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No alla deriva

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24 giugno 2013

Politica d'estate

L'estate è, al fine, giunta, smentendo per l'ennesima volta gli untori del catastrofismo che ipotizzavano un "anno senza estate".
Con il caldo, con i fine settimana estesi, con il tempo libero dedicato maggiormente alle uscite in famiglia, la politica appare meno intrigante e più lontana.
Ma i problemi restano, come, purtroppo, restano i magistrati che, unicamente in forza di un concorso, si sono arrogati il diritto di dettare i tempi agli eletti dal Popolo, autoassolvendosi persino per la presunzione che sia più importante una loro udienza di una riunione di governo.
In questo mese di giugno abbiamo già avuto l'ennesima conferma della inaffidabilità della giustizia italiana con la decisione della corte costituzionale che ha assolto i magistrati che non hanno riconosciuto a Berlusconi il "legittimo impedimento" derivante da una riunione del consiglio dei ministri da lui presieduto.
Ormai non vale neppure più la pena commentare simili facezie, sarebbe invece necessario coprirle con una cupola di oblio.
Attendiamo con un sorrisino di sufficienza le sentenze su Ruby e il prosieguo della indagini sullo "scouting" (che, quando riguarda Berlusconi, si chiama "compravendita") di parlamentari, nonchè i successivi capitoli dei processi risibili ancora in corso o in appello/cassazione.
Comunque vadano, però, è certo che in Italia si sta riformando un bipolarismo con il crollo di fiducia e consensi nei confronti del movimento di Grillo, la scomparsa sostanziale dei montiani e la crescita parallela nei sondaggi di PdL e pci/pds/ds/pd.
Il Centro Destra ha un Leader, voluto e sostenuto dal voto di un Popolo che non crede e non ha più - da tempo - alcuna fiducia nei magistrati che cercano di liquidare il suo Leader.
E' un Leader indebolito da tante battaglie, dalle continue aggressioni, dalla ostilità di molti capi di stato stranieri che vorrebbero un'Italia prona e serva invece di un'Italia protagonista, da un'età ormai venerabile, ma Silvio Berlusconi è e resta il Leader del Centro Destra.
I suoi risultati sono indiscutibili:
  • con Berlusconi, per la prima volta, il Centro Destra ha saputo presentarsi sostanzialmente unito;
  • con Berlusconi non ci sono state devianze e fughe verso la concessione della cittadinanza e voto agli immigrati o per assecondare i capricci degli omosessuali;
  • con Berlusconi non sono state inventate e applicate nuove tasse e, anzi, alcune riduzioni sono state individuate e applicate;
  • con Berlusconi si è inquadrato un primo, rudimentale, passo verso un reale federalismo;
  • con Berlusconi l'Italia ha avuto una propria politica estera, sovrana e indipendente.
Si poteva fare meglio, si poteva fare di più.
Facile a scriverlo, molto più difficile realizzarlo con tutte le ostilità e le pressioni dei molteplici interessi che circondano ogni azione di governo.
Abbiamo visto i disastri di Monti e vediamo le vuote chiacchiere di Letta che, finora, ha saputo, solo per le pressioni del PdL di Berlusconi, rinviare l'imu sulla prima casa.
Nella consapevolezza che Berlusconi resterà il faro del Centro Destra sia che venga dichiarato "ineleggibile" (dopo essere stato in parlamento per venti anni !), sia che venga condannato in via definitiva, sia che venga costretto all'esilio per salvarsi dalla persecuzione giudiziaria, nella certezza, quindi, che in qualunque condizione Berlusconi venga posto dagli storici nemici in toga saprà dare linea e coesione al Centro Destra, spetta a tutti noi sviluppare e far crescere le idee che Berlusconi incarna.
Spetta a noi con i nostri commenti (cioè nel modo più facile) , a noi se ci volessimo impegnare attivamente in politica (con un costo personale piccolo o grande), a quelli di noi che in politica ci sono da tempo e ricoprono incarichi direttivi e di rappresentanza.
Ed è proprio alla rappresentanza di quegli elettori, come il sottoscritto, che possono formare un nuovo blocco elettorale che i dirigenti del PdL devono guardare, lasciando perdere le senili esternazioni di un Galan o i rigurgiti veteromarxisti di un Bondi.
Berlusconi, per ragioni di età, non può occuparsi di dettare la linea, rappresentarla in pubblico e, anche, dare corpo alla struttura del partito.
Questo deve essere compito di una classe dirigente che organizzi una struttura sul territorio e centrale e che focalizzi la sua azione su grandi battaglie ideali (no all'immigrazionismo, no ad assecondare i capricci omosessuali, riduzione delle tasse, difesa e valorizzazione della proprietà privata, sovranità monetaria e in politica estera, rivoluzione della struttura giudiziaria, contrasto al fisco predatore e spione ...) e importanti battaglie locali (sicurezza, pulizia delle città, controlli, contrasto del degrado delle piazze e vie storiche, viabilità ...).
Una classe dirigente che accantoni il fioretto spuntato dei Letta, dei Bonaiuti, degli Alfano, per usare sciabole taglienti.
Per i dirigenti PdL, infatti, il "breviario" è pronto ed è scritto, quasi quotidianamente, da Marcello Veneziani ne Il Giornale.


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