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19 settembre 2014

E' ancora Rule Britannia



Con un risultato più netto di quanto fosse prevedibile, la Scozia resta nel Regno Unito.
Come avevo scritto ieri sono incerto se esserne soddisfatto o dispiaciuto.
I pro e i contro sono ed erano in ambedue le scelte.
Se la Scozia fosse uscita dal Regno Unito, sarebbe stata costretta ad accettare l'euro ed aderire all'unione sovietica europea, mettendosi sotto il "cappello" della Merkel e della Bce e, nel contempo, indebolendo lo stato capifila dell'antieuropeismo e una sterlina che il Regno Unito ha tenuto, per sua fortuna, indicando una strada per tutti coloro che non vogliono morire come pecoroni europei.
D'altra parte la sconfitta degli indipendentisti scozzesi indebolisce l'entusiasmo degli indipendentisti presenti in ogni parte d'europa, dalla Spagna al Belgio all'Italia.
E questo è un male, perchè tutto ciò che può essere utile per creare problemi all'unione sovietica europa è ben accetto.
C'è però un dato incontrovertibilmente positivo: il referendum.
Londra ha impartito una lezione (e non è la prima volta ...) che Madrid, Roma, Bruxelles, Kiev, devono forzatamente accettare: lasciar libertà al Popolo di decidere con un voto.
Non impedire, con sofismi giuridici fondati solo sul formalismo, che ci si esprima democraticamente.
Il Popolo non deve essere messo sotto tutela da autoreferenziali "migliori" che, come vediamo dalla crisi da cui non si esce, tali non sono affatto, anzi sono anche peggiori di coloro che li hanno preceduti.
Londra è stata così meritatamente premiata per il suo coraggio.

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3 commenti:

lantarner ha detto...

le tue incertezze erano identiche alle mie: da un lato speravo in una vittoria degli indipendentisti, dall'altro no, per gli stessi motivi da te elencati.
Piuttosto noto un risultato costante in tutti i referendum indipendentisti degli ultimi anni:
parlo di quello del Quebec di qualche anno fa (e mi stupisco che pochi lo abbiano ricordato nei commenti di questi giorni) e quello più recente a Portorico.
Quello di Portorico, a dire il vero, partiva da una situazione diversa da quella di Scozia e Quebec, ma il risultato finale è sempre la stato lo stesso in tutti e 3 i casi: mantenimento dello status quo.

Nessie ha detto...

Fatto anch'io post su questo tema. Come Nessie, logo degli Indipendentisti :-), col cuore sono con loro; ma proprio come indipendentista, mi pesa l'ingresso della Scozia in Ue. Esulta del risultato del NO quell'imbecille di Schulz. Ovvero l'arte di non aver mai capito una beata mazza. Per questo li nominano Eurokomissar.

Massimo ha detto...

Anche in Quebec ... Rule Britannia ! :-). Vero sui due referendum, ma credo che la natura di base sia diversa. Oggi ho ascoltato, mentre guidavo, Radio anch'io, dove parlavano del referendum scozzese e delle aspirazioni indipendentiste di Veneto e Sardegna. A fronte di sms e interventi favorevoli, quanto meno al diritto di votare, avevano chiamato Cacciari e un certo Fedele o Fedeli, professoroni, tipo quelli che non ne azzeccano mai una eppure sono come il prezzemolo presenti a strologare in ogni dove, che negavano al Veneto la caratteristica di Nazione. Dimenticando o, più probabilmente, ignorando che la Serenissima è stata la più longeva Repubblica italiana, con una Identità ed una Storia al cui confronto Catalogna e Scozia impallidiscono. Poi è arrivata la Lanzetta che, come ponderosa motivazione per negare il referendum, anzi i due referendum approvati dal Consiglio Regionale Veneto (uno sull'autonomia e l'altro sull'indipendenza) non ha trovato di meglio che motivare l'impugnativa con il vuoto formalismo dell'art. 5 della costituzione del 1948. Così i giudici costituzionali (attualmente 13, 12 meridionali ed uno solo del Nord !) dovranno decidere se i Veneti possono votare o meno comehanno fatto gli Scozzesi. E qui c'è tutta la differenza tra questo stato italiano e il Regno Unito.