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No alla deriva

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30 agosto 2017

Il paese degli spreconi


Il governo ha dato il via libera al cosiddetto "reddito di inclusione", cioè all'ennesima mancetta che da quattro anni la sinistra distribuisce, con i nostri soldi, nel tentativo di fermare l'erosione elettorale.
Naturalmente la Boschi si è subito messa a cinguettare giuliva su quanto è bello questo governo che "fa".
Ma questa volta il peggio l'ho letto da una agenzia di stampa ed è la dichiarazione della segretaria della cisl (i sindacati non fanno mai mancare il loro contributo al dissesto della Nazione) Anna Maria Furlan che plaude all'iniziativa del governo ma chiede "più risorse e più servizi".
Non ci dice però con quali soldi, anzi sembra dare l'impressione che Padoan in versione Scrooge abbia un forziere, anzi un palazzo pieno di soldi, neanche Fort Knox, ma per pura cattiveria si rifiuti di distribuirli.
Invece Padoan ha un occhio, anche se non di riguardo, per il debito pubblico che continua ad aumentare a causa delle spese che crescono per le manie di grandezza dei ministri e per le scelte ideologiche sull'immigrazione.
Qualcuno poi quei soldi li dovrà tirare fuori e saranno i soliti cittadini che nulla avranno avuto dalle mancette ma, poichè sono "ricchi" secondo la vulgata sinistroide, devono essere penalizzati.
Hai un appartamento per le vacanze ? 
Paga !
Hai dei risparmi ?
Paga !
Ti sei fatto un fondo pensioni autonomo ?
Paga !
E se non stai buono, la prossima volta torno con la tassa sulla prima casa e quella sui morti.
Ma il debito pubblico non guarda alle ideologie e continua a crescere nonostante le giaculatorie dei Renzi, dei Gentiloni, dei Padoan e i cinguettii della Boschi.
E come per l'immigrazione c'è una sola soluzione: respingimenti ed espulsioni di chi già è qui, così per il debito pubblico c'è una sola soluzione: ridurlo tagliando drasticamente le spese, che ognuno paghi per quello che consuma e utilizza e che i servizi siano resi socialmente al prezzo di costo, ma non stupidamente ad un prezzo inferiore al costo.
Ma la sinistra è più preoccupata di contare i voti che di contare i debiti dell'Italia, tanto qualcuno pagherà e non saranno certo i Renzi, i Gentiloni o le Boschi.
E nemmeno le Furlan.




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