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02 novembre 2017

Uno stato da rifare più che da riformare


Come ogni anno la legge di bilancio è motivo di scontro e di pretese.
Le trasmissioni televisive e radiofoniche sono un coro cinese, prono davanti al potere, teso a magnificare le scelte di un governo che, con pochi soldi  (comunque nostri) a disposizione ha elargito così tanto.
E giù ad enumerare il rinnovo degli statali, l'aumento della fascia per gli 80 euro (sempre a favore degli statali, anche se in questo caso ne beneficeranno anche dei lavoratori privati), l'esclusione di ben 11 categorie (pubbliche, per lo più come infermieri e maestre d'asilo) dall'innalzamento della pensione a 67 anni, sterilizzazione degli aumenti iva, nuove assunzioni (nel pubblico: ma non sarebbe meglio spostare i dipendenti già esistenti in numero eccessivo rispetto alla produttività ?).
Ma poi anche, al grido "lo vuole l'europa", il passaggio al digitale evoluto che costringerà a buttare il 90% dei televisori o ad acquistare nuovi decoder.
Il tutto per un introito previsto dallo stato per 2,7 miliardi di cui solo 100 milioni verrebbero stanziati per rimborsare gli acquisti di nuovi apparecchi (in pratica solo il 40% di noi potrà beneficiarne e, immagino, che ci saranno figli e figliastri, per cui, come al solito, andranno a guardare il reddito e chi non ha beneficiato degli 80 euro, chi paga i ticket sanitari più alti, sarà anche quello che pagherà al 100% il nuovo televisore).
Il filo conduttore non è la bravura del governo che, aumentando il debito con la scusa della flessibilità, completa la sua manovra togliendo a gran parte degli Italiani dei soldi per redistribuirli clientelarmente ad una minoranza di Italiani e agli immigrati.
Il filo conduttore è il continuo impoverimento di gran parte degli Italiani che subiscono solo gli aumenti, gli obblighi, le sanzioni se non si adeguano a questa o quella nuova normativa "di sicurezza" o che "ce lo chiede l'europa", ovviamente a pagamento.
E' ora di finirla, è ora di dire basta, di far fare a questo stato predone una pesante, draconiana cura dimagrante chiudendo i rubinetti del denaro, privatizzando tutto tranne le Forze Armate, le Forze dell'Ordine, la Diplomazia e una Giustizia profondamente rinnovata, però, nel personale.
Non possiamo continuare a vivere aumentando spesa e debito pubblico e riducendo i risparmi privati come ha denunciato il governato della Banca d'Italia Visco.
Siamo passati dal 19% degli anni novanta all'8.6%  del 2016 in materia di risparmio, perchè abbiamo dovuto pagare tutte le inutili paturnie buoniste del pci/pds/ds/pd.
L'opposizione dei sindacati e del pci/pds/ds/pd alla riforma delle pensioni del 1994 ci costa, oggi, l'innalzamento a 67 anni dell'età per andare in pensione con una pensione sempre più bassa.
Nonostante ciò sindacati e sinistra, Renzi in testa, hanno la faccia tosta di blaterare sul rinvio (a dopo le elezioni ...) dell'aumento di tale innalzamento, loro che non avrebbero alcun diritto a parlare visto che ne sono la causa prima.
E' uno stato da rifare più che da riformare e l'unica strada è quella di avvicinare i governati ai governanti, con una maggiore autonomia alle regioni che devono tutte diventare "a statuto speciale" per gestire i migliori servizi per i cittadini, senza sperperi e senza mandare a Roma soldi che, poi, finiscono nelle slides di politici senza progetti che non siano la mera permanenza al potere per spendere soldi non loro.





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