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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

19 ottobre 2013

Disinformazione di regime ridicola e dalle gambe corte

Il Resto del Carlino è il quotidiano che, da sempre, entra in casa mia.
Lo comprava mio padre, ho continuato a comprarlo io e, nonostante tutto, continuerò a farlo per la cronaca di Bologna e del Bologna, visto che le alternative con cronaca locale (Repubblica e Corsera) sono addirittura peggio.
Il quotidiano con la lettura del quale sono cresciuto aveva la direzione di un Grande come Girolamo Modesti che rappresentava la vera alternativa e opposizione alla giunta comunista di Bologna, oggi, però, è veramente caduto in basso.
Prima ad attaccare Berlusconi non appena i poteri finanziari internazionali lo hanno voluto rimuovere per gli ostacoli che frapponeva ai loro disegni.
Poi asservito alla politica di rapina fiscale eterodiretta da Berlino di Monti, quindi apologeta del nulla lettiano continuatore delle rapine fiscali eterodirette (infatti ottiene consensi all'estero).
Oggi, però, leggo una risposta del vicedirettore Massimo Gagliardi, che è assordante, tanto si sente il raspare sui vetri per una arrampicata senza prospettive, che tenta di giustificare una sua risposta-marchetta (a Letta) di ieri.


IERI:



Bologna, 18 ottobre 2013 - Non credo sia possibile avere una buona considerazione di un Governo che pensa di risolvere i problemi gravissimi dell’Italia con interventi di cosmesi senza intervenire pesantemente con la ristrutturazione di tutta la pubblica amministrazione unica vera causa di un costo che non possiamo più permetterci e con una efficienza vergognosa.

Claudio Orsi

Risponde il vice direttore de 'il Resto del Carlino', Massimo Gagliardi  
Da quando è stata presentata la legge di stabilità (la vecchia Finanziaria), ne abbiamo sentite e lette di tutti i colori. Certo, le misure previste non sembrano coraggiose. Due cose però bisogna dirle. La prima: non è previsto un aumento delle tasse. La seconda: dopo 12 anni non sono previsti tagli ai Comuni. E non è poco già che il debito continua a correre.
Ma il vero banco di prova di questo governo è un altro e riguarda proprio i tagli alla spesa.
È esattamente il compito affidato a Carlo Cottarelli, un signore che viene dal Fondo monetario, da Letta. Vedremo cosa farà ma soprattutto come il governo darà seguito ai suoi consigli. Giavazzi ci aveva già provato con Monti ma quando gli disse come tagliare dieci miliardi di incentivi alle imprese il professore chiuse la cartellina.


OGGI:

Bologna, 19 ottobre 2013 - Nel Carlino di ieri Lei scriveva che "non è previsto un aumento delle tasse". Mi permetto di dissentire. Della Tares non conosciamo l'importo, ma sappiamo che ci toglierà soldi che con l'abolizione dell'Imu avevamo recuperato. L'imposta sul conto titoli dall'1,5 arriverà al 2 per mille. Sulle detrazioni fiscali del 19% è prevista una sforbiciata. 
Cesare Nisi.

Risponde il vice direttore de 'il Resto del Carlino', Massimo Gagliardi (tra parentesi in corsivo i miei commenti)

La frase "non aumenteranno le tasse" era ovviamente riferita alle aliquote di reddito. ("ovviamente" se il governo mette le mani su un'altra parte dei nostri risparmi per il vicedirettore del Carlino non è un aumento di tasse ...) Ciò detto, Lei pensava davvero che le avrebbero regalato l'Imu ? Quello che si caccia dalla porta rientra dalla finestra, si sa. ("si sa" solo se ci sono quelli che si prestano a difendere chi lo fa) In Francia di tasse sulla casa se ne pagano di due tipi. ( E allora ? In Francia hanno anche una pubblica amministrazione efficiente. E comunque noi, sulla casa, di tasse ne paghiamo a decine: rifiuti, infrastrutture, bonifiche, utenze ... senza neppure avere un ritorno adeguato) Ma il punto su cui occorre misurare l'efficacia di questo governo è un altro: i tagli alla spesa pubblica. Per questo ho parlato di Cottarelli, citando anche l'inutile lavoro di Giavazzi per il governo Monti. (Sicuramente inutile e così ne paghiamo un altro per farci dire le stesse cose ?) Giavazzi l'ha detto chiaramente: per tagliare la selva di incentivi (10-15 miliardi) bisogna colpire i burosauri dei ministeri, coloro che hanno le chiavi del forziere. Altri 10-15 miliardi verrebbero dalle detrazioni fiscali, altri 5-6 dai tagli ai costi della politica. Allora, forse, caleranno le tasse. (E se invece invertissimo i termini: prima caliamo le tasse togliendo il carburante alla spesa pubblica, così i brontosauri ministeriali dovranno fare con quello che rimane).

Tanto per parlare di tagli alla spesa pubblica.
Visto il genere di informazione che abbiamo, non sarebbe il caso di cominciare a risparmiare azzerando qualsivoglia contributo, agevolazione, favor legis ai giornali  ?




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3 commenti:

Nessie ha detto...

Beh, vedo che coi corsivi tra parentesi in modo da fare da contrappunto ai tromboni mediatici ho fatto scuola :-).
D'accordo sul mettere alla fame i giornali. Per quel che servono...

pietro ha detto...

In Italia le poche volte che sono stati fatti minuscoli tagli alle tasse sono SEMPRE stati fatti facendo aumentare il debito.
PRIMA bisogna fare una legge come quella USA per cui NON PUOI spende soldi se PRIMA non te li sei procurati, e allora sarà possibile ottenere qualche risultato.
In Italia gli amministratori a TUTTI i livelli possono spendere soldi inventandosi entrate future ipotetiche ( TUTTI di destra e di sinistra ) quindi è assolutamente impossibile affamare la Bestia come in USA.
Come si è visto in USA se non metti nero su bianco PRIMA dove trovi i soldi ( anche solo con l'emissione di titoli di stato ) se i soldi che hai in cassa finiscono devi mandare a casa senza stipendio i pubblici dipendenti.
In Italia i cretini che contestano il patto di stabilità dei comuni per esempio dicono che se hanno dei soldi in cassa anche già impegnati per future spese o perchè stai ritardando in modo schifoso i pagamenti ai tuoi fornitori dovresti poterli usare per qualche stronzata a fini elettorali.
O si cambia la legge , per cui le regole dei binaci pubblici devono esere chiare ed incontestabili e NESSUNO può spendere un centesimo che non ci sia già in cassa e non impegnato , oppure si va avanti così, tagliare la tasse senza PRIMA tagliare le spese è da imbecilli o da pessimi amministratori.

Massimo ha detto...

Nessie. I giornali devono esserci. Ma per vivere non devono contare su soldi pubblici ma su pubblicità, lettori che li acquistano e donazioni private.
Pietro. Questa volta sono parzialmente d'accordo. Non vedo un "prima" e un "dopo", ma le due operazioni possono essere contemporanee. Io riduco le tasse e, molto di più, riduco le spese. Dove ? Pubblico Impiego. Se facessero un giorno di solidarietà difensiva (come fanno in molte aziende private a cominciare dalle banche) al mese, si recupererebbero 7 miliardi (forse più visti gli stipendi cospicui dei magistrati che non sono altro che impiegati pubblici). Un miliardo lo si recupera dall'abolizione delle intercettazioni. Un paio di miliardi dai contributi a vario titoli per gli immigrati e i clandestini. Il problema è che tutti sono capaci di individuare le spese da tagliare, però al di fuori del proprio ambito (basti pensare agli editori di giornali). Tutti vogliono gli aiuti di stato, a cominciare dagli imprenditori che tanto parlano di "coraggio" (ma poi non sanno amministrare Alitalia se devono ancora una volta salvarsi con i soldi pubblici delle Poste). Una legge non serve, tanto verrebbe aggirata e interpretata a seconda di chi non la rispetta. L'unica è far mancare il carburante. Gli Stati Uniti hanno sbagliato ad elevare il debito pubblico. La caduta sarà tanto più rovinosa quanto più aumenteranno il debito. E per noi è uguale. Nella attuale situazione mi viene solo da dire: si salvi chi può (mettere da parte per i giorni di vacche magre).