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No alla deriva

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01 agosto 2016

Il ritorno dei dorotei


Quella Dorotea era una corrente democristiana così chiamata perché si costituì presso il convento di S. Dorotea.
Suoi esponenti furono Rumor, il primo Moro (fino alle elezioni del 1968 quando Rumor gli fu preferito come presidente del consiglio così che prese cappello e fondò il suo spiffero orientato a sinistra) , Piccoli, Bisaglia fino Casini che, prima di aggregarsi a Forlani dopo la morte di Bisaglia, ne rappresentava la continuazione generazionale.
I dorotei erano famosi per tenere in piedi in quattro o cinque staffe.
Ho personalmente applaudito un comizio di Rumor a Bologna, durante la campagna elettorale, in cui, con toni ben più forti di Almirante, dopo il suicidio di Feltrinelli mentre depositata una  bomba sotto un traliccio, disse dei terroristi: li perseguiteremo di covo in covo, di cantina in cantina, di traliccio in traliccio.
Erano parole da campagna elettorale, nei fatti non fecero nulla, anzi mi sembra azzeccata la battuta, non ricordo di chi, che descriveva la dc dorotea come un partito che prendeva i voti a Destra per poi portarli a sinistra e accordarsi con i comunisti.
Era la conseguenza del votare "turandosi il naso" che ci ha portato all'attuale dissesto, evidenziando il costante tradimento della dc verso il elettorato, reso manifesto dal flop del partito popolare di Martinazzoli e Segni nel 1994 che ottenne solo i voti della sinistra dc.
Vediamo oggi come praticamente tutti gli ex democristiani si siano accucciati all'ombra della protezione del pci/pds/ds/pd,  molti anche iscritti a quel partito di matrice marxista.
Questa lunga introduzione è necessaria per far comprendere come consideri il signor Stefano Parisi dopo l'intervista di ieri a Libero e il pistolotto di Feltri a suo favore (si, in vacanza ho ripreso a leggere Libero ma quando tornerò al lavoro non lo comprerò più sorte che toccherà anche al Giornale se dovesse uscire il nuovo quotidiano di Belpietro ipotizzato da Feltri).
Parisi ha fornito risposte dorotee alle domande postegli.
Ad esempio non ha preso posizione su Trump e la moglie di Clinton, su America o Russia,    è stato vago sulla persecuzione subita dal Cav, insomma ha fornito risposte idonee a consentirgli di prendere qualunque strada.
Ed è l'esatto opposto di quel che è necessario.
Non abbiamo bisogno di nuovi dorotei,  provenienti tra l'altro, dall'area socialista ma di persone determinate e chiare nelle loro posizioni.
No all'immigrazione.
No alle tasse e all'invadenza dello stato.
No alla legalizzazione della droga, anche solo della cannabis.
No ai matrimoni omosessuali. 
No alla Merkel, all'euro, all'unione sovietica europea. 
Su tutto questo un doroteo glisserebbe e Parisi ha glissato.
Pur non avendo diritto a chiedere, non essendo iscritto e militante ad alcun partito, mi auguro che Salvini e la Meloni mantengano ferma la barra del rifiuto di concedere a Parisi una qualche legittimazione.
Meglio iniziare un lungo percorso politico nella chiarezza di Ideali e Valori, che cercare scorciatoie per il potere e deludere nuovamente gli elettori.
Se, come scrive Feltri, il Centro Destra con Parisi è arrivato all'ultima spiaggia, allora meglio che muoia e nasca una nuova coalizione dichiaratamente di Destra, che segua, senza tentennamenti, lo stesso percorso degli altri partiti "nazionalisti, populisti, razzisti, xenofobi, omofobi" che intendono fare nuovo grandi le rispettive nazioni. 




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