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No alla deriva

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05 ottobre 2012

Il Centro Destra ritorna al futuro

L’annuncio è de “Il Giornale” : Berlusconi lascia il Pdl.
La battuta è ad effetto poi, a leggere l’articolo, si impara che tutti smentiscono la scissione e che Berlusconi starebbe solo preparando il nuovo contenitore del Centro Destra.
A confondere ancora di più le acque è il Cucù di Marcello Veneziani che, apprezzando il coraggio delle donne di Destra (Beccalossi, Frassineti, Santanchè, Meloni e la giovane siciliana di cui non ricordo il nome)  invita gli “ex” An a rompere gli indugi e, ferma restando l’alleanza di coalizione con gli “ex” Forza Italia, riunirsi a Storace per ricostituire il disciolto Movimento Sociale Italiano (non scrive proprio così, ma il senso, per me, è quello).
L’idea di Veneziani è, anche per me, sentimentalmente accattivante ( aggiungendoci anche Forza Nuova e tutti i movimenti della Destra Radicale !), ma si scontra con la realtà – e la politica è l’arte del possibile ! – che non può prescindere dalla legge elettorale.
Sicuramente un Centro Destra a più contenitori identitari riuscirebbe a convogliare meglio quella maggioranza di Italiani che vanificano il loro essere maggioranza con un eccesso di individualismo, di libertà di pensiero, di frammentazione, di pretese nei confronti della politica e dei propri politici (a sinistra sono di bocca molto, ma molto, ma molto “più buona” visto che i candidati leaders dalle loro parti si chiamano Bersani, Renzi, Vendola, Spini …).
Ma questo disegno potrebbe funzionare in caso di mantenimento dell’attuale legge elettorale, quando, alla fine, tutti i partiti corrono per se stessi portando però l’intera loro dote elettorale ad un unico candidato premier e ad una unica coalizione alla quale attribuire il premio di maggioranza.
Se la prossima legge elettorale sarà imperniata sul premio di maggioranza al partito, allora dividersi vorrebbe dire consegnare ai comunisti il primato quasi senza combattere.
E allora ?
Allora non mettiamo fretta al timoniere, non tiriamogli la giacchetta, non poniamo ultimatum, teniamo i nervi saldi e aspettiamo lo sviluppo delle trattative sulla legge elettorale.
Nel contempo non si rinunci a rinnovare il Pdl, a cominciare dal nome che dovrebbe comprendere nella sua ragione sociale i termini “Nazione” e “Federalismo”, utili anche se il nome del partito dovesse trasformarsi in nome della Coalizione.
Il Centro Destra ha idee, programmi, progetti e uomini di gran lunga migliori della sinistra.
Non facciamo che questa superiorità venga dispersa da un eccesso di individualismo e di identitarismo fine a se stesso.
Ricordiamoci che assieme possiamo, tutti, ottenere una parte dei quel che desideriamo.
Divisi non otterremmo neppure quel poco che si è ottenuto con i governi Berlusconi.
E il ripristino dell’Imu e della persecuzione fiscale con Monti sono lì a ricordarcelo ogni giorno.



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