Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 novembre 2016

NO anche contro l'imbroglio mediatico


Mi piacerebbe che risorgesse l'Osservatorio di Pavia o i radicali che erano sempre pronti a contare i minuti concessi in televisione a Berlusconi ma sono scomparsi adesso che a reti unificate deborda Renzi, per avere conferma di quello che è sotto gli occhi di tutti.
La par condicio, tanto reclamata negli anni del Cav, è andata a farsi benedire, completamente dimenticata, elusa, evitata.
Nei giornali radio e nei telegiornali è tutto un riportare dichiarazioni di Renzi.
Sky Tg 24 ha dedicato un canale al suo discorso di ieri e ne cita le gesta sia quando blatera "non vi lasceremo soli" (rivolto ai terremotati o agli alluvionati) sia quando, autoreferenziale, dice che lui non è come gli altri.
Infatti è peggio.
Qualche spazio per Maria Elena Boschi, che era il volto del renzismo prima di Banca Etruria e per il resto l'oblio copre le mummie per il sì (da Napolitano a Marini, da Casini all'intero sindacato della cisl).
Non si deve, infatti, dare l'idea che a favore del sì ci siano i vecchi privilegiati di sempre.
Al contrario lo spazio dedicato al NO vede ampia copertura per i vecchi Berlusconi e D'alema e pur di sputtanare il NO viene persino riesumato Monti per fargli dire che lui voterà NO, certi che, in odio al presidente degli esodati, tanti voteranno sì.
E quando si parla del Centro Destra si ricordano le lotte intestine (Bossi contro Salvini, Salvini e Meloni contro Berlusconi) e quando si informa sulla campagna dei grillini è immancabile citare la giunta Raggi a Roma.
La stampa non è migliore e, a parte La Verità, il Fatto Quotidiano e, in parte, il Giornale e pochi altri, ha scatenato le sue penne al servizio delle consorterie affaristico finanziarie che, con il Financial Time e il Wall Street Journal, danno la linea: deve vincere Renzi, oppure sarà governo tecnico (il che è un'altro assist per Renzi, visto che più odiato di Renzi c'è solo Monti).
E' lo stesso, identico imbroglio mediatico che è stato tentato nel Regno Unito contro la Brexit o negli Stati Uniti contro Trump.
Il merito di una pessima riforma, la necessità di abbattere Renzi ma, ancora di più, la necessità di raddrizzare la schiena e ritrovare dignità nazionale impongono di votare NO.





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29 novembre 2016

Un NO non è sprecato perchè butta via lui


Domenica, nel suo vorticoso giro per cercare di raccogliere voti del Centro Destra e grillini (solo con quelli potrebbe vincere) Renzi era a Bologna e il Carlino, che come il 99% della stampa tifa per lui, ne dà ampia copertura.
Ma il titolo è emblematico, perchè riporta una delle tante frasi slogan (senza alcun contenuto) di Renzi: "occasione straordinaria non buttiamola via" .
No, l'occasione straordinaria di buttar via Renzi non deve essere sprecata, ha ragione.
Il NO infatti non solo ci risparmierebbe una costituzione bloccata, peggiore dell'attuale, che toglie Sovranità al Popolo per gratificare una casta di privilegiati non eletti ma nominati dal padrone, liberandoci dalla sudditanza verso il soviet europeo che, infatti continua a cercare di influenzare il voto da un lato minacciando governi tecnici, dall'altro inquinando gli andamenti di borsa, finanziari ed economici con "notizie" estemporanee, ma soprattutto il NO ci consentirebbe di buttar via Renzi.
E sarebbe un grande risultato !





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28 novembre 2016

NO alla costituzione immodificabile che vorrebbe Renzi


Tra le tante perversioni legislative e masturbazioni mentali che la "riforma" costituzionale che vorrebbe Renzi propone, ve n'è una, gravissima, che lede il diritto del Popolo a modificare la costituzione stessa.
La carta del 1948 è pessima perchè scritta da un connubio di socialisti, cattolici e comunisti e la loro ideologica pervade l'intera struttura.
La carta del 1948 è rigida, perchè la procedura di modifica costituzionale, come possiamo vedere in questi giorni, è complessa e richiede un lungo tempo di gestazione.
Ma, almeno, la riforma della carta è teoricamente possibile.
Con le modifiche proposte da Renzi la carta diverrebbe sostanzialmente immodificabile.
Abbiamo infatti visto come lungi dall'essere abolito, come nelle favole raccontate dai sostenitori di Renzi, il senato resta, con proprie competenze, tra le quali, come recita il proposto articolo 70 "per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali".
Questo significa che i cento nominati (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 quirinalizi) potrebbero bloccare qualunque proposta di revisione costituzionale fosse approvata, anche a maggioranza debordante, dalla camera pur eletta dal Popolo.
Senza il voto favorevole del senato, infatti, non passerebbe alcuna modifica costituzionale, non ci sarebbe alcun referendum confermativo e la volontà del Popolo sarebbe calpestata.
E possiamo tutti immaginare come i nominati, dovendo il loro incarico e la loro stessa immunità, ad un sistema che con una revisione costituzionale verrebbe cambiato, mai e poi mai accetterebbero di "sacrificarsi", annientando il potere della casta di cui sarebbero chiamati a difendere i privilegi.
Del resto, la stessa farraginosa procedura di nomina dei senatori, slegata dal momento in cui viene eletta la camera, quindi priva di rappresentatività popolare, è indice di una volontà di bloccare sul nascere ogni rinnovamento ed ogni movimento che se ne faccia interprete.
Un senato di nominati, posti in quello scranno di privilegio, da una consorteria di politici magari sconfitti alle politiche, ma in grado, poichè non ci sono contemporanee elezioni e rinnovamento delle regioni e dei sindaci, di mantenere il controllo di una camera, bloccherebbe ogni modifica costituzionale.
Lungi dal voler snellire e sburocratizzare, la "riforma" di Renzi costruisce un regime ingessato e immodificabile, ponendovi a guardia i propri pretoriani nominati al senato.
Il NO del 4 dicembre sarà utile anche per impedire che l'Italia veda una pessima costituzione rigida trasformarsi un una pessima costituzione rigida e immodificabile.



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27 novembre 2016

NO al centralismo burocratico


Se si voleva avere un esempio di quanto sia sbagliata la "riforma" di Renzi e di quanto sia necessario votare NO il 4 dicembre, ce lo dice la sentenza della corte costituzionale che ha dichiarato parzialmente illegittimo  il provvedimento governativo sulla pubblica amministrazione.
Renzi, da furbetto quale è, cerca di rivoltare la frittata dichiarando che sarebbe la prova di come siamo bloccati.
Ma non dice che siamo bloccati per colpa della corte costituzionale, della magistratura che interferisce sul potere esecutivo e legislativo e su quello la sua "riforma" non solo non dice nulla , ma addirittura ne incrementa il ruolo con il ricorso preventivo alla corte costituzionale.
In compenso la "riforma" di Renzi avrebbe impedito il ricorso della regione Veneto, cioè la difesa degli interessi del Popolo contro la casta della burocrazia statale.
Un mix letale (magistratocrazia rafforzata + sottrazione di poteri al Popolo) per ogni prospettiva di crescita democratica e di rispetto della Sovranità che appartiene al Popolo e non ai giudici (costituzionali o meno).
Il NO resta l'ultimo baluardo contro la deriva oligarchica.







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26 novembre 2016

È morto un tiranno




La notizia di apertura dei giornali radio di questa mattina è l'annuncio della morte di Fidel Castro, responsabile di migliaia di morti e dello stato misero in cui si trova Cuba.
Castro e Cuba rappresentano la prova che il comunismo porta solo terrore, morte e miseria.
Il 20 gennaio tornerà alla Casa Bianca un vero Presidente e Castro, togliendo il disturbo, ha anche tolto il tappo che potrebbe consentire il rientro di Cuba nel mondo civile.
È un augurio per tutti i cubani, dentro e fuori dall'isola.



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NO all'abbraccio mortale dell'Economist


La stampa serva di regime sta dando spazio alla esternazione dell'Economist a favore del NO.
È strano perché potrebbe sembrare un attacco alla stellina Renzi.
Ma se ci pensiamo bene, scopriamo che sono le consorterie di cui l'Economist, come il Financial Time e il Wall Street Journal, fa da megafono internazionale, che cercano artatamente di orientare il voto degli Italiani.
Per il sì, però, non per il NO.
L'Economist, come tutta la stampa serva, sostenne il remain del Regno Unito e la moglie di Clinton per la presidenza statunitense.
Fallendo, perché i popoli inglese e statunitense non si lasciarono fregare.
Allora oggi provano a dare una mano a Renzi, sostenendo il NO, sperando che per reazione il Popolo Italiano voti si per contrastare le consorterie.
Ma l'unico voto contro le caste, le consorterie, gli squali della finanza, il soviet europeo è il NO, a prescindere dalle astuzie dei megafoni di quelle stesse consorterie.


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25 novembre 2016

NO alla faziosità di penne e microfoni


Se leggiamo quasi tutti i quotidiani, ascoltiamo la radio o guardiamo la televisione non ci possiamo esimere dall'ascoltare le faziose rappresentazioni di penne e microfoni (chiamarli giornalisti sarebbe troppo) in merito alla realtà politica e al referendum prossimo venturo.
Senza arrivare agli eccessi dei Giostra, che dovrebbe limitarsi a leggere titoli e articoli dei quotidiani e invece li commenta, anche i telegiornali che vorrebbero darsi una patina di imparzialità cadono nella piaggeria verso il potere attuale e fanno propaganda per il sì.
Se si guarda Sky tg24, ma anche se si ascolta il gr1 o si legge Libero (e non cito Repubblica, QN, la Stampa o il Corsera !) vediamo come le interviste, le dichiarazioni dei sostenitori del sì siano riportate con partecipata condivisione, mentre lo spazio dedicato, in base alla tanto reclamata par condicio, al NO è riempito di notizie malevoli.
Se devono dare spazio ai grillini, secondo partito in Italia, ne parlano per le ridicole inchieste sulle firme che, guarda caso, sono emerse proprio adesso (avete notato come chiunque si opponga al pci/pds/ds/pd venga sempre raggiunto da inchieste ? Da Andreotti a Craxi a Berlusconi e ai grillini ...).
Se devono citare Berlusconi è immancabile il richiamo alla vendita del Milan ai cinesi.
Se devono parlare della Meloni ecco subito il fantasma di Fini.
Se devono parlare di Salvini e della Lega, citano qualche battuta di Bossi contro il nuovo leader.
Noi, tutti noi, possiamo cominciare a scrivere la parola fine a tutto ciò.
Semplicemente votando NO.






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24 novembre 2016

NO all'asilo infantile del capoclasse Renzi


Ma avete visto le immagini di Renzi che, persa, se mai l'avesse avuta, ogni aura istituzionale, in maniche di camicia arringa i suoi adepti raccontando le sue solite balle ?
Qualche giorno fa, con voce strozzata, in una scena subito tolta dai telegiornali perchè controproducente, urlava che tutti, TUTTI !, erano contro di lui, povera stellina !
Come se chi lo ha preceduto (parliamo di Berlusconi, ma anche di Andreotti e persino De Gasperi) avesse tutti, TUTTI !, a favore.
E che dire della sua incapacità di accettare il pan per focaccia.
Lui può offendere definendoci "accozzaglia", ma se Grillo lo definisce "serial killer" o "scrofa ferita", ecco che reagisce e chiama a raccolta tutte le penne e i microfoni servi, pronti e proni per stigmatizzare all'infinito le parole di Grillo come di chiunque (ne sa qualcosa Salvini quando irrideva alla Boldrini) osi fare battute su chi, più che a Palazzo Chigi o nei palazzi delle "istituzioni" sembra continuare a vivere all'asilo infantile.




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23 novembre 2016

NO alle soppressioni con i paraocchi


Uno dei cavalli di battaglia (ronzini scadenti, invero) della "riforma" di Renzi è la conclamata "abolizione del CNEL".
I quotidiani e i radiotelegiornali servi la citano sempre come esempio o come domanda ai cittadini.
L'abolizione del CNEL è il "fiore all'occhiello", visto che l'abolizione del senato è una bugia.
Però Renzi non era quello che diceva, per criticare la Raggi, che se c'è qualcuno che ruba negli appalti, non vanno fermati i lavori ma vanno arrestati i ladri ?
Complimento al "negro" che gli ha scritto la battuta perchè è non solo efficace, ma anche vera.
Ma che Renzi non l'abbia capita e la ripeta solo come un pappagallo lo dimostra l'abolizione del CNEL.
Il CNEL fu introdotto nella costituzione del 1948 con l'intento, per farla breve, di fornire al parlamento una struttura competente, all'interno della quale potessero emergere proposte di legge e supporti al lavoro parlamentare, visto che gli eletti potevano essere totalmente a digiuno di parecchie materie.
Doveva essere una camera nella quale le forze sociali, collaborando, avrebbero aiutato il progresso dell'Italia.
Una idea che non era nuova e che discendeva direttamente dal  Consiglio Nazionale delle Corporazioni esistente durante il Ventennio.
Era un'idea talmente positiva che venne, pur cambiando il nome, mutuata persino nella costituzione "nata dalla resistenza antifascista etc. etc. etc.".
Purtroppo invece di utilizzare il Cnel per le sue funzioni, venne trasformato nel cimitero degli elefanti, per dare un contentino, un arrotondamento di stipendio e pensioni a burocrati di stato, prefetti, magistrati, funzionari ministeriali e a sindacalisti al termine della "carriera".
Un ente inutile, sicuramente, ma perchè così era stato fatto diventare.
Allora, signor Renzi, se il Cnel avrebbe una funzione positiva, ma è stato trasformato nel cimitero degli elefanti, non sarebbe il caso di snellirne la struttura e la composizione, invece di abolirlo tout court, esattamente come per i ladri e gli appalti continuamente citati ?
E anche sul "fiore all'occhiello" dei finti riformatori, abbiamo visto come sia di gran lunga meglio votare NO !




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22 novembre 2016

NO ai ricatti delle consorterie


Si avvicina il 4 dicembre e vengono sfornati a ritmi sempre più incalzanti dati, profezie, previsioni, in una parola RICATTI su quel che accadrà se dovesse vincere il NO.
Come sempre sono previsioni interessate da parte di chi vedrebbe svanire l'occasione per rinforzare la propria situazione di privilegio.
Sono previsioni teleguidate esattamente come quelle che profetizzavano sette anni di disgrazie se il Regno Unito fosse uscito, come poi è uscito, dal soviet europeo o se fosse stato eletto, come poi è stato eletto, Donald Trump.
Sono previsioni non affidabili e non credibili, come non sono affidabili nè credibili coloro che le forniscono, perchè sono gli stessi che, anno dopo anno, prevedono qualcosa che poi non accade e non riescono mai ad azzeccarne una che sia in economia o in politica.
Ma, soprattutto, sono previsioni che rappresentano un RICATTO nei confronti di un Popolo, del cui giudizio non ci si fida, che si cerca di circuire perchè anche voti per espropriarsi del diritto di eleggere un ramo del parlamento (poi vedranno come toglierci il diritto di voto tout court) ma che, ancora, ha la possibilità di fermare gli Scrooge della finanza e della politica, tutti riuniti dietro Renzi.
Un premier che, come in una matrioska, rappresenta solo l'involucro esterno, all'interno del quale troviamo i Napolitano e i Soros, le Merkel e i Verdini, gli Juncker e le Clinton, il Britannia e il Bilderberg.
Inglesi e Statunitensi hanno saputo respingere, hanno avuto la forza e la dignità di respingere e sconfiggere con il loro voto quei Cavalieri del Male.
Noi Italiano siamo chiamati il 4 dicembre a dimostrare di avere altrettanta dignità, votando NO ai loro ricatti.



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21 novembre 2016

NO ai sindaci senatori


Tra i tanti motivi per rigettare con un bel NO la "riforma" di Renzi c'è il  ... senato.
Sì, perchè non è vero, come cerca di far credere una propaganda fraudolenta, che "viene abolito il senato", il senato resta, ha delle specifiche funzioni (anche se sballate, visto che si torna al centralismo della prima repubblica invece di procedere verso un sistema di autonomie federaliste) e può rimandare alla camera ogni legge, previa delibera nei quindici giorni dalla pubblicazione.
Quindi non vi è alcuno snellimento, non vi è soppressione del senato e, soprattutto, il senato dovrebbe svolgere una funzione di controllo che richiederebbe tempo e impegno.
Ma, c'è un ma, la composizione del senato che si inventato Renzi (rectius : i suoi consiglieri, perchè non credo che Renzi sia in grado di elaborare alcunchè) prevede ben 21 sindaci.
Abbiamo visto nei giorni drammatici del terremoto quanto siano coinvolti i sindaci delle piccole comunità nella vita locale e abbiamo visto quanto sia stata impegnata una incolpevole Raggi nel provare (senza finora riuscirci) a sistemare le devastazioni di quaranta anni (meno cinque) di giunte cattosocialcomuniste a Roma.
Ognuno di noi può stilare una lista di desiderata che il proprio sindaco non è in grado di soddisfare, dal traffico alla pulizia e riparazione delle strade, dai trasporti al degrado notturno e non solo.
Per i bolognesi vorrei solo rappresentare una immagine del terrore: Merola senatore !
Bologna è in pieno degrado e decadenza con un sindaco (come Merola) a tempo pieno, figuriamoci se Merola può essere in grado di sdoppiarsi andando a Roma a leggersi e decidere se una legge (e le altre tante che vengono sfornate dalla camera) debba essere rispedita al mittente.
La nomina di sindaci senatori è l'esempio più calzante di come Renzi (i suoi consiglieri) intendono mettere sotto tutela al nostra democrazia, nominando un organismo espressione esclusiva della casta burocratica, che si regge esclusivamente sui favori reciproci, perchè la nomina a senatore dipende dalla benevolenza del partito di espressione e quella dipende dalla vicinanza e dalla funzionalità del soggetto nei confronti di chi comanda nel partito.
Quindi senatori proni al volere del segretario del partito di turno e totalmente avulsi dalla "pancia", dalle esigenze e dalle aspettative del Popolo.
Con un meraviglioso premio per tradire la volontà popolare: l'immunità concessa ai sindaci-senatori.
Perchè mai non dovremmo votare NO ed impedire un simile regalo alla casta ?




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20 novembre 2016

NO alle bufale ecoambientaliste


Sempre più mesti i raduni degli orfani hilariani.
Ieri ci hanno raccontato della riunione che avrebbe dovuto dare attuazione all'accordo sul "clima" di Parigi.
In attesa del nuovo inquilino della Casa di nuovo Bianca, nulla di fatto.
Ridicola la notizia che i paesi che devono essere aiutati con ben 100 miliardi di dollari, pretendano anche di gestirseli in proprio.
E meno male che almeno quando si parla di soldi l'Occidente recupera una certa decisione.
Se io metto dei soldi in qualche iniziativa, voglio ed ho il diritto di controllarne l'utilizzo, mica li regalo !
A meno che non si faccia come Renzi che continua ad aumentare i nostri debiti, dilapidando i nostri soldi, per cercare di incassare qualche voto in più.







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19 novembre 2016

Nel bunker di Berlino gli orfani hilariani


Erano convinti di ritrovarsi a salutare l'addio di uno di loro, ma di dare il benvenuto a una di loro.
Invece si ritrovano ad una mesta cerimonia funebre che seppellisce la moglie di Clinton e guarda con timore a The Donald.
La May (forse l'unica che guadagnerà dalla nuova presidenza repubblicana) , Rajoy, Hollande, Renzi e la Merkel (designata custode della casta internazionale e che avrà fatto gli scongiuri quando Obama ha detto che avrebbe votato per lei, così come avrebbe votato contro la Brexit e per la moglie di Clinton) hanno probabilmente evocato qualche sortilegio contro Trump e Putin.
Se ne facciano una ragione:ci provano ad ingannare i popoli ma, come disse qualcuno, si può ingannare una persona per sempre, ma non si possono ingannare milioni di persone più di una volta.
Anche in Italia accadrà la stessa cosa.
Qualcuno continuerà a lasciarsi ingannare o a pensare di poterci guadagnare, ma altri milioni sanno che il 4 dicembre basterà un NO per rimandare Renzi in riva all'Arno.




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18 novembre 2016

Hanno rapito Berlusconi


E lo hanno sostituito con un sosia.
Sì, perchè non si può spiegare in altro modo la delirante dichiarazione rilasciata a Radio anch'io su Renzi unico leader.
Il vero Berlusconi non lo avrebbe mai affermato.
Il vero Berlusconi non si sarebbe mai lasciato infinocchiare dalle chiacchiere di un concorrente della Ruota della fortuna.
Il vero Berlusconi non avrebbe mai venduto il Milan ...
Ma il vero Berlusconi latita da tempo.
Le ultime sue notizie le abbiamo avuto subito dopo la condanna da parte della cassazione, prodromica alla destituzione dal senato ed ai lavori sociali, quando reagì da par suo davanti alla folla acclamante.
Poi, basta.
Cene con il signor Guadagno che il vero Berlusconi, amante delle cene eleganti, mai e poi mai avrebbe invitato a casa sua, rottura con gli alleati per candidare sindaco a Roma chi aveva meno possibilità di essere eletto,  lancio di un grigio burocrate come Parisi quale riorganizzatore di Forza Italia e ora la dichiarazione di Renzi leader.
Una dichiarazione che sembra uscita pari pari dalla testa di Letta (Gianni) e di Confalonieri, cioè i due pessimi consiglieri che lo hanno fatto deragliare unicamente nel nome dell'interesse aziendale.
Ma certamente non dell'Italia.
Mi dispiace per il vecchio, ottantenne Cavaliere, rapito da qualcuno che ha pensato bene di sostituirlo con un personaggio apparentemente simile, ma che non può più rappresentare l'elettorato di Centro Destra che, giustamente, a Renzi riserverà un sonoro NO !




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17 novembre 2016

NO al doppiopesismo


Gli orfani della moglie di Clinton continuano a cantarsele e suonarsele da soli e hanno trovato un nuovo motivo per proseguire nel travaso di bile: la composizione in corso della squadra che alle ore 18 italiane (12 di Washington) del prossimo 20 gennaio 2017, assumerà la guida degli Stati Uniti.
Rudolph Giuliani, il grande sindaco di New York che prese il comando di una città piegata dal crimine e ne fece una delle più sicure al mondo, non andrebbe bene come Segretario di Stato per conflitti di interessi, avendo avuto, tra i clienti del suo studio legale, alcuni governi stranieri.
Ma soprattutto non va bene Steve Bannon, nominato consigliere strategico, perchè sarebbe razzista, vicino ai suprematisti bianchi e omofobo.
E allora ?
Se anche così fosse, perchè quelli che sostengono o hanno avuti trascorsi tra i gruppi estremisti negri (come la stessa moglie di Obama) vanno bene e i suprematisti bianchi no ?
Mi sembra di sentire l'eco delle sparate di Renzi, per il quale la vecchia politica si annida nel NO e cita sempre D'alema e Berlusconi, dimenticandosi delle cariatidi per il sì come Marini, Veltroni, Castagnetti e soprattutto Napolitano, l'uomo che difese l'invasione sovietica dell'Ungheria ed oggi difende l'invasione del soviet europeo negli stati sovrani.
NO al doppiopesismo.




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16 novembre 2016

Il Nuovo Ordine Mondiale


Mentre continuano le geremiadi degli orfani della moglie di Clinton, le prime mosse del Presidente Eletto degli Stati Uniti cominciano a delineare quella che potrebbe essere una presidenza rivoluzionaria.
Come tutti i presidenti repubblicani, Donald Trump parte con l'idea di occuparsi esclusivamente della sua nazione e finirà con l'essere costretto ad un ruolo di primo piano sullo scacchiere internazionale.
Se non altro per recuperare agli Stati Uniti quella credibilità e affidabilità persa con "il primo presidente negro".
Così l'aver ricevuto Nigel Farage, primo e finora unico politico europeo, il colloquio più che soddisfacente con Vladimir Putin, l'aver affermato che il Regno Unito sarà il primo interlocutore europeo (e non l'ultimo come disse Obama dopo la vittoria della Brexit) e, nel contempo, continuando ad ignorare uno sempre più sfrenato Juncker, qualcosa vorrà dire.
E se il Nuovo Ordine Mondiale fosse proprio quello di una Troika positiva, con Regno Unito, Stati Uniti e Russia, nel nome della sovranità e della Identità dei Popoli ?
E l'Italia ?
L'Italia o, meglio, gli Italiani dovranno fare la loro parte, e potranno cominciare presto, sin dal 4 dicembre prossimo quando, votando NO, cacceranno il burattino del soviet europeo, il fiduciario delle consorterie finanziarie e affaristiche che hanno sostenuto la moglie di Clinton.
Votare NO significa non perdere il treno del Nuovo Ordine Mondiale, per riacquistare quella Dignità e quella Indipendenza che solo la Sovranità e l'Identità Nazionale possono garantire.



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15 novembre 2016

NO al finto populismo


Ho sentito un tizio, pare sia il segretario di quel che è rimasto del partito di Craxi, parlare a favore della pseudo riforma di Renzi e come motivazione ha citato il referendum propositivo.
E' l'ennesimo imbroglio, perchè se è vero che tale referendum trova citazione nell'art. 71, lo si annega assieme al referendum "d'indirizzo, nonché di altre forme di consultazione, anche delle formazioni sociali", ma, soprattutto, si pongono due ostacoli insormontabili alla realizzazione di tale referendum.
Il primo riguarda la legge costituzionale cui si rimanda per la sua attuazione.
Vale qui la pena ricordare che anche il referendum abrogativo era legato ad una legge costituzionale di attuazione, che vide la luce solo nel 1970, ben ventiquattro anni dopo la costituzione) e solo a seguito di un voto di scambio tra comunisti e democristiani (i primi ottenevano il divorzio, i secondi il referendum per abrogarlo).
Ora, fra venticinque anni non dico che Renzi sarà polvere, ma certamente molto meno coinvolto da eventuali leggi popolari.
Il secondo motivo di ostacolo è dato dalla formulazione dell'articolo che avrebbe ben potuto inserire, come per l'iniziativa di legge popolare (cui, tra l'altro, Renzi ha triplicato le firme necessarie) per cui "Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno centocinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli" anche una analogo comma per il referendum, tipo Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi anche mediante la proposta, da parte di almeno totmila elettori, di un progetto redatto in articoli da sottoporre a referendum propositivo e la cui approvazione equivale all'approvazione del parlamento, con obbligo di promulgazione da parte del presidente della repubblica.
Invece no.
Renzi, come sempre, annuncia, promette e rimanda per non avere problemi.
Si, perchè per lui, come per tutti quelli di sinistra, un voto popolare che rischia di bocciarli è un problema. 
Si merita la bocciatura,con un secco NO.



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14 novembre 2016

NO al compromesso storico nella versione Nazareno


Noi di Destra siamo bravissimi a vanificare le nostre vittorie.
Il nostro eccesso di individualismo, unito ad una naturale ritrosia per l'impegno pubblico, preferendo occuparci dei fatti nostri, consegnano sistematicamente le leve di governo a chi non ha simili scrupoli e, anzi, trova, per suoi limiti naturali di carattere culturale e caratteriale, gratificante belare con la massa.
Lo abbiamo visto nel passato remoto e recente (dalla caduta della Repubblica Romana per fare spazio ad un dittatore che formò l'Impero e che pure, a parole, era dalla parte del Popolo, fino alla divisione del 1996 che consegnò a Prodì la vittoria alle elezioni, del 2008 che tolse a Berlusconi quei voti de La Destra che avrebbero fatto comodo per rintuzzare il tradimento dei finioti) nazionale ma anche internazionale (basti pensare alla candidatura di Ross Perot nel 1992 che tolse voti a Buish padre per favorire l'elezione di Bill Clinton o alla "puzza sotto il naso" fino a dichiarazioni di non voto per Trump da parte di alcuni esponenti del partito Repubblicano).
Adesso c'è un tizio, tal Stefano Parisi, la cui unica impresa politica è stata quella di perdere a Milano (a Milano !) contro la sinistra, che continua ad ostacolare la nascita di una vera Destra Italiana contro l'immigrazione, contro le tasse, contro la deriva morale, millantando una modalità di far politica "moderata".
Infatti abbiamo visto dove sono finiti i "moderati" già di Forza Italia come Alfano, Verdini, Lupi, la Lorenzin o di altro genere come Casini: tutti alla corte di Renzi.
Forse è il percorso sul quale vuole incamminarsi Parisi quando non si riconosce nel voto subito in caso di vittoria del NO e, anzi, dice che lui non è "quella roba lì" riferendosi alle idee di Lega, Fratelli d'Italia e della parte migliore di Forza Italia convenuta sabato a Firenze.
Quel signore è già pronto a supportare un nuovo compromesso storico nel nome del Nazareno di infausta memoria, quello stesso patto che ha portato tanto male a Berlusconi, fino a ridurgli il partito a percentuali insignificanti.
Se però le elezioni americane (ma anche la Brexit) hanno insegnato qualcosa, è che i popoli sono pronti a votare per chi esprime concetti chiari e netti infischiandosene se sono moderati o estremisti.
Non esiste una terza via tra respingimento e accoglienza dgli immigrati, come non ne esiste una terza tra l'invadenza dello stato nelle nostre tasche e la valorizzazione delle qualità personali, individuali e private.
La Santanchè, nel 2008, disse che per lei moderato era sinonimo di modesto.
Aveva ragione.
Cosa vuol dire essere moderato ?
Difendo i confini ma .. con moderazione, fino ad un certo punto?
Sono moderatamente per l'Identità e la Sovranità Nazionale e sono per una europa moderata ?
Te lo metto in quel posto ma ... moderatamente (così non te ne accorgi se non quando è troppo tardi)?
Appare evidente, soprattutto dopo il suicidio di Padova, che Parisi e i suoi non solo non sono affidabili, ma fanno solo perdere tempo.
Quindi: o dentro o fuori.
Se si chiamano fuori, si vada avanti senza di loro, come sono andati avanti Farage nel Regno Unito senza i conservatori o Le Pen in fRancia senza i gaullisti o i Liberalnazionali in Austria senza i popolari.
O Trump negli Stati Uniti senza McCain, Romney e Bush.
Si può vincere nella chiarezza e senza portarsi serpi in seno, pronte a tradire



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13 novembre 2016

NO al senato custode dei privilegi di casta


Renzi sostiene di aver "semplificato" il sistema, eliminando il bicameralismo paritario.
Si passa quindi dall'enunciazione dell'art. 70 in vigore per il quale "La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.", al confuso art. 70 renziano:
"La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l'ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono  approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L'esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d'intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati.".
La confusione è manifesta, come lo è la complicazione che è madre delle incertezze e delle interpretazioni: insomma pane per avvocati e magistrati, il tutto per "semplificare" secondo Renzi.
L'unica semplificazione sarebbe stata l'abolizione tout court del senato o, come era nelle riforma Berlusconi del 2005, una divisione per materie che concedesse al senato l'intera materia delle autonomie locali.
Renzi, invece, ha praticamente revocato le autonomie locali ripristinando il centralismo statalista e, anzi, aggiungendovi quello del soviet europeo, lasciando a quella che avrebbe dovuto e potuto essere la camera di garanzia delle autonomie locali, un ruolo di duplicato su materie di carattere generale (dal referendum alle leggi costituzionali ) salvo  un "riesame" che, con una particola maggioranza, può imporre un nuovo passaggio alla camera.
Insomma i 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 quirinali , tutti nominati dalla e all'interno della casta e nessuno eletto, potranno intervenire se un eventuale voto popolare cambiasse radicalmente la maggioranza alla camera.
La "riforma" di Renzi è tanto più grave se si pensa che avendo affidato esplicitamente al senato la partecipazione alla funzione legislativa in materia costituzionale, una simile porcheria costituzionale non potrebbe essere cambiata da una nuova maggioranza popolare, espropriando il Popolo dal suo diritto di decidere la legge fondamentale sulla quale si basa il contratto sociale dello stato.
Peggio ancora.
Legando la durata del senato a quella degli organismi da cui sono nominati i senatori, avremmo una composizione avulsa dal reale consenso popolare, perchè proveniente da una elezione svoltasi magari anni prima, in altre circostanze e con altre priorità.
Il senato diventa così garante dei privilegi di casta e ostacolo ad ogni rinnovamento basato sul cambiamento degli umori e delle necessità del Popolo.
Non è una semplificazione, ma è l'introduzione anche in Italia del principio del soviet che già conosciamo in europa.
Il NO diventa quindi l'unica forma oggi possibile per non farci sottrarre il nostro diritto a decidero sul nostro futuro.




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12 novembre 2016

NO all'arrogante snobismo della sinistra


Io vorrei scrivere del referendum costituzionale.
Mi sarebbe piaciuto prendere in esame le singole modifiche renziane per dimostrare che, anche nel merito, il NO è doveroso per ogni autentico Italiano.
E scrivo "anche nel merito" perchè il motivo principale per cui un vero Italiano dovrebbe votare NO è per abbattere Renzi.
Un Renzi che ha, tra i suoi sostenitori, un blogger, dall'aspetto anzianotto, del Resto del Carlino QN, che motiva la vittoria di Trump con il voto di una massa ignorante e frustrata di uomini bianchi, contrapponendovi "gli stati che si affacciano sugli oceani come quello di New York, il Massachusetts, la Virginia, la Pennsylvania, o, dall’altra parte, la California. Stati con le loro belle città come New York, Boston, Philadelphia, Washington, San Francisco, Los Angeles. Stati e città, questi, popolati  da bella gente, istruita, aperta ad ogni forma di convivenza sociale e ad ogni forma di famiglia".
Certo, perchè il De Niro che voleva prendere a calci Trump o Madonna che offriva sesso orale a chi avesse votato la moglie di Clinton sono espressione di "bella gente, istruita" e,  questo devo ammettere, "aperta ad ogni forma di convivenza sociale" anche se la mia mentalità "vecchia e ignorante" trova nel vocabolario la parola "perversione".
Un evidente razzismo, quindi, ma di quello vero non di quello che si inventano a sinistra quando devono definire Le Pen o Salvini, Hofer o Farage o Trump stesso, tra l'altro totalmente privo di fondamento se non nella prosa e nelle statistiche consolatrici con le quali la sinistra cerca di lenire il dolore della sconfitta.
Quel signore di QN non è però isolato, perchè è in compagnia del vecchio comunista Napolitano (quello che nel 1956 esaltò l'invasione dell'Ungheria da parte dei carri armati sovietici) e di una giovane parlamentare sinistra che interpreta la vittoria di Trump peggio del terremoto.
Tutti (il giornalista, il vecchio poltico che non ha mai lavorato in tutta la sua vita e la sua giovane emulatrice) schierati, guarda un po' i casi della vita, a sostegno delle riforme di Renzi, colui che dopo aver strombazzato ai quattro venti di tifare per la moglie di Clinton, adesso si è messo a scodinzolare ai piedi del vincitore, senza la dignità che, almeno, hanno dimostrato Hollande e Schultz, 
Allora c'è un filo conduttore tra la vittoria di Trump e il nostro referendum del  dicembre.
Anche da noi, la parte peggiore della società è quella che considera il Popolo, il voto popolare, la democrazia e il suffragio universale una noia se non un pericolo.
La casta dei privilegiati che negli Stati Uniti sosteneva la moglie di Clinton, qui sostiene le pseudo riforme di Renzi, perchè sa benissimo che solo con Renzi può continuare a godere dei privilegi che quelle modifiche costituzionali aiuterebbero a perpetuare, esattamente come la moglie di Clinton, se avesse vinto, avrebbe contribuito a perpetuare i privilegi degli omologhi castaioli americani.
Il NO al referendum è quindi l'ideale continuazione del voto a Trump negli Stati Uniti.




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11 novembre 2016

Il pasticcio del referendum


Come sempre Renzi complica ogni cosa.
La modifica costituzionale del referendum, ad esempio.
Il problema era come consentire l'espressione più alta di democrazia, quella affidata al Popolo, senza ritrovarsi con quesiti sul nulla come obbligava Pannella.
Non ha risolto il problema, lo ha solo complicato.
L'art, 75 della costituzione renziana che potremo bocciare con il nostro NO il 4 dicembre, si limita a modificare il quorum di validità di un referendum.
Adesso un referendum è valido solo se partecipa al voto la maggioranza degli aventi diritto.
Con Renzi "La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto o, se avanzata da ottocentomila elettori, la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputati, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.".
Non si parla di referendum propositivo e non si risolve il problema del quorum, magari si incentiva qualche trucchetto nella raccolta delle firme per raggiungere quota ottocentomila.
Persino su un tema semplice, come quello del referendum - peraltro, ripeto, solo abrogativo - Renzi si lascia prendere la mano da cervellotiche formule.
Bastava dire che il referendum è valido con qualunque percentuale di votanti, perchè gli assenti hanno sempre torto.
Ma sarebbe stato troppo facile.




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10 novembre 2016

E adesso Hofer in Austria e NO a Renzi


La vittoria di Trump negli Stati Uniti deve essere un volano per tutte le forze contrarie alle consorterie affaristico finanziarie che vanno smontate e disperse.
I prossimi appuntamenti ci riguardano da vicino e sono per domenica 4 dicembre.
In Austria il ballottaggio per l'elezione a presidente, con Hofer che, questa volta, può farcela (salvo brogli) contro il rossoverde supportato (tanto per cambiare come ormai accade dal 1969 quando Rodomiro Tomic fece votare al ballottaggio in parlamento il socialcomunista Allende invece del Liberalnazionale Alessandri) anche dai democristiani del partito popolare.
Ancor più da vicino, sempre il 4 dicembre ci riguarda e ci coinvolge il referendum costituzionale con un NO duplice: contro il peggioramento di una costituzione già pessima di suo e contro Renzi, il bulletto che, con una faccia di tolla incredibile, dopo aver ripetutamente espresso il suo sostegno alla moglie di Clinton si è subito dichiarato disponibile a lavorare con Trump dicendo che l'amicizia (sudditanza ?) con gli Stati Uniti non era in discussione.
Il 4 dicembre Hofer in Austria e il NO in Italia possono sgretolare un altro pezzo di muro delle caste, dei privilegiati e delle consorterie di potere.




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09 novembre 2016

Io avrei votato Trump


Non saranno certo le elezioni presidenziali nelle colonie occidentali di Sua Maestà Britannica che mi faranno cambiare abitudine.
Scrivo quindi, come sempre, nel pomeriggio del giorno antecedente a quello della pubblicazione e, pertanto, non conosco se ha vinto Trump o la moglie di Clinton.
Anticipo quindi il commento scrivendo il perchè sarei a favore o contro che, poi, sono le motivazioni di soddisfazione o insoddisfazione in base ai risultati.
Non avrei mai potuto votare la moglie di Clinton perchè, innanzitutto, appartiene al partito democratico che, per me, equivale al partito comunista italiano (oggi pd).
Non voterei mai e poi mai qualcuno che provenisse da quell'ambiente perchè, anche quando esprimesse una proposta in linea con le mie idee, lo farebbe basandosi su Valori e su parametri completamente opposti ai miei.
Ma non voterei mai neanche una "moglie di..." che mi ricorda tanto le repubblichette sudamericane.
Peron che, morendo, lasciò - disastrosamente - la sua Argentina nelle mani della seconda moglie Isabelita o Kirchner che la lasciò a Cristina che ne ha bloccato per anni il rientro nei circuito mondiale.
E non si può votare per una incompetente che, in quattro anni da segretario di stato, anche con la complicità di un presidente incredibilmente ma ancora più incapace, incompetente ed inetto di lei, ha rovinato le alleanza americane nel mondo, favorito il disastro delle primavere arabe da cui è nata l'Isis e scardinato la stabilità della Libia con conseguenze nefaste soprattutto per noi Italiani.
Non potrei mai votare una donna con evidenti limiti caratteriali (altro che Thatcher americana, non bestemmiate !) che ha pianto quando nelle primarie del 2008 si profilava la vittoria di Obama e quando, da segreteria di stato, ha assistito alla cattura di Osama.
Non si può votare per una bugiarda di cui la recente vicende delle e mail è solo la punta dell'iceberg, come non si può votare per chi ha gli armadi pieni di scheletri perchè altrimenti non si capirebbe per quale ragione tutte le consorterie finanziarie, le caste dei giornalisti, dei banchieri, degli economisti si sarebbero schierati dalla sua parte, anche quelli appartenenti all'establishment repubblicano, se non perchè in lei hanno la propria longa manus nelle stanze del potere per continuare a manovrare e ad arricchirsi a spese del prossimo.
E poi il suo peloso marxismo (seduto, come sempre, su una montagna da 70 milioni di dollari), il matrimonio della figlia pagato con i soldi della fondazione Clinton, il sostegno alle riforme costose a spese sempre del prossimo, di chi lavora duramente e onestamente, per privilegiare fannulloni e clientele.
Invece avrei votato, potendo, per Donald Trump, molto semplicemente, perchè sostiene le mie stesse idee.
Contro le tasse e contro gli immigrati, favorevole all'Individuo considerato un Valore e, quindi, contro uno stato invasivo e interventista.
Avrei votato Trump perchè avrebbe messo le ali a tutti i movimenti populisti nel mondo e aperto una nuova fase nei rapporti con la Russia di Putin.
Avrei votato Trump perchè incarna la vera America, quella che ho amato sin da bambino grazie ai film di John Wayne e James Stewart e poi, da adolescente e adulto, grazie a tre grandi Presidenti: Richard Nixon, Ronald Reagan e George W. Bush, non a caso odiatissimi dai comunisti nostrani e per tale solo fatto meritevoli di un posto di riguardo nel mio personale Pantheon.
Soprattutto avrei votato Trump perchè se nel momento in cui questo commento vedrà la luce sarà lui il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti, dopo otto anni di feroce declino, l' America sarebbe tornata ad essere la "mia" America.




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08 novembre 2016

NO alla repubblica della casta


Sapete com'è composto il senato che vorrebbe appiopparci Renzi ?
Da esponenti della casta, nominati al loro interno, muniti di immunità.
I 100 senatori di Renzi (che poi sarebbero di più con i senatori a vita tra i quali gli ineffabili ex presidenti della repubblica, tutti lì per alterare gli equilibri elettorali) sarebbero 74 consiglieri regionali in carica, 21 sindaci che avrebbero già da pensare ad amministrare i loro comuni e 5 nominati dal presidente della repubblica.
Aboliscono il cnel (la cui funzione, se attuata e snellito nella composizione elefantiaca sarebbe utilissima) perchè era diventato un cimitero di dinosauri della politica e della burocrazia pubblica, e ne istituiscono un altro trasformando e svilendo il senato a camera degli affari e degli scambi di favore tra membri della casta.
Possiamo accettare di pagare costoro con le nostre tasse ? 




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07 novembre 2016

Alla faccia dello snellimento legislativo


Secondo quanto sostengono Renzi e i suoi adepti, la presunta "riforma" (che in realtà peggiora una costituzione pessima di suo ab origine) servirebbe a snellire le procedure legislative con l'abolizione del bicameralismo paritario.
Non è vero.
Lo abbiamo visto sul senato, sul decreto legge e lo vediamo adesso con l'articolo 73 che riguarda la promulgazione delle leggi.
La pessima costituzione cattocomunista esistente dice:
"Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall'approvazione
Se le Camere, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l'urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito. Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso.".
Renzi la peggiora così:
"Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dall'approvazione.
Le leggi che disciplinano l'elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica possono essere sottoposte, prima della loro promulgazione, al giudizio preventivo di legittimità costituzionale da parte della Corte costituzionale, su ricorso motivato presentato da almeno un quarto dei componenti della Camera dei deputati o da almeno un terzo dei componenti del Senato della Repubblica entro dieci giorni dall'approvazione della legge, prima dei quali la legge non può essere promulgata. La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di trenta giorni e, fino ad allora, resta sospeso il termine per la promulgazione della legge. In caso di dichiarazione di illegittimità costituzionale, la legge non può essere promulgata. Se la Camera dei deputati, a maggioranza assoluta dei suoi  componenti, ne dichiara l'urgenza, la legge è promulgata nel termine da essa stabilito. Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso.".
Oltre alla solita mania logorroica che raddoppia il testo, vediamo che Renzi introduce un esame preventivo della corte costituzionale, in pratica mettendo nelle mani di un gruppo di parrucconi non eletti, ma nominati dalla casta nelle sue varie branche, la decisione se una legge possa o meno essere promulgata.
Un appesantimento della procedura e non uno snellimento ma, ancora di più, una sottrazione alla Sovranità Popolare del diritto a veder promulgata una legge approvata dai rappresentanti del Popolo.
Al convegno fiorentino dei renziani la Boschi, senza contraddittorio, ha sproloquiato in difesa delle modifiche, ma come possiamo vedere, praticamente leggendo ogni singolo articolo, il NO è dovuto non solo per archiviare Renzi, ma anche nel merito stretto del provvedimento.



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