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28 settembre 2017

Paese che vai, Alfano che trovi


In quanto Italiani, siamo perfettamente a conoscenza dei voltagabbana di casa nostra, da Badoglio a Fini per scendere a Bondi e finire con Alfano, l'uomo senza quid (per otto anni ministro di tutto - Giustizia, Interni, Esteri e con un partito sotto il 3% e nel quale si farà fregare da Casini).
E' quindi con una certa sorpresa, piacevole perchè mi dimostra che non siamo proprio il peggio del circondario, che leggo della ex portavoce di AFD che abbandona gruppo parlamentare e partito.
E li abbandona poche ore dopo il voto.
Una decisione "sofferta", tanto sofferta che probabilmente l'aveva in mente già cinque mesi fa, quando fu defenestrata perchè troppo moderata.
Una decisione che farebbe invidia ad Alfano che ha avuto, almeno, il pudore di non uscire subito dopo essere stato eletto.
Anche oltre oceano, però, non sono messi meglio.
I Repubblicani potrebbero fare e disfare a piacimento: maggioranza alla camera dei rappresentanti, al senato, di governatori e alla Casa Bianca.
Eppure, per mera ostilità (quanto indotta dalle lobbies che temono il Presidente Trump ?) verso il loro Presidente, favoriscono il nemico interno e quello che hanno sempre osteggiato come l'obamacare
Dando così motivo di godimento agli orfani di Hillary che, poi, esagerano e, come è capitato ieri mattina alla solita Botteri, si esaltano perchè in Alabama, alle primarie repubblicane, il candidato sostenuto da Trump è stato sconfitto da un antagonista che, però, è il candidato sostenuto dall'ex consigliere di Trump Steve Bannon, appartenente all'ultra destra, vicino (dicono) al Ku Klux Klan.
Insomma, pur di dimostrare che Trump è isolato, si esaltano persino per l'elezione di un candidato senatore "razzista" secondo i loro logori e antiquati schemi mentali e ideologici.
Si conferma quindi sempre di più che le Civiltà cadono non a causa di motivi esterni, bensì a causa di tradimenti interni, come il voler aprire le porte a chi non potrà mai integrarsi, neppure se gli pagassimo di tutto e di più come prevede l'aberrante piano di integrazione di Minniti.





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