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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

15 febbraio 2016

Il dado è tratto



Senza tanti giri di parole, diciamo che il voto politico delle prossime amministrative sarà quello di Milano e di Roma.
Le altre città, anche importanti come Torino, Bologna e Napoli, chiamate ad eleggere il sindaco sono comprimarie e comunque assumono un aspetto più locale che nazionale anche per la loro copertura mediatica.
Bologna, tanto per parlare della città in cui voto, farebbe notizia solo se il candidato comunista dovesse perdere, come accadde nel 1999 quando la vittoria di Guazzaloca fu agevolata dalla scelta di un candidato sindaco che persino i solitamente obbedienti elettori comunisti non hanno avuto lo stomaco di votare in massa.
Quindi Milano e Roma, in un quadro politico frammentato, con un governo abusivo, guidato da un tizio mai eletto per quel ruolo, un chiacchierone vanesio che si mantiene al potere grazie al tradimento di una cinquantina di parlamentari eletti per sostenere Berlusconi e impedire ai comunisti di andare al governo.
Milano e Roma dove la gara sarà a tre: il candidato della sinistra, quello del Centro Destra e il grillino.
A differenza di altre occasioni, il nome del candidato conta poco, quello che importa è la coalizione che si creerà attorno a quel nome e la percezione che la coalizione, non il candidato, riuscirà a proiettare sull'elettorato.
Il Centro Destra ha trovato l'intesa su due nomi non di partito ma sicuramente più vicini a Berlusconi che a Salvini e alla Meloni.
Probabilmente un tentativo di rassicurare una parte di elettorato che, almeno secondo la stampa (io non lo credo) si sentirebbe a disagio con gli "estremisti" alleati in europa con il Fronte Nazionale della Le Pen.
A parte questo credo che siano due scelte dignitose e rispettose di chi li voterà.
Se fossero stati candidati, come sarebbe stato naturale con una scelta marcatamente politica, Salvini a Milano e la Meloni a Roma, tra due anni, sperabilmente, avrebbero dovuto abbandonare la poltrona di sindaco (che avrebbero vinto) per il governo nazionale.
Così invece se milanesi e romani faranno la scelta giusta, quella sarà per l'intero quinquennio, con un beneficio di continuità e stabilità per la giunta.
Ma prima bisogna arrivarci a quella poltrona e non sarà facile, perchè i poteri forti hanno già posto in atto una campagna per delegittimare i due candidati del Centro Destra e favorire il cocco delle consorterie finanziarie, cioè il parolaio fiorentino che, anche se non candidato in prima persona, dal voto di primavera potrebbe uscirne talmente scosso da non arrivare intero al referendum istituzionale, anche perchè la crisi economica è tornata a mordere, lo scandalo delle banche "amiche" (della sinistra) è sempre in rampa di lancio anche se silenziato dalla solita stampa "amica" (anche questa della sinistra) e le parole, anche per chi vive di esse, potrebbero non essere più sufficienti.
Vedremo quindi, prima di tutto, chi andrà al ballottaggio e poi su quale dei due si sposteranno i voti del terzo polo che rimarrà fuori.


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1 commento:

Nessie ha detto...

Bertolaso ha incominciato bene: dice che i rom sono una categoria oppressa ed emarginata:

http://www.imolaoggi.it/2016/02/15/bertolaso-i-rom-sono-una-categoria-vessata-e-penalizzata/

non male come inizio.