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07 ottobre 2013

Il valore dell'unità

Silvio Berlusconi, mettendoci la faccia (perdendola) e sacrificando la propria dignità e il consenso del suo Popolo, nel nome dell’unità del PdL /Forza Italia ha votato la fiducia a Letta.
A ruota sua figlia Marina, la più probabile candidata alla successione, ha innalzato un canto al valore dell’unità.
L’unità, di un partito, di un popolo, di una nazione, di una squadra, ha un valore intrinseco perché può realizzare, con la forza che ne deriva, obiettivi che diversamente sarebbero molto più ardui da raggiungere.
Ma l’unità è un valore solo se è fondata su un “idem sentire”, come disse una volta Bossi, che consenta a tutti di remare verso un obiettivo, almeno di massima, comune.
Quale unità può esserci in una nazione in cui una parte incassa l’assistenzialismo pagato con il lavoro dell’altra parte e, pur tuttavia, la parte assistita occupa tutte le massime cariche ?
Quale unità può esservi se un popolo viene calpesto e deriso nei suoi valori tradizionali da nuovi arrivati (non invitati) e da pulsioni finalizzate unicamente al perverso piacere di pochi ?
Quale unità può esservi tra chi vuole rapinare i risparmi e le proprietà private con tasse e regolamenti, unicamente per favorire le proprie clientele finendo con l’impoverire tutti tranne una classe di inetti burocrati ?
E quale unità, venendo alle recenti vicende politiche, può essere considerata un valore se provoca:
  • la permanenza di un governo con i comunisti in cui vi sono ministri indecenti come la Bonino (molto tiepida nel difendere i Marò sequestrati in India), Saccomanni (fedele esecutore degli ordini di Berlino) e la Chienge (che è italiana solo per cittadinanza e non per nazionalità e vorrebbe importare milioni di suoi simili per espellere gli Italiani veri dal’Italia) ?
  • l’aumento dell’iva ?
  • il probabile ripristino almeno della seconda rata dell’imu ?
  • la permanenza nell’unione europea e nell’euro?
  • la realizzazione di leggi che violentano la libertà di opinione come la legge che potrebbe istituire il reato di omofobia e quella analoga per il negazionismo ?
  • l’approvazione di una legge (che è anche di spesa per le conseguenze che potrebbe produrre) per il “matrimonio” tra chi pratica l’omosessualità ?
  • la prosecuzione dell’intervento dei magistrati nella politica ?
  • una revisione della legge sull’immigrazione addirittura meno restrittiva della già colabrodo Bossi Fini, magari con la cancellazione del reato di clandestinità ?
Una unità per tali risultati è una unità totalmente priva di valore e di interesse.
Berlusconi ha sbagliato nel votare la fiducia a Letta “pro bono pacis” perché ha impedito la fuoriuscita di vecchi tromboni della politica ansiosi di conservare le poltrone o di acquisire benemerenze, anche come ombrello giudiziario, con i comunisti.
Se Alfini e compagni fossero usciti con una scissione, sarebbero stati solamente dei traditori senza seguito popolare.
Adesso che hanno ottenuto la benedizione di un Berlusconi la cui credibilità è precipitata a terra anche tra il suo Popolo, a dover assumere l’iniziativa di rompere, con le conseguenze negative che ciò comporta, saranno i cosiddetti “falchi”.
Lascino pure il PdL alla Merkel ed ai suoi agenti italiani.
Sarebbe stato meglio, anche per la percezione pubblica dell’accaduto, che ad andarsene fossero stati Alfini e compagni, ma restare uniti, facendo dell’unità fine a se stessa l’unico motivo di tale unione, sarebbe un nuovo tradimento verso l’Italia, gli Italiani e tutto il Popolo di Centro Destra.





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