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26 settembre 2014

L'articolo 18 è una bandiera



Modificare, abrogare, conservare l'articolo 18 non ha conseguenze taumaturgiche.
Abolirlo non crea nuovi posti di lavoro se le tasse resteranno all'attuale livello e conservarlo non ne toglie.
Tanto più che la versione più accreditata lo vorrebbe abolito solo per i nuovi assunti e per la durata di tre anni.
Praticamente nulla.
L'articolo 18 è però una bandiera attorno alla quale i comunisti e la sinistra in genere hanno l'ultima linea difensiva.
L'articolo 18 è una bandiera utile, se abolito, per cominciare a smantellare lo stato mamma che ci ha solo impoverito, mentre ha innalzato una casta di burocrati, sindacalisti, funzionari di partito.
L'articolo 18 andava cambiato nel 1994, come aveva pensato Berlusconi, esattamente come le pensioni dovevano essere riformate nel 1994 come aveva proposto Berlusconi.
Poi è arrivato il famigerato avviso di comparizione e la casta ha bloccato il Cavaliere, come lo ha bloccato nel 2001-2005 e 2008-2011.
Adesso Renzi prova ad obbedire ai diktat europei portando il partito comunista (che oggi si chiama pd) sulla barricata degli abolizionisti.
Così l'articolo 18 diventa di nuovo una bandiera.
Per chi vuole obbedire agli gnomi europei, dopo che gli stessi contribuirono ad impedirne la abolizione contro Berlusconi e alleandosi con chi, oggi, quell'articolo 18 difende.
Ma è anche la bandiera di chi non si rassegna a perdere l'ultimo brandello ideologico di una stagione che fu, dopo aver perso la propria identità.
Ed infine è la bandiera di chi, pur riconoscendone l'inutilità, anzi la dannosità, lo ritiene uno strumento utile per contrastare il bulletto fiorentino.
Ed ogni occasione è buona per cercare di sbarazzarcene, anche difendendo l'articolo 18.

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3 commenti:

Nessie ha detto...

La storia non si ripete mai con le stesse modalità del precedente governo. Renzi cadrà, ma non sarà sull'art.18. Cadrà quando non farà più comodo a quei burattinai che ora lo sostengono.
Saranno loro a decidere quando e come tagliargli i fili. La bandiera (art. 18) continua...
Oggi la Boldrini asserisce che eliminarlo significa favorire la "crescita", mentre la Camusso ne sostiene l'intocccabilità. Certo che dover scegliere tra le due fazioni è come dover scegliere tra i cenci e gli stracci.

Massimo ha detto...

Come gran parte delle leggi italiane, a cominciare dalla costituzione del 1948, anche lo statuto dei lavoratori e l'articolo 18 sono obsoleti, superati, costruiti per un mondo che, da molto tempo, non esiste più e, quindi, andrebbero semplicemente cancellate. In questo caso, però, potrebbe risultare, se non disarcionato, almeno indebolito Renzi. E questo sarebbe un bene. Purtroppo non credo che D'alema e compagni abbiano il fegato per andare fino in fondo.

Nessie ha detto...

Ma figurati se vanno fino in fondo! Per loro sarebbe la classica vittoria di Pirro. Via Renzi, loro se ne andrebbero dritti dritti ai giardinetti a far passeggiare il cane.

Scrive da me WS:
"queste sono tutte scene di una " lotta di classe" in cui " il capitale" fa fare addirittura il " massacro del lavoro" ai cosiddetti " rappresentanti dei lavoratori " :-)


Aggiunge la sottoscritta: "il grande capitale riesce perfino a produrre e scatenare la cosiddetta "conflittualità interna" tra p-idioti pro art. 18 e p-idioti contro l'art. 18. ".