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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

27 gennaio 2015

Una "Sottomissione" molto dolce



Ne ha già scritto Nessie commentando il "caso letterario" del momento ("Sottomissione" di Michel Houellebecq).
Un caso letterario tale che, uscita la traduzione italiana il 15 gennaio, recandomi in libreria il 16, il volume era già esaurito ed ho dovuto attendere mercoldì per acquistarne una copia, che ho alla fine letto.
Se non ci fosse stato il lancio pubblicitario derivante dalla strage di Parigi a Charlie Hebdo, probabilmente non lo avrei acquistato.
Innanzitutto non lo avrei acquistato perchè non amo gli scrittori francesi, ad eccezione di Dumas, dei coniugi Golon e di uno sicuramente sconosciuto ai più Gil St. Simon, autore, per quanto di mia conoscenza, di otto romanzi di cappa e spada che formarono letture appassionate della mia adolescenza.
Poi non lo avrei comprato perchè ho una particolare idiosincrasia al rosso in ogni sua manifestazione e quella copertina tutta rossa mi avrebbe portato a saltare anche solo l'esame del libro.
Certo il tema è tra i miei preferiti: la società futura.
Un tema che trova ampiamente spazio (ma proiettato molti secoli nel futuro) in tanti romanzi di fantascienza (pensiamo solo al classico e bellissimo "I Sovrani delle stelle" di Edmond Hamilton)  ma che ambientato a soli sette anni di distanza rischia solo di diventare vecchio e superato in poco tempo, come per altri versi è accaduto ai romanzi più famosi di Orwell (1984 e La fattoria degli animali) o a Il Mondo nuovo di Huxley che, infatti, nella mia biblioteca sono collocati non fra i saggi, non fra i romanzi di fantascienza, ma nel mare magnum dei romanzi di autori stranieri.
Il libro di Houellebecq non è quindi inquadrabile nella fantascienza classica che esamina un lontano futuribile, ma non è neppure un saggio di politica fondato su studi, analisi, proiezioni con una qualche patina di scientificità.
Pur tuttavia è un romanzo che prefigura un futuro possibile, tra l'altro per nulla agghiacciante come certi commenti sembravano far intendere, evidentemente scritti senza aver letto il libro ma solo dopo aver conosciuto l'argomento.
Se escludiamo alcune parti francamente volgari e prive di una qualsivoglia attinenza con l'argomento, il romanzo si riesce persino a leggere (dubito però che sarà oggetto delle mie riletture).
Alquanto squallido il protagonista attraverso gli occhi del quale assistiamo all'ascesa al potere dei Fratelli Musulmani in Francia e, da lì, in altre nazioni d'europa (viene esplicitamente citato il Belgio, ma anche la Gran Bretagna).
Il nuovo regime musulmano non sembra particolarmente oppressivo, anzi da come viene descritto appare ai miei occhi quasi auspicabile visto l'ordine morale che riporta in una società dissoluta e di cui le pagine più volgari del romanzo sono chiara manifestazione.
Sarà perchè io sono un agnostico (con qualche simpatiaa neopagana) ma non mi affliggerebbe affatto la sostituzione di una religione con un'altra.
A differenza degli atei, che sono fondamentalisti come e a volte più dei fanatici religiosi (di qualsiasi religione) , gli agnostici semplicemente "non sanno", come dice il termine stesso.
Non so, quindi, chi sia Dio, non potendo escludere che sia quello dei cristiani, dei musulmani, degli ebrei o se vi sia una pluralità di Dei, ognuno preposto ad un particolare settore, popolo o razza.
Ho una mia personale convinzione che un Dio esista, debba esistere, ma non so dare una risposta su "chi" sia questa divinità.
Questo potrebbe essere un problema se ci fosse una imposizione di una religione di stato, ma potrebbe anche essere una agevolazione se, nella più totale indifferenza verso qualsivoglia scelta, fossi costretto a farne una.
E la vita continuerebbe.
Sarebbero altri a doversi preoccupare e, paradossalmente, sono proprio questi "altri" ad essere i maggiori agevolatori della invasione islamica nell'Occidente.
Pensiamo solo alle organizzazioni cristiane che pretendono l'accoglienza, o alle donne come la Boldrini o le due Greta+Vanessa oppure, in genere, ad una sinistra tutta kefiah e intifada.
E qui arrivo, rapidamente per quanto possa consentirmi un commento ad un romanzo di 250 pagine, al punto che per me è centrale e forse l'unico punto inquietante e che dovrebbe aiutarci ad una presa di coscienza.
Come accade che i Fratelli Musulmani assumono la presidenza dell repubblica in Francia vincendo le elezioni ? (Nel romanzo il candidato islamico sconfigge la candidata Marine Le Pen del Fronte Nazionale al ballottaggio).
Il candidato islamico ottiene l'appoggio non solo dei socialisti di Francia guidati da Hollande e Valls, ma anche dell'UMP guidata da Cotè (questo indicata la datazione e già il superamento del romanzo).
E questo dopo che nelle elezioni del 2017 pur di sbarrare la strada al Fronte Nazionale, il cosiddetto Centro Destra francese dell'UMP aveva scelto, secondo l'autore, di votare per la sinistra (personalmente non credo che ciò accadrebbe, il contrario è accaduto, ma noi di Destra preferiamo votare per l'estrema Destra che per un qualsiasi candidato di sinistra).
Che cosa ci dice dunque Houellebecq ?
Ci dice che il nemico passa solo ed esclusivamente attraverso il tradimento perpetrato ai danni della propria gente.
In questo caso i dirigenti dell'UMP che, prima, votano socialista e poi persino per il candidato musulmano, assieme ai socialisti, per impedire che il Fronte Nazionale vinca le elezioni.
Questa l'opinione di Houellebecq che trova sicuramente credito in vicende analoghe del passato.
In SudAfrica non sarebbe mai andato al potere un Mandela se un Boero come De Klerk non gli avesse consegnato il potere contro la volontà della maggioranza dei Boeri stessi.
Negli Stati Uniti un Obama non sarebbe mai stato eletto presidente se non avesse ottenuto il voto di un numero di bianchi ben superiore alla totalità dei negri presenti nella nazione.
Così un musulmano, nel romanzo di fantasia di Houellebecq, non sarebbe mai stato eletto presidente se non avesse ottenuto i voti dei socialisti e dei gollisti.
E, potremmo estendere, un socialista non sarebbe mai stato eletto, sempre in quel romanzo, se non avesse ottenuto i voti gollisti.
Ed ampliando il concetto calandolo nella realtà politica italiana, Monti, Letta e Renzi e non sarebbero mai stati nominati presidenti del consiglio in Italia se non avessero ottenuto il voto di eletti del Centro Destra (nel caso dei primi due dell'intera Forza Italia, quindi dei transfughi alfaniani).
Allora la morale del romanzo, ai miei occhi, è: cerchiamo di evitare di dividerci e cerchiamo di evitare di essere noi stessi a consegnare la nostra terra, la nostra civiltà, la nostra ricchezza a chi vuole solo impossessarsene.
Dipende da noi evitarlo.
Dipende da noi scegliere chi possa meglio custodire il nostro voto.
In Grecia è andata al governo la sinistra di Tsipras.
Con l'appoggio di un partito di scissionisti (gli alfaniani locali) di Nuova Democrazia.
Una catastrofe e non perchè uscirà dall'euro, ma perchè vi resterà dentro, peggiorandolo, visto che tratterà (ed otterrà) condizioni per gli interessi della sinistra greca, non del Popolo Greco.
Allora uno cosa avrebbe dovuto fare, se fosse stato greco, votare Nea Demokratia di Samaras ?
Certo, sarebbe il male minore, ma pur sempre un male.
Meglio invece smetterla di cercare il male minore, le mezze misure (che sono poi quelle che, fermando la mano di Bush, Blair, Azanar, Howard e Berlusconi hanno impedito di risolvere il problema islamico una volta per tutte) e votare Alba Dorata.
Analogamente in Italia assistiamo al rivoltante minuetto di Forza Italia con il pci/pds/ds/pd per eleggere un presidente oggi e, domani, chissà.
Allora basta con le mezze misure e scegliamo di dare forza a Lega e Fratelli d'Italia (sui quali è nuovamente calata la congiura del silenzio, visto che i media sono tornati a dare più spazio persino alle isteriche invettive di Grillo di cui hanno capito la utilità per il regime) auspicando che a loro, in una federazione, possa unirsi la parte migliore di Forza Italia, dando così una casa agli Italiani veri.
Quelli, almeno, che non vogliono sottomettersi.





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2 commenti:

Nessie ha detto...

Tu ti sei soffermato molto sulla parte elettoralistica, io su quella sociologica. Ad ogni modo la "novità" di questa islamizzazione soft consisterebbe nel fatto che l'islam recherebbe alcuni indubitabili vantaggi alla classe media francese, di cui parla l'autore (nel suo caso, docenti e ricercatori universitari) tra i quali lo stipendio e la poligamia.
Concordiamo poi nella lettura di fondo: Houellebecq che non è affatto islamofilo, denuncia l'ignavia, la codardia e la cedevolezza della classe politica tutta. Si toglie inoltre qualche sassolino dalla scarpa col Centro di Bayrou, il Casini francese, dandogli apertamente del deficiente.

Massimo ha detto...

Casini o Alfano. La descrizione di Bayrou come un allegrotto mi ricorda più Alfano ...