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02 dicembre 2017

I predoni dei nostri soldi non si riposano mai


Ormai è una costante.
La sinistra al governo si arrovella per depredarci sempre di più dei nostri soldi con le motivazioni più disparate, dall'aiuto ai "poveri" (così rende poveri anche noi) fino all'accoglienza ai clandestini (così ci sostituiscono sulla nostra terra).
Anche la manovra in corso di approvazione non fa eccezione.
Per mesi avevano blaterato per una manovra che, obbligata a spendere la gran parte delle risorse per evitare le clausole di salvaguardia, avrebbe dovuto concentrarsi su uno, due aspetti finalizzati a promuovere la produttività e stimolare i consumi.
E c'è un sistema molto semplice: restituire ai cittadini i soldi finora sottratti con le tasse.
Abolire, ad esempio, l'imu sulle seconde , terze, decime, centesime case che non producono reddito.
Riportare al 10% la tassazione sui risparmi.
Applicare una flat tax al 15% sui redditi.
E, nel contempo, far pagare il costo effettivo dei servizi forniti, privatizzandoli e quindi liberarsi della costosa, inefficiente invasività statalista.
Hanno preferito la strada opposta.
Aumentare l'intervento dello stato, aumentare i dipendenti pubblici ed aumentarne gli stipendi.
Come se, tanto per fare un esempio molto di moda, il Monte dei Paschi di Siena (ora di Stato), avesse risposto ad una situazione di cronica crisi con l'assunzione di nuovi dipendenti e l'aumento degli stipendi.
Hanno preferito ignorare il problema delle pensioni con la foglia di fico di esentare dall'aumento dell'età pensionistica in relazione alla aspettativa di vita, quindici categorie (circa ventimila lavoratori su venti milioni !) come se fossero gli unici a svolgere un lavoro usurante, mentre gli altri beneficiassero del lavoro come di una vacanza in una spa.
E quindi distribuire poco a tanti, con l'abituale limite reddituale, così che abbiamo una larga fascia di Italiani esclusa completamente da ogni beneficio e alla quale viene solo chiesto di pagare per l'utilità del prossimo, con il conseguente progressivo depauperamento, così da renderci tutti uguali, nella povertà.
E i cattocomunisti nostrani, che evidentemente hanno nella Cuba castrista il loro modello, si stanno facendo riconoscere in tutto il mondo, essendo i principali fautori di quella "web tax" che vorrebbe ribaltare ogni concetto fiscale, per colpire non il guadagno, ma il ricavo di un'azienda: una autentica aberrazione concettuale, degna di talebani della povertà generalizzata.
Gli stessi che si riempiono la bocca con la norma che dovrebbe riportare la fatturazione delle bollette a dodici mesi, ma che non impedirebbe certo di aumentarle: una presa in giro assoluta.
I predoni dei nostri soldi non si riposano mai.






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