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28 agosto 2016

Case vere, subito


Ogni terremoto, ogni catastrofe porta immancabili costi e polemiche.
Nei miei "primi" sessanta anni ricordo molti eventi luttuosi.
Il più lontano nel tempo è Longarone, cittadina che ho frequentato ripetutamente negli anni novanta e nel primo decennio del duemila, dove facevamo base per le gare di sci aziendali.
Una cittadina perfettamente ricostruita , ancora all'ombra della diga del Vajont (con l'invaso ovviamente asciutto) ed una istruttiva visita, camminando sull'erba e ammirando quella gigantesca opera dell'ingegneria ancora imponente ed intatta, perché l'onda non la distrusse, ma la scavalco'.
Poi ricordo il Belice del 1968, credo ancora non completamente sanato e il Friuli del 1976.
Anche qui un ricordo personale.
Nel 1979 - 1980 svolsi il servizio militare a Udine:era già tutto ricostruito, cittadine e monumenti.
Soli il Castello era ancora chiuso (tornai a visitarlo qualche anno dopo).
E ancora l'Irpinia del 1980, con un costo che ho letto in questi giorni di 52 miliardi non attualizzati, il 40% di tutto quel che si è speso negli ultimi anni e con gente ancora nei container.
Tante disgrazie fino ad arrivare all'Aquila e all'Emilia
E oggi Lazio Marche  e Umbria.
All'Aquila una novità: le cosiddette new town.
Rapide costruzioni di case vere in aree limitrofe per evitare tendopoli e container e dare un tetto sicuro, subito.
Poi doveva esserci la ricostruzione, ma chi oggi chiede unità, ieri pensò solo a ribaltare il governo, agli ordini del soviet europeo.
In Emilia devastazioni minori e più circoscritte hanno aiutato a risolvere prima i problemi, anche se mi consta che alcune famiglia vivano ancora in situazione di provvisorieta perché non fu fatta la scelta delle new town ( forse in modo giustificato vista la dimensione ridotta degli sfollati).
Per Amatrice il governo Renzi tiene a proclamare che non verranno fatte new town. 
Un evidente errore dettato dall'arroganza antiberlusconiana.
Topiche come quella che ho ascoltato alla radio di una donna con non so quale incarico pubblico, che diceva che le case sarebbero state ricostruite negli stessi posti, con lo stesso materiale, con le stesse tecniche per avere lo stesso risultato.
Quale ? Quello di un nuovo crollo al prossimo terremoto ?
Più intelligentemente il sottosegretario di Renzi ha detto: tutto come prima, ma con tecniche antisismiche.
Ma ci vorrà tempo.
Non si è ancora terminata l'azione di primo soccorso che dovranno poi essere sgombrate le macerie e poi ricostruito tutto.
Nel frattempo Renzi, pur di distinguersi da Berlusconi, preferisce tenere i sopravvissuti in container e tende, invece di costruire le new town.




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1 commento:

Nessie ha detto...

Però agli extra che arrivano coi barconi e che si ostinano a chiamare "profughi" danno fior d'alberghi di lusso ai monti e nelle migliori località turistiche.