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No alla deriva

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22 maggio 2017

Nè accoglienza, nè reddito di cittadinanza



Sabato si sono svolte tre marce.
A Milano gli antitaliani (come al solito sotto le bandiere rosse della sinistra) che. non comprendendo di essere strumentalizzati e di sostenere gli scopi che perseguono gli squali della congrega finanziaria, vorrebbero che l'Italia fosse invasa dai clandestini e gli Italiani si trasformassero tutti in loro servitori, lavorando per procurare loro vitto, alloggio, cure, istruzioni e poi lasciarsi tagliare la gola senza potersi difendere.
La chiamano "accoglienza".
Scimmiottando Bergoglio, il cui livore verso la nostra Società è pari alla sfrontatezza con cui si propone con l'aureola di santo, affermano di essere "costruttori di ponti e non di muri".
Ma i loro ponti sono attraversati da chi ci vuole annientare.
A Perugia-Assisi hanno marciato i grillini, con il loro santone in prima fila, per chiedere il "reddito di cittadinanza", ovviamente a spese degli Italiani veri, visto che la "cittadinanza" è un qualcosa ormai deprivato da ogni valore venendo concessa a chiunque con un tratto di penna.
Diverso sarebbe il "reddito di nazionalità", magari tramite un fondo costituito da una tassa speciale da far pagare solo a tutti gli immigrati che stazionano in Italia a favore dei Veri Italiani indigenti.
A Roma, infine, la marcia meno coperta dai media asserviti alla congrega, la Marcia per la Vita, dove famiglie e persone normali hanno sfilato per difendere i diritti di chi non è ancora in grado di farlo in proprio.
Le prime due marcette rappresentano la decadenza di una Civiltà, dove si pensa di scaricare sul prossimo le proprie manie di santità (più o meno sincere) facendo pagare agli Italiani (ma anche ai Francesi, agli Inglesi, ai Tedeschi, agli Austriaci) l'immissione di estranei che non appartengono a quella Nazione, che vogliono appropriarsi delle terre altrui e che, con la complicità delle quinte colonne sempre presenti in ogni epoca, vorrebbero far pagare alle stesse vittime le loro pretese.
L'ultima marcia rappresenta la speranza che, come per la Generazione Identitaria, resta accesa finchè ci saranno persone che testimonieranno la fedeltà ad una idea di Nazione, di Tradizione, di Identità. 




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