Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 marzo 2014

La Destra con Berlusconi

La politica è l’arte del possibile e dopo aver tentato una strada autonoma per ricostituire un partito che desse piena rappresentanza alla comunità di Destra, ottenendo il miglior risultato nel 2008 grazie all'impegno profuso da Daniela Santanchè come candidata premier, La Destra di Storace si accorda per presentarsi in comune con Berlusconi e Forza Italia.
Condivido la scelta di Storace, perché porta più Destra in Forza Italia, cioè il partito guida del Centro Destra, il partito che dovrebbe portarci a sconfiggere Renzi e il pci/pds/ds/pd alle prossime politiche.
Più Destra in Forza Italia consentirà anche di portare al parlamento europeo un gruppo più disponibile collaborare con i gruppi antieuropeisti che auspicabilmente il 25 maggio potranno conquistare un buon bottino, almeno tale da contrastare Schultz e gli gnomi dell’eurocrazia tirannica.
La scelta di Storace deriva da oggettive difficoltà a ricostruire il vecchio MSI, sia per ruggini personali, che per le priorità nei programmi.
La scelta di Storace mi sembra corretta perché, come giustamente ha dichiarato, la politica di Fini ha disperso un patrimonio umano e politico che ha ritrovato un suo Leader nella persona di Silvio Berlusconi che rappresenta l’unità del Centro Destra ed al quale gli elettori di Destra guardano come un riferimento, valutazione, peraltro, che non si estende a Forza Italia o, almeno, a quella parte di Forza Italia troppo succube delle parole d'ordine del politicamente corretto e che insegue la sinistra sul femminismo, sull'omosessualità, sulla liberalizzazione delle droghe, sull'aborto, sul divorzio, sulla manipolazione genetica, sull'eutanasia e che solo grazie alla presenza del Cavaliere ha il silenziatore..
Semmai il problema di una Destra organizzata si potrà porre quando si aprirà il dopo Berlusconi, non adesso, ma nel frattempo la permanenza sotto lo stesso tetto con una “unione personale” come quando nel passato due territori e due popoli trovavano unità grazie alla figura unificante del medesimo monarca, rappresenta un reciproco vantaggio.
Tanto più che i temi maggiormente qualificanti della Destra sono ormai appannaggio di altri movimenti che li hanno sottratti ai loro legittimi proprietari, sviluppandoli e rilanciandoli.
Così vediamo che la battaglia contro le tasse è propria sia della Lega che di Forza Italia, mentre quella contro l’europa e l’euro è appannaggio sempre della Lega e ora anche di Grillo (almeno a parole).
Ma anche bandiere più identitarie sono state abbandonate dalla Destra che appare sostenerli con voce flebile e con troppi distinguo:
  • contro l’immigrazione, lo ius soli, la cittadinanza e il voto agli immigrati;
  • contro il “matrimonio” omosessuale e tutti gli altri “must” del politicamente corretto (divorzio, aborto, eutanasia, manipolazione genetica);
  • contro la droga che non esiste “leggera” o “per uso personale” ma che dovrebbe vedere puniti in egual modo fruitore e spacciatore di qualunque tipo di sostanza.
E anche su queste materia spicca la Lega di Salvini, più che i Fratelli d’Italia di una Meloni sempre meno incisiva o di un Alemanno bollito.
Allora ben venga la scelta di Storace, perché Berlusconi è e resta il Leader del Centro Destra e perché, così, si può organizzare il futuro di una vera Destra che, però, non potrà escludere quel movimento che è Forza Nuova e che rappresenta il cuore in cui viene conservata la Tradizione della Destra e che, come è in Francia per il Front National, dovrà essere, meglio prima che poi, integrato nel gioco politico complessivo.


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28 marzo 2014

Il piccolo fan

Da sempre i politici italiani hanno trovato motivo di lustro facendosi riprendere con i leaders delle nazioni più importanti.
Regno Unito, Francia, Germania, Russia e, soprattutto, Stati Uniti.
Il pellegrinaggio a Washington era un dovere per ogni presidente del consiglio neoeletto sin da De Gasperi, poi però i presidenti Americani (quando erano in grado di rappresentare quel Cpmandante in Capo di tutto l'Occidente Libero ... cioè tutti fino al predecessore compreso dell'attuale ...) sapevano concedere i giusti riconoscimenti, il maggiore e più ambito dei quali era parlare al Congresso in seduta riunita.
Onore che toccò in tempi recenti solo a Berlusconi, a dimostrazione di quanto sia vero che nemo propheta in patria.
Il bulletto che oggi presiede il governo italiano ha una copertura mediatica fatta di tante marchette della stampa e della televisione.
Non è però certo che sia un buon servizio, visto che lo mostra scodinzolante a fianco della Merkel, di Hollande e, ieri, di Obama, che sicuramente geni non sono (anzi ... soprattutto i due maschietti) come un piccolo fan che non ha altro da dire e fare che   il farsi fotografare o ottenere l'autografo di qualche persona famosa, di cui ripete a pappagallo i tormentoni.
Davanti a simili scene, come possiamo pensare che l'Italia possa essere rispettata e non trattata con quella sufficienza riservata a tutti i postulanti un po' lecchini e molto servili ?


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27 marzo 2014

L'improvvisazione dissipatrice di Renzi

Chi non ha cultura di governo non può amministrare bene la cosa pubblica, esattamente come chi non conosce e rispetta il valore del denaro non ha scrupoli nel depredare e dissipare i risparmi altrui.
Quando, come nel caso di Renzi, i due fattori confluiscono in un unico soggetto, abbiamo gli Unni che fanno razzia del patrimonio pubblico che, poi, non è altro che il frutto dei nostri risparmi e dei nostri redditi.
Abbiamo così imparato da una pulzella di Renzi creata ministra (e poi dicevano di Berlusconi ...) che gli 85000 esuberi statali (l'un per cento circa del totale ... non una cifra che sposti le montagne dei debiti !) saranno radunati anche attraverso i prepensionamenti.
Ohibò !
Ci avevano raccontato (Monti e Fornero e poi Letta) che bisognava lavorare più a lungo perchè l'inps (lo stato) non era in grado di sopportare il mantenimento troppo a lungo di persone e adesso si scaricano sull'inps (visto che l'ente pensionistico degli statali, in fallimento cronico, è stato assorbito a posto a carico dell'inps) i prepensionamenti statali ?
I soliti privilegiati, mentre i lavoratori privati, autonomi, professionisti, sono costretti a vedersi allontanare il traguardo del meritato riposo, gli statali (che certo non si ammazzano di lavoro !) sfrutteranno le disponibilità del fondo creato con i contributi dei lavoratori privati, l'inps.
Almeno, penserà qualcuno, si tratta di una partita di giro (lo stato invece di pagare statali attivi, li paga per oziare) e aumenterà giocoforza la produttività di chi rimarrà in servizio.
Pensa male.
Perchè l'obiettivo è assumere altri statali "per dare lavoro ai giovani".
Il solito becero assistenzialismo comunista, che sperpera i soldi rastrellati dai risparmi e dai redditi dei cittadini per un maquillage senza futuro e con l'unica prospettiva di ottenere un pugno di voti in più.
Renzi accelera restando sull'autostrada della distruzione della nostra società.
E qualcuno osa ancora dare torto ai Veneti che votano e pretendono l'Indipendenza ?


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26 marzo 2014

Senza un Capo non si vince

La dimostrazione ce lo ha data, ripetutamente, il pci/pds/ds/pd che, nella sua iconoclastia verso ogni leadership è sempre riuscito a perdere anche quando otteneva (in qualche modo) la maggioranza parlamentare.
Ma anche il fallimento sostanziale delle politiche, di TUTTE le politiche, dei governi italiani deriva da una costituzione redatta da un gruppo di pavidi, tornati al potere grazie alle armi angloamericane e timorosi che emergesse un nuovo Mussolini.
Così la costituzione del 1946 - che meriterebbe solo di essere archiviata negli scantinati di un museo - impedisce a chiunque di fare, costringendolo a virtuosismi verbali ed a continue, estenuanti mediazioni.
Allora abbiamo bisogno di un Comandante in Capo, di un Leader che possa realizzare il SUO programma, non l'aborto che ne esce dopo essere stato filtrato ed emendato nelle decine di riunioni e mediazioni.
Un Capo è necessario per governare uno stato e un Capo è necessario per portare un partito, una idea alla vittoria.
La sinistra è cronicamente malata di assemblearismo e lo si vede dai suoi riti stantii e dai personaggi che ne emergono.
Giusto con Renzi ha provato a cambiare e per farlo ha dovuto ricorrere ad un clone dell'odiato Cavaliere.
Il Centro Destra ha Berlusconi, purtroppo perseguitato giudizialmente e con il traguardo degli ottanta anni sin troppo vicino.
Berlusconi ha nominato un consiglio direttivo di Forza Italia dove sono presenti una settantina di persone.
Sono tutte quelle più in vista, più note, ex ministri, animali da arena televisiva, ma nessuno che emerga.
Il rischio è un duplicato sul Centro Destra del pci/pds/ds/pd.
Anche le idee hanno bisogno di un Capo.
C'è molto entusiasmo per il successo di Marine Le Pen, ma la Destra antieuro è piena di leaders in Inghilterra, Olanda, Austria, Germania, Ungheria, dovunque c'è un movimento forte antieuro c'è un capo che fornisce la linea chiara al movimento.
Sapranno mettersi d'accordo e, portando a Strasburgo un esercito arrabbiato, colpire all'unisono per abbattere il mostro € ?
Dobbiamo e possiamo auspicarlo, aggiungendo anche il nostro contributo, anche se sarà probabilmente modesto ... almeno per questa volta. 


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25 marzo 2014

Un Fronte Nazionale per l'Italia

La chiarezza paga.
Ecco il succo del risultato positivo del Fronte Nazionale al primo turno delle amministrative francesi che lancia la volata a Blue Marine per le europee del 25 maggio.
In Italia siamo ancora in tempo a sostenere un movimento che dica, con chiarezza: fuori dall'euro, riprendiamoci la Sovranità, l'Indipendenza, la Libertà e la Dignità Nazionale.
La Lega, timidamente, ora con Salvini con più decisione, ha imboccato la strada giusta, ma ancora non basta.
La Meloni di Fratelli d'Italia ha parlato ugualmente di uscita dall'euro, purtroppo condizionandola al comportamento dei burocrati europei.
Berlusconi è tentato, ma è fortemente condizionato da chi lo circonda e non si decide a sostenere con vigore il ritorno alla Lira.
Gli altri, tutti gli altri, sono, chi più chi meno, in ginocchio davanti agli gnomi europei.
Grillo ?
A quello non andrà mai bene nulla.
Pur di avere spazio e far casino se decideremo di uscire dall'euro, lui strillerà come un assatanato per restarci, insultando tutto e tutti coloro che organizzeranno il ritorno alla lira.
Una elezione la si può perdere nell'ultimo mese (Bersani docet) ma sicuramente non la si vince in un mese.
Occorre da subito che il Centro Destra sia chiaro, a prescindere dal risultato immediato del 25 maggio: il primo punto del programma è uscire dall'euro.
Gli Italiani devono essere convinti che appena sarà formato il nuovo governo di Centro Destra il primo provvedimento sarà di riprendere a stampare moneta nazionale.


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24 marzo 2014

Quanto resterà a galla Renzi ?

Grillo lo chiama bamboccio e tale appare in televisione.
Un nerd goffo e ripetitivo (quante volte è risuonata la frase "non lo facciamo perchè ce lo chiede l'europa ma perchè ce lo chiedono i nostri figli" ?).
Renzi ha indubbiamente saputo vendere il prodotto che porta il suo nome, ma resterà a galla ?
E' entrato a Palazzo Chigi per fare le riforme: istituzionali, elettorali, fiscali, per il lavoro e per imporre la visione dell'Italia in europa.
Le prime due potrebbe anche riuscirci se reggerà l'asse con il Cavaliere, diversamente la melassa della burocrazia ingoierà anche lui come già ha fatto con tutti i suoi predecessori.
In europa, abbiamo visto che già dal suo primo appuntamento suscita ironici sorrisini che, prima di essere rifilati a Berlusconi attesero quasi venti anni e la definizione di un colpo di stato che lo avrebbe rimosso (e avrebbe rimosso i suoi veti all'asse franco tedesco), tanto che Renzi ha già cambiato registro.
Lo spazio di manovra che gli resta è molto limitato e circoscritto a questioni che non possono interessare gli gnomi europei e della consorteria finanziaria internazionale.
Non può infatti interessare dove Renzi prenderà i soldi per mantenere gli impegni.
Che sia l'esproprio della casa, il taglieggiamento dei redditi, un fisco predatorio sui risparmi o tagli alla spesa, è indifferente.
Non lo è però per noi Italiani.
Come non è per noi indifferente se Renzi, per "fare" qualcosa, si dedicherà a perseguire una politica legislativa di deriva morale che porterebbe all'approvazione di leggi favorevoli all'eutanasia (già sollecitata da Napolitano), al "matrimonio" omosessuale, al passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli per concedere cittadinanza e voto alle migliaia di immigrati che arrivano sempre più numerosi grazie alle Boldrini ed ai Bergoglio.
Alla fine, dopo tutte le parole, le slides, le chiacchiere che Renzi ha propinato in questo periodo, tireremo le somme sul nostro personale bilancio: quanto abbiamo guadagnato dalla politica di Renzi ?
Oppure abbiamo perso altri soldi ?
Le scadenze sono dietro l'angolo.
L'imu/tasi avrà a giugno una prima rata e sapremo se pagheremo più o meno dello scorso anno.
Ogni operazione che facciamo sui nostri risparmi viene gravata da una pluralità di imposte.
Ogni mese abbiamo il polso del nostro reddito, di quanto incassiamo e di quanto ci tocca spendere, quindi di quanto rimane per noi stessi.
Tirando le somme, Renzi potrà anche manifestare l'intenzione di far sorridere le famiglie italiane, ma se non taglia veramente gli 800 miliardi di spesa annui intervenendo sugli statali, sulla sanità e sull'istruzione, cioè le principali fonti di spesa, se non rinuncia a nuovi capitoli di spesa che derivano dalla inconsulta politica dell'accoglienza o dalla estensione di diritti quali l'assistenza sanitaria o la reversibilità pensionistica a presunti "coniugi", a sorridere continueranno ad essere i Barroso e i Van Rompuy.



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22 marzo 2014

Serenissima Repubblica Veneta

I Veneti votano per l'Indipendenza.
Il 73% degli aventi diritto partecipano alla consultazione indetta dalle organizzazioni indipendentiste e l'89% dei votanti approva la secessione dall'Italia.
Come per la Crimea, la Catalogna, il Kossovo, la Scozia, il Popolo Veneto detiene il diritto all'autodeterminazione, quindi di decidere se unirsi con altre zone d'Italia o se eleggere propri governanti e trattenere, per intero, sul proprio territorio quel che si produce, rapportandosi agli altri stati su un piano di parità.
Venezia non ha certo una storia di tanto inferiore a quella di Roma, soprattutto perchè la Storia di Roma è molto più antica, per poi inanellare lunghissimi anni di decadenza, rispetto a quella della Serenissima il cui governo si estendeva, autonomamente, sul Triveneto, Brescia, Bergamo, l'Istria e la Dalmazia.
L'Indipendenza e il riappropriarsi della Sovranità non arriverà facilmente nè a breve.
I soldi dei Veneti fanno gola ai burocrati di Roma e non vi rinunceranno facilmente, senza considerare che accettarlo significherebbe dare il via ad altre iniziative similari.
Si può sperare che la separazione del Veneto avvenga pacificamente come fu nel 1993 quella della Slovacchia rispetto alla repubblica Ceca.



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21 marzo 2014

I tagli sbagliati di Renzi

Con più di 800 miliardi di spese all'anno, l'Italia si salva solo tagliando.
Ma anche i tagli bisogna saperli fare e per saperli fare occorre una formazione politica e culturale che Renzi e i suoi neppure sanno cosa sia.
Il primo e fondamentale concetto è sulla natura di uno stato: perchè si costituisce una unione di Individui ?
Per avere più sicurezza interna e dall'esterno e aumentare la possibilità di fruire del proprio benessere.
Ignorare che quella sia l'essenza di uno stato significa vedere un governo di yuppies che taglia le Forze dell'Ordine (perchè è notorio che le nostre strade sono sicure, non ci sono scippi aggressioni e i nostri beni nelle case sono protette dalle rapine ...) e riduce la capacità militare delle nostre Forze Armate che pure hanno dato ottima prova nelle missioni all'estero, preferendo sprecare i soldi del bilancio della Difesa per un compito totalmente contrario agli interessi nazionali, quindi a quello che è il core business di uno stato: difendere i confini.
Che senso ha, infatti, tagliare gli F35 e spendere milioni per andare a prendere, fuori dalle nostre acque territoriali, i clandestini e quindi portarli in Italia riempendo i centri di accoglienza (sempre a spese nostre) ?
Ma il taglio peggiore è quello verso i nostri Vecchi.
Tagliare le pensioni, non riconoscere alcun aumento ai pensionati è, moralmente, prima ancora che politicamente, la peggior scelta di Renzi che ne delinea il profilo e lo spessore.


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20 marzo 2014

Cinque figli per cinque circoscrizioni

Al richiamo del pci/pds/ds/pd che ha tremato all'ipotesi di Berlusconi candidato alle europee, i magistrati sono scesi in trincea e, con la solita velocità che li contraddistingue quando si tratta del Cavaliere, hanno posto una pietra tombale sulla possibilità di vederlo capolista il 25 maggio.
Posso anche dare per scontato che ad aprile altri magistrati faranno in modo di far eseguire la pena contro Berlusconi nelle condizioni peggiori per poter partecipare alla campagna elettorale e così l'assist alla sinistra sarebbe completato e Renzi può solo perdere di suo come già è accaduto al suo predecessore.
I quotidiani proni al bulletto hanno già intonato il de profundis per Forza Italia e per la presenza politica del Centro Destra, eppure una soluzione ci sarebbe.
Berlusconi ha cinque figli e cinque sono le circoscrizioni elettorali per le europee.
Un figlio capolista in ogni circoscrizione.
Non sarebbe una investitura, ma solo la presenza di un nome che, votandolo, significherebbe manifestare concretamente la propria volontà di Autonomia dalle consorterie finanziarie internazionali, Indipendenza di giudizio dai magistrati e sostegno alla Sovranità del Popolo, unico titolare del diritto di decidere da chi possa essere rappresentato.


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19 marzo 2014

Renzi come Monti e Letta

Ricordate quando Monti fu insediato a palazzo Chigi, con un colpo di mano ispirato da coloro presso i quali nei giorni scorsi Renzi è andato in pellegrinaggio ?
I quotidiani intonavano il Te Deum e sembravamo alla vigilia di una nuova età dell'oro.
Il risultato lo abbiamo toccato tutti, nessuno escluso, con mano: più poveri.
Depredati i risparmi, taglieggiati i redditi, tassata anche la prima casa.
Risultati: zero.
Il debito pubblico è aumentato e siamo qui ancora a dover rattoppare i buchi.
Letta fu una meteora, anche lui però salutato dal Te Deum dei soliti noti, abituati alla piaggeria di regime che, oggi, ripetono verso il bulletto fiorentino.
La Merkel ha praticamente salutato il putto con le stesse parole di Monti e di Letta che ha liquidato senza tanti complimenti: non sono più utili ai suoi scopi.
Non mi sorprendono i lecchini in servizio permanente effettivo, mi sorprendono i sondaggi che indicano quasi il 60% di fiducia verso Renzi.
O i sondaggi sono taroccati o l'Italia, con tanti creduloni, si merita Renzi e un'altra stagione di rapine ai propri redditi, risparmi e proprietà.
Intanto viene millantata come una riduzione delle tasse, la detrazione di ottanta euro a soli 8,5 milioni - su 35 milioni di lavoratori !!! - di Italiani (l'altro 1,5 milione per arrivare alle dieci milioni di baionette renziane è di immigrati ai quali Renzi regala i soldi che sottrae dai nostri risparmi).
Balla colossale.
L'unica riduzione delle tasse si ha quando ne viene cancellata una senza inventarsene o aumentarne un'altra per continuare a spendere.
Tutto il resto è un deja vu che appartiene alla tradizione del partito delle tasse, cioè il pci/pds/ds/pd, cioè il partito di cui Renzi è segretario e di cui Renzi incarna perfettamente il dna.


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18 marzo 2014

Ad ogni Popolo la SUA Nazione

Il referendum in Crimea che legittima il ritorno di quella regione alla Russia alla quale fu sottratta da un dittatore ubriacone come Kruscev, riapre il discorso (mai accantonato) sull'autodeterminazione dei Popoli.
Una volta era l'Occidente a sostenere il diritto di ogni Popolo a scegliere, con il voto, dove stare, quale sistema adottare e da chi essere governato.
Anche se non sempre (ricordo la guerra civile americana che impedì agli stati del sud di costituirsi in Confederazione autonoma, ricordo i farseschi plebisciti per l'annessione al regno di Sardegna del Veneto e dell'Emilia, ricordo il referendum tra monarchia e repubblica del 1946) lo strumento del voto era la nota che distingueva una dittatura da una democrazia.
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica sembra che la tara del comunismo sia passata in Occidente, a molti governanti e organizzazioni sovranazionali di nominati che, senza mandato, non solo si arrogano il diritto di imporre i loro voleri ai Popoli Sovrani, ma decidono anche se, come, quando e chi votare.
Vediamo così le grandi difficoltà che abbiamo in Italia (e in tutta europa) nel far passare il principio che ogni rinuncia alla Sovranità, cominciando da quella di battere moneta, deve passare attraverso l'espressione del voto di chi quella Sovranità detiene: il Popolo.
E vediamo come un governo, il terzo consecutivo, che non ha la fiducia popolare derivante dalla vittoria in una elezione, si permetta di criticare la scelta della Crimea di sottoporre a referendum popolare se essere regione dell'Ucraina o della Russia.
E' la paura che porta Obama e la Merkel, Hollande e Renzi a dichiarare unilateralmente illegittimo un voto popolare, quello stesso voto che loro non consentono nei loro stati per decidere se restare nell'euro o se tornare alla lira.
Un voto al quale vogliono anche si presentino candidati solo quelli da loro prescelti e così assistiamo anche alla vergognosa gazzarra che vorrebbe impedire a Berlusconi di presentarsi al suo Popolo e al suo Popolo la possibilità di votarlo ancora una volta.


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17 marzo 2014

I ragazzi del coro

Con una unanimità che, di suo, è sospetta e induce alla diffidenza, la gran parte della stampa italiana ha accolto con atteggiamento servile e dispendio di saliva gli spettacoli che hanno visto come produttore e mattatore il bulletto di Firenze.
Anche i ponderosi editoriali della domenica, che hanno visto in campo i direttoroni più allineati, non hanno fatto eccezione.
Persino i giornali che dovrebbero contrastare Renzi, Il Giornale e Libero, sono molto cauti nella loro opposizione e se, da un lato, organizzano una meritoria campagna di raccolta firme per vedere Berlusconi candidato alle europee e dall’altro forniscono utili indicazioni per acquistare quei titoli (emessi da organismi finanziari internazionali come BEI, BERS etc.) che continueranno a subire la trattenuta del 12,5% (disinnescando l’aumento della imposta sui risparmi di Renzi) oltre ad evitare di finanziare il debito italiano, sul complesso della sceneggiatura renziana si trincerano dietro il “sarebbe bello, ma dove li trova i soldi”.
Mi aspetterei invece una maggiore incisività informativa non solo da parte del Giornale e di Libero, ma anche di tutti gli altri quotidiani, perché quella è la loro sola ragion d’essere.
E allora sottolineo come venga occultata, dietro le mirabolanti fandonie della fiction scritta per il putto, la cruda realtà.
Le tasse, lungi dal diminuire, crescono, perché quegli ottanta euro a 8,5 milioni di Italiani (il restante 1,5 è di immigrati che beneficeranno dei nostri soldi) saranno presto assorbiti dagli aumenti delle irpef locali e dei prezzi che chi non beneficerà degli aumenti (commercianti, artigiani, autonomi) dovrà porre in essere per sopravvivere.
Gli altri venti milioni di Italiani che non beneficeranno di alcun ritorno economico, vedranno ridotta la loro capacità finanziaria tanto dai predetti aumenti, quanto dalla rapina sui risparmi.
Renzi ha detto una balla colossale quando ha parlato della prima grande diminuzione delle tasse, perché non vi è alcuna diminuzione , ma solo una detrazione limitata e circoscritta ad una minoranza di contribuenti.
Ben diverso sarebbe stato se avesse decapitato le aliquote, così da farne beneficiare tutti i contribuenti, come fece Berlusconi nel 2002 e nel 2005, quando la sinistra irrise ai 40 euro in più.
Ma erano quaranta euro del 2005 (nove anni fa !) ed erano per TUTTI, non solo per alcuni.
Poi ci pensò Prodi a ripristinare le aliquote vergognose che ancora oggi sono applicate per depredare i nostri redditi e che Renzi si è ben guardato dal toccare.
Ma anche ammettendo (e non è così) che Renzi riesca a pareggiare le detrazioni e l’irap con la rapina sui risparmi e i “risparmi” sulla spesa pubblica, quindi ottenendo un saldo zero, come farà con i 68 miliardi della restituzione dei debiti della pubblica amministrazione ?
Come compenserà i costi dell’edilizia scolastica ?
Come compenserà i costi della nuova indennità di disoccupazione ?
Come pagherà gli incentivi per le assunzioni ?
A margine dell’abboccamento con Hollande, Renzi ha parlato di uno 0,4% di margine nel rapporto deficit/pil, quindi la possibilità di aumentarlo dal 2,6% al 3 %.
Ma questo significherebbe aumentare il debito pubblico e tutti sono capaci di farsi belli aumentando i debiti che poi altri dovranno pagare.
Viene così ad essere sbugiardata anche la bella frase ad effetto che il bulletto fiorentino pronuncia in ogni circostanza da almeno dieci giorni: noi manteniamo sottocontrollo il debito non perché ce lo chiede l’europa, Hollande o la Merkel, ma per rispetto verso i nostri figli.
Che bella frase !
Peccato che la sua politica realizzi esattamente il contrario.
Per rispetto verso i nostri figli dovremmo ridurre, azzerare, il debito pubblico, perché che nasce non debba essere ancora gravato di un debito di 37mila euro (74 milioni di lire) al primo vagito.
Ricordo che nei primi anni settanta, quando si cominciavano a fare questi conti, il debito pro capite era di 20 milioni di lire, siamo oggi a quattro volte quel debito e Renzi ci propone di aumentarlo ancora.
Sì, perché non c’è alcun programma per tagliare veramente gli ottocento miliardi di spesa annui, anzi tutte le proposte di Renzi vanno nel senso di incrementare la spesa pubblica, semmai compensandola con un accresciuto ladrocinio sui nostri redditi, risparmi e sulle nostre case.
Di tutto questo non si legge nulla su una stampa che già aveva salutato Monti come un salvatore, salvo poi deriderlo per la figuraccia elettorale e quindi incensato in Letta il secchione della politica che ci avrebbe fatto uscire dalla crisi, salvo poi archiviarlo senza un fiato quando si è dimostrato privo di quelle “palle d’acciaio” di cui si era vantato.
Ora l’ordine di scuderia è di esaltare Renzi tacendo sulle tante e prevalenti ombre dei suoi copioni.
Non sia mai – e questo deve essere il timore serpeggiante nelle cancellerie e tra gli gnomi europei – che gli Italiani tornino a votare per il Cavaliere Nero.
Una ragione in più per sostenere la campagna che vuole Berlusconi candidato in tutte le circoscrizioni nelle europee.
Ve l’immaginate la faccia della Merkel qualora si trovasse a Strasburgo, quale capo del più numeroso raggruppamento del suo PPE, proprio Berlusconi ?

P.S.: A proposito di tagli della spesa.
Ascolto il giornale radio e sento che Renzi, ALfano e la Pinotti vorrebbero tagliare le spese per le Forze dell'Ordine (caserme, presenze di presidi) e le Forze Armate (Carabinieri e F35).
Esattamente le uniche spese che andrebbero aumentate, per la Sicurezza di tutti noi e perchè rappresentano il core business di uno stato che si rispetti.

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16 marzo 2014

Napolitano è una sicurezza

Se abbiamo dei dubbi se qualcosa, un evento, un comportamento, una scelta, possa essere utile, giusta o equa, abbiamo una sicurezza rivolgendo la nostra attenzione a quel che dice Napolitano.
Se quel che pensiamo è il contrario di ciò che ci viene propinato dai suoi sermoni, allora siamo nel giusto.
Ex contrario, se quel che dice Napolitano corrisponde al nostro pensiero, allora dovremmo preoccuparci e ripensare alle nostre opinioni.
Anche ieri, a Cassino, Napolitano ne ha dette due che mi confortano.
L'elogio sperticato dell'unione europea e la contrarietà allo spirito secessionista.
Con la prima Napolitano si appiattisce (come dubitarlo ?) sulle consorterie finanziarie internazionali che vorrebbero trasformare l'Italia in una loro colonia da dove attingere la propria servitù.
E l'esibizione di Renzi di ieri a Parigi è pedissequamente sulla stessa linea servile e priva di novità.
Con l'ostilità alla secessione, Napolitano rispolvera il suo spirito comunista la cui natura vuole impedire al Popolo Sovrano di decidere, per imporgli invece le scelte assunte da una ristretta gerontocrazia burocratica, preoccupata più del proprio interesse e di compiacere i potentati economici, che del benessere dei cittadini.
Non siamo mai stati peggio che con l'unione europea e l'euro, eppure Napolitano e i suoi Monti, Letta, Renzi non fanno altro che dirci quanto bella sia questa unione.
E non potendo più sostenere che l'euro sia stato un bene, ci raccontano la favoletta per cui se siamo andati in crisi è perchè c'è poca europa e dobbiamo metterne dosi ancora maggiore.
Sarebbe come curare un eroinomane aumentandogli la dose ... ah, già, Napolitano e Renzi stanno con la stessa parte politica che vorrebbe liberalizzare le droghe con speciose e ridicole distinzioni tra "pesanti" e "leggere", "uso personale" o meno ...


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15 marzo 2014

Se Berlusconi fosse candidato

Io lo voterei.
Lo voterei perchè sarebbe il più sonoro schiaffone, la più evidente presa di distanza dalle consorterie "politicamente corrette" che hanno i loro tentacoli 
nelle toghe rosse, 
in Napolitano e nei suoi compagni eternamente  falce e martello senza speranza di redenzione, 
nella stampa servile, 
negli imprenditori proni al potere, 
nei sindacati obsoleti, 
nei "no tutto" in servizio permanente effettivo per distruggere e devastare le proprietà altrui, 
nelle consorterie finanziarie internazionali che sostengono la Merkel e gli gnomi di Bruxelles.
Lo voterei quindi "contro", anche se è ancora troppo morbido verso l'uscita dall'euro e il rientro nella lira e troppo accomodante verso la politica predatoria assassina del ceto medio del nuovo tassatore mascherato, il bulletto fiorentino.


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14 marzo 2014

La grande svendita

Gli uomini che il Cavaliere aveva elevato a ruoli che neppure avrebbero mai potuto immaginare di riuscire a ricoprire e poi lo hanno pugnalato e abbandonato nel momento del bisogno, sono ora disperatamente aggrappati alla poltrona, obbedendo senza fiatare agli ordini del Feldmaresciallo Renzi.
Non bastava essere alleati con i comunisti, votare assieme a loro, sedere  in consiglio dei ministri assieme ad una estimatrice di Arafat, adesso sono anche costretti a svendere quello che doveva essere il loro patrimonio ideale e culturale.
Patetico Alfano che, con i dentoni in bella evidenza, scandisce quanto sia bella la manovra di Renzi fatta di "meno tasse pagate da meno spese".
E l'aumento delle tasse sui risparmi ?
Non sono forse più tasse contro il suo stesso elettorato, il ceto medio ?
E il pagamento (assolutamente doveroso,peraltro) dei debiti delle pa, l'indennita di disoccupazione, non sono forse più spese ?
E che dire dell'ultimo provvedimento sulle droghe che, rinnegando anni di lotta alla perversione indotta dalle sostanze stupefacenti, torna a distinguere tra droghe pesanti e presunte droghe leggeri, senza tener conto che le droghe sono droghe e basta ?
Quando vedremo Giovanardi firmare la legge sullo ius soli e sul "matrimonio" omosessuale, trovando ampie giustificazioni in merito.
Come è possibile pensare che il Popolo, che dovrà pagare più tasse e vedere lo stato aumentare il debito pubblico, possa sostenere costoro ?


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#renzicirubairisparmi

Alimentata da giornalisti servili, inutili e presuntuosi, abbiamo subito l'offensiva propagandistica del bulletto fiorentino, dalla tipica facondia toscana tanto alluvionale quanto povera di contenuti positivi.
I bravi soldatini della stampa di regime hanno quindi mosso la testolina come facevano i cagnolini di pezza che negli anni sessanta venivano posizionati sul lunotto posteriore delle utilitarie Fiat.
I sindacati, credendo di avere a che fare con degli imborniti, hanno messo il cappello sulla manovra e la segretaria della cgil Camusso ha affermato, seguita a ruota da Bonanni della cisl che forse non ne ha compreso l'insussistenza, che i lavoratori dipendenti vedranno ridotte le tasse.
Ma quando mai ?
A "beneficiare" di detrazioni, non di riduzioni delle aliquote che sarebbero andate a vantaggio di tutti, saranno solo una minoranza di cittadini, meno di un terzo dei lavoratori Italiani e meno del 40% dei lavoratori dipendenti (semprechè le cifre di Renzi siano esatte e ne dubito ).
Le detrazioni saranno quindi pagate con i tagli alla spesa che secondo Renzi ammonteranno a sette miliardi e secondo il tecnico chiamato a disporli solo a tre.
Poi c'è il taglio dell'irap che Renzi pensa di coprire con un aumento delle tasse sui risparmi, cioè Renzi impoverisce gli Italiani, sottraendo loro quanto sono faticosamente riusciti a salvare dal taglio dei redditi e dalle tasse sulla casa, sulla benzina, sulle utenze e ancora sui risparmi, aumentando fino al 26% la tassazione quando si vendono, con guadagno, titoli.
E questo si aggiunge ai bolli sui depositi (non potendo più chiedere il titolo materiale da tenere sotto il materasso siamo obbligati a depositarli in banca) e alla tobin tax che punisce qualsiasi operazione, anche in perdita.
La politica di Renzi diventa quindi comunista a tutto tondo, visto che, impoverendo il ceto medio, tartassandolo, impedendogli di utilizzare il proprio denaro che gli viene sottratto non solo alla fonte, ma anche carpito con ogni tipo di tassazione, persino sulla proprietà e sui risparmi, raggiunge l'obiettivo di parificare tutti.
Al livello più basso.
Esattamente il contrario di quel che vorrebbe una autentica politica di crescita e benessere che, tenendo conto che siamo diversi e che se qualcuno ha qualcosa o molto in più, nella maggior parte dei casi è perchè lo merita, vorrebbe e dovrebbe elevare chi è in basso a livelli più alti, senza togliere nulla alle possibilità di chi già sta bene di stare ancora meglio.
La politica di Renzi, in questo perfettamente allineata alla filosofia delle "quote rosa", è di penalizzare e punire il merito, le competenze e le capacità, per massificare e spegnere l'unica forza propulsiva di una società, di una civiltà: la volontà e la speranza di crescere e di migliorarsi.



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13 marzo 2014

Il pasticcio alla Renzi

Anche se la camera ha, per ora, sventato la sciocchezza dell'obbligo per legge di pari candidature tra uomini e donne, la legge elettorale di Renzi resta un pasticcio immangiabile.
Non bastavano i quattro quorum (di lista, di coalizione, di liste coalizzate, per conseguire il premio di maggioranza) e le eccezioni clientelari per il partito degli altoatesini e quello dei valdostani, ecco spuntare gli algoritmi per la distribuzione dei resti.
Come per tutte le attività umane, linearità, chiarezza e semplicità sono anche sinonimo di onestà ed efficienza.
La legge elettorale di Renzi è tutto tranne lineare, chiara e semplice.
Ovviamente mi auguro che il senato non la cambi, ma la bocci tout court e faccia saltare questo governo senza arte nè parte e ce ne accorgeremo presto, visto che con il famigerato mercoledì del consiglio dei ministri Renzi ha fatto il primo passo per il grande furto dei nostri risparmi.


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12 marzo 2014

Le due tribù

Non ricordo l'autore, nè il titolo esatto.
Dovrei spulciare un centinaio di numeri della rivista libro Nova SF* per ritrovarlo e magari lo farò, prima o poi.
Mi ricordo però molto bene di un racconto che narrava di due tribù nel futuro, che è regredito molto nel passato, che si combattevano, non si sapeva più perchè, pur conoscendo, ma non sapendo il perchè, che il futuro dell'Umanità dipendeva dallo stare assieme.
Questo finchè i capi delle due tribù, dopo aver studiato i sacri e antichi libri, individuarono una caverna nella quale solo loro due avrebbero potuto entrare per ripetere i riti descritti nei libri.
Con molta diffidenza le due tribù si ritrovarono, alfine, davanti all'ingresso della caverna e i due capi vi entrarono seguiti dal silenzio delle rispettive tribù per provare i riti sacri.
Dopo qualche minuto si udì un grido e i guerrieri delle tribù si lanciarono dentro la grotta uccidendo i rispettivi capi e facendo così fallire il tentativo di salvare l'Umanità con i vecchi riti.
Così ripresero ognuna la propria strada, opposta l'una all'altra, la tribù degli Uomini e la tribù delle Donne.

A volte la fantascienza comprende più di qualche parlamentare che dopo le votazioni di lunedì era livida in volto come i bianchi vestiti che indossava.


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11 marzo 2014

Povertà e pochezza renziana

Da uno cresciuto a quiz e Fonzie non ci si possono aspettare alti e nobili propositi, ma solo chiacchiere vuote e prive di un qualsivoglia radicamento nella Cultura della Nazione.
Renzi, infatti, si è presentato in un turbinio di parole, con atteggiamenti strafottenti e con il biglietto da visita di schierarsi 
per lo ius soli
per il "matrimonio" omosessuale
per l'aumento della tassazione sui risparmi
per una politica che accentua la spesa pubblica invece di tagliarla.
I suoi primi provvedimenti sono la logica contnuazione della politica predatoria di Monti e  Letta:
aumento delle accise sulla benzina
aumento della tassa sulla casa al limite dell'esproprio per i proprietari di seconde case con la scusa di consentire il permanere delle detrazioni per chi prima non pagava l'imu (una assoluta minoranza dei proprietari di prime case)
regalie di centinaia di milioni ad un comune tecnicamente fallito come Roma
genuflessione verso la Merkel e l'unione sovietica europea.
Tutto ciò ci porta sulla strada della povertà.
Povertà ideale.
Povertà progettuale.
Povertà morale.
Povertà intellettuale.
Povertà economica.
Come se non bastasse Renzi ha sottoscritto un accordo con Berlusconi e, invece di mantenerlo, provoca uno stillicidio di modifiche provocatorie, l'ultima delle quali sono le "quote rosa".
Se i comunisti ci tengono tanto alle quote rosa, che le applichino a casa loro.
Perchè noi dovremmo limitare la nostra libertà di scelta per la loro ennesima paturnia veterofemminista ?
Io non voterò i partiti che dovessero votare per le quote rosa.



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10 marzo 2014

Renzi segna il passo

Entrato a Palazzo Chigi in un turbinio di chiacchiere e cinguettii, il bulletto di Firenze finora ha saputo fare quel che qualunque Letta avrebbe fatto.
Sproloqui sulle riforme.
Lecchinismo acuto verso l'unione sovietica europea.
Promesse.
E tasse, sempre, solo tasse.
I primi effettivi provvedimenti del putto fiorentino sono infatti stati:
aumento delle accise sulla benzina;
licenziamento del decreto fiscale che consente ai comuni un aumento ulteriore 0,8 per mille di rapina sulle nostre case e, in aggiunta, la revisione in aumento degli estimi catastali sui quali si basano i parametri per il calcolo della tassa sulla casa;
regalie ai comuni, a cominciare da Roma per quasi eicento milioni di euro che non rivedremo mai più.
Inoltre sarebbe interessante conoscere, nel momento in cui non si sa dove Renzi andrà a sottrarre i soldi per mantenere, almeno in parte, le sue roboanti chiacchiere, quanti di quegli 11 miliardi di euro (ben 22mila miliardi di lire !!!) che l'unione sovietica europea regalerà a Kiev per comprarsi l'Ucraina, saranno sottratti ai risparmi degli Italiani.
Ma il finto Fonzie non è riuscito neppure a promuovere le riforme a costo zero come la riforma elettorale, nonostante i ripetuti salvagenti che gli ha lanciato Berlusconi.
L'ultima è che la legge elettorale, che sembrava l'unico provvedimento dovesse essere assunto sin dal febbraio 2013, è ferma per ... le quote rosa.
In pratica non abbiamo una nuova legge elettorale perchè un gruppo di neofemministe scalmanate pretende l'imposizione di un provvedimento medievale e oscurantista che impedirebbe la libera determinazione di un partito su chi candidare, sopprimerebbe il merito, esproprierebbe gli elettori del diritto di vedere il proprio partito formare una lista con i migliori rappresentanti che non potranno mai essere, alternativamente, un uomo e una donna, ma sono necessariamente più uomini o più donne.
E quale libertà avrebbe il partito dei padri separati (che pure si era presentato in passato) se dovrà alternare a padri separati, magari quelle madri che proibiscono loro di vedere i figli ?
Per questa baggianata delle quote rosa non trova il via libera una riforma di suo ampiamente pasticciata con quattro o cinque quorum, con il doppio turno, con il senato che non viene considerato, con le quote panda per altoatesini e valdostani, trova il via libera.
E siamo solo alla prima lettura.
Cosa resterà a Renzi ?
Esattamente quello che avevano Letta e Monti: la rapina fiscale.
E potete star certi che la userà, perchè di tagliare realmente gli ottocento miliardi di spesa annui non ci pensa proprio, pesterebbe troppi piedi, anzi per piacere a tutti aumenterà ancora la già ipertrofica spesa pubblica e clientelare.
A spese nostre, rapinando i nostri risparmi, espropriando le nostre case e falcidiando i nostri redditi.
Fino a quando sopporteremo ?


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08 marzo 2014

Che c'è di male nel referendum di Crimea ?

Un dittatore ignorante ed ubriacone (Kruscev) di natali ucraini, una notte del 1954 regalò la Crimea allo stato della Ucraina togliendola alla Russia.
Allora poco male, c'era l'Urss e gli "stati" che la componevano erano solo fantoccio.
Purtroppo, con la caduta del regime, l'Ucraina pretese di annettersi la Crimea, dove il 70% della popolazione è russa.
Deo gratias che non si sono comportati come i titini in Istria, Fiume e Dalmazia, infoibando tutti i russi.
Oggi, con l'Ucraina che, con un colpo di stato ... perchè Yanukovic era stato regolarmente eletto !, si allontana dalla Russia per suicidarsi nell'unione sovietica europea, i russi di Crimea chiedono di tornare alla Madre Patria.
Cosa che, se avessero potuto, anche gli Italiani di Fiume, Pola, Istria e Dalmazia avrebbero fatto volentieri.
Il 16 marzo ci sarà un referendum: volete entrare nella Federazione Russa ?
Che c'è di male se a deciderlo sono i cittadini, cioè i diretti interessati, cioè il Popolo Sovrano.
Evidentemente gli Schultz e gli Obama non vogliono che sia il Popolo Sovrano a decidere e vi si oppongono.
Non sia mai che venga l'idea della secessione o del riacquisto della propria Sovranità anche a singoli territori di questa unione sovietica europea o degli Stati Uniti !
Occidente: come sei caduto in basso con simili rappresentanti che sono più comunisti degli eredi del comunismo sovietico e non vogliono concedere il diritto di voto al Popolo Sovrano, come constatiamo in Italia dove viene sistematicamente negato ogni referendum popolare sulla permanenza nell'euro e il ripristino della nostra Sovranità con la Lira.


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07 marzo 2014

ACHTUNG : Renzi prepara il grande scippo

Ieri ho letto che Renzi ha messo subito a disposizione delle scuole 2 miliardi di euro (4mila miliardi delle nostre amate lire).
Sono invece 165 i milioni di euro immediatamente destinati a Pompei.
570 sono i milioni di euro regalati e bruciati per Roma.
Renzi ha trovato quasi tre miliardi di euro (6mila miliardi di lire) in pochi giorni, quando il suo predecessore, del suo stesso partito, ci ha imposto di pagare la "mini imu" ed ha aumentato l'iva al 22% asserendo di non avere abbstanza soldi.
Uno dei due imbroglia.
Per mercoldì Renzi ha annunciato piano lavoro ed ogni ben di Dio (quello che ci costerebbe, euro più, euro meno, cento miliardi, se manterrà la parola di ridurre il cuneo fiscale e pagare subito tutti i debiti della pubblica amministrazione.
Intanto la Dea Kalì europa unita ha declassato l'Italia al livello di Slovenia e Croazia per i conti malmessi.
Dove li troverà Renzi i soldi per i suoi piani faraonici ?
Temo nelle nostre tasche e che, quindi, stia preparando il grande scippo, la grande rapina ai nostri risparmi.
Purtroppo molti dei nostri soldi non potranno essere salvati (la casa non la si può cancellare e non conviene ancora disinvestire titoli e soprattutto azioni in un mercato che sta risalendo) ma è possibile lasciare vuota la rete del fisco che sarà lanciata sui conti correnti.
Preleviamo tutto e azzeriamo i nostri conti.
Potremo salvare parte dei nostri risparmi e, magari, se lo facessimo tutti, ma proprio tutti, potremmo anche far fallire Renzi.


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