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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 gennaio 2015

Poker rosso al Quirinale



Per la quarta volta di seguito, la sesta se consideriamo anche Saragat e Pertini, il Quirinale si colora di rosso con un presidente, di razza cattocomunista, ancora una volta totalmente estraneo ai miei sentimenti, Valori e Pincipi.
Con questo parlamento non poteva esserci altra soluzione e vorrei ricordare che questo è stato possibile unicamente per colpa di quegli elettori di Centro Destra, che magari adesso si straciano le vesti contro il Cav e il suo patetico e fallimentare tentativo di evitare il peggio, che nel febbraio del 2013 invece di votare per una qualche lista di Centro Destra hanno preferito starsene a casa, astenersi, votare scheda bianca o per Grillo.
Così per 120mila voti il pci/pds/ds/pd di Bersani ha ottenuto quel premio di maggioranza che oggi consente al bulletto  fiorentino di tradire impunemente i patti e dettare la legge del prepotente.
Immaginate, o voi che vi asteneste con troppa schizzinosa superbia,  quanto potremmo stare meglio se aveste votato.
Sicuramente non avremmo avuto nè il bis di Napolitano, nè questo qui.
Che sia di insegnamento per le prossime votazioni.
Renzi quindi è il vincitore e Berlusconi lo sconfitto.
Sconfitto lo sarebbe stato ugualmente se non avesse trattato, ma almeno avrebbe salvato la faccia e la dignità.
Avrebbe potuto anche evitare di farsi tradire una seconda volta da Alfano che dimostra come dei moderati e dei centristi non ci si possa fidare.
Il grave è che  viene lasciata aperta la porta ad una nuova  collaborazione con il prepotente di Firenze, invece di cercare di metterlo all'angolo sfruttando tutte le sue infedeltà che si possono riassumere in un titolo: da Enrico stai sereno a Silvio fidati di me.
Certamente adesso da Renzi credo che nessuno comprerebbe più neppure un Ciao usato e questo potrebbe essere l'inizio della sua fine.
Berlusconi ormai ha mostrato l'incapacità a farsi furbo e se non ha imparato la lezione a 78 anni, dubito potrà farlo in futuro.
In tutto questo disastro un raggio di sole viene dall'alleanza della Lega con Fratelli d'Italia.
I due partiti sono passati dal "neppure un caffè" di Bossi e Fini ad un binomio molto accattivante tra Giorgia Meloni e il Matteo giusto, Salvini.
Sono loro la speranza del Centro Destra, con l'auspicio che si aggreghi anche la parte migliore di Forza Italia, quella contraria al patto del Nazareno,  alle trattive ed agli accordi con i comunisti.
Perché i nemici restano sempre loro, con i quali non è e non sarà mai possibile alcun accordo, alcuna trattativa.



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Se lo votino da soli il cattocomunista



Con la sinistra compatta su Mattarella si ripropone ilpanorama del 2006 quando Napolitano fu eletto a maggioranza sinistra.
Poi dopo due anni dovette chiamare alle urne e veder vincere il Centro Destra di Berlusconi.
Il precedente ci dice che non importa se i comunisti si eleggeranno da soli il loro presidente che mai sarà anche il nostro.
Quel che importa è che il Centro Destra torni compatto, contro i comunisti e il governo Renzi, attuando una opposizione a trecentosessanta gradi, senza cedimenti e senza trattative.
Se lo si farà tutti assieme an.che con una Forza Italia bruciata dal tradimento del chiacchierone fiorentino e bramosa di vendicarsi, tanto meglio, la rivincita sarà più facile.
Se invece Forza Italia continuerà a tra ttare con i comunisti, ci dovremo impegnare di più e più a lungo, ma il nostro elettorato non vuole cedimenti a sinistra.
E Salvini con la Meloni potranno darci molte soddisfazioni.




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30 gennaio 2015

Il Cav troppo signore per la politica italiana



Nonostante quello che dicono di lui, Berlusconi è troppo gentleman per la politica italiana.
Ancora una volta si lascia menare per il naso e rischia di rimanere con nulla in mano e vedere ascendere al Quirinale l'ennesima nullità a lui profondamente ostile, probabilmente per mera invidia.
Di Mattarella, infatti, candidato di Renzi non si ricorda nulla di particolare ad eccezione di un meccanismo elettorale tanto farraginoso quanto contorto che risulta parto delle sue riflessioni.
Il suo merito, quello di essere fratello di uno ucciso dalla criminalità.
E nulla più.
Un personaggio perfettamente adatto per fare il comprimario di Renzi, accontentando anche i comunisti che sbavano ancora contro il Cav.
Che dire, allora ?
Vedremo se Berlusconi avrà quel colpo di reni che consentirebbe di eleggere non il migliore, ma il meno peggio.
Certamente Mattarella sarebbe da annoverare tra il peggio, come gli ultimi tre, impresentabili per qualsiasi elettore del Centro Destra che trova conforto unicamente dalle prospettive che si aprono con l'accordo tra la Meloni e Salvini, tra la Lega e Fratelli d'Italia.


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29 gennaio 2015

Ci siamo ... quasi



Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno annunciato che Lega e Fratelli d'Italia voteranno Vittorio Feltri per la presidenza della repubblica.
Al di là del voto di bandiera e della persona scelta (non mi piace il suo cedimento ai capricci omosessuali) il segnale è importante, chiaro e positivo.
I due partiti che rappresentano al meglio l'elettorato di Centro Destra sui temi scottanti (immigrazione, euro, tasse, omosessualità) quelli, cioè che segnano lo spartiacque insormontabile verso ogni accordo con la sinistra, hanno compiuto il primo passo per una sorta di federazione che potenzialmente potrebbe superare il 20%.
Soprattutto se la scelta di un "padre nobile" del Centro Destra (al di là, ripeto, di alcune sue non condivisibili impuntature) potesse e dovesse attirare anche la parte migliore di Forza Italia che, giustamente, rifiuta l'accordo con i comunisti.
Ed è una percentuale che consentirebbe di far giocare la partita su chi dovrà sfidare il pci/pds/ds/pd di Renzi al ballottaggio elettorale, in una appassionante corsa a tre con Grillo ed un eventuale partito popolare europeo in salsa italiana.
Forza Giorgia, Forza Matteo, la strada che avete imboccato è quella giusta.
Ci siamo .... quasi.


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28 gennaio 2015

L'unica riforma utile



Mentre Renzi e i suoi esultano per essere riusciti ad imporre una nuova, complicata e quindi dannosa, legge elettorale, un'altra decina di grillini cambia casacca senza dimettersi dal parlamento.
Lo avevamo già visto in passato con parlamentari che cambiavano allegramente schieramento, tradendo gli elettori con la scusa di non essere costituzionalmente vincolati a mandati di alcun genere.
Lo abbiamo pagato con il tradimento di Fini e dei suoi finioti che hanno vanificato la più forte maggioranza parlamentare che si potesse avere.
Ma ancora prima Cossiga e Mastella consentirono a D'alema di diventare il primo comunista presidente del consiglio.
Ma la sinistra si è focalizzata non sui traditori che le hanno consentito di governare o di ostacolare il Cav, bensì su quei quattro coraggiosi gatti che hanno fatto il percorso inverso.
Oggi, dopo due anni di scouting, a Renzi è riuscito quel che non riuscì a Bersani ed ecco che potrà contare su una ventina di voti in più, sottratti a Grillo.
L'unica riforma che sarebbe utile per restituire dignità e moralità alla politica sarebbe la decadenza immediata di chi, eletto in uno schieramento, faccia il salto della quaglia.
Ma poichè tutti sperano di poter in futuro guadagnare da simili individui, ecco che l'unico provvedimento degno non sarà mai assunto, tanto meno dal parolaio di Firenze. 

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27 gennaio 2015

Una "Sottomissione" molto dolce



Ne ha già scritto Nessie commentando il "caso letterario" del momento ("Sottomissione" di Michel Houellebecq).
Un caso letterario tale che, uscita la traduzione italiana il 15 gennaio, recandomi in libreria il 16, il volume era già esaurito ed ho dovuto attendere mercoldì per acquistarne una copia, che ho alla fine letto.
Se non ci fosse stato il lancio pubblicitario derivante dalla strage di Parigi a Charlie Hebdo, probabilmente non lo avrei acquistato.
Innanzitutto non lo avrei acquistato perchè non amo gli scrittori francesi, ad eccezione di Dumas, dei coniugi Golon e di uno sicuramente sconosciuto ai più Gil St. Simon, autore, per quanto di mia conoscenza, di otto romanzi di cappa e spada che formarono letture appassionate della mia adolescenza.
Poi non lo avrei comprato perchè ho una particolare idiosincrasia al rosso in ogni sua manifestazione e quella copertina tutta rossa mi avrebbe portato a saltare anche solo l'esame del libro.
Certo il tema è tra i miei preferiti: la società futura.
Un tema che trova ampiamente spazio (ma proiettato molti secoli nel futuro) in tanti romanzi di fantascienza (pensiamo solo al classico e bellissimo "I Sovrani delle stelle" di Edmond Hamilton)  ma che ambientato a soli sette anni di distanza rischia solo di diventare vecchio e superato in poco tempo, come per altri versi è accaduto ai romanzi più famosi di Orwell (1984 e La fattoria degli animali) o a Il Mondo nuovo di Huxley che, infatti, nella mia biblioteca sono collocati non fra i saggi, non fra i romanzi di fantascienza, ma nel mare magnum dei romanzi di autori stranieri.
Il libro di Houellebecq non è quindi inquadrabile nella fantascienza classica che esamina un lontano futuribile, ma non è neppure un saggio di politica fondato su studi, analisi, proiezioni con una qualche patina di scientificità.
Pur tuttavia è un romanzo che prefigura un futuro possibile, tra l'altro per nulla agghiacciante come certi commenti sembravano far intendere, evidentemente scritti senza aver letto il libro ma solo dopo aver conosciuto l'argomento.
Se escludiamo alcune parti francamente volgari e prive di una qualsivoglia attinenza con l'argomento, il romanzo si riesce persino a leggere (dubito però che sarà oggetto delle mie riletture).
Alquanto squallido il protagonista attraverso gli occhi del quale assistiamo all'ascesa al potere dei Fratelli Musulmani in Francia e, da lì, in altre nazioni d'europa (viene esplicitamente citato il Belgio, ma anche la Gran Bretagna).
Il nuovo regime musulmano non sembra particolarmente oppressivo, anzi da come viene descritto appare ai miei occhi quasi auspicabile visto l'ordine morale che riporta in una società dissoluta e di cui le pagine più volgari del romanzo sono chiara manifestazione.
Sarà perchè io sono un agnostico (con qualche simpatiaa neopagana) ma non mi affliggerebbe affatto la sostituzione di una religione con un'altra.
A differenza degli atei, che sono fondamentalisti come e a volte più dei fanatici religiosi (di qualsiasi religione) , gli agnostici semplicemente "non sanno", come dice il termine stesso.
Non so, quindi, chi sia Dio, non potendo escludere che sia quello dei cristiani, dei musulmani, degli ebrei o se vi sia una pluralità di Dei, ognuno preposto ad un particolare settore, popolo o razza.
Ho una mia personale convinzione che un Dio esista, debba esistere, ma non so dare una risposta su "chi" sia questa divinità.
Questo potrebbe essere un problema se ci fosse una imposizione di una religione di stato, ma potrebbe anche essere una agevolazione se, nella più totale indifferenza verso qualsivoglia scelta, fossi costretto a farne una.
E la vita continuerebbe.
Sarebbero altri a doversi preoccupare e, paradossalmente, sono proprio questi "altri" ad essere i maggiori agevolatori della invasione islamica nell'Occidente.
Pensiamo solo alle organizzazioni cristiane che pretendono l'accoglienza, o alle donne come la Boldrini o le due Greta+Vanessa oppure, in genere, ad una sinistra tutta kefiah e intifada.
E qui arrivo, rapidamente per quanto possa consentirmi un commento ad un romanzo di 250 pagine, al punto che per me è centrale e forse l'unico punto inquietante e che dovrebbe aiutarci ad una presa di coscienza.
Come accade che i Fratelli Musulmani assumono la presidenza dell repubblica in Francia vincendo le elezioni ? (Nel romanzo il candidato islamico sconfigge la candidata Marine Le Pen del Fronte Nazionale al ballottaggio).
Il candidato islamico ottiene l'appoggio non solo dei socialisti di Francia guidati da Hollande e Valls, ma anche dell'UMP guidata da Cotè (questo indicata la datazione e già il superamento del romanzo).
E questo dopo che nelle elezioni del 2017 pur di sbarrare la strada al Fronte Nazionale, il cosiddetto Centro Destra francese dell'UMP aveva scelto, secondo l'autore, di votare per la sinistra (personalmente non credo che ciò accadrebbe, il contrario è accaduto, ma noi di Destra preferiamo votare per l'estrema Destra che per un qualsiasi candidato di sinistra).
Che cosa ci dice dunque Houellebecq ?
Ci dice che il nemico passa solo ed esclusivamente attraverso il tradimento perpetrato ai danni della propria gente.
In questo caso i dirigenti dell'UMP che, prima, votano socialista e poi persino per il candidato musulmano, assieme ai socialisti, per impedire che il Fronte Nazionale vinca le elezioni.
Questa l'opinione di Houellebecq che trova sicuramente credito in vicende analoghe del passato.
In SudAfrica non sarebbe mai andato al potere un Mandela se un Boero come De Klerk non gli avesse consegnato il potere contro la volontà della maggioranza dei Boeri stessi.
Negli Stati Uniti un Obama non sarebbe mai stato eletto presidente se non avesse ottenuto il voto di un numero di bianchi ben superiore alla totalità dei negri presenti nella nazione.
Così un musulmano, nel romanzo di fantasia di Houellebecq, non sarebbe mai stato eletto presidente se non avesse ottenuto i voti dei socialisti e dei gollisti.
E, potremmo estendere, un socialista non sarebbe mai stato eletto, sempre in quel romanzo, se non avesse ottenuto i voti gollisti.
Ed ampliando il concetto calandolo nella realtà politica italiana, Monti, Letta e Renzi e non sarebbero mai stati nominati presidenti del consiglio in Italia se non avessero ottenuto il voto di eletti del Centro Destra (nel caso dei primi due dell'intera Forza Italia, quindi dei transfughi alfaniani).
Allora la morale del romanzo, ai miei occhi, è: cerchiamo di evitare di dividerci e cerchiamo di evitare di essere noi stessi a consegnare la nostra terra, la nostra civiltà, la nostra ricchezza a chi vuole solo impossessarsene.
Dipende da noi evitarlo.
Dipende da noi scegliere chi possa meglio custodire il nostro voto.
In Grecia è andata al governo la sinistra di Tsipras.
Con l'appoggio di un partito di scissionisti (gli alfaniani locali) di Nuova Democrazia.
Una catastrofe e non perchè uscirà dall'euro, ma perchè vi resterà dentro, peggiorandolo, visto che tratterà (ed otterrà) condizioni per gli interessi della sinistra greca, non del Popolo Greco.
Allora uno cosa avrebbe dovuto fare, se fosse stato greco, votare Nea Demokratia di Samaras ?
Certo, sarebbe il male minore, ma pur sempre un male.
Meglio invece smetterla di cercare il male minore, le mezze misure (che sono poi quelle che, fermando la mano di Bush, Blair, Azanar, Howard e Berlusconi hanno impedito di risolvere il problema islamico una volta per tutte) e votare Alba Dorata.
Analogamente in Italia assistiamo al rivoltante minuetto di Forza Italia con il pci/pds/ds/pd per eleggere un presidente oggi e, domani, chissà.
Allora basta con le mezze misure e scegliamo di dare forza a Lega e Fratelli d'Italia (sui quali è nuovamente calata la congiura del silenzio, visto che i media sono tornati a dare più spazio persino alle isteriche invettive di Grillo di cui hanno capito la utilità per il regime) auspicando che a loro, in una federazione, possa unirsi la parte migliore di Forza Italia, dando così una casa agli Italiani veri.
Quelli, almeno, che non vogliono sottomettersi.





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26 gennaio 2015

Il suicidio dei Greci



La sinistra di Syriza ha vinto le elezioni in Grecia.
Nel momento in cui scrivo non si sa ancora se riuscirà ad ottenere la maggioranza assoluta o se dovrà accordarsi con altri.
Purtroppo i Greci hanno premiato il peggio che il loro panorama politico poteva offrire pur avendo a disposizione un voto sicuramente antieuropeo come quello di Alba Dorata che pure ha riscosso una buona affermazione e pare possa collocarsi al terzo posto.
I Greci si sono messi, dopo quello dell'euro, un altro cappio al collo, quello del massimalismo comunista che è, poi, l'altra faccia della medaglia euro.
Adesso si apriranno i compromessi a perdere.
La sinistra ha nel dna l'oppressione di una unione sovietica come quella europea e si guarderà bene dall'uscire dall'euro facendo crollare l'intera impalcatura, come sperato da molti euro oppositori, a cominciare da Marine Le Pen.
Si accorderanno per una riduzione degli impegni e del debito pubblico, dimentichi del fatto che i debiti vanno pagati da chi li contrae e non da altri, mentre la sinistra ad ogni latitudine è abituata a spendere depredando i soldi altrui e saremo noi, in primo luogo a pagarne il conto.
Finchè non ci sveglieremo e non voteremo in massa per chi, realmente, ha la volontà di farci uscire dal guano in cui ci portarono Prodi e Ciampi e nel quale ci vogliono trattenere con i vari Napolitano, Monti, Letta e Renzi.


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25 gennaio 2015

Ma che ne sa Orlando di diritto ?



Abbiamo un ministro della giustizia che blatera sul "falso in bilancio" senza probabilmente neppure sapere cosa sia.
Abbiamo un ministro della giustizia che, primo, non solo non è laureato in Giurisprudenza come 27 suoi predecessori, ma neppure laureato in una qualsiasi materia come i restanti sei suoi predecessori.
Abbiamo un ministro della giustizia che nel suo profilo elenca una sfilza di incarichi di partito, mostrando Urbi et Orbi di essere solo un prodotto della peggiore burocrazia partitica.
Per questo i magistrati hanno vita facile nell'invadere il campo della politica.

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24 gennaio 2015

Immigrati e terrorismo



Su immigrati e terrorismo si ascoltano troppe chiacchiere.
Gentiloni, la Boldrini, Alfano, tutti dicono la loro ma il problema rimane e si aggrava.
C'è una sola soluzione che coniughi risparmi e sicurezza: chiudere le porte e bonificare il territorio con retate generalizzate ed espulsioni immediate.
Ma questo governo è il governo delle chiacchiere e la situazione continuerà a peggiorare finchè non saremo noi del Popolo ad averne abbastanza ed a reagire per mettere in sicurezza le nostre famiglie, le nostre case, le nostre proprietà, la nostra stessa esistenza.


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23 gennaio 2015

Non c'è nulla di serio nel governo Renzi



Renzi e la Boschi dichiarano che la riforma elettorale è "seria".
Purtroppo nel governo del parolaio fiorentino non c'è nulla di serio.
A cominciare dalla legge elettorale che, con tutti i suoi quorum, è scritta appositamente per poter meglio imbrogliare i gonzi che credono alle chiacchiere del fiorentino.
Un autentico marchingegno infernale costruito per creare una maggioranza parlamentare in barba alla volontà popolare.
Così come non è serio un governo che all'indomani dello scippo referendario perpetrato da quindici parrucconi ai danni della Sovranità Popolare, fa dire al suo ministro del lavoro (proveniente dalle coop rosse) che la legge Fornero deve essere modificata sennò si crea un problema sociale.


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22 gennaio 2015

Il Renzusconi è realtà



Nel momento in cui scrivo sembra che il Renzusconi abbia travolto ogni ostacolo e proceda verso il traguardo.
Come ebbi già modo di scrivere, il Cavaliere, dopo tutte le persecuzioni subite, ha il pieno diritto a perseguire il suo tornaconto personale (semprechè non sia una mera illusione ...) , mentre noi abbiamo il diritto e il dovere di restare fedeli ad un progetto di società che, oggi, trova in Salvini e nella Meloni gli interpreti più compatibili.
Salvare il fondoschiena a Renzi, prima che lui lo abbia salvato a Berlusconi, è una emerita fesseria.
Che, temo, il Cav pagherà in termini di consenso politico, travolgendo anche persone di valore come la Gelmini, nonostante la quotazione in crescita da alcuni giorni del titolo Mediaset.

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21 gennaio 2015

Le toghe salvano la legge Fornero (e Renzi)



Salvini ha ragione nel dire che QUESTA Italia fa schifo.
La corte costituzionale ha, ancora una volta, tolto le castagne dal fuoco alla sinistra evitando un referendum lacerante come quello sulla legge Fornero di riforma delle pensioni.
Leggeremo le motivazioni che saranno sicuramente una ben costruita masturbazione giuridica per giustificare l'ingiustificabile.
Resta il fatto che quando avrebbero potuto fornire un assist a Berlusconi bocciando i referendum sulla privatizzazione delle condotte d'acqua e sulle centrali nucleari, i magistrati costituzionali hanno invece dato il via libera alle consultazioni che si sono rivelate un referendum pro o contro il Cavaliere.
Oggi che avrebbero potuto, per par condicio, fare altrettanto con Renzi lo hanno salvato dalla graticola referendaria.
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.


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20 gennaio 2015

Il bazooka



Dicitur che mercoledì Mario Draghi userà il famoso bazooka.
Sarebbe l'acquisto massiccio di titoli di stato dell'area euro da parte della Banca Centrale.
Una misura cui i tedeschi si sono sempre opposti e che, invece, gli stati deboli hanno sempre auspicato avendo sotto occhio il risultato dell'analoga iniziativa della Banca Centrale Americana che ha consentito alla borsa di New York un aumento del 65%.
Buon per chi ha acquistato ai minimi (purtroppo il 26% dell'eventuale guadagno verrebbe comunque depredato dallo stato e questo disturba alquanto) ma mi domando.
Se la soluzione dei nostri problemi era così facile, perchè ci hanno messo tanto ad arrivarci ?
E, ancora, la Banca Centrale "compra", ma non è Draghi con i suoi sodali a metterci soldi propri, bensì o stampa carta moneta o utilizza riserve.
E allora se stampa carta moneta non è che dopo ci vengano a ravanare nelle tasche con un forte aumento dell'inflazione ?
E se usano riserve proprie, non è che poi pretendano di reintegrarle magari con una tassa "una tantum"  e "per l'europa" ?
Ma perchè, poi, evitano tutti di intervenire sulle tasse, riducendole, che, poi, sarebbe la strada migliore per lasciare i soldi ai cittadini per spenderli ed investirli ?
Non sarà che Draghi usi il bazooka alla rovescia ?
Eh, già, ma Draghi lo avrà fatto il servizio militare per sapere come usare il bazooka ?




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19 gennaio 2015

Primarie vuoto a perdere



Di Cofferati, ex segretario cgil ed ex sindaco di Bologna, non mi importa nulla.
Un comunista, per me, resta un comunista, ed ho detto tutto, dovunque si collochi.
Diverso sarebbe se compisse un percorso di ravvedimento operoso dopo la sua vuota demagogia parolaia degli anni da sindacalista e la manifesta incapacità come sindaco.
Doverosamente precisato quale sia il mio sentimento verso la persona e, in genere, verso qualsiasi comunista, riconosco a Cofferati di aver fatto strame di tutta letteratura elegiaca sulle "primarie".
Una letteratura che ha contaminato anche esponenti di Centro Destra, sotto altri aspetti stimabili, come la Meloni e Tosi.
Quello che è accaduto in Liguria è quel che accadrebbe e accadrà ovunque, sulla tradizione politica italiana, si innestasse un corpo estraneo che è la "primaria".
Negli Stati Uniti l'elezione primaria ha un suo significato perchè gli elettori dell'uno o dell'altro partito sono noti e si iscrivono alle liste elettorali di quello specifico partito.
Nel Regno Unito l'istituto del recall, cioè la revoca del mandato al parlamentare eletto, rende pienamente valide le votazioni interne per la scelta del candidato.
In Italia avevamo i congressi dei partiti.
Avevamo le correnti.
Certo, tutti cercavano di acquisire consensi, cioè tessere, ma per poter votare e, ancora più, per poter essere eletti occorrevano requisiti quale la cittadinanza, la residenza, ma soprattutto una anzianità di iscrizione (previa presentazione di uno o più vecchi iscritti già in possesso dei relativi requisiti) che poteva variare da sei mesi ad un anno.
Quindi non si facevano votare e tanto meno eleggere, gli ultimi arrivati che, senza avere mai messo denaro e neppure la faccia nelle attività di partito, arrivano in massa per votare la figurina di comodo del momento.
L'unica altra alternativa è chiedere un contributo di iscrizione che non sia limitato ai due euro simbolici pretesi dai comunisti, ma vi aggiunga qualche zero, in modo da rendere particolarmente onerosa la raccolta di truppe cammellate o l'iscrizione per "capriccio" o provocazione.
Il tutto senza considerare che la leadership non si acquisisce con le primarie, ma è un composto di carisma, fascino, oratoria, progettualità, che possa ispirare e far sognare i propri simili.
Se, infatti, vediamo le primarie comuniste che hanno eletto in sequenza i vari Prodi, Veltroni, Bersani, constatiamo che, fino al chiacchierone parolaio di Firenze che infatti viene considerato il figlioccio di Berlusconi e non dei sunnominati, sono stati eletti tutti i burocrati di partito i cui discorsi sono sommamente soporiferi e più che altro provocano l'orchite.
Il Centro Destra prenda coscienza che le primarie sono un vuoto a perdere e tornino al sistema dei congressi di partito.
Il leader del partito più votato, divenga quindi il leader della Coalizione, salvo l'emergere di una figura fuori dagli schemi e dai partiti che possa rappresentare il nuovo Berlusconi.


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18 gennaio 2015

Condanna, perchè ?



Mi sono già pronunciato sulla inqualificabile decisione di processare Carolina Kostner, colpevole di amore.
Oggi che la condanna è stata emessa, ribadisco quanto siano ribaltati i valori in questo mondo, dove chi ama viene punito.
E ci lamentiamo perchè i dispensatori di odio aumentano i loro seguaci ?


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17 gennaio 2015

Un alleato affidabile



vignetta di Krancic pubblicata ne Il Giornale del 17 gennaio 2015 a commento della liberazione di due "volontarie" catturate dai terroristi islamici.



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Così si diventa monarchici



Nato nel 1956, con Giovanni Gronchi, democristiano, appena eletto terzo (o secondo se non contiamo il "provvisorio" De Nicola o addirittura quarto se vogliamo contare il pro tempore di De Gasperi tra la rinuncia del Re Umberto II e la nomina di De Nicola) presidente della repubblica, per lungo tempo non mi ero mai posto la questione istituzionale.
Ho letto del referendum del 1946 e mi sono fatto l'idea che probabilmente vi furono dei brogli per favorire la repubblica e l'esilio dei Savoia.
Ma, sicuramente, nel 1956 e nel decenni successivi fino ad oggi, l'idea monarchica ha progressivamente perso forza e se si votasse oggi otterrebbe ben pochi voti.
Più interessante sarebbe un confronto tra repubblica parlamentare (l'attuale guazzabuglio) e repubblica presidenziale con il presidente ben più potente di un re, ma non ereditario e a termine.
La stampa italiana non ha poi mancato di dileggiare la Famiglia Reale, prima con le avventure della Principessa Beatrice, poi prendendo di mira l'Erede al Trono Vittorio Emanuele, criticato per aver sposato una "borghese" e raggiungendo il fondo con la vicenda dell'isola di Cavallo.
L'ultimo rampollo reale, il Principe Emanuele Filiberto, mi appare molto simpatico, alla mano (forse studiatamente) ma anche molto poco regale (c'è una bella differenza con William d'Inghilterra !).
Insomma, nulla di tutto ciò potrebbe ispirare uno nato già in epoca repubblicana a diventare monarchico, se non la repubblica stessa e chi la incarna, cioè il presidente della repubblica.
Da bambino mi appassionai all'elezione di Saragat, in diretta televisiva, in bianco e nero, con il faccione quadrato di Bucciarelli Ducci che apriva la scheda e pronunciava il nome "Leone", "Terracini", "De Marsanich", "Martino", fino ad arrivare a Saragat.
Il presidente che ricordo per i suoi telegrammi.
Me lo immaginavo ogni giorno scrivere un telegramma: di felicitazioni, di condoglianze ...
Poi arrivò Leone, eletto con i voti dell'MSI, quindi il presidente a me più affine che ci sia mai stato, che invertì la rotta e con Andreotti escluse i socialisti dal governo per riprendersi i liberali, anche perchè fu costretto alle dimissioni da una infame campagna di stampa che, poi, si rivelò fondata su falsità.
Dopo Leone il primo presidente che mi fece pensare positivamente alla Monarchia: Pertini, socialista.
Quindi una ritorno repubblicano con Cossiga che avevo avuto modo di conoscere nel 1975 e che, davanti a molti ragazzini di venti anni,  mise tutti in difficoltà con il suo modo di fare e le sue battute "spinte".
Non apprezzai le modalità di elezioni (arco "costituzionale") ma la sua presidenza sicuramente sì.
Dopo Cossiga, il diluvio.
Tre cariatidi interventiste (a senso unico) , con le loro omelie e sempre pronti a legare l'asino dove voleva il padrone.
Ostili pregiudizialmente alla Destra, hanno mostrato come NON si debba fare il presidente della repubblica che dovrebbe essere una figura super partes.
Non avendo speranza, con questa composizione di parlamento, che il prossimo presidente sia meglio, mi ritrovo sempre più monarchico.
Almeno il Re, la Famiglia Reale, per quanto possa avere una idea, non deve brigare per diventare capo di stato, nè deve riconoscenze a Tizio o Caio, nè ha ambizioni di rielezione e può, molto meglio di un presidente eletto e quindi di parte, rappresentare l'unità della Nazione.
Una unità che anche a lui conviene preservare per continuare la dinastia.
In questo quadro anche un Savoia andrebbe benissimo (e non voglio minimamente entrare nella disputa dinastica: mi andrebbe bene chiunque, piuttosto che un novello Napolitano & Co.) ma apparirebbe poi così peregrina l'idea di conferire alla Regina Elisabetta II anche la Corona d'Italia ?
In fondo non mi sembra che se la cavi male come regina non solo del Regno Unito, ma anche capo di stato di Australia, Canada e Nuova Zelanda ...
E ve l'immaginate la faccia stizzita di Hollande e di Frau Merkel che già assaporano il piacere di un loro nuovo presidente a Roma ?




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16 gennaio 2015

Candidato di bandiera



Giornali e notiziari radiotelevisivi si stanno spendendo con le candidature al Quirinale.
In primo piano sento i nomi di Veltroni (il miglior segretario comunista di tutti i tempi, con il quale vincemmo due elezioni politiche).
Fassino, altro segretario comunista che, fisicamente, potrebbe ottimamente rappresentare la gioia di vivere della repubblica italiana e il suo stato di salute.
Tal Mattarella, noto per il sistema elettorale vigente nel 1994, 1996 e 2001 e per il resto grigio burocrate democristiano di sinistra.
A seguire i sempreverdi Prodi e Amato.
Poi qualche spolveratina al femminile (Finocchiaro, Pinotti, Bonino - a pensare male si fa peccato, ma ho visto troppe volte i radicali sfruttare ondate emotive per i loro fini di parte ... - Severino) , di tecnici (Padoan, Draghi) e un paio di politici di lungo corso ed esperti in niente (Casini e Rutelli) che rappresenterebbero il trionfo del nulla, eppure mi sembrano i più degni del lotto.
So perfettamente che Berlusconi vuole essere della partita, ma sbaglia.
Il prossimo presidente sarà un simil Napolitano ed è detto tutto.
Il Centro Destra farebbe meglio a lasciare che siano i comunisti ad eleggersi il LORO presidente, senza contaminarsi nella vana speranza di eleggerne uno che poi non sia così ostile (come invece sarà).
Il Centro Destra farebbe meglio a votare un candidato di bandiera, che rappresenti una manifesta rottura con la sinistra, con la politica immigrazionista, con la politica delle tasse.
Un personaggio quanto più inviso possibile alla sinistra ed agli ambienti europei.
Poichè Salvini e la Meloni non hanno l'età, a me verrebbero in mente Daniela Santanchè o Maurizio Gasparri ...

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15 gennaio 2015

La ghiotta occasione per rialzare la testa



Dicitur che uno può ingannare poche persone per lungo tempo, può ingannare molte persone per qualche tempo, ma non può ingannare tutti a lungo.
Renzi ha ingannato molti Italiani (non tutti e neppure il famigerato 40,8% che in realtà era dei votanti e rappresentava il 21% del corpo elettorale)  per un anno e adesso i nodi vengono al pettine.
Persino i commentatori più proni nei suoi confronti sono costretti ad ammettere che il consenso è in calo e, pur facendo quadrato a difesa del bulletto fiorentino e degli interessi dei propri editori, sanno perfettamente che deriva dal fatto che le chiacchiere ormai mostrano la corda e il nulla dietro le parole incombe come un macigno.
In queste stesse condizioni, nel 1999 come nel 2007, il Centro Destra era di nuovo avanti nei sondaggi perchè, sfruttando la inevitabili crisi dei parolai sinistri, aveva saputo dare impulso alla diffusione del proprio progetto grazie all'attività del suo Leader indiscusso, Silvio Berlusconi.
Oggi Berlusconi dovrebbe sapere che i magistrati non gli consentiranno mai più di candidarsi (e ovviamente essere eletto, perchè così finirebbe) ad una carica pubblica, alla premiership, ma ancora perde tempo sperando in una improbabile assoluzione europea.
Dovrebbe capirlo che quella grottesca caricatura di cancelliere (Bismark, ma anche Adenauer si staranno rivoltando nella tomba e Kohl non lo fa solo perchè è ancora vivo) che è la Merkel (che evidentemente non si è purgata dai vizi DDR vista la manifestazione "contro il razzismo e la xenofobia" cui ha partecipato in Germania in opposizione al crescente movimento anti islam e ignorando che a sparare a Parigi sono stati terroristi islamici, immigrati di seconda generazione, cui fu concessa la cittadinanza con troppa leggerezza)  non ha intenzione di portarsi nel sinedrio, di nuovo, un leader antagonista che potrebbe unificare tutti i "piccoli" dell'unione sovietica europea e fare comunella con Cameron.
Così il Centro Destra è costretto ad andare in ordine sparso e, anzi, una buona parte di esso, rappresentata da Forza Italia, si rende disponibile a lanciare un salvagente a Renzi nell'elezione del presidente della repubblica (comunque dei loro) e nelle "riforme" elettorali e istituzionali.
In questo quadro emerge Salvini con la rinnovata Lega, ma solo perchè mediaticamente si espone molto, con il rischio di fare la fine di Grillo che ha dovuto alzare sempre più decibel e provocazioni, fino a rendersi ridicolo persino ai suoi beneficiati (di un posto in parlamento che mai avrebbero avuto senza il comico genovese, ma che ora pensano di essere "grandi" e continuano gradualmente ad abbandonarlo sperando di ottenere la riconferma aggregandosi al presunto vincitore di domani).
Del resto Salvini se non si esponesse mediaticamente farebbe la fine della Meloni che sostiene gli stessi valori e principi, ma non ottiene alcuna citazione da stampa, tele e radiogiornali.
Adesso dovranno eleggere il nuovo presidente della repubblica.
Sarà dei loro e, quindi, chiunque sia non sarà il mio presidente, ma neanche potrà esserlo di qualsiasi elettore del Centro Destra.
Ecco, questo mese potrebbe segnare il sorpasso della coalizione di Centro Destra, senza Alfano, sulla sinistra se Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia agiranno in parlamento per bloccare le ridicole riforme elettorali e istituzionali che nulla cambiano anzi rendono l'Italia sempre più stato di burocrati, magistrati e funzionari di partito e per lasciare ai comunisti l'onere di eleggersi il presidente, il LORO presidente che, poco più o poco meno, sarà pessimo come gli ultimi tre.
In contemporanea preparare la campagna elettorale fondandola sull'alternativa ai quattro cavalieri dell'Apocalisse che rappresentano l'essenza della sinistra di oggi e il nemico di ogni Società Civile: devianza, euro, immigrazione, tasse.


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14 gennaio 2015

Un buttero a Strasburgo



Complice una influenza che non avevo da 8 anni, in questi giorni sono a casa ed ho avuto modo di ascoltare per radio Renzino a Strasburgo.
Penoso.
Doveva fare un bilancio, cioè dire "ho fatto, abbiamo realizzato, abbiamo introdotto ...", invece ha raccontato l'ennesima favola condita di nulla.
Si è dimostrato così all'altezza del ruolo di presidente di turno uscente (e per fortuna uscito) da polemizzare essenzialmente sui fatti italiani con Salvini che ha avuto buon gioco a scoprire quanto fosse nudo il semestre renziano di presidenza.
Si è comportato con la medesima arroganza dell'ignorante che, apprese per caso un paio di nozioni, magari senza comprenderle, si sente "acculturato" a differenza dei Longobardi della Lega, del Fronte Nazionale e dell'Ukip.
E come tutti i toscani (Benigni docet) si crede un insigne dantista, ma è solo un ripetitivo orecchiante di pensieri altrui.
Con la stessa presunzione quindi del buttero calato su Roma, rinfaccia loro quelle scarse letture che dalle sue parole si capisce benissimo essere il suo patrimonio culturale.
Con l'arroganza di tutti i sinistrati, però, si appunta lo stemmino di "intellettuale", ignorando che chi ha Cultura, non rinfaccia mai al prossimo la sua superiorità, perchè è nei fatti e non ha bisogno di essere affermata e sono invece proprio quelli che sentono la necessità di affermarla ad esserne fortemente carenti-.
In europa sono fortunati perchè le presidenze di turno durano solo sei mesi ed anche il bulletto di Firenze è fortunato perchè più lo si frequenta più si scopre il vuoto pneumatico del suo pensiero.
Magari potrà ingannare ancora per qualche tempo la Merkel, soprattutto Schultz , Hollande che pensa ad altro e una fetta sempre più ridotta di elettori italiani.
Ma i nodi stanno venendo al pettine e in Italia sta crescendo il signor Salvini che, finora, nonostante la diffidenza con la quale viene accolto e seguito, non ha ancora sbagliato una mossa.

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13 gennaio 2015

Coerenza zero



Domenica rullo di tamburi e passerella di una cinquantina di capi di stato e di governo a Parigi.
Paroloni (ma solo quelli) contro il terrorismo islamico e retorica a piena mani unendo il politicamente corretto del coniugare i verbi accogliere e integrare, con la teoria dei Principi e dei Valori della nostra Civiltà e ampiamente condivisibili come la Libertà di stampa, di opinione, di espressione.
Peccato che di questi principi ci si ricordi a fasi alterne e solo quando torna comodo.
Così è sacrosanto difendere il diritto degli umoristi di dileggiare le religioni, Gesù Cristo, Maometto, Budda, Benedetto XVI, vescovi e imam, ma non si possono rappresentare ironicamente Obama o la Chienge.
Del resto l'esclusione dalla manifestazione del Fronte Nazionale di Marine Le Pen e, quindi, del 25% dei Francesi nonchè di tutti coloro che, nel mondo, si ispirano alla Destra, è indice sufficiente per sapere che le libertà di cui parlano, sono le libertà per LORO, con esclusione del riconoscimento di analoga libertà per chi non la pensa come loro.
In pratica l'altra faccia della medaglia del fondamentalismo islamico.
E quegli stessi che blaterano, riempendosi la bocca di Libertà di stampa, opinione ed espressione, sono gli stessi che difendono l'esistenza di leggi come la Scelba e la Mancino e che, anzi, vorrebbero aggiungere anche sanzioni contro l'omofobia e le teorie negazioniste (e in Germania e Austria il negazionismo è reato, tanto che uno storico - David Irwing, uno studioso ! - è stato arrestato, condannato e messo in prigione).
La differenza tra quello che dicono e quello che fanno è talmente stridente che anche la giusta lotta contro il terrorismo islamico perde forza, perchè nessuno può credere alle parole dei Renzi, degli Hollande, delle Merkel.

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12 gennaio 2015

Alla ricerca della Nuova Destra



Il panorama internazionale non è mai stato tanto favorevole ad una Destra che, con decisione e unità, sostenesse i Principi della Destra.
No all'euro e sì al ritorno alla Lira che significherebbe recupero di Sovranità e Indipendenza Nazionale.
No all'immigrazione per recuperare senso della Identità e bonificare il nostro territorio.
No alle devianze morali per ricostruire le fondamenta civili sulle quali sole può reggere una Società e una Civiltà.
No alle tasse che drenano denaro da chi (faticosamente) lo guadagna per disperderli in mille rivoli clientelari alimentando spesa e debito pubblico in un ciclo vizioso senza fine.
Il clima è favorevole.
Purtroppo vedo troppe iniziative e ambizioni individuali ed ecco che ci si presenta in ordine sparso, anche all'interno degli stessi partiti.
Non abbiamo più tanto tampo per organizzarci.
La costruzione di Renzi si regge solo sulle sue chiacchiere e i nodi vengono poco alla volta al pettine.
Le elezioni non sono tanto lontane.
Berlusconi accetti il ruolo di Padre Nobile, tanto dovrebbe aver ormai capito che non gli consentiranno di rientrare nella vita politica attiva.
Tosi, Fitto e le mezze figure si mettano a disposizione di Salvini e della Meloni, senza ambire a ruoli che non riusciranno mai a raggiungere.
E tutti vivremo felici e contenti. 


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11 gennaio 2015

Si combattano da soli la loro guerra



Oggi in Francia "grande manifestazione unitaria" contro la tre giorni del terrore.
Partecipazione di capi di stato e di governo.
Pare, però, che gli organizzatori non abbiano voluto la partecipazione del Fronte Nazionale di Marine Le Pen, il primo partito francese che rappresenta il 25% degli elettori.
Mi domando che razza di manifestazione "unitaria" potrà mai essere se venisse escluso il primo partito di Francia che, in teoria, dovrebbe avere diritto al primo intervento.
Mi rispondo che gli organizzatori, che mi sembra bercino "contro il razzismo, per l'integrazione e la tolleranza", esattamente come Renzi ieri a Bologna, hanno una idea tutta loro di come combattere la guerra.
Infatti come alla crisi economica causata dall'euro, rispondono che ci vuole più europa, così davanti alla violenza degli immigrati di seconda generazione, rispondono che sono così perchè non sono stati integrati, quindi ci vuole più integrazione.
Il "vaffa" mi sorge spontaneo e anche dire: allora combattetevela da soli la vostra guerra, ma poi non venite a piangere per i morti o per chiedere soldi per liberare i vostri compagni che vengono sequestrati.


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10 gennaio 2015

Crolla anche la scuola di Renzi



Se la disoccupazione ha fatto tacere (in materia) il chiacchierone parolaio di Firenze, subito dopo aver annunciato la "riforma dal basso" della scuola ecco che viene a galla anche un'altra vuota e non mantenuta promessa.
Nel suo primo anno solare di regno aveva annunciato investimenti alluvionale per gli edifici scolastici: uno al giorno.
Siamo appena all'inizio del suo secondo (speriamo ultimo e non completo) anno solare di regno, ed ecco che cadono in testa agli alunni i controsoffitti di due scuole.
A Renzi era stato consigliato di concentrarsi su pochi progetti e perseguirli a fondo.
Lui, invece, come tutti i presuntuosi, vuole prendere dappertutto e finisce con il non concludere nulla, facendoci solo perdere tempo e denaro come già è accaduto con Monti e Letta.
Noi lo sapevamo sin dall'inizio e sembra che sempre più cittadini stiano aprendo gli occhi, liberandosi del prosciutto che celava loro la realtà.
Speriamo che adesso non li accechino con una Mortadella ...


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09 gennaio 2015

Crolla l'economia di Renzi



Con l'attenzione logicamente rivolta a Parigi, è passata inosservata l'ennesima bastonata economica, con l'aumento della disoccupazione a novembre 2014 certificata mercoldì dall'istat.
Silenzio di tomba da parte del chiacchierone parolaio di Firenza che, con poca fantasia, preferisce dichiarare "siamo tutti francesi".
Eppure solo un mese fa un lieve miglioramento lo aveva fatto cinguettare garrulo che era il primo segno dell'uscita dalla crisi.
Si è gufato da solo.


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