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05 agosto 2017

Il lupo rosso perde il pelo ma non il vizio


Il revisionismo storico comunista è cosa nota, tanto da fare invidia al Grande Fratello del 1984 di Orwell.
Nella defunta Unione Sovietica venivano letteralmente modificati i testi di storia a seconda dei nominativi dei protagonisti (in auge o in disgrazia) e del'interesse di chi era al comando in quel momento.
In Italia è stata rimossa la seconda guerra mondiale per ridurla ad una improbabile "resistenza" storicamente confinata negli ultimi due anni dopo il 25 luglio 1943 e, nella versione dei "resistenti" e loro odierni epigoni, totalmente dimentica dell'imprescindibile azione Anglo Americana (senza la cui invasione e occupazione non ci sarebbe stato il 25 luglio 1943 3 neppure il 25 aprile 1945) e, soprattuto, che l'Italia perse la guerra come risulta dagli oneri impostici.
Nel 2011, dopo aver indebolito con la scissione di Fini - la cui inconsistenza elettorale emerse nelle elezioni del 2013 - ma non ancora abbattuto Berlusconi, le consorterie interessate a liberarsi di un governo che, come sulla tobin tax, assieme al Regno Unito trainava parte degli stati europei contro il prediletto asse tra Germania e Francia, fu promossa, con 40 ani di ritardo e fuori tempo massimo, un'azione militare contro Ghedafi con il quale il Governo Berlusconi aveva appena sottoscritto un accordo che stava bloccando l'invasione dei clandestini.
Una invasione che creando, come vediamo oggi, enormi difficoltà e tensioni sociali jn Italia oltre ad un costo economico insopportabile, era ed è finalizzata ad una sostituzione etnica degli Italiani, troppo autonomi rispetto all'asse francotedesco, con"nuoviitaliani".
La guerra fu sostenuta essenzialmente dall'allora presidente della repubblica, il comunista mai pentito Napolitano, come ieri ha dimostrato nel suo editoriale ne "La Verità", Maurizio Belpietro.
Con una evidentemente sollecitata intervista a Repubblica, Napolitano, compreso che anche questa scelta come tutte le altre da lui operate (no alla Nato nel 1948, no alla legge elettorale nel 1953, si all'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956, no agli euromissili nel 1984 etc.)  fu sbagliata, cerca di riscrivere la Storia, autoassolvendosi e attribuendo a Berlusconi la decisione, salvo riconoscergli (sicuramente senza volerlo) la "responsabilità" per non aver aperto un conflitto istituzionale.
Da questo fatto possiamo desumere 3 conclusioni:
1) i comunisti continuano a cercare di manipolare la Storia a proprio uso e consumo, ma accusano chi vuole effettuare ricerche storiche serie di "revisionismo" introducendo anche sanzioni penali come in 1984 di Orwell;
2) essere "responsabili" non solo non paga, ma è anche sbagliato per le scelte che si è costretti a prendere, contrarie alle proprie idee e agli interessi nazionali;
3) Napolitano non ne ha azzeccata una in tutta la sua vita e anche a 92 anni sbaglia le proprie uscite.
Ma gli abatini del politicamente corretto preferiscono aggredire Salvini per aver detto, anche su Napolitano e la guerra in Libia del 2011, quel che pensa almeno la metà degli Italiani.






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1 commento:

Nessie ha detto...

Napolitano per scaricarsi la coscienza attribuisce la responsabilità del disastro libico solo all'allora presidente del Consiglio. Ma gli Italiani ricordano bene quando parlò di "risorgimento libico". Con lui abbiamo inaugurato la stagione dell'"esportazione del Risorgimento". A suon di bombe. Da allora abbiamo avuto flussi inarrestabili di immigrati. A noi i clandestini, alla Francia il petrolio e tutto quanto c'è di buono da quelle parti.
Napolitano meriterebbe il plotone di esecuzione e Salvini è stato perfino troppo buono.