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21 giugno 2015

La natura dell'aborto




Il breve saggio (Edizioni il Cerchio, 62 pagine, 8 euro) dell'immagine finale, è già stato presentato nel blog tematico a più Autori Secondo Natura.

Mi piace però commentarlo in questa sede e, per non nascondermi dietro un dito, il motivo principale è la personale conoscenza dell'Autore, amico e collega da oltre venti anni.
Un amico lo commenterei benevolmente anche su contenuti che non condividessi, in questo caso, invece, mi trova perfettamente d'accordo, anche se ci "divide" il fatto che lui è cattolico praticante e osservante (come un altro mio grande amico, Starsandbars), io mi considero da molti anni, decenni, agnostico e con una chiesa ormai nelle mani dei Bergoglio e dei Galantino mi sento sempre più distante da essa.
Ma la battaglia contro l'aborto è un qualcosa che ritengo basilare per poter ricostruire quelle radici che il nichilismo relativista sta progressivamente recidendo, tanto che da sempre il mio 5 per mille lo devolvo ad un consultorio (neanche di Bologna, ma di Trieste) che mi fu segnalato e garantito da un altro amico e collega di lunga data e che si occupa proprio di aiutare le future mamme.
Il saggio, nella sua sinteticità, aiuta a comprendere l'enormità del ruolo negativo che ha l'aborto nella nostra società e prende il via dal 1978, quando la legge fu approvata.
Sono abbastanza vecchio per ricordare che tale legge fu preceduta da quella sul divorzio (1970) e, soprattutto, dal referendum del 1974 nel quale i divorzisti per così dire "istituzionali", per convincere gli Italiani che il divorzio sarebbe rimasto un provvedimento a se stante, davanti ai Comitati Civici che paventavano quello che sarebbe poi effettivamente accaduto (dopo il divorzio l'aborto, poi l'eutanasia, l'omosessualità, la droga ...) negavano che esistessero progetti per proseguire nella demolizione dei Valori della nostra Tradizione.
Quattro anni dopo vararono la 194.
Indico sempre nell'approvazione del divorzio, che ha disgregato la Famiglia, che è il nucleo basilare di ogni società civile, il momento in cui è iniziato il cammino, sempre più veloce, della nostra Italia sul piano inclinato della perdita di ogni Valore di riferimento le cui conseguenze si evidenziano nel nichilismo relativista di intere generazioni preoccupate dell'apparire e dell'avere (che, per carità, aiutano e sono importanti per la qualità della propria vita) ma che non possono e non devono rappresentare l'alfa e l'omega di una intera esistenza.
L'aborto, con la sua crudele realtà descritta dall'Autore, è stato il passo del possibile non ritorno ad una società civile che persegua Benessere, Sicurezza e Progresso con radici identitarie ben piantate in Valori fondanti e condivisi.
Non ci si può dunque stupire, se poi si lascino sciamare per l'Italia orde di clandestini, se ai nostri figli non si insegnino più i Valori della  Dignità, dell'Onore, della Gerarchia, dell'Autorità e del Coraggio che trovavano tanti esempi nella nostra Storia antica e meno antica, per lasciare campo libero ad uno sfrenato egoismo materialista.
Ma questi sono argomenti che, sostanzialmente, formano l'ossatura di ogni mio intervento.
Lo stesso Autore ricorda come vi sia sostanziale sovrapposizione tra chi sostiene l'aborto e chi si batte contro la pena di morte o per sanzionare chi uccide cuccioli di animali.
Una incoerenza che risalta per chiunque non abbia abbondanti fette di prosciutto sugli occhi.
Ed è altrettanto vero, aggiungo, che chi pretende di considerare un "diritto" l'aborto, sia spesso anche colui che brandisce le immagini dei bambini clandestini come grimaldello per forzarci ad accettare l'invasione degli immigrati.
Una incoerenza abissale che trova giustificazione solo in una gigantesca e colpevole  ipocrisia e ignoranza.
Per non chiudere in modo troppo cupo, un aneddoto personale sull'Erode del sottotitolo King Herod's Return che viene spiegato dall'Autore in termini corretti.
Considero onorevole occupare volontariamente (quindi senza percepire alcuna remunerazione) il proprio tempo per sostenere una idea, una associazione.
Rispetto chi sistema un tavolino e chiede firme aspettando che i passanti si fermino e chiedano spiegazioni.
Mi infastidiscono quelli che, invece, cercano di intercettare i passanti, talvolta in modo insistente e con un tono come per rovesciare ogni disprezzo su chi non ascolta l' "importantissimo" messaggio che hanno da dare (e il contributo da chiedere).
Tra questi ci sono Unicef e Save the children e una volta mi è venuto spontaneo, per togliermeli di torno, dire che "ho sempre avuto simpatia per la tragica ed eroica figura del re Erode".
Ovviamente una battuta, ma risultò efficace e quindi la tengo sempre di riserva.
Ultima annotazione.
Solo nella biografia dell'Autore viene citata quella che ritengo la frase più bella contro l'aborto.
Una battuta, certo, ma più incisiva di qualsiasi discorso, pronunciata dal grande Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan:
ho notato che l'aborto viene sostenuto solo da persone che sono già nate.






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2 commenti:

heinrich ha detto...

Niente accade per caso.
Le citate associazioni - sedicenti umanitarie - contemplano e favoriscono l' aborto come soluzione di quelli che - mediante l'Antilingua - definiscono " problemi di salute riproduttiva ".
Grazie. Max !

Nessie ha detto...

Ieri al Family Day in piazza S. Giovanni, oltre un milione di persone hanno detto NO, alle politiche gender e all'omosessualismo del governo Renzi. La verità è che con aborto e gayezza si vuol ridurre drasticamente la popolazione, mentre si incoraggia la natalità degli allogeni, in modo esponenziale.