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01 maggio 2016

Quando una rottura è benefica



A Roma Berlusconi ha scelto Marchini.
Con grande autocontrollo Salvini e la Meloni, dimostrando una statura da leaders, non hanno ancora rotto nelle altre città, cominciando da Milano, l'alleanza con i "moderati".
Credo, però, che dovranno farlo per scrivere definitivamente la parola "fine" ad ogni ambiguità.
Finchè il Cav era il Cav, libertino e non libertario, anticomunista e non marchiniano, Belzebù e non icona della stampa di regime, allora aveva un senso stare assieme ad un partito i cui referenti europei governano pressochè ovunque con i socialcomunisti o, comunque, come in Francia, fanno fronte comune con loro quando si tratta di scegliere.
Ma le ultime esternazioni del vecchio Cav hanno manifestato la sua resa agli gnomi delle consorterie finanziarie il cui disegno politico è quello di un finto bipolarismo, attraverso personaggi comunque condizionabili e che a loro rispondono.
Così Renzi o Marchini sono indifferenti, come Sarkozy od Hollande o persino Iglesias o Rajoy, Tsipras o Samaras, mentre quel che importa è bloccare i veri Identitari e Sovranisti: Le Pen, Farage, Strache e, in Italia, Salvini e la Meloni.
L'alleanza tra Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia diventa così un'anomalia tutta italiana che poteva essere tollerata solo se a guidarla fosse stato un rappresentante del "moderatismo", anche se si chiamava Berlusconi.
Ma la Destra non può accettare una perenne subordinazione e se nel 2008 e nel 2013 Berlusconi aveva ragione nel pretendere la leadership della coalizione, sia per quello che era la sua storia, per le sue dichiarazioni per nulla concilianti con la sinistra, per i sacrifici fatti e le persecuzioni subite, ma, soprattutto, perchè, come lui stesso ebbe da affermare, perchè il leader della coalizione era necessariamente il leader del partito più votato della coalizione stessa, oggi non si può tollerare che si cambino le regole e il leader della coalizione deve sempre essere il leader del partito più forte della coalizione.
In questo caso la Lega.
E, a Roma, Fratelli d'Italia.
Berlusconi, invece, presumibilmente irretito da tristi consigliori (il solito Letta - che forse avrebbe fatto meglio a fare da suggeritore al nipote "Enricostaisereno" - Confalonieri e persino una giovane signorina mai votata da nessuno) ha rotto l'incantesimo.
Lui può farlo, come ho scritto altre volte, perchè con tutto quello che ha subito (da ultimo la multa di 51 milioni di euro per i diritti della serie A) è l'unico che abbia ogni diritto per cercare di rifarsi con una nuova mano di carte.
Ma questo non significa che lo si debba seguire.
Bene, quindi, Salvini e la Meloni che a Roma daranno battaglia contro la Raggi, contro Renzi (impersonato da Giachetti) e anche contro il costruttore di sinistra Marchini dietro al quale spunta un affollato museo degli orrori rappresentata da Alfano, Fini, Casini.
Se la Meloni andrà al ballottaggio, bene.
Diversamente ( e qui emergerà la differenza con i "moderati") bisognerà scegliere il voto del ballottaggio che non potrà essere che contro il sistema, quindi per la Raggi.
Ma qui si innesta anche il futuro del Centro Destra.
Un futuro che, viste le premesse romane, non esiste più.
Mi meraviglio della freddezza e del controllo dei propri nervi di Salvini e della Meloni, perchè io avrei già fatto saltare tutto e tutti, presentando candidati di bandiera anche a Torino, Milano e Napoli.
Perchè il Centro Destra del futuro non potrà essere la ruota di scorta delle consorterie finanziarie europee, pronto a fare alleanze, anche tattiche, con i socialcomunisti, ma dovrà essere un Centro Destra determinato, deciso, chiaro nelle posizioni da assumere e negli atti da compiere.
Un Centro Destra vicino ai partiti "populisti, razzisti, xenofobi, sessisti,.omofobi" che stanno crescendo ovunque anche perchè da tempo hanno abbandonato la sudditanza con i "moderati" , cosa che in Italia è sempre stato impedito dalla presenza di un Berlusconi che, fino ad oggi, era più "populista" del suo ppe , ma che oggi è stato ridotto all'obbedienza ed al rientro tra i ranghi.
Quindi Lega e Fratelli d'Italia inizino il loro cammino senza curarsi dei "moderati", ma puntando sui Valori che stanno creando il successo in tutta Europa di una vera Destra con gli attributi.


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