Alle solite.
Un violentissimo temporale, una tempesta, ha ingrossato fiumi e allagato terre, fino al primo piano delle case.
Questa volta in Sardegna.
Si procede con le solite litanie sul dissesto idrogeologico.
Ma "il dissesto" non è qualcosa che nasce dal nulla, bensì dall'incuria.
Gli enti locali, preposti ai lavori, piangono miseria, eppure continuano ad organizzare, come già accade dal 1975 con il famigerato assessore all'effimero di Roma Nicolini, "eventi" nei quali decibel a tutto volume e cospicue remunerazioni a cantanti e tutto l'ambaradan che li circonda.
Ecco i soldi.
Spendeteli per il territorio.
Meno canzonette, più manutenzione.
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4 commenti:
Sinceramente non mi pare che la Sardegna (che se non erro è pure una regione a statuto speciale) sia da paragonare al Lazio.
Poi io i sardi li conosco un po' ed è gente dura che non ama chiagnere inutilmente.
Non era mia intenzione paragonare Sardegna, Lazio o qualunque altra regione, bensì sottolineare che dalle spese inutili degli enti locali (come quelle per i "concerti" di canzonette) si potrebbero ricavare tutte le risorse necessarie per amministrare bene e offrire ai cittadini i servizi per i quali paghiamo tasse, balzelli e gabelle indegni di una nazione civile.
Sì, ma quando si parla di regioni non si può generalizzare come quando si parla di politica generale, visto che il Bello (e il meno bello) dell'Italia consiste proprio nella sua varietà. Inoltre leggi qua:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/sardegna-sottacqua-sindaci-in-rivolta-troppi-25-allarmi-ogni-anno-non-si-pu-evacuare-66936.htm
Morale: i sindaci non possono spendere i "tesoretti accumulati" a favore dei comuni per opere di prevenzione, perché "l'Europa non vuole". Come al solito, siamo al "ce lo chiede la Ue". Intanto le cartelle della Tares sono aumentate del 60%. Ce lo chiede la Ue.
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