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10 novembre 2014

Ci risiamo con la legge elettorale



Il pallonaro fiorentino ha dato i sette giorni a Berlusconi per l’approvazione della legge elettorale come garba a lui.
Questo la dice lunga sull’affidabilità del presidente del consiglio italiano pro tempore che dopo aver rasserenato Letta lo ha pugnalato e dopo aver sfruttato la dabbenaggine del Cavaliere per resistere in questi mesi e far passare le sue volontà (dannose per tutti) oggi lo scarica.
A meno che non si faccia quello che vuole lui, cioè una legge elettorale costruita sulle sue esigenze e prospettive elettorali.
La quintessenza dell'arroganza (e mi dispiace dare ragione ai sindacati), alla faccia delle alluvionali parole che da lui promanano ogni giorno in diretta televisiva.
La legge elettorale rappresenta il modo in cui i cittadini, che non possono riunirsi ogni volta in assemblea, eleggono i propri rappresentanti.
E’ naturale che ogni governante cerchi di perpetuare il suo potere con la legge a lui più consona, ma solitamente questo è fatto con discrezione e senza stravolgere i principi cardine della comunità democratica.
Così vediamo e sappiamo che nel Regno Unito e negli Stati Uniti, chi è al governo utilizza i censimenti per modificare i confini dei collegi elettorali, cercando di creare, sulla base delle precedenti elezioni e delle rilevazioni statistiche, il maggior numero di collegi a lui favorevoli.
In Italia ci può stare uno sbarramento, un premio di maggioranza, un ballottaggio.
Abbiamo avuto per quasi cinquanta anni un proporzionale lievemente corretto dal metodo di attribuzione seggi e dalla presenza di circoscrizioni, poi un maggioritario secco temperato da una quota di proporzionale puro, quindi un premio di maggioranza per coalizioni e una sbarramento per l’ingresso in parlamento.
L’italicum proposto dal pallonaio fiorentino e accettato dal Cav è una porcheria che prevede ben 5 quorum, lasciando nelle mani delle segreterie di partito la composizione delle liste e quindi la nomina dei parlamentari.
Personalmente, l’ho scritto più volte, sarei per il sistema maggioritario secco all’inglese: tanti piccoli collegi uninominali e viene letto chi prende anche un solo voto in più del secondo.
Sarebbe la soluzione più semplice.
Quella più democratica e rappresentativa e forse più adatta al carattere di noi Italiani è l’attuale sistema (ante sentenza corte costituzionale) che prevede il premio di maggioranza alla coalizione più votata, con due correttivi: estensione del premio a livello nazionale anche per il senato e decadenza automatica e immediata di quei parlamentari che votassero contro la coalizione che li ha eletti.
La porcheria di Renzi invece prevede una maggioranza di coalizione con premio al raggiungimento di una certa percentuale e ballottaggio tra le prime due coalizioni se nessuno raggiunge quella percentuale.
Una serie di differenti percentuali per accedere al parlamento a seconda se vi siano liste solitarie, collegate o locali.
Oggi Renzi, accreditato di una intenzione di voto superiore al 40%, vorrebbe che il premio di maggioranza fosse attribuito alla lista e non alla coalizione, che raggiungesse appunto il 40% e ballottaggio tra le due liste più votate se tale quorum fosse mancato.
Pare indifferente al quorum per l’accesso (sembra che alletti il Cav con il 5% che eliminerebbe Alfano, ma lo minaccia di porre il 3% se non viene accontentato sul resto).
Al momento la lista seconda sarebbe quella di Grillo e, pensa probabilmente Renzi, i berlusconiani voterebbero lui e non Grillo (ragionamento sbagliato: io voterei Grillo – turandomi il naso e tappandomi la bocca - ad un eventuale ballottaggio con Renzi).
Ma chi lo ha detto che Grillo arriverebbe secondo ?
E chi dice che Renzi otterrebbe il quorum ?
Forse se si votasse oggi (ma anche, no visto che la base dei votanti la immagino ben più ampia delle ultime europee) conseguirebbe il quorum.
Forse, se il Centro Destra si schierasse con tutte le liste a disposizioni, Grillo arriverebbe secondo, ma non credo che Salvini & C. abbiano scritto “Giocondor” in fronte.
Tra simili (e non vedo molte differenze tra Lega, Fratelli d’Italia e la parte migliore di Forza Italia, cioè quella che non si adegua alla pascalizzazione del partito) ci si può accordare e formare una lista plurale che sicuramente supererebbe Grillo e potrebbe, se riuscisse a recuperare delusi e scontenti di Centro Destra anche solo con la proiezione della ritrovata unità e volontà di agire che rappresenterebbe una lista unitaria, anche minacciare il quorum di Renzi.
Quindi il ricatto di Renzi diventerebbe un’arma spuntata e sarebbe un boomerang perché, se anche vincesse le prossime elezioni, a quelle successive torneremmo al governo noi e ribalteremmo la frittata.
A ben vedere, contano i voti e i voti si conquistano creando fiducia, coesione e facendo le giuste battaglie sui temi giusti.
Come sta facendo Salvini che, anche a Bologna, ha smascherato la vera anima comunista che difende la permanenza di campi nomadi all’interno di una città dove la violenza, le aggressioni, le rapine, sono all’ordine del giorno e attende solo che i cittadini ne abbiano abbastanza e reagiscano per ripulire la loro città.
Una lista che veda Salvini, Meloni e la parte migliore di Forza Italia è una lista che potrà recuperare i voti di chi si è rifugiato dopo il 2008 nell’astensione, tra le braccia di Grillo o è rimasto incantato dalle parole del fiorentino ma ora si domanda perché i soldi in tasca diminuiscono, mentre aumentano tasse e spesa pubblica.

Chissenefrega della legge elettorale, se i nostri rappresentanti sosterranno coerentemente qulle idee illustrate da Salvini nella sua ormai famosa intervista a Libero ?

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2 commenti:

Nessie ha detto...

Sui campi nomadi. Ti ricordo che quei sindaci (ben pochi, invero, tra i quali Tosi di Verona) che hanno osato procedere al loro sgombro (dato che sono zone di degrado e immondizia d'ogni tipo, oltre che ricettacoli di refurtiva) , si sono beccati la legge Mancino.

Fino a che non si scioglie questo nodo gordiano, ogni arma politica rischia di rimanere spuntata.

Massimo ha detto...

Certamente con questo governo quella legge non verrebbe abrogata. Bisogna cambiare il governo, dare una solida maggioranza parlamentare al Centro Destra, per poterlo fare.