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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

03 marzo 2013

Senza una maggioranza omogenea

Carlo Azeglio Ciampi è il responsabile dell’attuale stallo, dei danni che ne derivano, della mancanza di una maggioranza parlamentare chiara e coesa.
O, precisamente, il predecessore di Napolitano è responsabile di una legge elettorale che vediamo funziona benissimo alla camera, ma non altrettanto al senato.
Ciampi ha infatti imposto che, in cambio della sua firma per la promulgazione della legge, al senato il premio di maggioranza fosse frazionato per regioni e non conteggiato a livello nazionale.
Alcuni “puristi” dell’assemblearismo e delle chiacchiere che loro chiamano “democrazia”, storceranno il naso sul fatto che una coalizione, come quella di sinistra, che non ha raggiunto il 30% dei voti validamente espressi e, per di più, ha sopravanzato la coalizione concorrente di soli 120mila voti, possa governare.
Ma la scelta è tra l’ingovernabilità della rappresentanza proporzionale e il governo della minoranza più forte.
Certo, se questa minoranza si propone azioni devastanti, completamente ostili all’altra grande minoranza (leggi di privilegio per gli omosessuali, esproprio degli immobili, taglieggiamento dei redditi, razzie sui risparmi, accoglienza con tanto di regalia di cittadinanza e voto per stranieri che nulla hanno a che spartire con la nostra terra e con la nazionalità Italiana, cessione di larghe fette di Sovranità ad enti internazionali senza il consenso dei cittadini, introduzioni di leggi punitive della libertà di opinione e di manifestarla) allora molto, ma molto meglio nessun governo e quello di Ciampi diverrebbe un merito e non più una colpa.
Ma in una Nazione veramente tale, dove le parti, pur differenziandosi su aspetti progettuali, avessero a base gli stessi Valori e Principi fondanti della comunità, la governabilità diventa un bene.
Ma tutta questa è pura e semplice teoria, la politica è l’arte del possibile e cosa c’è di possibile in Italia oggi ?
L’unica possibilità è un governo ancora una volta extraparlamentare, una sorta di “governo del re”, presieduto da un soggetto che sarebbe potuto essere, questa volta legittimamente, un Monti (ma oggi non più Monti Mario che si è bruciato schierandosi) che si presentasse in parlamento per ottenere la fiducia su pochi punti per “mandare avanti” lo stato, senza intaccare le scelte di fondo e restituire a giugno la parola agli elettori.
Quali provvedimenti ?
Il primo e principale per restituire dignità allo stato è, se non abolire e restituire compito prettamente politico, sospendere il pagamento dell’imu di giugno, lasciando al governo che verrà, eletto dal Popolo, deciderne la sorte definitiva.
Il secondo è riformulare la legge elettorale per garantire la governabilità.
Escludendo il ritorno al proporzionale le strade sono soltanto due:
  • un maggioritario uninominale secco senza alcun “recupero” proporzionale e senza la pagliacciata del doppio turno che favorirebbe il mercimonio dei voti;
  • un maggioritario, come l’attuale, dove vince la coalizione che prendesse più voti, consentendo anche al senato il premio in base ai voti nazionali e non regionali.
Naturalmente dovrebbe e potrebbe essere anche introdotta la decadenza automatica per chi, come Fini e i suoi o a seguito dello “scouting” di Bersani sui senatori grillini , cambiasse casacca dopo essere stato eletto per una coalizione o lista.
Il resto, solo ordinaria amministrazione, perché un “governo del re” non ha alcun titolo per interferire nei rapporti politici o per imporre tasse o organizzare riforme.
Per un governo del genere credo che Berlusconi, Bersani e Grillo potrebbero benissimo votare la fiducia in parallelo, sbloccare lo stallo e affrontarsi in una ordalia elettorale tra aprile e giugno.



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1 commento:

marshall ha detto...

Perfetto, e condivido.