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26 ottobre 2012

Dopo Berlusconi la guerra (alla sinistra) continua


E così Berlusconi ci ha fatto la sorpresa di rinunciare a concorrere per Palazzo Chigi.
Forse ... come scrive Feltri e come spero anche io.
Ma facciamo finta che sia reale la rinuncia che, comunque, è pienamente comprensibile e giustificabile sul piano umano.
A Berlusconi vada il ringraziamento degli Italiani, quelli veri, che da lui hanno ricevuto, per la prima volta nel dopo guerra, una speranza di cambiamento nel modo e nell'interpretare la politica.
Berlusconi esce di scena sicuramente più povero, economicamente, di quanto non fosse quando fece la sua discesa in campo, se non altro per i quasi seicento milioni che la ostile magistratura lo ha obbligato a pagare al suo arcinemico De Benedetti e che non avrebbe scucito se avesse seguito le orme prudenti dei Montezemolo e di tutti gli altri "imprenditori" che, tenendo famiglia, rifuggono dal dire quello che pensano e, soprattutto, dall'impegnarsi in prima persona per la collettività nazionale.
Berlusconi ha riunito il Centro Destra che, prima, era succube della pregiudiziale antifascista imposta dalla propaganda comunista.
Berlusconi ha distrutto "l'arco costituzionale" una infame costruzione teorica utile solo alla marcia comunista di occupazione dei centri di potere statale.
Berlusconi ci ha provato e forse poteva fare di più, ma proprio durante il suo mandato si sono verificati fatti tremendi come l'attacco islamico negli Stati Uniti dell'11 settembre 2001, il terremoto in Abruzzo e il fallimento di un colosso come Lehman Brothers' nel 2008, tutti affrontati, è bene sottolinearlo, senza mettere le mani nelle tasche degli Italiani, senza l'applicazione di tasse una tantum o "di scopo" come avrebbero fatto a sinistra e hanno effettivamente fatto con la tassa "sulla salute" o quella "sull'europa" Ciampi e Prodi o con la sottrazione del sei per mille, nottetempo, dai conti correnti dei risparmiatori come fece Amato).
Berlusconi ci ha provato, forse poteva fare di più, ma da solo, davanti ai tradimenti della Lega nel 1994, di Casini e Fini poi, è già molto che abbia governato per poco più di nove anni regalandoci il miglior periodo di governo da quando i socialisti furono imbarcati nella maggioranza da Fanfani nel 1962 e al governo da Moro nel 1963 con le successive nazionalizzazioni che segnarono l'inizio della fine della nostra economia.
Mentono sapendo di mentire quelli che parlano di venti anni di governo del Centro Destra mentre, purtroppo, sono stati poco più di nove e neppure consecutivi.
Ma se invece guardiamo all'influenza, alla caratterizzazione di questo periodo, sì, il Ventennio tra il 1994 e il 2012 andrà sotto il nome di "era Berlusconi" e mentre Silvio Berlusconi avrà un capitolo intero nei libri di storia, i suoi nemici da Ochetto a Prodi, da d'Alema a Casini e Fini, passando per Scalfaro, Ciampi e Napolitano avranno (forse ...) solo una riga come nota a piè di pagina.
Berlusconi ci ha provato, forse poteva fare di più, anche a riformare lo stato e qui siamo mancati noi elettori che abbiamo bocciato la riforma costituzionale del 2005.
Berlusconi ci ha provato, anche se forse poteva fare di più, a difendere i nostri risparmi e la nostra libertà di opinione e di comunicazione dalle pesanti intromissioni dello stato.
Lui è stato il primo a ridurre le tasse, ad abolire la tassa sui morti, ad abolire l'ici, poi, però, gli altri le hanno ripristinate appena tornati al potere.
Adesso Berlusconi (forse ...) si riposerà e gli auguro di godersi in piena salute per decenni i suoi soldi, a noi il compito di fare un altro passo in avanti con la realizzazione di quello che è stata l'incompiuta di Berlusconi: la creazione di un Centro Destra solido che possa realizzare il programma riformatore solo abbozzato da Berlusconi, restituendo i risparmi ai cittadini, garantendo la libertà individuale, allontanando lo stato dalle nostre tasche e dalla nostra vita.
Berlusconi con la sua rinuncia ha proposto le "primarie" del Centro Destra.
Personalmente sono contrario a tale strumento perchè credo che a decidere chi debba essere il capo di un partito e, quindi, il candidato alla presidenza del consiglio debbano essere gli iscritti, i militanti, i sostenitori, coloro cioè che con l'impegno personale, mettendoci la faccia, con una adesione in tempi non sospetti o finanziando le iniziative del partito, hanno contribuito alla sua azione.
Non mi piace che possa decidere, con parità di voto, un illustre sconosciuto che si presenta magari all'ultimo momento e poi non si fa più vedere, non ha distribuito volantini per strada non ci ha messo e non ci metterà la faccia.
Non è un discorso personalista perchè anche io non sono iscritto e, quindi, secondo le mie regole non dovrei votare.
E, al momento, non penso che andrò a votare neppure se mi fosse concesso.
A meno che la situazione non fosse tale da indurre a sostenere uno specifico candidato per la sua storia e per quello che rappresenta e potrebbe realizzare con la sua vittoria.
Ho letto tanti nomi, tante autocandidature, tante segnalazioni che poi non trovano riscontro neppure dal diretto interessato.
Inutile dire che il mio candidato ideale sarebbe un Berlusconi di venti o trenta anni più giovane.
Ma non c'è.
Sicuramente tutti i nomi che appaiono nel Pdl sono di caratura di gran lunga superiore ai Bersani, ai Renzi, ai Vendola, quindi non c'è un problema di persone, ma c'è il problema di avere qualcuno con il "quid", di cui parlava Berlusconi, che poi altro non è che il carisma e l'autorevolezza per trascinare un popolo, come quello di Centro Destra, che ha nell'individualismo la sua più grande virtù e il suo maggior difetto e per muoversi a favore di qualcuno deve essere fortemente motivato e trascinato.
Vedremo in questo mese e mezzo che ci separa dalle ipotetiche "primarie" quali saranno le regole e chi sarà realmente candidato.
L'importante, comunque, è che sia uno che riprenda i temi di Berlusconi sulle tasse, sulla libertà individuale, sull'anticomunismo.
Perchè dopo Silvio Berlusconi la guerra, alla sinistra, continua, con quel che verrà dopo il Pdl se risulterà idoneo o congelando il proprio voto con Forza Nuova.

Nota aggiuntiva dopo la sentenza di condanna in primo grado da parte del Tribunale di Milano. 
Ancora una volta abbiamo dimostrazione che non è possibile avere fiducia nella giustizia italiana.
La condanna di Berlusconi da parte del Tribunale di Milano troverà estimatori (a sinistra) e difensori del Premier eletto dagli Italiani nel 2008 (nel Centro Destra)

Chissà che questa condanna non spinga Berlusconi a ripensare al ripensamento e scendere nuovamente in campo per una battaglia campale contro il suo e nostro nemico di sempre: la sinistra.

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