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No alla deriva

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20 gennaio 2013

Perchè dovrei votare chi mi vuole tassare ?


Una campagna elettorale è fatta di polemiche, battute, esagerazioni, provocazioni, ma anche di riflessioni e ragionamenti.
Nel momento in cui sono delineati gli schieramenti (da una parte Bersani, Vendola, Monti, Ingroia, Casini con tre coalizioni apparentemente distinte e dall'altra Berlusconi, Meloni, Storace, Maroni in una unica coalizione) è necessario domandarsi il "perchè" si sceglie una delle due parti.
Il voto serve per sostenere chi si pensa possa consentirci di vivere meglio.
Nel voto esprimiamo le nostre speranze, le nostre inquietudini, le nostre idee e le nostre repulsioni.
La scelta che andremo a fare il prossimo 24 e 25 febbraio non potrà prescindere dalla domanda: chi ci può garantire di farci stare meglio ?
Non avendo la palla di vetro non possiamo che basarci sulla storia dell'immediato passato che ha visto come protagonisti gli stessi personaggi che, oggi, ci chiedono il loro voto.
La risposta, allora, non potrebbe che essere più chiara: Berlusconi ci garantisce una vita migliore rispetto a quanto potrebbero fare Bersani, Monti, Vendola, Casini, Ingroia e compagni.
Lo dicono i fatti e i numeri.
Una eloquente tabella tratta da "Soldionline" (scelta come immagine di questo post) e predisposta in base ai dati Istat, sconfessa totalmente l'ultima affermazione di Bersani in apertura della campagna elettorale, per cui con Berlusconi la pressione fiscale sarebbe aumentata di quattro punti.
E' smentito anche Casini che, dimentico del ruolo avuto dal suo partito nei governi dal 2001 al 2006, accusa Berlusconi di aver promesso e non mantenuto.
E pure Monti viene sbugiardato, visto che proprio per colpa sua la pressione fiscale ha raggiunto il record.
Del resto non poteva essere che così, perchè con Berlusconi:
  • aliquote irpef ridotte nel 2002 e soprattutto nel 2005;
  • abolizione dell'ici;
  • abolizione delle tasse di successione e donazione;
  • nessuna "una tantum" o "tassa di scopo" neppure a seguito di eventi catastrofici come l'attacco islamico a New York e Washington, il terremoto in Abruzzo, il fallimento Lehman.
Con i governi della sinistra e dei tecnici, invece, siamo stati "gratificati" di:
  • aumento degli estimi catastali sui quali viene calcolata l'ici e oggi l'imu nel 1996 con Prodi (il 5% in più ancora oggi calcolato) e con Monti (il 60% in più con l'imu anche sulla prima casa);
  • aumento delle aliquote irpef nel 1997 e nel 2006 con Prodi
  • aumento delle tasse sui risparmi con Monti;
  • introduzione della "Tobin tax" con Monti;
  • aumento dell'iva con Monti;
  • reitroduzione delle tasse di successione e donazione con Prodi.
La tendenza è chiara.
Con Berlusconi siamo stati meno tartassati che con la sinistra e Monti.
Uno, allora, penserebbe: però lo stato che ha incassato di più con le nostre tasse ha ridotto l'indebitamento.
Purtroppo non così, perchè la disponibilità di più denaro derivante dall'esproprio dei nostri risparmi e dei nostri redditi è stato utilizzato dai burocrati della sinistra e di Monti per alimentare il debito pubblico invece di ridurlo, aumentando le spese.
Così a novembre 2011, quando Berluscon fu costretto da un complotto internazionale supportato da quinte colonne interne a rassegnare le dimissioni, il debito pubblico italiano ammontava a circa 1780 miliardi di euro, mentre nei giorni scorsi ha sfondato la soglia dei 2000 miliardi.
Un aumento di oltre 200 miliardi in tredici mesi di governo Monti, nonostante questi "professori" abbiano incamerato 25 miliardi dalla rapina sulle nostre case perpetrata con l'imu, più i soldi delle tasse aumentate sui risparmi, sulle transazioni finanziarie, sull'iva.
Chiaro a tutti che la spesa pubblica, il macigno che pesa sul nostro futuro, non è stata minimamente intaccata e che i nostri sacrifici richiesti dalla sinistra e da Monti servano solo a continuare a spendere, senza alcuna prospettiva futura.
La stessa campagna elettorale appena iniziata ripercorre le medesime strade, con Berlusconi che propone di abolire l'imu per la prima casa e ridurre le tasse, tagliando di ottanta miliardi la spesa pubblica.
Mentre Bersani e Monti sono costretti a promettere la riduzione delle tasse e ad ammettere la crudeltà dell'imu, ma con formule assai ambigue.
Monti che parla di riduzione del peso fiscale "quando la situazione lo consentirà" (ricordandomi il "mago" Giucas Casella: le tasse diminuiranno solo quando lo dirò io !) e che copia le proposte di Berlusconi per l'esenzione fiscale alle aziende che assumono giovani e Bersani che fa notizia perchè cambia idea sulla patrimoniale affermando che "esiste già" ed è l'imu che dovrebbe essere resa progressiva (e già questo significa un inasprimento della tassazione, perchè non ho mai visto una "rimodulazione" del peso fiscale a favore dei cittadini), introducendo una ancor più vessatoria politica di controllo di polizia fiscale con la "tracciabilità" del denaro, cioè il Grande Fratello orwelliano in chiave fiscale italiana, affidata probabilmente agli stessi gabellieri di Befera che oggi operano in base a redditometri e accertamenti induttivi e con l'onere della prova a carico dei cittadini.
E queste sono solo note, brevi, per un post in internet, sufficienti a dare un'idea del costo differente che avrebbe un governo Berlusconi o un governo Bersani/Monti, basate sul quanto è realmente accaduto in passato.
In questa sede non ho affrontato le questioni più marcatamente di scelte ideologiche che, pure, Bersani minaccia di porre all'approvazione del primo suo eventuale consiglio dei ministri e che comunque comportano un costo.
Perchè concedere la cittadinanza e il voto agli immigrati o dare dignità di legge alle unioni tra omosessuali non è affatto "a costo zero" per le casse pubbliche, perchè ai "nuovi italiani" o ai "nuovi sposi" andrebbero riconosciute tutte quelle agevolazioni che oggi non lo sono e che comportano un aggravio di spese per lo stato, aumentando e non riducendo la spesa e il debito pubblico, tutte da pagare con i soldi espropriati dai nostri risparmi e dai nostri redditi con le tasse.
Berlusconi è credibile, quindi, quando ci propone una situazione meno oppressiva rispetto ai suoi antagonisti.
Qualsiasi persona di buon senso non potrebbe che rispondere alla domanda iniziale che no, non ho alcun motivo per votare chi mi prospetta un aumento della pressione fiscale perchè la sua storia mi dice che tale è la sua politica.
Qualunque persona di buon senso, anche se delusa perchè non è stato fatto abbastanza in passato, proprio da quel (poco o tanto) che è stato fatto in passato, comparandolo con quel che hanno fatto Bersani e Monti, sceglierebbe Berlusconi.
Gli Italiani hanno l'occasione, il 24 e 25 febbraio, di mostrarsi persone di buon senso.




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2 commenti:

IL CRONISTA ha detto...

Infatti! Avendo la possibilità finalmente di dare un bel voto, rumoroso, di protesta. Fine a sè stesso? Può darsi, questo saranno i semplici cittadini stessi a determinarlo con la loro bravura a o meno ad amministrare. E poi dopo questa più che plausibile protesta il movimento potrebbe abche sciogliersi. Ma si ripartirà con altri principi dopo aver dato un bel calcio nel sedere alla partitocrazia che si spende i ns soldi a putt*** e con le macchinette mangia ssoldi. Non dirmelo, lo so! UTOPIA. Ma ogni tanto non guasta ;.)

Massimo ha detto...

Io preferisco l'uovo oggi che una gallina (forse) domani. Con Berlusconi so che l'imu verrebbe tolta. Poco ? Tanto ? Sicuramente mi tornerebbe in tasca più di quel che mi tornerebbe con chiunque altro suo oppositore.