Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 aprile 2013

Il partito delle tasse rialza la cresta

C'era da aspettarselo.
Le ambiguità espresse da Letta in merito ad un improbabile, ambizioso e troppo costoso programma di governo emergono sull'unico provvedimento che sembrava chiaro: l'eliminazione dell'imu.
Letta, invece di parlare di abolizione, cancellazione o simili, ha parlato di sospensione della odiosa tassa patrimoniale che colpisce la casa degli Italiani (quelli veri non quelli "nuovi") dando l'opportunità al partito della tasse che si annida a sinistra (Delrio, Bindi, Franceschini) di sbraitare che è solo un rinvio per non far pagare la tassa "ai più poveri" ma che, in realtà, vogliono togliere denaro agli Italiani di nazionalità per accontentare gli immigrati con il reddito di cittadinanza e gli omosessuali con il "matrimonio" che imporrebbe anche assistenza sanitaria estesa al "coniuge" e reversibilità della pensione.
Bene ha fatto Berlusconi a rimarcare come senza abolizione dell'imu il PdL direbbe addio al governo.
Credo che Berlusconi, con la sua coerente politica svolta durante la campagna elettorale e la lineare condotta del dopo voto, abbia dimostrato che la sua non è una minaccia fondata sulla sabbia.
Letta abolisca l'imu hic et nunc oppure non trasferisca neppure i bagagli  a Palazzo Chigi, perchè la sua permanenza sarebbe brevissima.


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Letta stamperà euro in cantina

Niente imu a giugno.
Niente aumento dell'iva a luglio.
Reddito di sostegno per le famiglie più povere.
Detassazione per chi assume.
Mi sembra un programma ambizioso e costoso.
O Monti si era inventato le tasse per puro sadismo verso gli Italiani, oppure Letta promette ciò che non ha ed ha aperto una zecca in cantina.
Non sarebbe stato meglio limitarsi ad eliminare l'imu, scrivere una legge elettorale migliore e poi tornare al voto invece di darsi una improbabile prospettiva pluriennale con le inevitabili delusioni ?
Anche Monti era entrato in carico tra gli "ola" dei gran parte degli Italiani.
Poi ne è uscito a pezzi e totalmente "nudo" davanti alla sua personale inettitudine e impotenza ...



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29 aprile 2013

Occhi aperti

Il discorso di Letta è un programma quinquennale, di legislatura, ben oltre la naturale durata di questo governo di seconde e terze file.
Abbastanza bene sull'imu e sull'iva, ma si deve restare vigili perchè lo stop all'imu a giugno non significa abolizione e "riformare la tassazione sulla prima casa" non significa (anzi è il contrario) che la prima casa sia esente da imposte come dovrebbe essere.
Le altre sono enunciazioni di rito, che lasciano il tempo che trovano.
Il giudizio resta sospeso con una intonazione positiva, ma una volta scongiurata la patrimoniale sulla casa si torni al voto.


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I paletti dell'inciucio

Governare assieme ai comunisti non mi piace, ma l'esito delle elezioni lasciava, come unica alternativa, un nuovo voto che, però, imponeva preventivamente l'elezione di un presidente della repubblica che potesse sciogliere le camere.
Senza inciucio ci saremmo trovati con Prodi o Rodotà presidenti, Bersani al governo, una ventina di di senatori pronti a votargli la fiducia in dissenso con il proprio gruppo "conquistati" dallo "scouting" di Bersani (che non sarebbe mai stato indagato ...), le elezioni rinviate di almeno un paio di anni e provvedimenti sicuri come nuove tasse, cittadinanza e voto per gli immigrati e "matrimonio" degli omosessuali per accontentare la propria base offendendo quella di Centro Destra.
Il governo Letta è, come per la riconferma di Napolitano, il meno peggio.
Non possiamo essere sicuri che non ci siano nuove tasse, soprattutto con Saccomanni all'economia.
Non possiamo essere sicuri che non si tenti di concedere cittadinanza e voto agli immigrati, soprattutto con una congolese al ministero della (dis)integrazione appositamente creato da Monti (e confermato da Letta e Napolitano) per fare gli interessi dei non Italiani a scapito degli Italiani.
Non possiamo essere sicuri che non si tenti di accondiscendere ai capricci degli omosessuali, soprattutto con un ministero importantissimo come gli Esteri attribuito ad una come la Bonino (la cui "storia" parla per lei) che, in aggiunta, non favorirebbe certo il recupero di Sovranità e Identità Nazionale in ciò sicuramente supportata dalla prussiana ex DDR che sembra quasi imposta dalla sua connazionale Merkel (stesse radici) per riferire quali ministri e quali forze politiche sono filo o anti tedesche.
Ma altrettanto non sicuri di ottenere quello che desiderano sono i gabellieri di stato e di europa, gli immigrazionisti, gli omosessuali.
Insomma, palla al centro e, dopo aver fatto tutto il possibile per evitare il peggio, vediamo cosa si riesce ad ottenere in positivo.
Sono quindi i paletti dell'inciucio, quelli, cioè, che rendono valido l'inciucio, a determinare il destino del governo e il giudizio sul medesimo.
I primi due sono di assenza: nessuna legge che favorisca la cittadinanza e il voto per gli immigrati e nessuna legge che elevi a dignità di legge il capriccio del "matrimonio" omosessuale.
Ma prima ancora, sin dalla prima riunione del consiglio dei ministri, il segnale deve essere quello della abolizione dell'imu sulla prima casa di cui dovremmo, fra poco più di un mese, di nuovo pagare la prima rata.
Basta davvero poco, un solo articolo di legge che dica: le case in cui il proprietario ha eletto la propria residenza o domicilio sono esentate da qualsivoglia imposizione fiscale.
Se Letta vorrà assumere questo provvedimento, allora il PdL potrà continuare a sostenere il suo difficile (e dagli orizzonti temporali limitati) cammino.
Se questo provvedimento non dovesse essere assunto subito, in modo da non farci pagare la rata di giugno, allora la delegazione del PdL al governo dovrebbe dimettersi e lasciare Letta al suo destino.
Lo sapremo oggi, dalle dichiarazioni programmatiche.


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28 aprile 2013

Abbassare i toni

Sinistri presagi funestano l'insediamento di Letta.
Una sparatoria davanti a palazzo Chigi proprio mentre il nuovo governo prestava giuramento.
Non sappiamo (e non sapremo mai) se lo sparatore sia uno "squilibrato" oppure una persona normalissima che, con i suoi problemi, voleva manifestare in modo eclatante la rabbia verso chi ritiene responsabili della sua situazione.
E non sono i Carabinieri, bensì coloro che i Carabinieri e i Poliziotti continuano a difendere anche a costo della loro stessa incolumità.
Non lo sapremo mai perchè la parola d'ordine è "abbassare i toni" e cosa c'è di meglio che ridurre l'azione dimostrativa in una azione di follia di uno squilibrato che gira per le strade solo grazie alla legge Basaglia ?
Non è quindi possibile analizzare il perchè dell'azione, mentre è possibile commentare la parola d'ordine che, tornando a Bologna, ho ascoltato per radio nei vari commenti: abbassare i toni.
Certo, si possono abbassare i toni.
Ma tutti gli insulti che sono stati lanciati per venti anni contro Berlusconi e il Centro Destra cosa rappresentano se non la tracimazione dei toni e l'imbarbarimento della politica e le radici di una rinnovata violenza ?
Chi sta bene, chi ha la fortuna (non sempre o non solo per suo merito e capacità) di avere un buon reddito, una casa, un lavoro, una  famiglia serena, una vita agiata, può "abbassare i toni".
Anzi, riflettendoci mentre guidavo, penso che una parte del mio tendenziale "favor" verso il governo Letta-Berlusconi sia dovuto alla mia personale situazione, disponibile ad "abbassare i toni" per poter meglio godere di quel che ho e/o che spero di conseguire.
Ma sarei tanto disponibile se non fossi in tali condizioni o, piuttosto, non avrei "la bava alla bocca", pensando che se  io non ho, neppure gli altri devono avere e che, perso per perso, non mi interesserebbe nulla se contribuissi a sfasciare tutto ?
Muoia Sansone con tutti i filistei.
Cosa deve pensare un "esodato"; un cassa integrato, un disoccupato e un inoccupato ?
Cosa devono pensare tutti coloro che vedono sfumare i risparmi di una vita investiti in una casa per un pignoramento ?
Cosa devono pensare quelli che sono quotidianamente vessati dalla burocrazia e dalle cartelle di Equitalia ?
Sì, io egoisticamente, posso "abbassare i toni", ma voi al governo restituiteci i nostri soldi, togliete l'imu, abbassate le tasse, pensate a noi Italiani e non ad una improbabile "integrazione" degli stranieri che sono tutt'altro che "una risorsa" perchè interessati solo a ricevere e pronti ad andarsene quando le cose vanno male perchè questa terra NON E' LA LORO TERRA !
Letta e soci pensino bene a quello che faranno, perchè se anche l'episodio di oggi fosse stato realmente un atto da squilibrati, quelli che già stanno bene, con la pancia piena, "abbasseranno i toni", ma quelli che la pancia cominciano ad averla vuota ed ai quali non viene offerta alcuna prospettiva, potrebbero assumerlo ad esempio.
Solo un governo che agisca nell'interesse degli Italiani (quelli veri non quelli "nuovi") potrà far "abbassare i toni".



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27 aprile 2013

Al governo con gli impresentabili

Sono stati necessari due mesi e svariate capocciate contro il muro, per convincere i comunisti che le strade, viste l'esito del voto di febbraio, erano solo due: voto o governo di larghe intese.
Poichè a sinistra, nonostante le sberle prese, non sono ancora completamente suonati, hanno capito che il voto li avrebbe ricacciati all'opposizione e, così, hanno accettato di fare un governo con gli impresentabili del PdL, con il "blocco berlusconiano" come lo chiama l'alleato sedotto e abbandonato, Vendola.
Molto più delle parole sarà importante quel che il governo Letta-Alfano potrà realizzare nella sua, presumo, breve vita prima di tornare alla "normalità" con nuove elezioni.
Probabilmente la strategia di Berlusconi ha evitato il peggio, rappresentato dall'elezione al Quirinale di Prodi o Rodotà da parte di una maggioranza tra comunisti e grillini cui sarebbe seguito un governo Bersani (perchè una ventina di senatori sarebbe riuscito a rappattumarli per avere la fiducia) e una serie di leggi abominevoli come ulteriori tasse, l'introduzione dello ius soli con la concessione della cittadinanza e del voto agli immigrati, l'elevazione a dignità di legge dei capricci omosessuali, in particolare il "matrimonio" tra di loro.
Evitato il peggio, la coerente linea di Berlusconi ha portato al governo Letta di cui conteranno le azioni, ma anche i nomi.
Su questo devo dire che, forse, si è concesso troppo per salvare la faccia al pci/pds/ds/pd.
Io avrei trattato i ministeri (quali e quanti) e riservato ai singoli partiti la scelta dei nomi.
Il PdL ha schierato una buona squadra, ma troppo sbilanciata sul fronte delle colombe.
Qualche riserva anche sulla ripartizione geografica dei nomi PdL.
Nel complesso, però, pur essendo nomi di secondo piano e con una immagine "dialogante" (sin troppo) sono persone che danno una caratterizzazione politica alla presenza del Centro Destra.
Nel rispetto del principio poc'anzi espresso, non giudico le scelte altrui.
Mi limito ad esprimere totale dissenso per la nomina della Bonino , il cui unico atto apprezzabile sarebbe offrirsi in ostaggio all'India al posto dei nostri Marò (e là restare definitivamente) e di due ministri di nazionalità straniera con la sola cittadinanza italiana.
Il programma, infine.
Se ci sarà una riduzione dell'imposizione fiscale che restituisse ai cittadini, a TUTTI i cittadini, maggiore capacità economica, sarebbe già una impronta positiva.
Se ci sarà una maggiore resistenza alla protervia tedesca, sarebbe già un passo verso la giusta direzione.
Se venisse introdotto il presidenzialismo con l'elezione diretta del presidente della repubblica, sarebbe una svolta importante.
Se, poi, venisse abolita l'imu sulla prima casa (non oso sperare ancora nella restituzione di quella pagata nel 2012, per tale beneficio dovremo aspettare la vittoria del Centro Destra alle prossime elezioni) , se si riuscisse a coalizzare le nazioni europee per mettere all'angolo la Germania, archiviare la costituzione del 1948 per una nuova, più snella e flessibile, allora sarebbe un successone, ascrivibile essenzialmente a Berlusconi che diverrebbe, in tal modo, il Padre della Patria assieme a Napolitano.
Ma per questo bisognerà attendere i primi passi concreti del governo.


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26 aprile 2013

Occasione unica per la pacificazione nazionale


I tempi di crisi sono anche tempi di opportunità e l'Italia ha, oggi, una grandissima opportunità che può cogliere: archiviare la guerra civile iniziata nel 1919-1920 e proseguita con il Fascismo, l'antifascismo, la prima repubblica, il compromesso storico, il berlusconismo e l'antiberlusconismo.
L'esito delle elezioni di febbraio ha segnato la non vittoria di tutti e l'impossibilità di formare un governo di parte.
La rielezione, la prima nella storia, del presidente della repubblica uscente ha certificato l'impossibilità di una maggioranza di parte.
La individuazione di un governo comprensivo delle maggiori forze politiche ad esclusione volontaria dei grillini è l'opportunità per archiviare il passato.
Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto.
Per dirla in linguaggio moderno: resettiamo tutto e ricominciamo dall'Italia.
Ricominciamo dalle Idee, ricominciamo dai Valori, ricominciamo dal confronto sulle questioni concrete non nominalistiche.
Ricominciamo e costruiamo una nuova Italia, archiviando con il passato anche una costituzione superata e ingessata, creata per impedire un governo che decida.
Ricominciamo e costruiamo una nuova Italia individuando una vera, autentica, condivisa Giornata di Festa Nazionale che non potrà essere il 25 aprile, il 2 giugno o il 28 ottobre.
Ricominciamo e costruiamo una nuova Italia dove i magistrati applicano le leggi approvate dal parlamento e non vadano a caccia di orchi in base a teoremi ideologici o si mettano ad interpretare e adattare le norme a particolari esigenze.
Ricominciamo e costruiamo una nuova Italia dove sia lo stato ad essere al servizio del cittadino e non viceversa.
Ricominciamo e costruiamo una nuova Italia dove siano premiati capacità e merito.
E' facile a scriversi, molto meno a farsi e lo si comprende benissimo vista la totale contrapposizione di questi anni che, se anche si è manifestata su personalismi (Berlusconi sì, Berlusconi no) trova in principi e valori non negoziabili (proprietà privata, tasse, intervento dello stato, libero Mercato, politica energetica, politica dell'immigrazione, europa unita, costumi ...) altrettanti motivi di profondo contrasto.
Ma l'opportunità è, per definizione, una circostanza favorevole da cogliere, non una facilitazione, anzi spesso le migliori opportunità richiedono un percorso irto di difficoltà.
Se Letta riuscirà a formare un governo di larghe intese, sarà solo un primo passo, forse il più facile, per cogliere l'opportunità storica che la nostra Nazione ha davanti.
Perchè possa iniziare il cammino, però, non devono essere posti veti agli uomini del "blocco berlusconiano".
La sinistra, con solo lo 0,3% in più dei voti, si è accaparrata le quattro principali cariche istituzionali cui viene aggiunta la quinta (presidenza della corte costituzionale) da sempre in sue mani per tutta una serie di circostanze sfavorevoli alla equità rappresentativa.
E' naturale che in un governo ad "alta intensità politica" come quello che Letta può formare, il PdL abbia diritto ad alcuni, determinanti dicasteri, da scegliere tra l'Economia, la Difesa, gli Esteri, gli Interni, il Welfare, la Giustizia, l'Istruzione, la Sanità,  lo Sviluppo Economico,  le Riforme Istituzionali, oltre alla vicepresidenza.
E per tutti gli incarichi dovrà essere il PdL a scegliere i propri uomini da mandare al governo, senza veti da parte della sinistra, come il PdL non dovrà porre veti agli uomini dei partiti della coalizione governativa che andranno a riempire i rispettivi tasselli.
Il secondo passo del governo non potrà che rappresentare un segnale di libertà verso i cittadini abolendo l'imu sulla prima casa sin dalla rata di giugno.
Il resto può essere tutto messo in una aperta discussione per raggiungere il necessario compromesso che possa portarci a nuove elezioni da giocarsi su progetti di società, anche opposti, ma non su contrapposizioni personali magari supportate da toghe che sconfinano in politica.
Sarebbe la rivincita della politica che riaffermerebbe il proprio primato e sarebbe la prima pietra per una nuova Italia che archiviasse, lasciandoli alla Storia, gli ultimi cento anni della propria vita.



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25 aprile 2013

Letta come don Abbondio

Pare che anche Enrico Letta si sia piegato al diktat dei grillini circa le consultazioni in streaming.
Comincia male, il premier incaricato se, invece di indirizzare un "vaffa" a tale richiesta (che avrebbe avuto un clamoroso successo di popolo) si adegua alle loro condizioni come un Bersani qualunque.
Mi domando se Amato sarebbe stato così don Abbondio.


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Via l'imu o via Letta

C'è un punto sul quale il PdL e Berlusconi devono essere chiari e far seguire alle parole i fatti: via l'imu !
Se non viene assunto (e c'è tutto il tempo) il provvedimento prima della prima rata di giugno, si tolga l'appoggio al governo e, quindi: via Letta !
Sulla abolizione della odiosa tassa sulla prima casa si gioca la credibilità del futuro governo.
Se non ci si riesce, meglio capitalizzare il consenso cresciuto di pari passo con la seria linea seguita dopo il voto di febbraio e tornare alle urne se non a giugno, almeno a settembre-ottobre.


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24 aprile 2013

Un governo Letta-Letta ?

E così l'eterno vice diventa primattore.
Avrei considerato meno peggio Amato per le considerazioni espresse questa mattina, purtroppo i numeri impongono una scelta all'interno della sinistra e non è che ci sia tanta ... scelta.
Adesso si apre la partita dei ministri.
Il PdL, davanti ad una scelta politica, deve fare scelte altrettanto politicamente marcate.
Quindi non credo adatto al ruolo di cane da guardia lo zio del premier incaricato (facili le ironie su un governo Letta-Letta) e neppure il "saggio" Quagliarello che mi appare troppo moderato.
Io piazzerei una Santanchè come vice per mordere le terga del Letta di sinistra, ma poichè temo che questo rimanga un mio desiderio, credo che il PdL debba mettere al governo ministri la cui immagine riporti direttamente al partito ed alla linea berlusconiana.
Avevo letto di Alfano vice e della Gelmini all'Istruzione.
Ecco mi sembrerebbe una soluzione ragionevole e di buona immagine.



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Teodoro Buontempo R.I.P.

A sorpresa questa mattina il giornale radio mi informa del decesso di Teodoro Buontempo.
Non sapevo che fosse malato.
Colpisce come la morte di una persona che, pur non avendola mai conosciuta di persona, ha rappresentato una parte della propria storia, in questo caso politica.
L'amico Josh in Svulazen ha brevemente illustrato l'uomo, il politico, il militante, il rappresentante istituzionale.
Qui mi piace evidenziare un impegno ideale che non si è mai prestato a sotterfugi per acquisire interessi personali coma la sua lunga militanza missina e poi, quando avrebbe potuto ben capitalizzarla, l'adesione a La Destra di Storace di cui fu Presidente.
Chissà che questa luttuosa circostanza non consenta alle tante anime disperse della Destra di ritrovarsi al funerale dell'antico militante, recuperando quella unità di intenti e organizzativa che rilancerebbe la nostra Destra.
Sarebbe un ultimo contributo di Buontempo all' Ideale.


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Amato sarebbe il meno peggio

Non capisco e non mi adeguo all'ostilità di Lega e Fratelli d'Italia ad una presidenza Amato.
Amato sarebbe stato pericolosissimo come presidente della repubblica, praticamente senza controlli e con una prospettiva di sette anni.
Come presidente del consiglio con una prospettiva limitata e, soprattutto, con il "blocco berlusconiano", come lo chiama Vendola, al suo interno, un blocco che ha fatto dell'abolizione dell'imu e della lotta al fisco e alle tasse la propria caratteristica distintiva, Amato non credo ripeterebbe l'exploit del 1992.
In più Amato è persona sgradevole sotto ogni punto di vista (immagine, storia politica, tradimento di Craxi da cui fu beneficiato, il sei per mille che rimarrà come un marchio di infamia fissato a fuoco su di lui ...) e per quanto possa fare bene, non riuscirà mai a diventare un punto di riferimento elettorale.
Al contrario un governo Amato che abolisse l'imu e gestisse coerentemente la transizione fino alle nuove elezioni, creerebbe la percezione che sia il "blocco berlusconiano" ad operare, sulla base del principio cucciano per cui "le azioni si pesano e non contano" e in quel governo il maggior azionista sarebbe il pci/pds/ds/pd ma se solo si approvasse l'abolizione dell'imu il peso maggiore apparirebbe quello del PdL.
Non posso poi dimenticare che nelle due precedenti occasioni (1992 e 2000) dopo Amato arrivò Berlusconi (nel 1992-1994, è vero, con l'intermezzo di Ciampi) e sarebbe comunque di buon auspicio.
Infine non possiamo non lanciare un occhio al voto e poichè, con i numeri esistenti, il presidente del consiglio non può che essere scelto a sinistra, sarebbe un autogoal offrire a Letta o Renzi l'opportunità di ben figurare, perchè verrebbero accreditati del "cambiamento" e questo renderebbe meno agevole la vittoria elettorale del Centro Destra, mentre qualunque cosa accada, Amato non vincerà mai un confronto elettorale.

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23 aprile 2013

No, Renzi no !

Ci venga risparmiata la fuga giovanilistica dell'incarico a Renzi.
Certo, probabile che Berlusconi e D'alema gli tendano un bel trappolone, pensando di liberarsene (per opposti scopi) ma io ricordo ancora quelle elezioni nel 1983 quando, a Bologna, i vecchi marpioni democristiani candidarono il giovane Casini pensando di bruciarlo e due di loro, invece, ci lasciarono le penne.
E il putto fiorentino assomiglia troppo, troppo, a Casini da giovane ...


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La maledizione dello zero virgola tre

Ancora una volta, nel giro di due mesi, i comunisti vincono una elezione al ribasso, grazie a chi si astiene (quasi il 50% degli aventi diritto che non avrà titolo per lamentarsi di quel che accadrà) e, soprattutto, alla smisurata presunzione e ambizione di chi rompe il fronte non comunista con candidature personali.
Alle politiche di febbraio fu Monti a credersi l'Unto del Signore, in Friuli un tal Franco Bardelli che, con il 2,4% e con dodicimila voti, impedisce al Centro Destra (da cui proviene) di conservare la guida della regione, perdendola per il solito zero virgola tre e duemila voti.
I Friulani e i Giuliani hanno già avuto una giunta regionale di sinistra con Illy, anche se la storia di quelle terre di confine, con l'altra parte occupata dagli slavi, per sessanta anni sotto il tallone comunista e con l'esperienza delle Foibe, dovrebbe portare al rifiuto totale della sinistra.
Avessero poi eletto un genio ...
Pazienza.
La guerra continua.


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22 aprile 2013

Governo subito, voto ad ottobre

Napolitano è stato rieletto.
Non ha bisogno di altri minuetti: ha già il programma e la maggioranza parlamentare.
Subito il governo.
Subito un decreto per abolire l'imu (prima rata a giugno !).
Poi una legge per tagliare le unghie ad Equitalia.
Quindi l'abolizione del premio maggioritario regionale per il senato per trasformarlo in premio nazionale e la decadenza immediata dei parlamentari che cambiano casacca.
Votare a ottobre si può.


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A letto col nemico

A sinistra dovranno farsene una ragione: o un governo con Belzebù Berlusconi, oppure nuove elezioni che porteranno quello stesso Belzebù a non aver bisogno dei loro voti per stare al governo.
Non piace a loro, non piace a noi.
Ma non esiste una terza via.
Abbiamo perso quasi due mesi dal voto che ha sancito numeri inequivocabili.
L'incognita è data dall'affidabilità di quello che fu uno dei partiti più organizzati e monoliti d'Italia, i cui resti si chiudono senza speranza nei palazzi che avevano occupato con tracotante sicurezza.


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21 aprile 2013

Di male in Grillo

Ho ascoltato alcune interviste fatte ieri ai grillini che manifestavano davanti a Montecitorio.
Il filo conduttore era la litania secondo la quale Rodotà sarebbe stato il prescelto dai "cittadini", dal Popolo.
Ho qualche dubbio che candidare chi è arrivato terzo in una consultazione alla quale hanno partecipato quarantottomila persone dia la patente di "voluto dal Popolo".
Come non credo che la maggioranza del Popolo sia rappresentata da chi urla più forte.
La politica è ben altro e deve avere come obiettivo il Benessere di tutti, non la rivalsa di alcuni.
Berlusconi, in tal senso, ha dato una lezione di politica non solo a Bersani, ma anche a Grillo che sembra stia raccattando il peggio del vecchio ribellismo comunista, tanto da essere raggiunto a sostegno in piazza da rifondazione comunista e in aula da Vendola.
In compenso i comunisti sembra abbiano assorbito il peggio della vecchia dc.



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S'io fossi Silvio

Con la rielezione di Napolitano, le cose ripartono dalla difficile costituzione di un governo a fronte dei numeri usciti dal voto di febbraio.
S'io fossi Silvio avrei un bel dilemma da risolvere.
Approfittare del disfacimento del pci/pds/ds/pd per riprendermi Palazzo Chigi con elezioni subito, oppure cercare di costituire un governo con i nemici di sempre per prendere quei quattro-cinque provvedimenti (tra i quali la abolizione dell'imu sulla prima casa) per poi andare al voto a primavera 2014 ?
Nel primo caso giocherei sulle macerie altrui, ma anche dell'Italia e mi ritroverei a governare una nazione divisa e prostrata.
Nel secondo caso darei il tempo ai comunisti di riorganizzarsi e quindi di potersi riproporre, con la faccia di tolla che hanno, per il governo.
Due alternative ognuna delle quali ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.
Per certi aspetti non essere Silvio è meglio ...


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20 aprile 2013

Il cambiamento ottenuto da Bersani

Ci avevo fatto un pensierino: Napolitano impallinato come Marini e Prodi.
Purtroppo così non è stato.
Pazienza.
Qualcuno, per consolarsi, direbbe "chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova", per cui sappiamo come agisce Napolitano e dopo le elezioni il non aver concesso a Bersani l'incarico pieno è segno di responsabilità.
Non possiamo però dimenticare il suo passato da comunista e di essersi prestato, attivamente, alle manovre con le quali per tutto il 2011 fino a raggiungere lo scopo a novembre, ha brigato per ribaltare il voto del Popolo e sostituire a Berlusconi il maggiordomo della Merkel.
Quindi Napolitano non era e non sarà il mio presidente, non gli riconosco alcuna rappresentatività a mio nome, esattamente come non lo sarebbero stati Marini, Prodi, Amato, D'alema, Rodotà e tutti gli altri nomi della sinistra che, obbligatoriamente, il Centro Destra è stato costretto a sfogliare visti i numeri usciti dalle elezioni.
Elezioni che spero si ripetano a primavera 2014, magari assieme alle europee, dopo aver dato una sistemata alla legge elettorale, alla pressione fiscale abolendo l'imu e alla politica vessatoria di Equitalia con un governo nel quale obtorto collo dovranno compartecipare, paritariamente, Destra e sinistra.
E' evidente (e non vale la pena maramaldeggiare) che il primo e maggior sconfitto è Bersani che non ne ha azzeccata una, forse malconsigliato, sicuramente inadatto a fare il leader nazionale (ben altra cosa è amministrare l'Emilia Romagna con il suo sistema di coop rosse).
La sua politica ha trascinato nel fango l'intero pci/pds/ds/pd: e questo è un bene.
Altro sconfitto è Grillo che strepita come un assatanato e ormai, visti i toni che ha raggiunto senza alcun risultato, gli resta solo darsi alla lotta armata perchè toni più alti non potrebbe avere.
Un Grillo che credeva di irretire i comunisti con Rodotà dimenticandosi che il suo prescelto non era apprezzato neppure dal suo partito tanto che lo avevano sistemato in una "autorità" dove solitamente si parcheggiano quelli ai quali non si può dire di no, ma non hanno il "quid" per brillare di luce propria (le "autorità" sono come gli arbitri: giocatori mancati).
Pareggia Berlusconi.
Ha evitato Prodi, ma non ha ottenuto Marini.
Ha tenuto unito il PdL e aggregato anche la Lega.
Ha posto le basi per un governo in cui il provvedimento forse più significativo sarà l'abolizione dell'imu sulla prima casa che nessuno potrà negare essere frutto della farina del sacco di Berlusconi e del Centro Destra.
Si è posto e proposto all'attenzione come un politico responsabile verso le esigenze dell'Italia e capace di perseguire tale obiettivo anche superando antipatie personali e barriere ideologiche.
Purtroppo ha dovuto accettare Napolitano, con il suo passato remoto da comunista e quello recente da agente della Merkel e dei poteri forti finanziari.
Probabilmente non si poteva fare di meglio e sono soddisfatto per la gestione di Berlusconi della vicenda da una posizione di oggettiva inferiorità.
Non sono per nulla contento di Napolitano che, però, ha 88 anni e non credo porterà a termine il mandato (e non è un malaugurio, ma solo una logica constatazione).
Magari potremo tornare a votare per il presidente dopo le nuove elezioni, quando presumibilmente il Centro Destra sarà maggioritario.
Allora, finalmente, dopo oltre venti anni, potremo tornare ad avere un presidente della repubblica in cui riconoscersi.
Una parola anche sul futuro governo.
Amato metterebbe in pericolo i nostri risparmi: da lunedì meglio effettuare discreti prelievi e nascondere i contanti sotto le mattonelle o il materasso.
Amato sarebbe più pericoloso da presidente del consiglio che da presidente della repubblica: meglio evitare.
Purtroppo la presidenza del consiglio "tocca" al pci/pds/ds/pd che ha la maggioranza relativa in parlamento e quindi prendiamo quel che arriva, l'importante sarà mandare al governo una squadra attiva e determinata a sostenere le tesi del Centro Destra e che sappia anche minacciare l'uscita della delegazione e non, invece, appiattirsi pro bono pacis.
Perchè, alla fine, il traguardo saranno le prossime elezioni e tutto deve essere finalizzato a tale scadenza.
Per vincerle.



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Un'altra sportellata in faccia a Bersani

Che dire ?
Non ne azzecca una.
Ondivago, incerto, insicuro al di là delle sue affermazioni da capitan Fracassa.
Per questo si sfilano, poco alla volta, anche quelli da lui beneficiati, messi in lista ed eletti.
Non potrà fare altro che dimettersi e tornare alla sua Bettola.
Prima, però, potrebbe nobilitare anche le sconfitte infinite subite (e in malo modo) solo operando per far eleggere un presidente che sia in grado di rappresentare tutti gli Italiani.
Riuscirà almeno in questo ?

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19 aprile 2013

Garlasco: nuova Caporetto dei magistrati

Dopo due assoluzioni, in primo grado e in appello, la cassazione decide che si deve rifare il processo per il delitto di Garlasco.
Così qualche commentatore, ribaltando completamente uno dei principi cardine della giustizia (quella vera) definisce il rinnovato imputato come "presunto colpevole".
Ancora una volta io non so se lo Stasi sia o meno innocente.
So che adesso qualunque sentenza venga emessa non sarà la Verità, ma solo una verità di parte che legittimerà chiunque a continuare a pensarla a modo suo.
Muore la giustizia?
Credo sia già sepolta da anni.

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Bersani senza bussola

Come può uno che non sa tenere unito il suo partito pensare di governare l'Italia ?
Come può uno la cui strategia è irrisa e disapplicata dai suoi stessi compagni, avere un progetto per l'Italia ?
Come può una sinistra faziosa, biliosa ed esclusivamente antiberlusconiana governare per il bene dell'Italia  e degli Italiani tutti ?



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18 aprile 2013

In onda il caos

Due mesi fa, prima delle elezioni, qualcuno si spartiva a tavolino il governo e i voti di un PdL e di un Centro Destra creduto in disarmo tanto che alcuni (pochi) parlamentari uscenti saltarono sul carro di Monti facendo il più grande errore politico della loro vita.
Oggi, al "via" delle votazioni per il presidente della repubblica, ad essere spaccato come la Dc degli anni peggiori, è il pci/pds/ds/pd, l'erede del monolite comunista.
A confronto dell'oscillante politica di Bersani che ha solo regalato all'Italia due mesi senza governo, il PdL di Berlusconi appare una roccia di stabilità, concretezza e certezze.
Forse già stasera potremo riflettere sul nuovo presidente della repubblica.


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17 aprile 2013

Adesso è Grillo a corteggiare Bersani

Dopo aver sdegnosamente rifiutato il corteggiamento di Bersani, adesso le parti si sono invertite: è Grillo a lanciare ami a Bersani.
Magari la reazione dell'ex comico è più ... ruspante di quella dell'ex smacchiatore di giaguari, ma la sostanza è sempre la stessa: vorrebbero ma non possono.
Sanno entrambi che la loro alleanza rappresenterebbe il canto del cigno delle reciproche ambizioni.
Un governo di un paio di anni al massimo e poi alle urne, dove un Centro Destra tenuto ai margini vincerebbe a mani basse e per Bersani si aprirebbe la strada verso una vecchiaia a Bettola dove bere birra in solitaria, mentre Grillo vedrebbe sfaldarsi la sua creatura che probabilmente ha già iniziato la sua parabola discendente.
Vedremo nelle prossime ore se il corteggiamento anomalo (leggi: con gli insulti) di Grillo troverà un Bersani ancora sensibile al fascino dei pentastellati.
Intanto godiamoci lo spettacolo di Grillo che indice le elezioni via web del candidato da votare e poi sceglie il terzo classificato perchè più congeniale per irretire Bersani.
Alla faccia della "democrazia" (leggi: oclocrazia) internettiana.




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Ci vorrebbe una Thatcher

Mentre a Londra si celebreranno i solenni funerali di Margareth Thatcher , cui nel mio piccolo rendo onore anche io, che, anche da morta, come capita a tutti i Grandi veramente tali, divide, in Italia è in palio il Quirinale nel gioco tra i partiti.
Velenosa la mossa di Grillo di offrire, cripticamente, la presidenza del consiglio a Bersani in cambio del voto per uno dei suoi talebani.
In difficoltà il pci/pds/ds/pd senza il quale non verrebbe eletto nessuno, ma a rischio di profonde divisioni interne tra chi resta un comunista ideologizzato e senza speranza il cui unico obiettivo è distruggere e, per questo, si trova in sintonia con Grillo e chi è un comunista in doppio petto che tenta di darsi una ripulita con una immagine istituzionale e vorrebbe un accordo con Berlusconi.
Purtroppo tertium non datur: o un comunista talebano o un comunista in doppio petto o, se vogliamo, "adulto".
Ci vorrebbe invece una Thatcher.
Speriamo si torni a votare presto.


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16 aprile 2013

Oclocrazia senza limiti

Poi non dite che mi trastullo con Polibio se insisto nell'additare in Grillo e nel suo movimento la quintessenza dell'oclocrazia.
Il livello di conoscenza e di coinvolgimento politico arriva dalle sue indicazioni per il presidente della repubblica: Milena Gabanelli, telepredicatrice (con i nostri soldi !) sempre pronta a criticare, ma costruire ?
Ci mancherebbe anche che al Quirinale salisse una talebana del giustizialismo spicciolo e piazzaiolo.


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Super partes

Nella Babele italiana un grido accomuna le fazioni: il presidente della repubblica deve rappresentare tutti gli Italiani.
Facile a dirsi, ma la vedo complicata scegliere un nome che possa andare bene a me e, ad esempio, al militante del contro sociale, omosessuale, immigrazionista, che non disdegna qualche sniffata, che esponeva la "bandiera" arcobaleno durante la liberazione dell'Iraq e che non fa altro che manifestare contro la TAV piuttosto che contro Berlusconi.
Nessun politico può rappresentare "tutti" gli Italiani, come hanno ben dimostrato gli ultimi tre presidenti.
Ma anche nessun magistrato che appartiene ad una categoria manifestamente schierata, per non parlare dei giornalisti che prendono le parti di questo e quello per professione.
Nessun uomo di spettacolo che infarcisce i suoi monologhi (sempre più scadenti finchè non fa lui stesso il passo in politica ...)  con battute di stampo politico e nessun uomo di "cultura" (se quella è cultura ...) sempre con la penna in mano a firmare appelli e manifesti.
Professori universitari ed economisti ?
Li abbiamo già visti all'opera ed è meglio che si limitino alla teoria degli articoli pieni di belle parole, mentre i sindacalisti sono, per definizione, rappresentanti di una parte.
Allora chi potrà rappresentarci tutti ?
Un militare.
Perchè ha sicuramente le sue idee, ma non le ha messe in piazza.
Oppure un sistema consolare o, se vogliamo, "libanese", dove il capo dello stato è di una religione e quello di governo dell'altra.
Ma che si possa trovare un presidente di tutti tra i nomi fatti, non lo crede nessuno.


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15 aprile 2013

Anche Sallusti sogna

Questa mattina abbiamo visto come Bersani si trastulli con le sue fantasie, ma anche Alessandro Sallusti, ieri sera, non deve esserci andato piano, almeno leggendo il suo fondo odierno nel quale ipotizza che, pur di toglierselo di torno, i comunisti eleggerebbero Berlusconi al Quirinale, così possono far polpette del PdL.
Un ragionamento troppo intelligente per i compagni che non credo proprio arrivino a comprendere il "promoveatur ut amoveatur".
E se anche qualcuno dei loro, meno ottuso, riuscisse ad avere una folgorazione in merito, credo che la seppellirebbe sotto una valanga di odio personale che porta la sinistra a voler, a prescindere, distruggere Berlusconi, per cancellarne anche la memoria.
Così si terranno un Berlusconi sempre combattivo ad ogni scadenza elettorale.


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L'onanismo di Bersani

Sabato scorso, mentre veniva scritta la parola fine all'avventura montiana organizzata (?), i tre maggiori partiti usciti dalle elezioni manifestavano a loro modo.
Grillo annunciava i dieci candidati più votati al festival dell'oclocrazia per scegliere il nome da votare da parte dei suoi fedeli (?) adepti.
Berlusconi, con molta concretezza, chiamava a raccolta il Popolo della Libertà, esprimendo un programma e considerazioni che in questa sede io ho ripetutamente scritto: dall'abolizione dell'imu alla riduzione delle tasse, dal freno allo spionaggio e alla repressione fiscale di Equitalia alla rivoluzione nel mondo della giustizia, fino a ripetere quel che è un mio tormentone da anni circa i comunisti che arrivano con cinquanta anni di ritardo a capire quel che noi comprendiamo subito eppure insistono ad atteggiarsi a "dotti, medici e sapienti".
L'unica perplessità l'ho sul governo assieme ai rossi.
Non perchè i numeri di questa legislatura consentano alternative, ma perchè la società che hanno in mente i comunisti è antitetica alla mia e, per quel che ha detto Berlusconi ieri, a quella di tutto il Centro Destra.
Responsabilità o scontro finale ?
Berlusconi ha imparato l'arte della politica e sceglie la via della responsabilità dovendo dare corpo ai dieci milioni di voti ottenuti.
Così facendo ottiene l'impensabile riconoscimento pur se a denti stretti di chi lo ha osteggiato fino a ieri preferendogli Monti (come il direttore del Il Resto del Carlino Giovanni Morandi nell'editoriale di ieri).
Io, che non ho responsabilità di gestione, continuo a prediligere lo scontro e la scelta elettorale finchè "non ne resterà solo uno".
Infine Bersani che, anticipando la reiterazione dell'offerta delle larghe intese, è sembrato gingillarsi nella mattinata di sabato con i suoi impossibili sogni.
L'ho sentito con le mie orecchie chiedere a Grillo e Berlusconi di consentire la nascita del suo governo e poi ... si vedrà.
Giustamente Berlusconi, peraltro senza infierire, gli ha risposto che "non abbiamo l'anello al naso".
Come può Bersani, se non all'apice di un ... sogno "solitario", pensare che chi rappresenta i due terzi dell'elettorato dia via libera ad un governo monocolore che rappresenta solo il restante terzo, senza pretendere la condivisione di un programma e la partecipazione alla sua realizzazione ?
Bersani mi ricorda, non solo fisicamente, quei segretari del vecchio pcus che erano tenuti in piedi dalla loro cerchia di colonnelli unicamente per evitare che qualcun altro li spazzasse via.
Bersani sogna di diventare presidente del consiglio: legittimo.
Ma con quali voti ?
Comunque vada sarebbe un governo debole, destinato a finire come il Prodi del 2006, senza incidere e facendo solo perdere tempo all'Italia.
Berlusconi ha esposto l'unica alternativa possibile: o un governo di larghe intese, o il voto a giugno.
Nel primo caso pochi provvedimenti che diano respiro alle nostre tasche anche se, venendo da un compromesso tra due forze antitetiche, non saranno risolutivi.
Nel secondo caso la prospettiva sarebbe una vittoria del Centro Destra (e bastano pochi voti in più sia alla camera che al senato in Lazio e Piemonte per consentire un governo di Centro Destra) che, fatto tesoro delle esperienze passate e mondato dalla presenza di Casini e Fini, possa finalmente incidere con una riforma liberale dell'economia, salvaguardando i Valori morali della Tradizione.


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14 aprile 2013

Ingrata

Liberati i quattro giornalisti rapiti dai ribelli siriani.
Si sono affrettati a precisare che non erano stati rapiti ma "fermati"  ... come se quel la banda armata non fosse banditesca, ma quasi istituzionale che "ferma" come la polizia regolare.
Ma il peggio doveva ancora venire.
La giornalista italosiriana ha dichiarato che è colpa dell'Occidente se sono stati rapiti (pardon ... fermati).
Infatti i banditi non sono contro i giornalisti, ma contro l'Occidente che non interviene.
Ingrata.
Magari abbiamo anche speso per un riscatto.
Certa gente meglio lasciarla dove vuole stare.
E poi cos'è questa storia che dovremmo fare il lavoro sporco di chi vuole sostituire una tirannia con un'altra, magari pure peggiore ?

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13 aprile 2013

Berlusconi a Bari

E' da poco terminata la diretta da Bari del comizio di Silvio Berlusconi.
Come posso non essere d'accordo con quello che ha detto ?
Mi è sembrato di ascoltare la lettura dei miei post ...


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Gli anni del boom e la corte costituzionale

Dopo le esternazioni di ieri del signor Gallo, presidente della corte costituzionale, ho capito perchè nel dopoguerra e fino ai primi anni sessanta l'Italia era rigogliosa e in crescita.
La corte costituzionale, infatti, fu insediata a dicembre del 1955 e solo dopo qualche anno di rodaggio ha cominciato a dispiegare i suoi perniciosi effetti, anche se è "solo" da circa venti anni che ha raggiunto il suo apice.


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12 aprile 2013

Per un punto Martin perse la cappa

Più leggo nei giornali i nomi dei papabili al Quirinale e più penso a quanti, di Centro Destra, avranno ripensamenti sulla loro scelta elettorale (legittima e che non riesco comunque a mettere in croce perchè ci siamo passati tutti attraverso il deserto della delusione) di punire Berlusconi non votandolo e, soprattutto, non votando neppure la sua Coalizione.
Intendiamoci: Berlusconi ha sbagliato molto, soprattutto nell'approccio mediatico e temo che, mal consigliato dalle "colombe" a cominciare da Letta (non a caso "papabile", pur con poche possibilità, anche lui al Colle) continui a perseverare nell'errore di concedere troppa fiducia ai suoi interlocutori come già fece sin dall'inizio con Scalfaro, raggiungendo poi le vette inarrivabili dell'autolesionismo con Casini, Fini e Monti.
Però non c'era (e non c'è) alternativa.
Probabilmente se chi gli ha voltato le spalle il 24 e 25 febbraio avesse saputo che bastava uno 0,3% in più, avrebbe votato diversamente, ma tutti pensavano che ci sarebbe stata una sconfitta che un voto in più non avrebbe modificato nelle proporzioni.
Adesso invece dobbiamo, tutti, aspettare l'elezione di un personaggio che, se proprio ci dovesse andare bene, avrebbe ai nostri occhi la "rogna".


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Grillo prototipo dell'oclocrazia di Polibio

Probabilmente ha ragione la mia amica Nessie quando dice che mi piace citare l'oclocrazia.
Il fatto è che la parola stessa suona come un qualcosa di ripugnante e rende l'idea molto più di "demagogia".
Del resto Polibio l'aveva vista giusta con la sua teoria dell'anaciclosi e con le due terne: 
Monarchia (buona) che corrompendosi diventa Tirannia.
Aristocrazia (buona) che ci sottrae alla Tirannia ma, corrompendosi a sua volta, diventa Oligarchia e, infine, Democrazia (buona) che si corrompe nell'Oclocrazia o Demagogia.
E cosa c'è di più oclocratico che gettare in pasto al "popolo" una serie di facce, improbabile come presidenti degli Italiani tutti, da votare comodamente seduti in poltrona, davanti al computer ?
Se fosse possibile pensare alla macchina del tempo, direi che Polibio, parlando dell'Oclocrazia, avesse in mente Grillo.


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