila miliardi di euro di debito pubblico e nella necessità di vendere i gioielli di famiglia e di tagliare comunque spese e costi improduttivi.
Anche quelli che potrebbero avere un pregio sociale come è nel caso del Sulcis.
E’ evidente che se ci troviamo in queste condizioni, la responsabilità è di chi, nascondendo la testa sotto la sabbia, ha evitato di affrontare per tempo il problema.
Come è del tutto evidente che non è accettabile che la miniera venga tenuta aperta, magari con una accise sulla benzina o una delle vecchie una tantum che Bersani chiama “tasse di scopo”.
I minatori del Sulcis dovranno essere tutelati con adeguati ammortizzatori sociali mentre dovranno essere introdotte azioni per industrializzare, se possibile o riconvertire il territorio su altre attività.
Facile a dirsi, non a realizzare.
Pienamente consapevole, come bisogna essere consapevoli che continuare a tenere artificialmente in vita una impresa, una azienda, una produzione in perdita porta, in prospettiva, molti più danni e dolori, come vediamo oggi per il Sulcis.



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29 agosto 2012

L'europa, l'aborto e la fecondazione assistita

La corte europea (di dove, se no ?) per i "diritti dell'uomo" ha sentenziato che la legge 40 sulla fecondazione assistita è, in parte, incoerente con la legislazione nazionale che prevede l'aborto terapeutico.
E' giusto.
Eliminiamo l'incoerenza.
Cancelliamo l'aborto, abroghiamo la legge 194/78 e il nostro sistema legislativo tornerà coerente.


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28 agosto 2012

Il nemico resta sempre la sinistra

Bersani è il segretario comunista maggiormente ridicolizzato persino dai comici “amici” (loro).
Del resto il personaggio ispira a prenderlo come bersaglio trattandosi della incarnazione del militante comunista che ha visto il passaggio dal Pci al pd, passando per il pds e i ds, appiattito sulle parole d’ordine di volta in volta sfornate.
Non conosco l’età di Bersani (di lui so solo che è nato il 29 settembre e me lo ricordo perché anche questa è un’altra perlina ironica del suo profilo: l’essere nato lo stesso giorno e mese di Berlusconi ed essere quindi ricordato nel giorno del suo compleanno in funzione al compleanno del Cavaliere …) ad occhio direi che sia uno nato nella seconda metà degli anni quaranta.
E’ quindi uno che ha già più di sessanta anni, che è cresciuto all’epoca del partito comunista “duro e puro”, della crescita delle coop, delle battaglie ideologiche e sbagliate dei comunisti, riconosciute come tali solo qualche decennio dopo (come capita sempre ai comunisti: ci arrivano a capire di sbagliare, ma solo con trenta o quaranta anni di ritardo rispetto agli altri).
Poiché Bersani, ad occhio, ha una decina di anni in più di me (che sono nato nel 1956 … sarebbe piacevole venire a sapere che l’anno di nascita di Bersani fosse il 1948, anno della sconfitta del fronte popolare, che farebbe il paio con il giorno del suo compleanno, visto che il 1948 è l’anno peggiore del comunismo italiano assieme a quel 28 marzo 1994 quando Berlusconi sbaragliò la “gioiosa macchina da guerra” di Ochetto ) ha vissuto prima e più di me le vicende che hanno formato la generazione che ha vissuto “il 68”.
A cominciare dal primo centrosinistra “non organico” (senza i socialisti al governo) del 1962, passando per le contestazioni studentesche, l’autunno caldo del 1969, l’invasione comunista della Cecoslovacchia del 1968, le manifestazioni di piazza contro la difesa della democrazia nel Vietnam, via via fino alla caduta del muro.
Come può un personaggio del genere che è sempre vissuto nell’ambito della burocrazia del partito, funzionario delle coop rosse, esprimere qualcosa di nuovo ?
Infatti non può e non ci riesce.
Quando si parla di economia l’unica cosa che riesca a tirar fuori è la vessazione dei cittadini, sottrarre loro quello che legittimamente guadagnano e utilizzarlo per le proprie clientele.
Insomma un comunista fatto e sputato.
Quando poi qualcuno osa attaccare il suo partito e contraddire la Pravda, cioè la verità rivelata di questi tristi epigoni del marxismo-leninismo, ecco che scatta quella che nelle loro mente distorta rappresenta la più grave delle offese: Fascista !
Sono poi così ridicoli da offendersi anche se li chiamiamo per quello che sono: comunisti.
Bersani rappresenta in chiave comica i vecchi trinariciuti che personalmente ho sempre combattuto e avversato.
La inconsapevole comicità di Bersani trova spazio ogni giorno, tanto da obbligare a porci sempre la domanda se è una sua vera dichiarazione oppure se è una presa in giro del suo imitatore, comico di professione e non solo per vocazione.
Ha dichiarato di preferire Vendola a Casini.
Facile replicare.
Io non preferisco nessuno dei tre.
I miei gusti sono differenti: preferisco la Minetti.
In ogni questioni di rilievo la barricata dove stavano i comunisti alla Bersani era quella opposta alla mia.
Non vedo alcun motivo, alcuna possibilità di condivisione con elementi come Bersani di un qualsivoglia percorso.
Anche nelle prossime elezioni, la mia barricata sarà all’opposto e sarà quella che potrà maggiormente ostacolare il loro disegno di occupazione del potere fine a se stesso.
Come il 18 aprile 1948 fu De Gasperi con la Democrazia Cristiana e il 28 marzo 1994 fu Silvio Berlusconi con Forza Italia.



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26 agosto 2012

La Brambilla continua a farci perdere voti

Michela Vittoria Brambilla ha una copertura mediatica superiore a qualsiasi altro politico del Pdl (Berlusconi escluso).
Purtroppo non per quello che ha saputo fare in modo egregio al Ministero del Turismo (confrontare per credere con l'attuale titolare, icona perfetta del governo dei tecnici per un'Italia vecchia e mummificata senza speranze per il futuro) o per una crociata contro i comunisti o la deriva morale della Nazione, ma per le sue paturnie ambientaliste e animaliste.
Prima a capeggiare gli assalitori di Green Hill, creando i presupposti perchè nessuna multinazionale della ricerca scientifica voglia più lavorare in Italia ed ora, di nuovo, perseguitando i cacciatori con il chiedere, con la scusa di Lucifero e fratellini, di non aprire la stagione venatoria.
Presupposto per non aprirla mai più, perchè se venisse accolta la tesi della Brambilla e soci, ogni anno ci sarebbe la scusa meteo o di qualche altro genere (troppo sole, troppa pioggia, troppo equilibrio ...) per chiedere la soppressione della stagione di caccia.
La Brambilla deve capire che le sue tesi ambientaliste e animaliste sono estranee al sentimento della Destra perchè contrarie a quello spirito Individualista che caratterizza il nostro Popolo a differenza di quello massificante, da gregge, tipico della sinistra che ha sempre bisogno di rompere le scatole al prossimo per imporgli le proprie manie.
E' sicura la signora Brambilla di far ancora parte del Centro Destra ?
Quando, finalmente, tornerà a dire o fare qualcosa di Destra ?


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Addio a Neil Armstrong,il primo uomo della Luna

Neil Armstrong è morto all'età di 82 anni.
E' la notizia che mi ha colpito maggiormente al giornale radio delle sei di questa mattina.
Neil Armstrong fu il primo uomo a posare il piede sulla Luna quel lontano 21 luglio 1969, che ho ricordato quaranta anni dopo QUI .
Per me, non ancora tredicenne e già appassionato di fantascienza, era il sogno che diventava realtà.
Armstrong, ma anche Aldrin (che lo seguì sulla Luna e fu per anni tormentato dall'essere stato il secondo) e Collins (rimasto sull'Apollo ad orbitare intorno alla luna, senza mai mettervi piede e con l'angoscia che, se fossa andato storto qualcosa, invece di riprendere i suoi colleghi, sarebbe dovuto tornare da solo e da sconfitto sulla Terra) rappresentò ai miei occhi l'incarnazione di John Gordon, di Buck Rogers e di tanti altri eroi scaturiti dalla fantasia dei migliori autori di fantascienza.
Tutti ricordiamo il nome del Primo e, in questo caso, mi ricordo anche quello del Secondo e di chi li aspettava sull'Apollo, mentre, pur avendo affrontato gli stessi rischi, non mi ricordo i nomi di chi seguì l'Apollo 11, neppure i tre astronauti che vissero l'avventura dell'Apollo 13.
E' il beneficio del Primo, è il ricordo grato di una intera Umanità nei confronti di chi, rischiando con coraggio, consentì all'Umanità di fare un Grande Passo, avendone lui fatto materialmente uno piccolo.
In tutto il mondo dovrebbe essere dedicata una via, una piazza, un edificio agli Uomini dell'Apollo 11.
Il nome e l'impresa di Neil Armstrong, Buzz Aldrin, Michael Collins, le immagini e i ricordi di quella notte tra il 20 e il 21 luglio 1969 resteranno indelebili nel mio ricordo.
Il modo migliore per onorare le imprese di quel genere è non lasciarle isolate, non abbandonare la conquista dello spazio, ultima frontiera.


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25 agosto 2012

Viva il Campionato !

E' inutile.
Possono esserci campionati europei, mondiali, supercoppe, premier e liga e persino le olimpiadi, ma, per me, di Campionato ne esiste uno solo: quello del Calcio Italiano.
Nonostante sia tifoso di una squadra che, ormai, può solo guardare con nostalgia i trofei del passato e celebra il 7 giugno 1964 (vittorioso spareggio contro l'odiata Inter per la conquista dell'ultimo scudetto)  come Festa Nazionale, ma il Campionato resta il Campionato.
E quando il Bologna era in serie B o C1, allora QUELLO era IL Campionato.
Per me, ovviamente.
So che ci sono tanti snob che non amano il calcio.
Troppi soldi a dei ragazzotti che si limitano a tirare calci ad un pallone, scendendo in un prato in mutande.
C'è chi pensa che ci siano sport più formativi, più sani, più puliti, più educativi, più ... più ... più ...
Opinioni legittime, ma se c'è tutto questo interesse è perchè il calcio è lo sport nazionale, piaccia o meno a Monti (che voleva bloccarlo per due o tre anni, ma poi si è affrettato ad andare a portare il suo tocco di sfiga alla finale europea contro la Spagna !) ed ai suoi supponenti apologeti.
E non sarà certo un ridicolo processo costruito (come tanti, troppi in Italia) su teoremi e sulle delazioni senza riscontri di quattro schiappe che potrà cambiare il corso delle cose.
Stasera la Fiorentina di Montella e dell'antipatico Della Valle, inaugura la stagione contro la simpaticissima Udinese  del saggio Pozzo e del bravissimo Guidolin cui, ove non possa farlo il Bologna ..., auguro di vincere il Campionato, come lo auguro in pari modo alla Lazio.
Dopo cena sarà la volta dei Campioni d'Italia e vedremo le conseguenze psicologiche della conferma della squalifica a Conte e se Carrera continuerà nella sua striscia vincente (due partite, due trofei: la supercoppa italiana e il Berlusconi).
Il Bologna ?
Abbiamo perso la spina dorsale dello scorso torneo (Gillet, Portanova, Mudingay e Di Vaio) e c'è l'incognita del bizzoso gioiellino Ramirez che ha avuto una infantile reazione alla mancata cessione al Southampton dicendo di non voler più giocare nel Bologna.
Bene. 
Nessuno lo obbliga.
Starà fuori rosa per tutta la durata del contratto se la società non troverà da venderlo al prezzo che vuole il Bologna e mi auguro che sia lo spogliatoio a raddrizzargli la schiena come facevano i "nonni" alle "spine" durante il servizio militare.
Domenica dopo cena ci sarà la prima in rossoblu contro il Chievo e, comunque vada la partita o il campionato:
F O R Z A   B O L O G N A !



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24 agosto 2012

Monti al capolinea


Il de profundis per Monti lo ha pronunciato Bersani, cioè uno degli azionisti principali del suo governo: bravo, una risorsa, ma dopo le elezioni tocca a noi.
Come nelle migliori tradizioni comuniste (e democristiane) quando si vuole eliminare qualcuno se ne tesse l’elogio.
Quante “risorse” della repubblica abbiamo visto collocare in pensione, sia pur in remuneratissimi (e immeritati) incarichi, peraltro privi di reale potere.
Monti non farà eccezione, a meno che …
A meno che gli sherpa ABC non siano così machiavellici e capziosi, da produrre una legge elettorale che, nella paura che vinca il nemico, metta in piedi un meccanismo perché nessuno vinca.
Allora, forse … FORSE !, Monti potrebbe tornare in gioco.
Semprechè qualche suo “fido” ministro (la scelta è amplissima) non ci abbia preso gusto e non si proponga come nuovo Monti, migliore di Monti (e non sarebbe particolarmente difficile!).
Nel frattempo registriamo l’ennesimo aumento del famigerato spread e il terzo calo consecutivo della borsa italiana che impone agli editorialisti proni al potere, di riscrivere senza speranza quelle colonne apologetiche che avevano pubblicato con incosciente leggerezza.



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23 agosto 2012

Lo spread non ama neppure Monti

Monti annuncia che vede la luce nel tunnel, gli editorialisti proni ai propri editori (che altro non sono che il tentacolo italiano delle consorterie finanziarie internazionali) fanno la ola per una buona settimana borsistica e con lo spread in calo (ma sempre sopra i 400 punti).
La ola diventa il ballo di San Vito dopo gli elogi di Moody's e Fitch che cercano di tirare la volata per il Monti bis.
Ma ... 
Chi vuol guadagnare in borsa opera in base ai propri interessi e non per favorire le ambizioni di Monti e la piaggeria dei suoi apologeti.
Così sono bastati due giorni per ribassare l'indice di borsa (-1,10 ieri e -1,37 oggi) e riportare lo spread a 432 punti.
Monti potrebbe ripetere le parole di Saragat: destino cinico e baro (perchè loro non sbagliano mai, la colpa è sempre di qualcun altro ...).


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21 agosto 2012

Il progetto di Berlusconi resta il migliore


Non è vero (purtroppo ...) che Berlusconi abbia governato per venti anni.
E neppure per dieci.
Berlusconi ha governato sette mesi nel 1994, cinque anni tra il 2001 e il 2006 e tre anni e cinque mesi tra il 2008 e il 2011, per un totale di appena nove anni non continuativi in 18 anni e cinque mesi.
A Lui si sono alternati Dini, Prodi, D’alema, Amato, di nuovo Prodi e Monti che hanno solo saputo disfare quel che, faticosamente, era stato costruito.
Dini ha smontato la riforma delle pensioni (che pure aveva condiviso) ponendo le premesse per l’attuate dilettantesca soluzione della Fornero.
Prodi, D’alema e Amato hanno aumentato i capitoli di spesa, aumentando le tasse (per l’euro, il 5% sulle rendite catastali, l’irap, le aliquote irpef) ponendo le premesse per un aumento delle clientele beneficiate e quindi delle resistenze a ridurre la spesa pubblica.
Ancora Prodi ha nuovamente aumentato le aliquote irpef abbassate da Berlusconi nel 2005 e affossato la riforma costituzionale del 2004-2005 impedendo la riduzione dei parlamentari e una maggiore governabilità.
Non pago, attraverso il suo ministro Damiano, ha eliminato lo “scalone Maroni” nelle pensioni che era l’ultima possibilità di evitare il massacro operato dalla Fornero.
Monti ha ripristinato, aumentandola, l’ici, abolita da Berlusconi, ora imu, senza abolire le altre tasse sulla casa (tipo la tarsu), ha aumentato imposte e tasse, senza riuscire a ridurre il debito pubblico e lo spread.
Monti aspira alla santificazione, quindi ad essere riconfermato e viene in ciò supportato dalle consorterie finanziarie internazionali, le stesse che gli hanno fornito l’assist, raccolto da Napolitano, per occupare Palazzo Chigi senza preventivo voto popolare.
Ma non è il solo ad aspirare alla successione di Berlusconi.
Montezemolo, Casini, Passera, credo che persino la stessa Fornero ci faccia un pensierino e ancora Bersani, Di Pietro, Grillo, Vendola.
La platea degli aspiranti è vasta, ma nessuno propone una ricetta convincente e per lo più nessuno propone una ricetta purchessia.
Il progetto di Berlusconi del 1994, meno stato, meno tasse, più libertà, resta ancora quello più valido.
Bene le scuse (anche se non occorrevano).
Bene il nuovo partito (anche se non mi interessa il suo nome).
L’importante, però, è che, finito questo periodo di decantazione, si torni allo scontro con la sinistra, per impedire la diffusione della metastasi rappresentata da Bersani-Casini-Vendola.
Tutto quel che arriverà in più, sarà grasso che cola.


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20 agosto 2012

Colpi di sole

Il signor Mario Monti, per la terza volta in dieci mesi, nonostante
il record delle tasse al 55% del nostro reddito
il record del debito pubblico salito (pur con così tante tasse) a 1976 miliardi di euro
la crescente povertà, disoccupazione e fallimenti,
vede la luce alla fine del tunnel perchè staremmo meglio (forse lui ...) di un anno fa.
La signora Elsa Fornero afferma che il governo ha risanato l'Italia e ora tocca alle imprese (una minaccia ?).
Minosse, Caronte, Caligola, Lucifero ... hanno picchiato forte sul premier e i suoi ministri ...


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19 agosto 2012

L'Impero colpisca ancora

I politicamente corretti hanno rispolverato un vecchio reperto archeologico: l'anticolonialismo.
Sulla scia dei vari Chavez e Morales, anche l'Ecuador fa la voce grossa contro il Regno Unito, concedendo asilo a Julian Assange in procinto di essere estradato in Svezia per essere processato per stupro.
Val solo la pena evidenziare come probabilmente i sostenitori di Assange sarebbero andati in piazza anche se l'asilo fosse stato dato ad un prete cattolico, ma per pretenderne l'estradizione, non per difendere l'extra territorialità dell'ambasciata ecuadoregna.
Il ministro degli Esteri britannico, il Conservatore William Hague, ha minacciato di prelevare Assange anche dall'interno della ambasciata.
L'Ecuador si è messo a strepitare con arroganza, pretendendo di difendere Assange allo stesso modo in cui il Brasile difende  il terrorista rosso, pluriomicida condannato con sentenza definitiva passata in giudicato,  Cesare Battisti concedendogli asilo.
Nel 1982, quando la Thatcher liberò, dopo soli tre mesi, le Falklands dall'occupazione argentina, i giornali titolarono "The Empire strikes back", L'Impero colpisce ancora, mutuandolo dalla saga di Star Wars.
Mi auguro che l'Impero colpisca ancora oggi, per far rispettare la giustizia e invertire la rotta, il Regno Unito ha spesso fatto da battistrada, che vede le Nazioni Occidentali prigioniere di uno stolto politicamente corretto che impedisce una forte reazione alla sempre più frequenti prevaricazioni di staterelli che pretendono solo e non concedono mai.


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18 agosto 2012

Pussa via, pussy riot

Un trio di contestatrici canore è stato condannato in Russia a due anni di carcere per aver dileggiato il Presidente Putin e chi lo sostiene a cominciare dalla locale chiesa ortodossa.
La loro squallida esibizione è stata aggravata perchè realizzata in una chiesa.
In Occidente i divi canterini e le varie associazioni "politicamente corrette", in genere l'intero universo delle sinistre, si sono messi a protestare.
Io non mi unisco loro, perchè è ora di smetterla di fare politica dileggiando il prossimo.
Se qualcuno pensa di avere delle idee e dei progetti per la società, li argomenti e chieda su di essi il voto popolare e non si riduca a ironizzare sulle caratteristiche fisiche o sulla fede altrui.
Se, invece, sono solo esternazioni finalizzate ad una facile popolarità, è giusto che quando eccedono, siano punite.


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La guerra del soldatino Monti

Il signor Mario Monti, per nostra disgrazia presidente del consiglio imposto perchè mai ha ottenuto un voto popolare a sua investitura, ha ieri dichiarato guerra agli evasori.
Una guerra che si vincerebbe facile.
Dimezzando le tasse.
Tagliando la spesa pubblica.
Allontanando lo stato dalla nostra vita e dalle nostre tasche.
Ma lo vuole veramente o sono solo parole (tra le tante che promanano dal soggetto)  ?


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17 agosto 2012

I social rompi

Lo scambio di commenti con Johnny e Gaetano nel mio precedente post Le tasse e la pelosa divisione delle ricchezze mi ha ispirato questa piccola appendice ferragostana, da programmare per venerdì pomeriggio.
Siamo in una epoca in cui tutto è "social".
Sembra che l'Individuo non conti più nulla, perchè esisti in funzione dell'approvazione altrui.
Almeno tre atleti sono stati esclusi dalle Olimpiadi per un presunto (con tanta fantasia) razzismo, una addirittura per il fatto di avere un fidanzato dirigente del partito nazionaldemocratico tedesco.
Il "politicamente corretto" non ci dà tregua.
L'altro giorno sono stato ripreso (e la mia reazione potete immaginarla ...) da una collega perchè ho parlato di "spazzini" (nell'accezione bolognese di "ruscaroli") invece di usare il termine politicamente corretto "operatori ambientali" (che mi rifiuto scientemente di usare, esattamente come mi rifiuto di utilizzare altri termini "politicamente corretti" al posto dei vocaboli da sempre usati per identificare quelle persone, quei ruoli, quelle situazioni).
Mangiare cheeseburger è out (e se non fosse per l'innocenza dei bambini che costringono i genitori a portarli da McDonald's la catena chiuderebbe presto o sarebbe vessata da continui picchetti dei salutisti) come fumare, persino nelle proprie abitazioni (i talebani di questa corrente si trovano negli Stati Uniti dove vietano il fumo negli appartamenti privati e persino nei parchi).
Non parliamo della passione di tante donne: le pellicce.
E che dire degli animali utilizzati per garantire alle persone una cura ?
Non si può più.
E' storia vecchia l'uso del termine "negri" o i tanti modi dialettali per definire un omosessuale.
Ormai passata alla storia è la fola antinucleare (poi però si lamentano se crescono le bollette del gas e dell'elettricità ...) e contro la privatizzazione delle strutture potabili (e poi si lamentano dell'aumento della bolletta dell'acqua).
La caccia, poi, è stata forse la prima vittima di questa ondata di social rompi che hanno così rovinato una delle attività basilari dell'Umanità, da sempre.
Siamo in crisi e occorrono soldi: facciamo una bella patrimoniale che colpisca "i ricchi", dicono con la bava alla bocca quelli che, stoltamente, pensano di essere fuori dal perimetro della rapina (e il responsabile economico del pci/pds/ds/pd invece di pensare a tagliare le spese continua a ribadire che "bisogna colpire i grandi patrimoni" senza però delineare quali siano i "grandi patrimoni" e lasciandosi le mani libere per considerare tali tutti quelli che comprendono anche una sola abitazione di proprietà).
Così i ricchi più ricchi (e annoiati) chiedono di essere tassati, ma non mettono fuori i soldi con donazioni o finanziamenti benefici (o se lo fanno e chiedono di essere tassati allora vuol dire che potrebbero donare molto di più) e neppure dicono "tassate ME".
No dicono "tassate NOI", coinvolgendo altri che se ne starebbero volentieri tranquilli per i fatti loro.
Costituiscono le "ong" per non essere influenzati dai governi e dalla politica, però poi chiedono i finanziamenti pubblici o il "5 per mille" e se, recandosi in zone da dove dovrebbero tenersi lontani, vengono rapiti, ecco che pretendono il salvataggio da parte del tanto disprezzato stato e governo, a spese di tutti noi che paghiamo il riscatto causato dal loro solipsismo (e non li ho mai sentiti ringraziarci per aver pagato il loro riscatto, anzi le prime loro dichiarazioni sono: voglio tornarci).
Insomma, tutti questi "social" sono solo dei "social rompi " il cui, sembra unico, scopo è quello di disturbare il godimento della vita da parte del prossimo, scaricandogli addosso le proprie paturnie, i propri limiti, i propri sensi di colpa.
Ecco (anche) perchè sono Individualista e liberalliberista in economia.
Se ognuno svolgesse il proprio lavoro e poi si pagasse quello che desidera (bisogni, hobbies, beneficenza) senza pretendere che anche altri siano presi dal suo stesso "sacro" fuoco e lasciando che ognuno svolga la sua vita facendo ciò che più gli aggrada con l'unico limite di non violare la sfera e la proprietà privata altrui, allora e solo allora potremo dirci Civili. 



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15 agosto 2012

Le tasse e la pelosa divisione delle ricchezze

L'ultimo è stato, come riporta Il Resto del Carlino cartaceo del 13 agosto 2012 (vedi immagine) uno (a me) sconosciuto scrittore inglese, Mark Haddon, ma prima di lui più noti, uno per tutti Bill Gates, straricchi, soprattutto americani e finanziatori di Obama e dei democratici, hanno ululato, lamentandosi che per loro, troppo ricchi, le tasse erano troppo basse.
Personalmente non credo alla sincerità di ricchi capitalisti o "divini" attori, quando si fanno intervistare per far vedere quanto siano buoni, generosi e vicini al popolo che soffre.
Senza scomodare San Francesco che, ben 800 anni fa, diede un esempio concreto di quel che poteva fare un ricco se riteneva di possedere troppo, quei signori che si lamentano delle loro (peraltro spesso meritate) fortune, dimostrano di non aver capito nulla dei principi etici che dovrebbero informare una società libera e sovrana, in cui l'Individuo sia rispettato nella sua Identità e nella sua Proprietà.
Presumibilmente malati di protagonismo, questi signori che ogni tanto si svegliano schifati dei loro stessi soldi, vorrebbero che altri decidessero sul loro uso, istigando uno stato, che, a qualsiasi latitudine, non si tira mai indietro quando c'è da mettere le mani in tasca ai cittadini,  ad aumentare le tasse.
Questi signori parlano sempre al plurale: NOI paghiamo poche tasse.
Noi chi ?
Vediamo che "ricchi" sono considerati tutti coloro che posseggono una casa, vessati da balzelli di ogni genere (dall'imu alla tarsu, ai consorzi ...) e quindi mi sento chiamato in causa: parlino per loro !
Io, di tasse, ne pago sin troppe e come me credo che la stragrande maggioranza dei cittadini del mondo la pensi allo stesso modo.
Gli stati, a cominciare da quello italiano che adesso con Monti ha raggiunto quota 55% di sottrazione dei nostri risparmi e del nostro reddito, sono sin troppo avidi con i nostri soldi il che significa una totale mancanza di rispetto verso l'Individuo, la sua Identità, le sue Proprietà.
Il problema, semmai, è di ridurre drasticamente la rapina ai danni dei cittadini, riducendo altrettanto drasticamente le spese pubbliche e vendendo partecipazioni e beni che lo stato non dovrebbe detenere.
Gli stati dovrebbero lasciare quanto più denaro possibile nelle tasche dei cittadini che saprebbero benissimo come utilizzarli al meglio per le loro esigenze.
Se, poi, gli Haddon o i Gates si ritrovano con troppi soldi, invece di estendere a tutto il mondo questo loro "disagio", hanno il classico strumento che in tutte le epoche ha contraddistinto l'uso sociale delle ricchezze: beneficenza e finanziamenti alle arti, alla ricerca, borse di studio, fondazioni benefiche.
L'importante è evitare che i nostri soldi siano utilizzati dalle consorterie politiche dei governi per finanziare le loro clientele che, come abbiamo visto noi Italiani scontandolo sulla nostra stessa pelle, non si accontentano mai e chiedono sempre di più.
Haddon, Gates e soci già lo fanno ?
Che aumentino quei finanziamenti allora, invece di chiedere un aumento delle tasse che non sarebbe rivolto solo a loro, ma l'intera platea dei cittadini.
Se hanno la fregola di guadagnare troppo, aumentino la loro beneficenza, non obblighino noi, per le loro paturnie, a sopportare nuove gabelle statali, perchè non si illudano gli estimatori degli Haddon e dei Gates: uno stato non perderebbe l'occasione per "ritoccare" verso l'alto le aliquote, TUTTE le aliquote, non solo quelle dei ricconi.



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13 agosto 2012

Magistrati indiscutibilmente discussi

La penosa vicenda dell'Ilva di Taranto mi ispira una domanda.
Chissà perchè quando il bersaglio era Berlusconi (o un esponente o un Governatore di Centro Destra) ... "i magistrati non si discutono".
Adesso invece che ad essere presi in mezzo (letteralmente) tra due fuochi sono operai di una regione a guida comunista, o quando è un governatore di sinistra a subire l'attenzione delle toghe, non solo i magistrati si discutono, (o si stende un velo d'oblio sulle vicende giudiziarie senza chiedere dimissioni di alcun genere) ma addirittura si sollecita il governo a prendere quei provvedimenti che, ventilati dai governi Berlusconi, erano il bersaglio di critiche ferocissime e di quotidiane crocifissioni del Centro Destra sulla stampa di regime.
Già ... chissà perchè, vero ... ?

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12 agosto 2012

Legge elettorale


Con tutti i problemi che si dovrebbero affrontare in Italia, a cominciare dalla riduzione massiccia della spesa e del debito pubblico, Napolitano cerca di stornare l'attenzione, tenuta viva da Di Pietro, dalla strana vicenda delle trattative tra stato e mafia reclamando stizzito una nuova legge elettorale.
Sembra che senza una nuova legge elettorale non si possa votare oggi o nel 2013.
A metà agosto, allora, salpiamo per un accademico excursus sulla legge elettorale, tanto per parlare d'altro che non la necessità di impedire la metastasi degenerativa che subirebbe l'Italia ove la triade Bersani-Casini-Vendola andasse al governo.
Del resto la legge elettorale non è neutra o ininfluente sul risultato finale e neppure sulle scelte individuali.
Doverose sono due premesse.
La prima è che qualsiasi legge elettorale rischia di essere inficiata dal permanere di una costituzione superata, scritta nel 1946-1948 da un gruppo di reduci dell'Italia prefascista, sconfitti dal Fascismo nel 1922, occupati dalle truppe AngloAmericane nel 1943-1945 e quindi propensi ad impedire che si potesse governare la nazione nel timore dell'affacciarsi di un novello Duce.
Come nel costruire una casa si deve iniziare dalle fondamenta, così per uno stato bisogna iniziare nel codificare in costituzione principi, valori e regole adatte e adattabili velocemente al mutare delle epoche.
In questo senso ha ragione Alfano quando chiede la riforma in senso presidenzialista della repubblica che, poi, è quello che noi di Destra chiediamo sin dagli anni sessanta.
La seconda, doverosa, premessa è che io sono per il maggioritario secco, uninominale all'inglese: divisione del territorio in collegi e in ogni collegio vince chi prende anche un solo voto in più del secondo.
L'Italia, invece, proprio per le scelte da burocrati pusillanimi dei costituenti, ha utilizzato per 49 anni un proporzionale appena scalfito dal sistema di attribuzione dei seggi.
Quando nel 1953 De Gasperi, l'unico vero statista del primo dopoguerra (dopo di lui citerei solo Andreotti e Berlusconi, ma unicamente perchè Almirante non ha avuto alcuna possibilità di governo ...) tentò di correggere l'errore cui anche lui fu indotto dall'inciucio con socialisti e comunisti, la campagna demonizzatrice, abitudine inveterata della sinistra contro tutti coloro che la ostacolano, fece fallire il tentativo del maggioritario e, così, finita l'epoca d'oro della ricostruzione fondata sui governi centristi, iniziò lo sperpero del centro sinistra e l'aumento della spesa pubblica indotta dai ricatti anche di piccole clientele che, con il proporzionale, potevano far cadere ogni governo.
Un governo ogni quattro mesi era la media del proporzionale della prima repubblica, che obbligò a continui compromessi (che scontiamo oggi nel bilancio dello stato) tra i maggiori partiti: democristiani, comunisti e socialisti (non a caso oggi in gran parte uniti nel pci/pds/ds/pd o pronti ad abbracciare questo partito).
Fino alle elezioni del 1994 si votò quindi per circoscrizioni o collegi senatoriali, con attribuzione dei seggi in base ai quorum "pieni" e relativi resti.
Nel 1994 fu introdotto un maggioritario parziale.
A seguito di un referendum abrogativo, il parlamento fu costretto a inventarsi una nuova legge che prevedeva i tre quarti dei seggi attribuiti con il maggioritario all'inglese e il restante con il proporzionale.
Una legge così fu fortemente voluta da Achille Ochetto allora capo dei comunisti, nella convinzione che sarebbe stata funzionale al trionfo della sua "gioiosa macchina da guerra".
Ma un certo Silvio Berlusconi scese in campo e rovinò i progetti dei comunisti – che non glielo perdonarono mai – anche se il suo governo fu costretto alle dimissioni dopo pochi mesi visto che la maggioranza, sia pur con meno partiti, era sempre legata alla volontà di ciascuno di loro.
Nel 1996 si votò nuovamente e vinse la sinistra, conquistando con il maggioritario una netta maggioranza parlamentare ma non popolare, peraltro frazionata la proprio interno e, soprattutto, propiziata dalla divisione nel campo del Centro Destra.
Tutti, infatti, lamentano che la corsa solitaria della Lega regalò la maggioranza ai comunisti, ma è opportuno ricordare che anche l'errore di Berlusconi, indotto dal solito Fini, a rifiutare alleanze con la Fiamma Tricolore di Rauti, fece perdere quei collegi che sarebbero stati sufficienti per conseguire la maggioranza parlamentare.
Capita la lezione, nel 2001 il Centro Destra ottenne una netta maggioranza, purtroppo condizionata dalla presenza dell'Udc di Casini, come nel 2008 fu condizionata dalla inaffidabilità di Fini e dei suoi (da annotare per un futuro post: dopo la vittoria del 1994 a mettere i bastoni tra le ruote di Berlusconi fu l'alleato Bossi/Lega Nord; nel 2001-2006 fu l'alleato Casini/Udc; nel 2008-2011 fu l'alleato Fini. Probabilmente ha ragione il Cavaliere quando chiede non solo di cambiare la costituzione, ma anche di consentirgli di governare da solo con la maggioranza assoluta senza doversi compromettere con le alleanza. Insomma, come si governa, con efficienza e produttività, un consiglio di amministrazione).
Nel 2006 cambiò il sistema per andare incontro alle velleità proporzionaliste di Casini e venne redatto il cosiddetto "porcellum" che tale, peraltro non è o, se lo è, lo è per colpa di Ciampi che impose i collegi regionali al senato e per la mancanza di una norma che dichiari decaduti i parlamentari che, eletti in una coalizione, la tradiscano.
Le elezioni furono vinte dalla sinistra con fortissimi dubbi mai risolti sugli scrutini (determinanti) in alcune regioni del sud, ma il suo governo ebbe vita breve per le lacerazioni interne e la debolezza numerica al senato causata dalla scelta ciampiana.
Probabilmente l'attuale sistema, con le due correzioni indicate, sarebbe quello più adatto all'Italia.
Garantisce stabilità (con le due correzioni ...) e governabilità consentendo un congruo premio di maggioranza e cassando le velleità dei piccoli partiti con lo sbarramento, consentendo peraltro agli elettori di votare il partito più identitario e corrispondente alle proprie idee, senza indebolire la complessiva coalizione di appartenenza.
Ma anche questo sitema non sembra andare bene.
Gli "sherpa" dei partiti stanno studiando "alta" ingegneria elettorale e, come è ovvio e naturale, ciascuno punta al sistema che, sulla carta, favorirebbe la propria parte politica.
I comunisti vorrebbero il maggioritario con doppio turno oppure un proporzionale in collegi separati tipo provinciali con premio di maggioranza alla coalizione e senza preferenze, mentre il PdL punta alle preferenze anche come strumento per aumentare la capacità di propaganda e con premio di maggioranza per il primo partito.
Il motivo è sotto gli occhi di tutti.
Stando ai sondaggi attuali la coalizione Bersani-Casini-Vendola otterrebbe la maggioranza, mentre il PdL può sperare, con una buona campagna elettorale, di recuperare gli astensionisti e di ridiventare il primo partito.
In ambedue i casi, però, sarebbe solo una pezza che dovrebbe essere rivista per il futuro, non garantendo quindi quella stabilità e univocità di indirizzo di cui l'Italia ha bisogno.
Non si può peraltro chiedere ai partiti di suicidarsi e quindi aspettiamo quel che verrà e che prescinde dai nostri auspici.
E' evidente peraltro che il sistema elettorale che sarà votato influirà direttamente sulle scelte di ciascuno di noi.
Se rimarrà l'attuale sistema o venisse parzialmente modificato mantenendo comunque il premio alla coalizione, è probabile che il Centro Destra faccia di necessità virtù e trovi il modo per tornare a coalizzarsi nel tentativo di fermare la sinistra metastasi.
Presumibilmente quindi, all'interno della stessa coalizione e con la medesima opportunità di sostenere un unico fine (sbarrare il cammino a Bersani-Casini-Vendola) si potrà scegliere tra il PdL (o come si chiamerà dopo la cura ricostituente cui sarà sicuramente sottoposto), la Lega, La Destra e, magari, Forza Nuova e numerose altre liste civiche e/o civetta.
Il voto sarebbe più "facile", perchè consentirebbe a ciascuno di noi di esprimersi con "il cuore" senza venir meno alla "ragione".
Se avremo un sistema elettorale più orientato al proporzionale con premio al partito e con uno sbarramento feroce, le scelte si restringeranno drasticamente, probabilmente fino ad una sola: il partito che più potrebbe raccogliere voti e sbarrare la strada al primato dei comunisti.
Senza alcuna altra opzione alternativa.
Magari sperando che, per calcolo elettorale, quel partito inglobi movimenti e partiti minori, tra i quali quelli a noi più affini.
In base a quel che si legge sui giornali le due opzioni sono quelle sul tavolo e non ne sussitono altre, per cui è inutile ipotizzare scenari "altri".
Dobbiamo quindi aspettare per vedere cosa salterà fuori dalla fantasia degli ingegneri elettorali dei partiti, per riprendere il discorso sul "chi" votare, fermo restando che se vogliamo evitare la metastasi degenerativa della triade Bersani-Casini-Vendola, dovremo scegliere chiunque potrà meglio sbarrare loro la strada.



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11 agosto 2012

Ma quanto ci costa ?

Per risparmiare sono stati soppressi 31 tribunali, anzichè 37.
Sei tribunali salvati dai tagli: tutti al sud.
La scusa: la "lotta contro la mafia".
Mi si è affacciata una domanda: ma quanto ci costa il mantra della "lotta alla mafia" ?


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10 agosto 2012

La pancia, la testa e il cuore


Tutte le vicende che ci toccano in qualche modo, provocano delle reazioni che vengono solitamente definite usando parti anatomiche del nostro corpo.
In politica non vi è nulla di diverso.
Si spera in un certo risultato, nel conseguire un certo traguardo e si è delusi se non lo si raggiunge.
Si ha fiducia in un personaggio e quando si scopre che è umano come chiunque altro, la delusione è cocente.
Ecco che scatta la reazione emotiva.
Nei mesi scorsi, nell’ultimo anno, abbiamo assistito ad una reazione “di pancia di molti elettori del Centro Destra che, maggioritario nei sondaggi fino all’aprile 2011, dopo aver vinto le politiche del 2008, le europee del 2009 e le regionali del 2010, ha subito una progressiva erosione nelle intenzioni di consenso e nelle elezioni locali.
Non per aumentare quelli della sinistra, ma per rifugiarsi nell’astensionismo e, anche, sotto le bandiere di chi sa solo criticare in modo corrosivo.
La reazione emotiva è stata, per l’appunto, “di pancia” perché ha seguito l’istinto di punire chi ha deluso, con il risultato di aver resuscitato le ambizioni della sinistra e persino Casini e il neodoroteismo.
Posso però immaginare che quando ci sarà da scegliere l’Italia dei successivi cinque anni, il voto sarà di testa”, cioè ragionato, soppesando le conseguenze delle proprie decisioni.
Come sempre, non solo nell’ambito della politica, la scelta migliore non è quella che dia le maggiori soddisfazioni immediate, ma quella che porta ai migliori risultati che, in certi momenti, possono anche essere i meno peggiori.
Se gli elettori del Centro Destra continuassero nel loro Aventino (che mai ha portato bene a chi lo ha messo in opera) il risultato sarebbe quello di consegnare l’Italia alla triade composta da Bersani con il suo pci/pds/ds/pd, Casini con una riedizione in trentaduesimo della peggiore dc dorotea e di sinistra e da Vendola che rappresenta l’ala più estrema e distruttiva della sinistra, sotto ogni profilo (economico, culturale, civile).
Con Bersani-Casini-Vendola al governo avremmo la patrimoniale, tasse infame che si aggiungerebbe a quelle già infami di Monti (sulla casa, sui risparmi).
Con Bersani-Casini-Vendola in maggioranza verrebbe approvata una legge che legittimerebbe il “matrimonio” tra omosessuali, devastando l’istituto di base di ogni società civile che è la Famiglia composta da un uomo e una donna e distruggendo le fondamenta della nostra società.
Con Bersani-Casini-Vendola in maggioranza verrebbero regalati la cittadinanza e il voto agli immigrati, sconvolgendo secolari rapporti etnici, religiosi, di costumi, civili, sociali, economici, con la prospettiva di fare dell’Italia un gigantesco meticciato, privo di qualsivoglia legame culturale e di sangue.
Il voto “di testa non può quindi che scegliere quella che sarà l’alternativa a tale degenerazione politica, anche se sarà incarnata da un deja vù che già ci ha deluso.
In un simile quadro c’è anche spazio per la scelta “del cuore, quella, cioè, che privilegia, anche quando non corrisponde pienamente alle proprie idee razionali, il sentimento del proprio appartenere.
Normalmente è una scelta di principio priva di efficacia pratica e talvolta utile al prevalere delle posizioni in netto contrasto con le proprie.
Ma in determinate situazioni si può fare, come personalmente feci nel 2008 votando La Destra (in un quadro in cui tutti i sondaggi davano un confortante vantaggio a Berlusconi) o nel 2006 quando votai Alternativa Sociale (l’alleanza tra i movimenti nati dalla estinzione dell’Msi) che era parte della Coalizione di Berlusconi.
Lo consentiva la legge elettorale.
E sarà la legge elettorale che verrà utilizzata per votare che determinerà la possibilità di dare un voto “del cuore” funzionale a quello “di testa”, perché con certi meccanismo elettorali, come mi accadde nel 2006, il voto “del cuore” è anche il voto “di testa” che resta ineludibile per impedire la diffusione della metastasi degenerativa rappresentata dalla triade Bersani-Casini-Vendola.
Quello che contraddistingue gli Uomini dalle Bestie è la capacità di ragionare: dimostriamolo !



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07 agosto 2012

Le meschinità del re Travicello


Ieri ho rinunciato a infierire su Monti dopo il suo eccesso di zelo servile che lo ha portato ad incrementare l’odio che gli Italiani senzienti (e paganti …) provano nei suoi confronti e ad essere ridicolizzato dai tedeschi che, giustamente, provano per lui il tipico disprezzo che si ha verso i servitori sin troppo zelanti e untuosi.
Oggi, però, non si può non stigmatizzare la dichiarazione, priva di qualsivoglia fondamento, attribuita (e non smentita) a Monti sul fatto che, con Berlusconi Premier, “lo spread sarebbe a 1200”.
La volgarità, la meschinità, la supponenza che troviamo in questa dichiarazione, illustra perfettamente la bassa qualità e profilo umano di chi l’ha pronunciata.
Con Berlusconi lo spread, fino ad aprile 2011, era sotto i 200 punti (160).
Solo a seguito dell’indebolimento interno del Premier causato da una campagna mediatica e giudiziaria a senso unico, è cominciato a salire, come peraltro ha fatto anche in altre nazioni.
Se a causare l’aumento dello spread fosse stata la presenza di Berlusconi, allora a novembre sarebbe dovuto calare istantaneamente.
Così non è, come non lo è stato in Spagna.
Monti deve pur difendere il posto tanto agognato, ma ogni giorno che passa rende sempre più manifesta la sua incapacità non solo tecnica, ma anche politica, diplomatica e, soprattutto, umana per poter aspirare ad essere un Leader.
Prima questo re Travicello, forte con i deboli e debolissimo con i forti, sarà tolto di mezzo, meglio sarà per tutti noi Italiani, sperando che gli Italiani capiscano in maggioranza che passare da Monti alla triade Bersani-Casini-Vendola, sarebbe però come passare dalla padella alla brace.




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05 agosto 2012

Uniti contro la deriva

Ritorno in una Bologna più frequentata del solito in questo periodo.
I giornali ci dicono che sono andati in vacanza solo quattro Italiani su dieci.
Federalberghi denuncia una contrazione del 30% nelle presenze rispetto allo scorso anno quando, al posto del "salvatore della Patria" Monti, c'era il "Male Assoluto", Silvio Berlusconi ( ma lo spread era allo stesso livello, la capitalizzazione di borsa era superiore all'attuale e gli Italiani pagavano meno tasse, tanto che i giornali potevano occuparsi non della crisi ma delle prestazioni sotto le lenzuola del Premier).
Gli Italiani hanno un debito medio di ventimila euro pro capite.
C'è chi si indebita persino per pagare le tasse di Monti (immagino quanti hanno, con grandi sacrifici, comprato casa con un mutuo e poi devono pagare l'imu dei professori ...).
Mi sembra invece giusto che i cittadini delle regioni in forte debito sanitario paghino una addizionale irpef maggiorata: mica devo pagare io i debiti che fanno i loro amministratori !
Eppure è proprio quello che Bersani, Casini e kompagni vorrebbero realizzare nel 2013: una patrimoniale che imponga la requisizione dei risparmi dei cittadini virtuosi per pagare le spese dei cittadini dissipatori.
Già, Casini.
Chiede il voto ai "moderati" senza precostituire impegni e affermando che, dopo il voto, potrebbe governare con i comunisti, legittimando politicamente persino uno come Vendola (Vendola !!!).
Più che "modesto", l'elettorato "moderato" che dovesse seguire Casini sarebbe da definire in ben altro e colorito modo, visto che sarebbe come mettere la firma su un contratto con le cifre in bianco che l'altra parte, in politica l'eletto, può riempire a piacimento.
E mentre Bersani cerca di accreditare Casini come suo antagonista (quello vorrebbe organizzare il fronte "progressista" - leggi:comunista - questo il fronte "moderato") con una ovvia operazione di scegliere l'avversario più debole, Casini pilatescamente si lava le mani della deriva morale cui porterebbero gli "intenti" della sinistra, a cominciare dalle unioni omosessuali che declassa al livello di "voto di coscienza", anticamera del disinteresse.
A fronte di tutto ciò, ancora non si vede il nuovo soggetto politico che il Cavaliere dovrebbe proporre e sul quale dovrebbe far perno quella larga fetta, penso ancora maggioritaria, di elettorato contraria alle aberranti degenerazioni degli "intenti" comunisti sostenuti dalla acquiescenza di Casini.
Penso che Berlusconi attenda di conoscere con quale legge elettorale si voterà e sarà rilevante, anche in campagna elettorale e per le scelte di ciascuno di noi, se ad ottenere il premio di maggioranza sarà la coalizione o il partito.
Sarà importante conoscere se ci sarà uno sbarramento rigido oppure se ci sarà un "diritto di tribuna".
Sarà importante conoscere il sistema di conteggio dei voti e ripartizione dei seggi.
Ma ancor più importante sarà ricompattare i voti del Centro Destra su pochi obiettivi qualificanti che potrebbero anche essere tre semplici negazioni che formerebbero già un programma positivo:
NO ALLA PATRIMONIALE
NO ALLE UNIONI OMOSESSUALI
NO ALLA CITTADINANZA E AL VOTO PER GLI IMMIGRATI.
Sono i tre punti essenziali sui quali dovremo, ognuno nella propria autonoma scelta di voto, chiedere al partito che voteremo di esprimersi con chiarezza, conditio sine qua non per mettere la croce elettorale sul loro simbolo.
PdL ( o come si chiamerà), La Destra, Forza Nuova, Lega, potranno anche marciare con liste divise e contrapposte per raccogliere l'adesione degli elettori del Centro Destra, ma dovranno essere uniti contro la deriva cui verrebbe indirizzata la Nazione dagli "intenti" comunisti sostenuti da Casini e dai suoi "modesti moderati".




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