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No alla deriva

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23 novembre 2012

Le primarie non appartengono alla nostra storia.Ma c'è un ma

Ho già avuto modo di esprimermi su questa americanata delle primarie che ritengo appartengano ad un costume politico, ad una storia sociale ed umana differente dalla nostra.
Negli Stati Uniti la partecipazione alle scelte non è una vuota formula liturgica, ma una connaturata espressione della politica e della amministrazione, insegnata ai bambini sin da piccoli, con l'esempio dei loro genitori che si organizzano in comitati e partecipano alle scelte della loro scuola.
Il decentramento e l'autonomia locale, anche e soprattutto nei piccoli borghi, è cosa reale, mentre da noi si tende a delegare, l'intervento popolare che condizioni la corporazione professionale non è gradita e, francamente, molti non saprebbero fare altro che creare confusione.
La politica è spesso indicata come "cosa sporca" e i bambini crescono con simile concetto come se fosse frutto di grande sapienza.
Per questo la nostra struttura politica è sempre stata articolata su partiti organizzati in cui la partecipazione era limitata agli iscritti, ai militanti, a chi "ci metteva la faccia" e nella maggior parte dei casi non solo quella, ma anche tempo e denaro.
A scegliere i dirigenti locali e nazionali, i candidati, erano i militanti, quelli che il partito lo sostenevano nei fatti.
E non era un caso se l'elettorato attivo fosse riservato a chi era iscritto da un certo tempo (sei mesi, un anno) e ancor più quello passivo.
Il voto, la scelta del segretario locale e nazionale era quindi frutto di conoscenza, con gli iscritti che votavano i delegati, fino al congresso nazionale dove una cerchia circoscritta di iscritti eleggeva gli organi nazionali o direttamente, negli ultimi tempi, il segretario.
Era giusto così.
Se fossi iscritto ad un partito che mette in palio Urbi et orbi, in cambio di una firma e di soli due euro, la propria leadership, probabilmente mi sentirei preso in giro e non andrei a votare.
Le primarie "all'italiana", sono solo uno scimmiottamento propagandistico di qualcosa che appartiene al costume politico altrui, non al nostro.
Spesso sono state occasione per mettersi in mostra (ricordo l'elenco dei "personaggi" come i banchieri Profumo e Bazoli che si mettevano in coda - ripresi dalle televisioni e intervistati dai giornalisti -  per votare il fallimentare Prodi nelle primarie comuniste !) e non hanno mai fatto emergere novità significative e utili.
Non credo neppure che sia un caso che sia stata la sinistra ad iniziare questa parodia democratica, perchè fortunatamente nel Centro Destra la Leadership è (era ...) qualcosa di serio ed è (era) connaturata al carisma ed all'autorevolezza del Capo, mentre a sinistra fa aggio l'assemblearismo massificante che, infatti, ha prodotto solo personaggi scoloriti e privi di autorevolezza (Prodi, Veltroni, Bersani) frutto della burocrazia di partito o dello stato.
Ma della sinistra, come ho avuto modo spesso di dire, me ne frego: un comunista vale l'altro e che ci sia Renzi, Vendola, Bersani o Pinco Pallino, per me nulla cambia.
Il fatto di appartenere a quella parte politica ai miei occhi lo squalifica automaticamente.
Mi interesso invece del Centro Destra e soprattutto del partito guida del Centro Destra che, inopinatamente, ha deciso di promuovere le primarie per il 16 dicembre.
Premesso che qualunque candidato fosse eletto per il Centro Destra sarebbe comunque superiore a qualunque candidato fosse eletto a sinistra in base al principio "il peggiore dei nostri è comunque migliore del migliore dei loro", condivido, se è vero quel che riportano i giornali, l'ostilità di Berlusconi che, ancora una volta, si rivela l'autentico interprete del Centro Destra.
Oltre ai motivi esposti, che ribadisco perchè credo fortemente che dirigenti e candidati di un partito debbano essere eletti dagli iscritti e militanti con una certa anzianità "di servizio", quando mai il Centro Destra si è affidato all'assemblearismo chiassoso e confuso per eleggere il proprio Leader ?
Leader è chi proietta sul prossimo il proprio carisma, la propria autorevolezza, il proprio progetto.
Come possono essercene dieci o dodici con la ambizione di essere eletti ?
Vero che ci sono persone capaci e meritevoli (Santanchè, Meloni, Cattaneo, Galan, Crosetto) ma non mi pare che, forse Santanchè a parte, abbiano quel carattere, quel "quid" per potersi definire "Leaders".
La Meloni e Cattaneo per via dell'età (credo che fra quattro o cinque anni lo potranno essere realmente) ma agli altri due il carisma manca proprio e pure sono più conosciuti degli altri.
Una scelta, tra l'altro secca, senza ballottaggio, in contemporanea, impedisce inoltre quel che negli Stati Uniti è una naturale selezione, con i candidati la cui proposta viene nelle prime votazioni bocciata dagli elettori che "confluiscono" su candidature affini, più forti.
Alfano ha sbagliato nel non ascoltare Berlusconi e temo che si ritroverà con una patata bollente in mano (e forse non solo lì ...).
Se, come scrivono oggi i pettegoli nei giornali, Berlusconi avesse già deciso di formare una sua lista, sbarazzandosi di tutto l'apparato, l'appuntamento del sedici dicembre non avrebbe più alcun senso, se non quello di far uscire allo scoperto l'ala montiana (e senza voti popolari) del PdL.
Vi sono quindi numerose e validissime ragioni per non perdere tempo ad andare a votare il sedici dicembre, ma c'è un grande, grandissimo "ma".
Nonostante tutto quello che ho scritto, nonostante l'ostilità filosofica all'importazione di simile americanata e nonostante la praticità zero della stessa, il PdL è, ad oggi, il partito guida del Centro Destra, quello attorno al quale dovrà necessariamente costituirsi l'opposizione ai comunisti ed alla "agenda Monti".
Nessun altro partito è in grado di svolgere quel compito, non la Lega, non La Destra, ancor meno Forza Nuova.
Il Centro Destra non può prescindere dal PdL (o da come si chiamerà) come forza centrale della Coalizione.
Meglio sarebbe se il PdL fosse ancora il "partito di Berlusconi".
Ottimo se Berlusconi decidesse di costituire una sua lista personale.
Finchè però tale ipotesi sarà solo frutto degli scritti pettegoli di qualche giornalista "bene informato", non può rientrare nelle valutazioni politiche e, quindi, si deve ragionare come se alle prossime elezioni il PdL ci fosse e ci fosse con il candidato scelto dalle primarie.
Esposti quindi tutti i motivi per cui le primarie sono una corbelleria, è da valutare se, al modico costo di due euro, non sia invece opportuno esprimere il proprio voto per la scelta del candidato di Centro Destra che, in alternativa a Berlusconi, preferiremmo vedere alla guida della nostra Coalizione.
La mia risposta è "".
Sì, è opportuno che, in questa situazione, l'elettore di Centro Destra faccia uno sforzo, faccia violenza sulle sue abitudini e scelga bene.
Scelga un candidato che possa il più possibile sostenere quell'Italia contro le tasse, contro il meticciato, contro la degenerazione e la perversione nei costumi che invece rappresenta la sinistra e, in parte, il montismo
Con tutto il rispetto per Galan e Crosetto che mi sembrano ottimi nel profilo economico, troppo liberali su quello dei costumi e non conoscendo Cattaneo, la scelta si restringe a due soli nominativi: Giorgia Meloni che, già ora, rappresenta la continuità della vecchia Fiamma e che sicuramente otterrà il voto di tanti della mia generazione e Daniela Santanchè la cui età ed esperienza (anche come candidato Premier nel 2008) ne rendono più autorevole la candidatura.
Personalmente non ho ancora deciso.
La Santanchè meriterebbe il riconoscimento per le battaglie cui ha dato luogo - spesso da sola ma mai intimidita - nei dibattiti televisivi rappresentando l'Italia che non si riconosce nel degrado comunista e in quello montiano e anche perchè ha un linguaggio più simile a quello di Berlusconi e, quindi, risulta di gran lungo più invisa alla sinistra (e questo è un punto enorme a suo favore).
La Meloni però rappresenta la Storia di una Comunità, oggi dispersa, ma che nel suo nome potrebbe ritrovarsi.
La Meloni, secondo i sondaggi (non so quanto credibili) apparirebbe inoltre più votata e, quindi, più favorita nel suo ruolo di antagonista di Alfano e se i sondaggi fossero fondati, sarebbe fondamentale per il futuro del PdL e del Centro Destra sostituire il filomontiano Alfano con un candidato Premier che metta la parola "fine" all' "agenda Monti".
Ancora una volta vedrei benissimo una confluenza su un unico candidato prima del sedici dicembre, perchè l'elettorato di Centro Destra è antimontiano e lo sarà ancora di più a metà dicembre dopo aver pagato il saldo dell'imu, la tassa rapina voluta da Monti sulle nostre case.




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1 commento:

Giulio ha detto...

Se vince la sinistra, entro un anno avremo sicuramente:
-Aumento tasse
-Patrimoniale
-Ius Soli
-Obbligo di pagamenti elettronici sopra 50€
-"Matrimoni" gay

Io andrò a votare nonostante non veda un leader. Voterò anche in base alle possibilità che il candidato ha di vincere le elezioni, quelle vere.