Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

28 giugno 2013

Letta taglia dove non dovrebbe

La spesa pubblica italiana è di circa 800 miliardi.
Per coprire l'abolizione dell'imu e la cancellazione dell'aumento iva, occorrono 8 miliardi.
Giustamente Berlusconi, da grande imprenditore quale è, afferma che è ridicolo non riuscire a tagliare spese per appena l'un per cento.
Invece di tagliare le spese improduttive sul personale, sui carrozzoni, sull'assistenzialismo fine a se stesso, sui contributi a fondo perduto per la "cooperazione", per nani e ballerine, Letta acconsente a rinviare una scelta importante come l'acquisto degli F35.
Ora: se gli aerei fossero dei bidoni, non si dovrebbe sospendere, ma rinunciare alla spesa ma per acquistarne altri.
Perchè dalla fine, ormai, ci separa solo la capacità delle nostre Forze dell'Ordine e delle Forze Armate di intervenire, all'occorrenza, in caso di disordini provocati dalle milionate di immigrati che abbiamo immesso sulla nostra  terra e che adesso, con una ministra amica, alzeranno sicuramente le pretese, riducendo nel contempo il loro (peraltro scarso) contributo produttivo.
E se noi non vogliamo pagare per tutti, si tagli tutto, ma non le spese per la difesa e per la Polizia.


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27 giugno 2013

Il calcio è evasione

Devo dire che le inchieste estive sul calcio mi hanno stancato (eufemismo).
Se vi sono degli evasori, tanti evasori, vuol dire che è sbagliato il sistema fiscale, sono sbagliate le leggi fiscali, sono sbagliati i controlli, sono sbagliate le inique sanzioni.
E' il fisco da indagare, non il calcio.
Sono le tasse da diminuire, non le società e i procuratori di calcio da multare o ingabbiare.
Se le tasse fossero limitate ad una percentuale sopportabile e legittima (diciamo un 10% del reddito complessivo senza toccare i risparmi e le proprietà che non producono reddito) non ci sarebbero evasori.
Ogni estate il nostro calcio viene devastato da magistrati alla ricerca del loro quarto d'ora di notorietà e che possono avvalersi delle contorte normative lunari del nostro fisco.
E' ora di smetterla di inseguire queste periodiche savonarolate e di pensare solo a divertirsi.
In fondo il calcio è, da sempre , pura ... evasione.


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26 giugno 2013

La morte di Colombo inguaia Napolitano

Emilio Colombo, politico democristiano, è morto ieri (R.I.P.) e adesso i senatori a vita sono rimasti solamente due: Ciampi (ultranovantenne) e Monti (con un laticlavio - che somiglia più ad un vitalizio -  ottenuto per quei meriti futuri che, poi, non ha dimostrato di avere).
Ma la morte di Colombo che segue quella di Andreotti inguaia Napolitano, perchè adesso non ha più scuse per nominare nuovi senatori a vita, equilibrando uomini di Centro Destra a quelli di sinistra.
Così Silvio Berlusconi diventa il principale candidato al laticlavio, alla faccia di Grillo e dei magistrati, perchè non esiste nessuno, in Italia, che per la sua attività imprenditoriale, unita a quella politica dove rappresenta mezza Italia, possa vantare i titoli per essere nominato.
L'alternativa sarebbe scegliere di abolire, finalmente !, i senatori a vita e rappresenterebbe un ulteriore merito per Berlusconi, la cui candidatura avrebbe fatto preferire la cancellazione di un istituto preistorico, inutile e dannoso.



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25 giugno 2013

La Idem fuori dal podio

Avrebbe fatto una figura migliore se si fosse dimessa volontariamente e non dopo l'incontro con Letta.
La prima ministra di natali stranieri non ha retto alla distanza.
Adesso dovrebbe impegnarsi, perchè resta parlamentare, per tagliare le unghie al fisco predone e (da ieri) spione anche nei nostri conti correnti, risparmi e depositi.
Si batta per una reale semplificazione delle norme, perchè non ci si debba rivolgere a commercialisti per la propria dichiarazione dei redditi, perchè l'onere di calcolare sia ribaltato e ricada sul fisco e non sul cittadino.
La Idem potrà riabilitarsi solo se farà una battaglia nell'interesse di tutti.


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24 giugno 2013

La via crucis di Berlusconi

Come Gandhi.
Come Havel.
Come Erdogan.
Come la Timoschenko.
Come la Su Ki.
Come Mandela.
Come tanti che, per difendere le proprie idee, sono stati perseguitati, Berlusconi prosegue nel suo calvario che è quello di una intera Nazione che vede calpestata la dignità e ignorata la supremazia della Sovranità Popolare che in Berlusconi ha eletto, liberamente, il Leader del Centro Destra.
Ce lo aspettavamo e, come sempre, ci aspettiamo che il vecchio leone scenda ancora una volta nell'arena per azzannare i suoi e nostri nemici, con una memorabile campagna elettorale che, a questo punto, deve essere programmata per ottobre.


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Politica d'estate

L'estate è, al fine, giunta, smentendo per l'ennesima volta gli untori del catastrofismo che ipotizzavano un "anno senza estate".
Con il caldo, con i fine settimana estesi, con il tempo libero dedicato maggiormente alle uscite in famiglia, la politica appare meno intrigante e più lontana.
Ma i problemi restano, come, purtroppo, restano i magistrati che, unicamente in forza di un concorso, si sono arrogati il diritto di dettare i tempi agli eletti dal Popolo, autoassolvendosi persino per la presunzione che sia più importante una loro udienza di una riunione di governo.
In questo mese di giugno abbiamo già avuto l'ennesima conferma della inaffidabilità della giustizia italiana con la decisione della corte costituzionale che ha assolto i magistrati che non hanno riconosciuto a Berlusconi il "legittimo impedimento" derivante da una riunione del consiglio dei ministri da lui presieduto.
Ormai non vale neppure più la pena commentare simili facezie, sarebbe invece necessario coprirle con una cupola di oblio.
Attendiamo con un sorrisino di sufficienza le sentenze su Ruby e il prosieguo della indagini sullo "scouting" (che, quando riguarda Berlusconi, si chiama "compravendita") di parlamentari, nonchè i successivi capitoli dei processi risibili ancora in corso o in appello/cassazione.
Comunque vadano, però, è certo che in Italia si sta riformando un bipolarismo con il crollo di fiducia e consensi nei confronti del movimento di Grillo, la scomparsa sostanziale dei montiani e la crescita parallela nei sondaggi di PdL e pci/pds/ds/pd.
Il Centro Destra ha un Leader, voluto e sostenuto dal voto di un Popolo che non crede e non ha più - da tempo - alcuna fiducia nei magistrati che cercano di liquidare il suo Leader.
E' un Leader indebolito da tante battaglie, dalle continue aggressioni, dalla ostilità di molti capi di stato stranieri che vorrebbero un'Italia prona e serva invece di un'Italia protagonista, da un'età ormai venerabile, ma Silvio Berlusconi è e resta il Leader del Centro Destra.
I suoi risultati sono indiscutibili:
  • con Berlusconi, per la prima volta, il Centro Destra ha saputo presentarsi sostanzialmente unito;
  • con Berlusconi non ci sono state devianze e fughe verso la concessione della cittadinanza e voto agli immigrati o per assecondare i capricci degli omosessuali;
  • con Berlusconi non sono state inventate e applicate nuove tasse e, anzi, alcune riduzioni sono state individuate e applicate;
  • con Berlusconi si è inquadrato un primo, rudimentale, passo verso un reale federalismo;
  • con Berlusconi l'Italia ha avuto una propria politica estera, sovrana e indipendente.
Si poteva fare meglio, si poteva fare di più.
Facile a scriverlo, molto più difficile realizzarlo con tutte le ostilità e le pressioni dei molteplici interessi che circondano ogni azione di governo.
Abbiamo visto i disastri di Monti e vediamo le vuote chiacchiere di Letta che, finora, ha saputo, solo per le pressioni del PdL di Berlusconi, rinviare l'imu sulla prima casa.
Nella consapevolezza che Berlusconi resterà il faro del Centro Destra sia che venga dichiarato "ineleggibile" (dopo essere stato in parlamento per venti anni !), sia che venga condannato in via definitiva, sia che venga costretto all'esilio per salvarsi dalla persecuzione giudiziaria, nella certezza, quindi, che in qualunque condizione Berlusconi venga posto dagli storici nemici in toga saprà dare linea e coesione al Centro Destra, spetta a tutti noi sviluppare e far crescere le idee che Berlusconi incarna.
Spetta a noi con i nostri commenti (cioè nel modo più facile) , a noi se ci volessimo impegnare attivamente in politica (con un costo personale piccolo o grande), a quelli di noi che in politica ci sono da tempo e ricoprono incarichi direttivi e di rappresentanza.
Ed è proprio alla rappresentanza di quegli elettori, come il sottoscritto, che possono formare un nuovo blocco elettorale che i dirigenti del PdL devono guardare, lasciando perdere le senili esternazioni di un Galan o i rigurgiti veteromarxisti di un Bondi.
Berlusconi, per ragioni di età, non può occuparsi di dettare la linea, rappresentarla in pubblico e, anche, dare corpo alla struttura del partito.
Questo deve essere compito di una classe dirigente che organizzi una struttura sul territorio e centrale e che focalizzi la sua azione su grandi battaglie ideali (no all'immigrazionismo, no ad assecondare i capricci omosessuali, riduzione delle tasse, difesa e valorizzazione della proprietà privata, sovranità monetaria e in politica estera, rivoluzione della struttura giudiziaria, contrasto al fisco predatore e spione ...) e importanti battaglie locali (sicurezza, pulizia delle città, controlli, contrasto del degrado delle piazze e vie storiche, viabilità ...).
Una classe dirigente che accantoni il fioretto spuntato dei Letta, dei Bonaiuti, degli Alfano, per usare sciabole taglienti.
Per i dirigenti PdL, infatti, il "breviario" è pronto ed è scritto, quasi quotidianamente, da Marcello Veneziani ne Il Giornale.


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23 giugno 2013

Sono una donna non sono una santa

La penosa difesa della ministra dai natali ddr (come la Merkel) deve aver preso spunto dalla vecchia canzone di Rosanna Fratello: sono un'atleta, non una commercialista.
Idem per Valentino Rossi, Giorgio Pavarotti, Diego Maradona.
A ben vedere "io non sapevo" era anche la difesa di Scajola e di tutti quelli accusati di una qualche irregolarità.
Se si trattasse di Berlusconi sapremmo già la conclusione: non poteva non sapere.
Però, questi commercialisti, quanti errori !


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22 giugno 2013

Stasera l' Italia contro il Brasile

Un classico del calcio.
Si affrontano le squadre nazionali con il maggior numero di titoli mondiali: quattro per l'Italia e sei (purtroppo) per il Brasile.
La Confederations cup è un bidone costruito a tavolino solo per motivi economici e finanziari.
Non ci sono le squadre migliori, anche se ci sono sempre alcune tra le squadre migliori.
Quando una formazione, sia pur la Spagna, vince dieci a zero, significa che l'avversario (Thaiti) non doveva neppure essere invitato alla competizione.
Ciononostante stasera credo saremo in milioni davanti alla televisione per guardare la partita, magari in compagnia di quegli stessi amici con i quali vedemmo altre Italia-Brasile, che sono restate nella memoria.
E nei miei ricordi ce ne sono tre, due amare ed una dolcissima.
Il ricordo più bello è quello riferito al mondiale di Spagna del 1982, quando un'Italia in cui nessuno aveva fiducia, riuscì ad eliminare Argentina e Brasile, per poi sconfiggere la Polonia in semifinale e la Germania in finale.
Fu un campionato anomalo, con un primo girone eliminatorio e quindi, invece delle partite ad eliminazione diretta come sempre accaduto prima e dopo, con un secondo girone a tre squadre, nel quale l'Italia si trovò ad affrontare i campioni uscenti dell'Argentina e il Brasile.
Quell'Italia-Brasile fu l'apoteosi di due campioni: Paolo Rossi e Dino Zoff, il primo per i goals e il secondo per le parate.
Dei miei tre ricordi su scontri importanti tra le due nazionali, è il ricordo migliore, più soddisfacente perchè fu l'unico ad essere vinto dall'Italia.
Dodici anni dopo, nel 1994 al mondiale degli Stati Uniti, affrontammo in finale il Brasile.
I tempi regolamentari e supplementari terminarono in parità.
La delusione arrivò dai rigori.
E' la partita che ricordo meno, forse perchè volutamente cancellata per una sconfitta immeritata e sfortunata.
Ma la partita che paradossalmente ricordo meglio, con un pizzico di nostalgia, ma con tanta passione, è la finale mondiale del 1970 in Messico.
Non ci fu storia se non nel primo tempo.
Il Brasile vinse quattro a uno e ci strappò definitivamente la coppa Rimet.
Stavamo sostenendo l'esame di terza media e la finalissima seguiva la memorabile Italia-Germania 4-3.
Avevamo ancora negli occhi l'impresa contro i crucchi e "certi in cor dell'antica virtù" ci apprestammo a guardare la finalissima in quella che, con la conoscenza del poi, fu l'ultima occasione in cui ci trovammo, tutti assieme, noi ormai quattordicenni, che avevamo giocato ed eravamo cresciuti assieme per una decina di anni.
Italia-Brasile fu uno spartiacque, ad ottobre ognuno di noi avrebbe fatto una scelta differente ed avrebbe poi preso la sua strada, anche se ogni volta che ci incontriamo, ritroviamo quella complicità che solo il ricordo di un'infanzia felice passata assieme, possono far scattare.
Il goal di Boninsegna nel primo tempo ci illuse.
Il secondo tempo fu una sofferenza e una delusione.
C'è ancora chi sostiene che " se avessi guardato da solo la partita come le altre precedenti, avremmo vinto".
Sarà forse per i risultati non esaltanti delle partite "che contano" contro il Brasile ma, per me, la classicissima del calcio resta Italia-Germania, con quei poveri crucchi che pensano sempre di farci fessi e finiscono sistematicamente con il fare la fine dei pifferi di montagna.
Chissà che dal calcio non arrivi un insegnamento anche per la vita politica ed economica.

Buona visione di Italia-Brasile.


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21 giugno 2013

Come distruggere le nostre Radici

Ieri leggevo le tracce per la prova di Italiano della maturità.
Magris, Zingales, paesi "in via di sviluppo", i "Brics", "Mercato e democrazia".
Il tema storico sugli omicidi politici (chissà se sarebbe stato accettato quello virtual-giudiziario di Berlusconi?).
Però mi domandavo: e Dante ? Manzoni ? Ariosto ? Tasso ? Petrarca ? Foscolo ? Carducci ? D'Annunzio ?
Cioè i GRANDI della nostra Letteratura, quelli che hanno contribuito a coltivare e far crescere il nostro essere Italiani, ponendo le radici della nostra Civiltà, la migliore mai esistita.
Amara la constatazione.
Attraverso la cancellazione dei Grandi della nostra Letteratura, i comunisti che hanno occupato anche il ministero della (d)istruzione, vogliono bruciare le nostre Radici, per fare spazio all'orda di immigrati che, confidando anche in quelle che Marcello Veneziani ieri ha descritto come Le tre divinità del politicamente corretto , sta già calando sulla nostra terra per occuparla con le loro usanze, religioni, ricordi, radici.
Quousque tandem, Letta, abutere patientia nostra ? 


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20 giugno 2013

Per Josefa niente "idem" ?

Ogni volta che un parlamentare, ministro, governatore del Centro Destra viene solo sfiorato dal sospetto di aver occultato o giocherellato con le leggi, con i soldi, con le case, viene seppellito da una serie di contumelie e spesso costretto a dimettersi da una campagna di stampa di stile persecutorio e giustizialista.
Per una ministra di sinistra anche se di nazionalità straniera, anche se con le stesse origini della Merkel, non dovrebbe essere ... idem ?


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19 giugno 2013

Avvisaglia di dittatura

I paladini della libertà di stampa censurano, relegandolo a pagina 28, un articolo politicamente scorretto del politologo Sartori.
Così il Corriere della Sera si prostra davanti alla ministra di nazionalità africana cercando di occultare le critiche di Sartori.
E' solo l'antipasto di quel che ci si prepara se gli immigrati otterranno cittadinanza e voto: saranno intoccabili, vietato criticarli e a noi Italiani spetterà solo lavorare e pagare le tasse per distribuire agevolazioni a costoro.
Se ci sveglieremo per tempo, però, tutto questo potrà essere evitato.
Spetta a noi e solo a noi decidere come sarà l'Italia domani.
E se vorremo un'Italia serva, non potremo che seguire le indicazioni della Boldrini e delle due ,ministre di nazionalità straniera.
Se invece vorremo l'Italia "una d'arme, di lingua, d'altare, di memoria, di sangue e di cor" non potremo che combattere perchè la presenza di simili ministre non sia altro che una parentesi sgradevole, da archiviare al più presto e che non abbia alcun seguito futuro.


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18 giugno 2013

Quanto è caliente il sol ...

Leggo che Zaia, Governatore del Veneto, tradendo la tradizione leghista e gli umori del Popolo Veneto, apre allo ius soli affermando che chi nasce e studia in Veneto ha una identità Veneta.
Portare un cappello anche in estate, quando si esce di casa, risulterebbe molto utile.


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17 giugno 2013

La prima grande porcata

Nel complice ed omertoso silenzio dei mezzi di informazione che hanno relegato la notizia a margine e in coda alle roboanti promesse in economia, il governo Letta ha deciso (non ho ben capito se da subito con un decreto legge o con un disegno di legge) di "semplificare" la strada per l' estinzione dell'Italia e degli Italiani.
Con una decisione che è ben più grave di un colpo di stato, Letta, eliminando ma solo per gli immigrati i cavilli burocratici introduce il principio per estendere la cittadinanza italiana ai figli nati in Italia dagli immigrati, al compimento del loro diciottesimo anno di età (anche qui non ho trovato l'indicazione se il privilegio viene concesso ex nunc, cioè per chi nascerà dal momento in cui l'aberrazione lettiana sarà legge, oppure – e sarebbe ancor più grave e aberrante ex tunc, cioè facendovi beneficiare tutti coloro che, anche in passato, nacquero in Italia).
Senza chiedere il permesso agli unici titolari del diritto, i cittadini con nazionalità Italiana i cui Avi costituirono la Nazione Italiana e poi lo Stato Italiano sulla base di un patto che ammetteva a tale beneficio quanti sarebbero nati da cittadini Italiani secondo il principio Romano dello ius sanguinis, Letta e i suoi introducono il meticciato di massa nella nostra Nazione, imbastardendone le radici e sconvolgendone gli equilibri sociali, etnici, tradizionali, religiosi, economici.
Gravissima sarà la responsabilità del PdL e di Berlusconi se non si opporranno a tale abominio per ottenere in cambio i trenta denari dell'abolizione dell'imu e del rinvio dell'aumento dell'iva (e se non ottenessero neppure quello sarebbero solo dei Giuda che si farebbero anche menare per il naso non ottenendo il prezzo del loro tradimento !).
Come minimo, come minimo !, una tale modificazione del contratto sociale posto a base dell'Italia dovrebbe essere deciso con un referendum a maggioranza qualificata, perchè, come nelle comunioni, solo i proprietari (unanimemente ...) possono decidere di cedere parte della proprietà comune e, in questo caso, significa chiamare degli estranei a compartecipare alla proprietà del Sacro Suolo Italiano.
E' evidente che la nefasta influenza della triade in gonnella composta dalle due ministre di nazionalità straniera e dalla Boldrini ha portato ad un provvedimento che danneggia fortemente gli interessi degli Italiani veri che, a loro volta, vengono legittimati ad assumere, per contrastare la violazione del patto compiuta dallo stato, tutte le iniziative necessarie per impedire la diffusione della metastasi.
Purtroppo anche quando il Centro Destra tornerà al governo sarà difficilissimo riportare la situazione nello statu quo ante, perchè, come minimo, l'abolizione della legge avrà effetto ex nunc (come è giusto che sia) e comunque non passerebbe in modo indolore e senza tensioni e violenze.
Ma questo è futuro, oggi dobbiamo serrare le file e sensibilizzare Berlusconi e gli uomini del PdL perchè si oppongano, anche a costo di mandare a gambe all'aria il governo, ad un provvedimento inviso se non a tutti, alla stragrande maggioranza dei loro elettori.
Non credano di poter confidare in eterno sull'effetto "diga", perchè è inutile una diga che non impedisce le peggiori iniziative del nemico.
Berlusconi e gli uomini del PdL sono stati votati non solo per impedire altre rapine dei nostri risparmi, ma anche la deriva morale e sociale della Nazione, certamente non per reggere il moccolo alle peggiori porcate di Letta e dei suoi compagni.




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14 giugno 2013

Vietato dividere

Ieri ne Il Giornale è proseguito il dibattito sulla Destra con gli interventi di Alemanno e della Meloni.
Devo ammettere che il più convincente è stato Alemanno, nonostante le sue bordate (ingiuste) contro Veneziani.
Se, infatti, consideriamo l'intervento di Alemanno al netto della difesa del suo operato di sindaco, in polemica con Veneziani ma, purtroppo, su temi nei quali la percezione pubblica è stata meglio colta dal nostro miglior Uomo di Cultura che dall'ex sindaco, evidenzio due aspetti che fanno del ragionamento di Alemanno quello a me più congeniale.
In primo luogo l'auspicio di un partito unico del Centro Destra in cui la Destra abbia parità di diritti e le opportunità per influire e dirigere.
In secondo luogo la critica all'eccesso di individualismo che ci fa presentare in ordine sparso e perdere anche quando tutto vorrebbe indicarci come vincenti.
La Meloni, invece, ha esposto con belle parole il sentimento della Destra, ma non indica una prospettiva concreta, perchè tale non è Fratelli d'Italia, arrivata fuori tempo massimo.
I colonnelli della Destra sono in ritardo irrimediabile all'appuntamento con la Storia e, quindi, la linea di Alemanno, nell'interesse di tutti noi, rappresenta la scelta più opportuna.
Vietato dividere. 


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Ahi, che Dolores !

Una consigliera di circoscrizione di Padova, leghista, ha scatenato un putiferio, è stata espulsa (frettolosamente ...) dalla Lega ed è stata denunciata da una avvocatessa, per aver postato una battuta sgradevolmente violenta su Facebook.
Quel che ha scritto è sulla stessa linea degli auspici e istigazioni contro Berlusconi, anche di preti che dal pulpito pregano il loro dio (che non è certo quello dei veri Cattolici !) di chiamare a sé il Cavaliere, che però non hanno la stessa copertura mediatica e neppure la stessa rigidità giustizialista.
E' una ... asimmetria che ritengo opportuno evidenziare, poi ognuno ne tragga le sue conclusioni.
Ma quel che mi interessa ancor più rimarcare è che entrambe le manifestazioni di esasperazione esprimono sentimenti diffusi.
Mezza Italia odia Berlusconi.
Mezza Italia odia l'idea di concedere cittadinanza e voto, con lo ius soli, agli stranieri e la nomina a ministro di due signore che non hanno e mai avranno la nazionalità Italiana, ma solo la cittadinanza, è vista come una provocazione che istiga la parte peggiore di noi.
Berlusconi è (purtroppo) alla fine del suo ciclo e il "problema" si risolve naturalmente, ma si eviti di cambiare la legge sulla cittadinanza, una provocazione nei confronti di milioni di Italiani, un guaio che potrebbe essere sanato solo dopo lotte e periodi bui e dolorosi per tutti.


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13 giugno 2013

A cercar la bella Destra

I quotidiani del dopo elezioni sono ricolmi di de profundis per la Destra che non c'è più.
Spesso quelle note vengono redatte da mano nemica, oppure da chi la Destra non l'ha mai frequentata e quindi non sa cosa sia.
Questa mattina, però, mi sono rasserenato leggendo, al solito, Marcello Veneziani, uno che la Destra l'ha frequentata, mastica i Valori della Destra e conosce i nostri "polli".
Se la Destra è morta di mediocrità, articolo apparso oggi ne Il Giornale espone con cognizione di causa le ragioni della scomparsa della nostra Destra e le premesse che potrebbero, nel tempo, ricostruirla.
Leggo poi che "gli ex An" (ma perchè non risalire all'Msi ?) pensano di riunirsi in un nuovo soggetto politico.
Ce be sarebbe bisogno, anche se mi sento di dire che, forse, è troppo tardi.
Troppo tardi per rilanciare una comunità che gli stessi che oggi cercano di ricostituire, avendo seguito le giravolte di Fini dal settembre 2003 al tradimento del 2010, hanno distrutto.
Troppo tardi per lanciare, come pare vogliano fare La Russa e Veneziani, la Meloni come leader perchè la pur brava Giorgia ha commesso troppi errori durante la campagna elettorale, non ultimo la condanna della divertente parodia dei due omosessuali presentatisi a Sanremo.
Troppo tardi perchè ormai siamo al redde rationem e l'alternativa alla dissoluzione morale, politica, etnica, economica della Nazione è solo Berlusconi, tertium non datur.
Mi piace quando leggo che ancora non sanno ("gli ex An) se formare un partito a parte o agire come una corrente all'interno del futuro partito di Berlusconi.
Meglio la seconda, per influire sulle scelte di quello che, piaccia o meno, in un sistema bipolare rappresenterà e dovrà sostenere Valori e Ideali di Destra.
A cominciare dalla difesa dello ius sanguinis, della Famiglia come unione di un Uomo con una Donna e dei risparmi e delle proprietà private.
Ogni distinguo porterebbe acqua al mulino del nemico, senza acquisire un solo voto in più di quelli che già ci sono.


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12 giugno 2013

Berlusconi l'ultima speranza, l'unica certezza

Qualcuno ricorderà sicuramente lo slogan che ho ripreso nel titolo: appartiene alla campagna elettorale missina del 1972, quando Almirante portò la Destra al suo massimo storico della prima repubblica.
Oggi siamo nuovamente a quel punto.
Siamo a Berlusconi unico riferimento, unica certezza, forse unica salvezza per una Nazione che rischia la dissoluzione sotto le bordate di ministri con nazionalità straniera, di immigrati che pretendono la cittadinanza e il voto e dei capricci degli omosessuali che, invece di essere liquidati con una battuta (anche volgare) vengono assecondati nelle loro farneticazioni.
E più della metà degli Italiani resta a casa e non vota, regalando ai comunisti tutte le maggiori città e persino Treviso, resa bella e sicura da Gentilini e che ora (onestamente: per la soddisfazione di noi bolognesi) tornerà ad attrarre (come tutte le altre città cadute tra le grinfie dei comunisti) spostati e marmaglie di sfaccendati e lazzaroni.
Non esistono, tra l'altro alternative.
Quando si dissolse la Dc, l'Msi riuscì a raccogliere parte dell'eredità mentre dal nulla spuntò Forza Italia con Berlusconi che riuscì nel miracolo di fermare la "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto.
Adesso si potrebbe temere che senza una guerra i comunisti possano, grazie all'ignavia di oltre metà Italiani, occupare tutto il potere.
Il PdL non ha alleati che riescano a raccogliere voti.
La Destra è divisa e derisa e, francamente, non è da Uomo di Destra piangere per una sconfitta come ha fatto Alemanno che, così, si è giocato ogni chance di leadership.
Maroni è sempre più il liquidatore della Lega e all'orizzonte non si vede alcun nuovo Berlusconi.
Gioco forza, quindi, guardare al vecchio Berlusconi, sperando che gli annunci di queste ore siano confermati.
Fine della segreteria Alfano e potere ai "falchi".
Allora potrei fare un pensierino per iscrivermi al nuovo soggetto politico e dare una mano alla ricostruzione della diga anticomunista e antidissoluzione.
Perchè gli assenti hanno sempre e comunque torto.



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11 giugno 2013

Gli assenti hanno sempre torto

I comunisti hanno vinto tutte le città.
Così, adesso, anche i trevigiani, i viterbesi, i bresciani, per non parlare dei romani che già ben dovrebbero saperlo, si godranno le amministrazioni politicamente corrette della sinistra, con la loro accoglienza agli immigrati, le liturgie talebane dei sacerdoti del "politicamente corretto", i festival degli omosessuali, le piazze ridotte a bivacco di sfaccendati e mantenuti.
Ma non è colpa di chi ha votato i nuovi sindaci, perchè a sinistra voterebbero chiunque e se il Partito dicesse loro che il piatto più prelibato delle loro feste dell'Unità è composto da sterco, ne decanterebbero le qualità e gli aromi, del resto non può meravigliare visto che oltre "bella ciao" non arrivano.
No, la colpa è di quel 50% e più di astenuti, prevalentemente di Centro Destra, che credono, delusi dalle scelte di chi ci rappresenta, che rifluire nei fatti propri sia la scelta migliore.
Sbagliano perchè se non ci facciamo i fatti di tutti, anche turandoci il naso, anche se solo una minima parte di quel che vorremmo viene realizzato o anche se l'unico ritorno fosse l'impedire al prossimo di imporre le sue leggi, ci sarà sempre qualcuno che si farà i fatti nostri e ci chiederà l'obolo (cioè le tasse) per gozzovigliare senza lavorare, con tutte le sue clientele e con i nostri soldi estorti con le tasse.
Che sia di lezione per il futuro e per allontanare ogni velleità di astensionismo.
Rimane, ancora una volta, solo Berlusconi tra noi e la dissoluzione dell'Italia e, forse, sarebbe da riflettere se non conviene, in questa situazione, spingere l'Italia nel baratro, votando Grillo, piuttosto che astenersi, provocando l'accelerazione del fallimento e quindi un nuovo inizio, magari con una nuova forma di stato e, perchè no, con una pluralità di stati al posto dell'Italia attuale.
Adesso si torna ai fatti concreti: o l'imu viene abolita, oppure qualunque altra soluzione (rimodulazione, in base al reddito, al catasto, a nuove rendite, con la tares etc.) sarebbe motivo necessario e sufficiente per uscire dal governo e, con una mobilitazione generale e permanente, obbligare ad elezioni anticipate che rappresenterebbero una ordalia finale.
Costi quel che costi.



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10 giugno 2013

Intelligenti e in buona fede

Silvio Berlusconi ha fatto molti errori.
Ha sbagliato a fidarsi di Scalfaro nel 1994.
Ha sbagliato a dimettersi senza un voto di sfiducia nel novembre 2011.
Ha sbagliato a non seguire il consiglio di Bossi che, nel 2010, dopo il tradimento di Fini, consigliava di andare al voto anticipato.
Ha sbagliato ad accettare il veto su propri uomini, senza porlo nei confronti di ministre con nazionalità straniera proposte dai comunisti.
Ciononostante se a sinistra fossero intelligenti e in buona fede (qualità che non convivono, a sinistra) dovrebbero riconoscere che Berlusconi aveva ed ha ragione quando tuona contro la Merkel, la Germania e l'euro.
Berlusconi aveva ragione quando cercava di creare una coalizione di stati che si opponesse alla egemonia tedesca (e per questo la Merkel ha complottato, con l'aiuto delle quinte colonne interne,  per sostituirlo con il suo uomo di fiducia).
Berlusconi aveva ragione quando si schierò con il Regno Unito contro la "Tobin tax" sui risparmi, introdotta dopo le sue dimissioni, in esecuzioni a specifici ordini di Berlino.
Berlusconi ha ragione nel pretendere che Letta contrasti la Merkel e , se costei non scendesse dal pero venendo a più miti consigli, anche abbandonando l'euro per riprendere in toto la nostra Sovranità.
Allora se a sinistra fossero intelligenti e in buona fede, invece di battutine stupide sul braccio di ferro e chi l'ha ingaggiato e perso, essenzialmente perchè pugnalato alle spalle da antitaliani che hanno preferito inchinarsi alla Germania per continuare nella campagna antiberlusconiana perseguendo interessi di fazione, invece di collaborare e far fronte comune con il Premier Berlusconi per contrastare la Merkel, dovrebbero riconoscere che c'è una sola strada per tutelare gli interessi nazionali: seguire le indicazioni di Berlusconi.
Se a sinistra fossero intelligenti e in buona fede allora ... non sarebbero più di sinistra.



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07 giugno 2013

Sicuri che Erdogan abbia torto ?

Non credo neanche un po' che per un boschetto si possa manifestare con violenza e provocare morti e feriti.
Le vere motivazioni dei disordini in Turchia vengono svelate solo da alcune parziali descrizioni dei giornali che parlano di manifestanti composti da "studenti, femministe, omosessuali".
Dal 1968 quando si vuole distruggere una società civile entrano in campo gli untori della corruzione dei costumi che, brandendo la finta bandiera del "progresso" e trasformando anarchia e capricci in "diritti civili" creano disordini per distruggere quel che i nostri Padri hanno faticosamente costruito.
La Libertà di manifestare è sacrosanta ma ha un limite: non creare disturbi a chi non manifesta.
Quindi uno stato serio, che si rispetti, deve impedire che un pugno di facinorosi ostacoli la fruizione dei beni comuni alla maggioranza che chiede solo di vivere senza disturbi (e questo vale in Turchia come ovunque).
Erdogan difende la Tradizione e fa bene a farlo nel rispetto della volontà della maggioranza del suo Popolo che lo ha eletto, nonostante i tentativi posti in atto dai magistrati e militari locali di impedirne la candidatura con una legge ad hoc che ne sancì l'illeggibilità (mi ricorda qualcosa ...), così come Putin in Russia difende la sua Tradizione dalla corruzione che da un Occidente ormai in ginocchio rischia di espandersi in tutto il mondo.
In difetto non sono gli Erdogan e i Putin, ma i governi occidentali che, per difendersi, mettono sul banco degli accusati chi, invece, agisce come qualunque serio governante di uno stato serio dovrebbe agire.




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06 giugno 2013

Dobbiamo sperare nei magistrati ?

E' sempre più difficile scegliere un argomento da evidenziare in un commento, tanti sono i segnali di una deriva accelerata non solo in Italia, ma in tutto il mondo occidentale.
Se in Italia tre signore (due delle quali di nazionalità straniera) si dimostrano  ostili all'Italia e agli Italiani con le loro provocazioni in materia etica e con la voluttà di concedere la cittadinanza al primo arrivato snaturando la nostra base sociale ed etnica, in Francia hanno già approvato e in Inghilterra stanno per approvare una legge che eleva a dignità di legge l'inesistente "matrimonio" degli omosessuali e in Italia c'è chi, da provinciale, cerca di imitare il peggio che arriva dall'estero e almeno due delle signore di cui sopra presenzieranno al festival degli omosessuali.
Come se non bastasse, leggiamo che un gruppo di manifestanti, a Terni, si muove per occupare i binari della stazione e, giustamente, la Polizia li ferma a tutela dei cittadini che hanno il diritto di circolare senza ostacoli, ma ad essere messa sotto accusa è la Polizia, non chi ha organizzato la manifestazione.
Si stravolge così il diritto a manifestare, cercando un nuovo "diritto", quello di occupare e di impedire la libertà di circolazione altrui.
E non mi sono piaciute le ultime dichiarazioni di Berlusconi, comprensibili in attesa di alcune sentenze, ma che non tengono conto dello sbandamento della nave Italia, perchè non basta il presidenzialismo o l'abolizione dell'imu, ma deve anche essere contrastata la deriva sopra evidenziata.
Allora, forse, dovremmo sperare che continuino le condanne contro il Cavaliere, per dargli quella carica necessaria che emerge sempre, con beneficio per tutti,  quanto più cercano di metterlo all'angolo.



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05 giugno 2013

Casi disperati

Le motivazioni della sentenza di condanna - UNICA NEL SUO CASO - contro Berlusconi per la pubblicazione delle intercettazioni di Fassino e Consorte ("abbiamo una banca !") indicano un concorso morale del Cavaliere nella pubblicazione in quanto lesiva della avversa parte politica.
Aspettiamo ora l'incriminazione e la condanna dei funzionari di partito, tempo per tempo "compagni segretari" del pci/pds/ds/pd per tutte le intercettazioni pubblicate ai danni di Berlusconi.

Le "vittime" non si considerano tali.
Ne' Ruby, nè i funzionari di Polizia che confermano, sotto giuramento, come Berlusconi avesse solo fatto una telefonata informativa, mentre Ruby ha confessato, ugualmente sotto giuramento, che si è inventata tutto, che non c'è stato sesso e che nascondeva (e poteva farlo eccome !) la sua minore età.
Insomma dichiarava più anni di quelli che aveva come facevamo noi per entrare al cinema e guardare i film vietati ai  minori di 14 anni o, un paio di anni dop, quelli vietati ai minori di 18 anni.
Però Berlusconi DEVE essere condannato.
A prescindere.

Il governo commissaria l'Ilva.
Praticamente un esproprio.
Ma chi pagherà la bonifica ambientale e i salari ?
Sì, perchè se io fossi il proprietario espropriato e senza più la possibilità di comandare, COL CAVOLO che sborserei ancora soldi.
Non vorrei che ci appioppassero una tassa per l'Ilva ...

Emma Bonino, immeritatamente ministro degli esteri, invece di preoccuparsi di riportare a casa i Marò sequestrati dagli indiani, si mette a fare la maestrina dalla penna rossa (e senza titoli) per bacchettare Erdogan e la Turchia.
Bocciata senza ripassare a settembre.

In parlamento pare emerga la volontà di approvare l'abominio dello ius soli.
Sarebbe la rottura del contratto sociale che lega i cittadini Italiani allo stato.


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04 giugno 2013

Un burocrate per presidente

Si discute di presidenzialismo.
La Destra lo sostiene da cinquanta anni, come al solito la sinistra arriva in ritardo.
Ed ha la faccia tosta di porre dei paletti.
D'accordo far eleggere il presidente dal Popolo, però deve essere un inetto, un burocrate senza seguito e senza volontà propria.
Finocchiaro e compagni pretendono una legge sul "conflitto di interesse" che escluda Berlusconi.
Grillo paventa (ma è un incubo o un sogno ?) che Berlusconi voglia farsi Duce.
Insomma il presidenzialismo va benissimo, purchè si elegga un Re Travicello.
Hanno capito tutto della Libertà e della Democrazia di cui si riempiono quotidianamente la bocca.


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03 giugno 2013

Il dopo Berlusconi può iniziare con Berlusconi presente

Da tempo, ormai, Marcello Veneziani ridendo castigat mores.
Ne Il Giornale con la sua quasi quotidiana rubrica Cucù Marcello Veneziani ci indica problemi e la strada per risolverli (tranne quanto parla del Sud e del Nord).
Così ha affrontato, delineando la corretta posizione dell'Uomo di Destra, il tema della Famiglia, dell'omosessualità, dell'immigrazione, del lavoro, dell'euro e dei rapporti con la Germania (con o senza Merkel), dei Marò ancora sequestrati dagli indiani, della mancanza di un partito di Destra e di come (riunendo le varie anime sulle battaglie classiche della Destra) si possa ricostituire quella comunità umana, prima ancora che politica, che ha salvato e salvaguardato negli anni dell'arco costituzionale, la Libertà di Pensiero e di manifestare Idee difformi dal coro.
Qualche giorno fa ha espresso quel che in tanti pensiamo: che mosceria senza Silvio !
Ed è proprio così.
Se manca Berlusconi, non solo il Centro Destra arretra (lo avevamo già visto dopo il golpetto di stato che portò a Palazzo Chigi il maggiordomo della Merkel, oggi desaparecido) ma anche il dibattito politico langue e i giornali sono costretti a dare spazio agli urletti di Grillo o ai doroteismi del furbetto fiorentino.
Ancora peggio accade nel PdL quando, senza Silvio, alzano la testa i Galan e i Bondi, con le loro baggianate utili solo (e comincio ad avere il sospetto che sia proprio quello lo scopo) ad allontanare gli elettori di Destra dal partito.
Quale differenza con la arrembante campagna elettorale che ha impedito la vittoria della sinistra.
Quale differenza con i comizi di Roma, Bari e Brescia, quando Berlusconi ha compattato elettori, militanti e dirigenti dietro la sua figura riportando il PdL ad essere il primo partito nei sondaggi.
Personalmente sono convinto che se anche Berlusconi venisse ripetutamente condannato, se anche venisse incarcerato, se anche fosse costretto all'esilio per sfuggire alla persecuzione giudiziaria, otterrebbe ugualmente il consenso popolare, forse anche di più.
Ma Berlusconi a settembre compirà 77 anni e non possiamo aspettarci che le sue energie aumentino.
Il problema del Centro Destra, ma anche quello dell'Italia, è tutto qui.
Non esiste un Leader per il Centro Destra e non esiste una figura autorevole per l'Italia, dopo Berlusconi.
Ci sono tanti aspiranti, è vero, ma sono i soliti mediocri burocrati di partito che non sono in grado di avere una visione progettuale.
E lo vediamo con le iniziative di Letta.
Gli unici provvedimenti che scaldano gli animi sono quelli proposti da Berlusconi: via l'imu, niente aumento dell'iva, meno tasse per chi assume, presidenzialismo.
Poi ci sono le iniziative ideologiche e distruttive tipiche della sinistra come la concessione della cittadinanza e voto per gli immigrati (che ha trovato anche il sostegno del furbetto fiorentino) o il "matrimonio" tra omosessuali e poichè sul piano economico e istituzionale il governo ha fatto proprie le linee guida del Centro Destra (in totale assenza di realistiche alternative) è contro quei due provvedimenti che il PdL deve marcare la sua identità di partito, trainando tutto il Centro Destra a cominciare dai vari frammenti della Destra e da una Lega che prima ritroverà la guida di Bossi, meglio sarà.
Contro la deriva "politicamente corretta", ecco che si apre la possibilità di una grande battaglia identitaria che possa, anche in assenza di Berlusconi, marcare la differenza con la sinistra.
E' l'occasione per testare il "dopo Berlusconi" quando ancora il Cavaliere è ben presente sulla piazza ed è ancora la guida indiscutibile del Centro Destra.




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02 giugno 2013

Liberare i partiti dalla sudditanza allo stato

Nonostante ben più importanti questioni, il governo Letta ha presentato un disegno di legge sul finanziamento pubblico dei partiti, millantandone l'abolizione graduale.
A raglio i quotidiani allineati lo hanno seguito, facendo "sì" con la testolina come i cani di stoffa che una volta venivano posti sul lunotto posteriore delle automobili.
La gradualità sarebbe una scelta logica e di buon senso (come sempre quando si cambia un sistema) , ma a non essere colto è il traguardo finale.
Abolizione del finanziamento pubblico significa che lo stato non deve più versare una sola lira ai partiti.
Letta, invece, accolla allo stato i costi per una sede in ogni provincia, per le comparsate televisive, per le utenze delle sedi, per le spese di spedizione della propaganda.
Come se non bastasse istituisce il 2 per mille a favore dei partiti che, ancora una volta, di suo non sarebbe sbagliato, ma che invece rappresenta un ulteriore costo per lo stato perchè:
- è sottratto alle tasse che comunque il cittadino paga e non rappresenta un due per mille in più, volontario, che viene destinato al partito preferito;
- se uno non indica preferenze, il suo due per mille viene ugualmente ripartito tra i partiti.
Non è così che si abolisce il finanziamento pubblico ai partiti.
E' inoltre opportuno sottolineare che quello licenziato dal consiglio dei ministri è solo un disegno di legge che dovrà fare il suo percorso in parlamento dove i partiti dovranno decidere, con emendamenti e votazioni, se a loro sta bene.
E' come chiedere all'oste di fare lui, senza contraddittorio, il prezzo del suo vino.
Ridicola la opposizione di alcuni esponenti di partito, anche del PdL che, invece di contestare l'interferenza statalista su un soggetto privato (con la richiesta di pubblicità di conti e statuti) lamentano il taglio del finanziamento.
Personalmente credo che, come per i fondi per lo "spettacolo" e per l'editoria, per la "cooperazione" internazionale e per le miriadi di "piccole" spese che svenano lo stato per interessi privati di lobbies varie, anche i partiti non debbano ricevere neanche una lira dal pubblico, nè devono essere soggetti ad alcun controllo pubblico, per garantirne indipendenza e assoluta libertà di azione e di opinione.
I partiti (come i sindacati, del resto) devono finanziarsi esclusivamente con i contributi delle tessere e con le elargizioni di singoli o gruppi di sostenitori.
Così, quando un governo unico (e mi auguro ultimo) nel suo genere che vede Centro Destra e comunisti assieme avrebbe la possibilità di regalare agli Italiani riforme epocali, Letta preferisce saltellare da un problema all'altro senza risolverlo, tirando a campare.
A questo punto ci sono solo due provvedimenti che Letta deve prendere:
- abolire l'imu
- sospendere l'aumento dell'iva previsto per luglio
e tornare al voto ad ottobre.



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