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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 maggio 2018

Nessun passo indietro


Commentare la situazione politica in questi giorni comporta il rischio di vedersi superati dagli eventi.
Così è meglio fare un commento di carattere generale.
Approvo tutto quello che ha fatto Salvini fino ad ora.
Solo in passato con Almirante e, in tempi più recenti, con Berlusconi (ma quello vero, non quello di questi tempi) mi era capitato di trovarmi così in sintonia con il capo del partito (o della coalizione, visto che Forza Italia l'ho votata solo in due elezioni europee) che ho votato.
Ha lealmente retto l'alleanza con Forza Italia e Fratelli d'Italia, concedendo la presidenza del senato alla Casellati dopo che lui, con il blitz di votare la Bernini, aveva sbloccato la situazione.
Solo per la preconcetta ostilità di Mattarella non gli è stato concesso di provare a costituire un governo "naturale" di Centro Destra e così, con il placet del Cav e della Meloni, ha aperto un tavolo con i Cinque Stelle.
Con grande fatica ha raggiunto un accordo programmatico dove c'erano molti punti del programma di Centro Destra e una squadra di ministri che il solito Mattarella ha ritenuto di bocciare, ammantandosi, con una autoreferenzialità tracimante autocompiacimento, di protettore dei risparmi degli Italiani.
I mercati lo hanno smentito alzando lo spread e facendo crollare la borsa, che si sono un po' ripresi con le dichiarazioni di Salvini circa una ventilata disponibilità a realizzare le questioni urgenti.
Salvini è stato il primo ed il più chiaro a rispondere al crucco commissario dell'unione sovietica europea e non ha perso tempo con una iniziativa di suo legittima (la raccolta di firme per la messa in stato d'accusa di Mattarella) ma inutile visto che poi il giudizio sarebbe spettato alla corte costituzionale, sia pur "allargata".
E nel fine settimana la Lega raccoglierà le firme per la introdurre il presidenzialismo con elezione diretta del capo dello stato (e io tornerò ai gazebo per firmare quello che già firmai forse quaranta e più anni fa come iniziativa dell'Msi).
Insomma un Leader la cui immagine si è consolidata e affermata anche nella gestione della crisi.
Spero di non essere smentito sul finale, perchè gli articoli (ma non le parole che pronuncia) che ipotizzano una astensione della Lega su Cottarelli, danno la rappresentazione di un passo indietro, di una istituzionalizzazione di Salvini e non comprendono la rabbia di tanti di noi Italiani che non vogliono alcun tipo di condiscendenza o di compromesso con Cottarelli e gli ambienti dell'unione sovietica europea o del fondo monetario internazionale.
Soprattutto dopo le parole di Oettinger e il silenzio di Mattarella, sin troppo loquace in altre circostanze.
Nessun passo indietro e si voti al più presto, a meno che non accettino il governo giallo verde con Savona ministro dell'Economia o Salvini premier.




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30 maggio 2018

Andreotti aveva ragione


Si dice che durante l'infanzia vediamo nostro padre come un dio, nell'adolescenza come uno che non capisce nulla e in età adulta rimpiangiamo che non ci sia più perchè "papà aveva ragione".
Il "papà" dei politici italiani è stato senza alcun dubbio Giulio Andreotti, il migliore dei governativi, il più duttile, il più graffiante e il più (o quasi) longevo.
Mi è tornato in mente quando, con Kohl che decise l'unificazione delle Germanie, a chi gli domandava cosa avesse contro i tedeschi da essere ostile a tale unificazione, rispose: io amo i tedeschi e li amo a tal punto che preferisco vederli divisi in due o anche in più parti.
Aveva ragione.
Nonostante le botte che hanno preso nella prima e nelle seconda guerra mondiale, sono tornati nuovamente supponenti, boriosi e arroganti, come dimostrano le parole del commissario dell'unione sovietica europea Oettinger che vuole imporre a noi Italiani come votare a colpi di mercato.
E chi questa turbolenza ha provocato, rifiutando un governo che aveva programma, voti popolari e voti parlamentari, dopo essersi lodato per aver a cuore il risparmio degli Italiani, tace, proiettando sempre più l'idea che le sue decisioni non siano state autonome dalle pressioni straniere.
Nel frattempo persino il pci/pds/ds/pd, nel timore di vedere ancor più diminuiti i voti, cerca di evitare di sposare Cottarelli e tenta una timida reazione alle parole del crucco.
E Cottarelli fatica a trovare kamikaze che si immolino in un governo destinato a prendere uova marce in faccia da tutti.
A dimostrazione che ad un grossolano errore (la discesa in campo, con una fazione) Mattarella ne ha aggiunto un secondo (la scelta di un non politico per un governo balneare che fu appannaggio del rimpianto Leone, un altro che avrebbe fatto certamente meglio al Quirinale degli ultimi tre ... e non solo).
Con la boria e l'arroganza che solo un tedesco può mostrare, Oettinger ha usato parole sprezzanti contro l'Italia e gli Italiani, con lo stesso tono di un qualunque Stalin quando domandava "quante divisioni ha il papa".
Le divisioni di Oettinger sono i mercati e con le sue parole dà ragione a Savona quando nel suo libro afferma che la politica tedesca da Hitler ad oggi non è cambiata: vuole sempre dominare e opprimere il prossimo, solo che con Hitler ci ha provato con le armi e adesso con i mercati.
Però Oettinger si ricordi che, come nel 1948 quando si disse "nel segreto dell'urna Dio ti vede, Stalin no", così in quelle stesse urne può rinascere l'Orgoglio di essere Italiani, facendo esattamente il contrario di quello che vogliono i tedeschi, votando in massa, almeno questa volta, per i partiti populisti, identitari e sovranisti che tanto fanno paura ai privilegiati della casta tecnocratica di Bruxelles e dintorni.
Quanto aveva ragione il "Divo Giulio" !




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29 maggio 2018

Una nuova alleanza per il cambiamento


Evito di commentare l'infamia compiuta domenica da Mattarella che ci ha causato un balzo del suo amato spread e un forte calo della borsa.
Guardiamo avanti.
Berlusconi, la cui posizione sembrava incerta, ha dichiarato che Forza Italia non voterà la fiducia a Cottarelli (ecco un altro errore di Mattarella: se proprio doveva, non riusciva a trovarne uno non dico simpatico - non ne esistono tra i burocrati - ma almeno che quando ride non sembri un ghigno vampiresco ?) che, quindi, avrà solo i miseri voti del pci/pds/ds/pd.
Elezioni inevitabili, mi auguro la prima domenica di settembre.
Quali programmi, quali coalizioni ?
La domanda è interessante.
Il programma, se io fossi in Salvini, sarebbe il contratto per il governo che Mattarella non ha voluto.
E poichè i diritti su quel programma sono al 50% dei Cinque Stelle, non sarei alieno da una coalizione con loro, allargata a Fratelli d'Italia.
Nonostante tutto, di Forza Italia non mi fido più, sperando di sbagliarmi.
Una coalizione tra Lega, Cinque Stelle e Fratelli d'Italia potrebbe ottenere una solidissima maggioranza parlamentare, superando anche quei due terzi necessari a modificare la costituzione senza dover poi attendere il referendum confermativo.
Salvini: pensaci.



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28 maggio 2018

Mattarella ha combinato un pasticcio

L'inqualificabile comportamento di Mattarella è riuscito a battere il record italiano di durata di una crisi di governo (quello belga di oltre un anno è forse irraggiungibile, ma anche i presuntuosi tedeschi, con i loro sei mesi sono sul podio, almeno in questo, davanti a noi) con i suoi veti immotivati opposti alla nomina di Savona all'Economia.
Mattarella è percepito come colui che prende ordini dall'estero, per interessi che non sono i nostri.
Il suo atteggiamento che è ben oltre l'applicazione della costituzione ("nomina il presidente del consiglio e su proposta di questo i ministri" che lo limita alla nomina dei ministri, non alla loro scelta !) è totalmente inaccettabile.
Avremmo potuto avere il governo già da giorni e ci saremmo risparmiati anche la nuova ondata di immigrati, con il coro agiografico della stampa serva con le sue storie lacrimevoli del bambino nato in mare.
Avremmo potuto avere il governo già da giorni, al lavoro sulla Fornero, per la riduzione delle tasse, per un recupero di dignità della Nazione e tanto altro, nel nostro esclusivo interesse.
Il programma era stato stilato ed avrebbe coperto l'intera durata della legislatura.
C'era una maggioranza parlamentare.
Soprattutto fino a giovedì scorso non c'era alcuna impennata dello spread "montiano".
Quando mai un governo è saltato, con programma e maggioranza parlamentare, perchè il presidente della repubblica si è rifiutato di firmare la nomina, proposta, del ministro dell'Economia ?
Patetica l'autodifesa tentata da Mattarella dopo che lo stesso Conte ha ringraziato i due partiti, ma non lui, per la collaborazione prestata per favorire la nascita del governo.
Con il certo appoggio della stampa (leggete i titoli dei quotidiani tranne Libero e il Tempo e ascoltate cosa dicono per radio o televisione !) sempre più serva cerca di ribaltare la realtà che, però, non può essere negata: il governo, con programma e maggioranza, non nasce perchè Mattarella non ha voluto Savona come ministro.
La sua lunga autodifesa, con voce rotta dalla tensione, è irrituale e con una precisa scelta di campo, buttando alle ortiche ogni suo ruolo di "garanzia"-
Mattarella incarica Cottarelli (comodo dire "tagliamo qua, tagliamo là, a spese nostre !) presumibilmente con un governo di minoranza.
Il pasticcio combinato da Mattarella mette questa Italia nelle mani delle consorterie finanziarie internazionali che interverranno pesantemente per soggiogare l'Italia e gli Italiani con l'arma del condizionamento economico.
Le elezioni sono adesso l'unica soluzione.
Complimenti a Salvini, infine, che, mantenendo il punto, non lasciandosi irretire dalle sirene istituzionali e del potere, ha salvato la Dignità dell'Italia e di noi Italiani.







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27 maggio 2018

In nome di chi, Mattarella, blocca la nomina dei ministri ?


Nel momento in cui scrivo (sempre il giorno prima della pubblicazione) la costituzione del nuovo governo è bloccata dai veti di Mattarella.
In nome dell'art. 92 della costituzione, costui pretende che sia nominato qualcuno di suo gradimento ma che potrebbe non rappresentare la volontà di quel Popolo cui, in base all'art. 1 della stessa costituzione, appartiene la Sovranità.
In pratica Mattarella vorrebbe che a gestire un programma, gradito al Popolo, fossero personaggi graditi a Bruxelles che quel programma vedono come se fosse scritto da Belzebù in persona.
A parte la considerazione che un articolo 1 è sicuramente più rilevante di un articolo 92 (e persino la "costituzione nata dalla resistenza antifassista ..." consente di modificare il 92 ma non l'1) perchè votiamo se, poi, qualcuno che non è stato votato può (o, almeno, ci prova) agire come se nulla fosse stato deciso dal Popolo ?
Il contratto tra Lega e Cinque Stelle rappresenta una sintesi dei programmi che hanno ottenuto la maggioranza dei voti e gli interpreti di quel contratto devono crederci e non remare contro.
Diversamente, meglio denunciare apertamente che il governo non si è potuto costituire perchè Mattarella non ha voluto firmare la nomina di alcuni ministri fondamentali per l'attuazione del contratto e andare al voto anticipato (e, perchè no, visto lo squagliamento del Centro Destra, con una nuova coalizione tra Lega e Cinque Stelle che otterrebbe una maggioranza tale da poter anche cambiare la costituzione).






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26 maggio 2018

Chi non risica non rosica


Mentre Conte cerca di stilare la lista dei ministri nonostante i veti (ipocritamente mascherati da "prerogative") di Mattarella che vorrebbe un governo composto da ministri sabotatori del contratto programmatico, prendo un breve intervallo per occuparmi del Centro Destra.
Omaggio il coraggio di Salvini che, pur consapevole delle difficoltà e dei mal di pancia che ha procurato a molti di noi (incluso chi scrive), nonostante il rischio di perdere voti "per principio" o, più avanti, perchè le aspettative potrebbero essere deluse, invece di sedersi sulla riva del fiume per aspettare che un governo "neutrale" asservito a Bruxelles gli offrisse una ulteriore messe di voti di Italiani sempre più rabbiosi verso i Mattarella di turno, ha accettato la sfida.
Noi abbiamo votato Centro Destra perchè si voltasse pagina.
Per cacciare i Gentiloni e le Boschi e il loro mandante esplicito Renzi e rispondere a muso duro alle pretese del loro mandante occulto, la Merkel per conto della consorterie affaristico finanziaria internazionale.
I voti sono stati dati, per ugual motivo, anche ai Cinque Stelle.
La differenza è che mentre al Centro Destra i voti sono stati dati su un progetto concreto, ai Cinque Stelle su promesse assistenzialiste.
Nessuno ha avuto la maggioranza per governare e la strada maestra sarebbe stata il ritorno immediato, a giugno, al voto, previo governo di minoranza della coalizione più votata, il Centro Destra.
Si è messo di traverso Mattarella che, come leggo nei due unici quotidiani che non cantano nel coro (La Verità e il Tempo) sembra voler rispondere e ad aver più cura delle esigenze dell'unione sovietica europea che a quelle degli Italiani.
Allora i casi erano due.
Bocciare un governo composto da maggiordomi della commissione europea che, tra un traccheggio ed un altro, con una scusa e un'altra, sarebbe comunque rimasto in carica, senza maggioranza, un annetto, oppure cercare di unire gli opposti.
Poichè la nostra esigenza di Italiani è di vedere recidere tutte le metastasi del passato, Salvini ha accettato il rischio e, con grande fatica, sotto un diluvio di ingiurie, sarcasmi e con Mattarella che ostinatamente rema contro, ha scritto un contratto con Di Maio, individuato un premier e ora sta componendo la squadra dei ministri.
Per fare quello che desideriamo da tempo.
Non ci riuscirà, perchè l'impresa è titanica, ma ci prova e bisogna dargliene atto.
In ogni caso quel che riuscirà a fare, poco o tanto, che non sarà mai il tutto, sarà sempre meglio che avere una squadra di maggiordomi in livrea (che di questi tempi si chiama "loden") proni a Bruxelles.
Questo la Meloni non l'ha capito o pensa di capitalizzare consenso scommettendo sul fallimento di Salvini.
Peggio ancora, Berlusconi, che l'ha capito benissimo, cerca di far deragliare Salvini per incassare la benevolenza del potere, dopo che il potere stesso lo ha perseguitato per venticinque anni.
Forse il Centro Destra è morto ma oggi il Centro Destra si chiama solo Lega.





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25 maggio 2018

Incollati al potere

Ho letto che Mattarella avrebbe manifestato "irritazione" per le affermazioni di Lega e Cinque Stelle circa le sue presunte interferenze sui nomi del governo.
Ribaltando quello che raccontano gli stessi organi di stampa servi di regime e a lui affini, secondo Mattarella l'invasione di campo sarebbe dei partiti votati dalla maggioranza del Popolo cui appartiene la Sovranità.
Ma da chi dovrebbe essere composto un governo di Lega e Cinque Stelle ?
Forse da elementi che non ne condividono il programma e quindi non lo realizzerebbero ?
Credo ne vedremo ancora di manipolazioni di questo genere e c'è solo da sperare che Salvini e Di Maio non si facciano irretire dalle sirene delle consorterie di potere, perché proprio questa resistenza ad oltranza ci dimostra come la ruspa non sia sufficiente per sbarazzarci di tutte le incrostazioni che l'attitudine al servilismo verso i potentati stranieri hanno fatto metastasi nella nostra Patria.




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24 maggio 2018

Odiosi fino in fondo


Finiti gli argomenti "economici" sbertucciati dagli Italiani anche in Valle d'Aosta, i servi delle consorterie di potere hanno attivato la mai ferma macchina del fango, riuscendo nell'intento di rendermi quasi simpatico anche un parruccone accademico, grillino e che si dice avesse simpatie a sinistra.
Il patetico tentativo di coprire di fango il premier incaricato Conte solo perchè potrebbe rappresentare un taglio netto con il passato, mostra lo spessore di chi si oppone al governo Lega - Cinque Stelle.
Mi aspetto ulteriori tentativi per impedire la formazione di un governo coeso, provando ad inserirvi elementi di disturbo che rispondano a Bruxelles più che a noi Italiani (e sarebbero quei "tecnici" pretesi da un Mattarella che si dimostra - se mai fosse possibile - peggio persino del peggior Napolitano, quello del 2011).
Spiace vedere che, dopo tante parole, anche Fratelli d'Italia con Giorgia Meloni hanno scelto di puntellare il traballante regime.
Martedì sera, in una interessante puntata di Sky Tg 24 Economia, ho ascoltato (e non ci credevo !) il vicedirettore del Sole 24 Ore, Platerotti che negava ci fossero rischi economici e finanziari, perchè i rischi erano tutti politici.
I mercati, diceva sostanzialmente, sono interessati all'economia reale e, anzi, se vengono abbassate le tasse c'è più disponibilità per acquisti e investimenti.
Il rischio è tutto dell'europa, quindi un rischio politico, perchè, proseguiva il giornalista, se si dimostra che l'Italia può farlo, altri seguiranno, mandando all'aria il giochino della Merkel (aggiunta mia).
Fosse vero !





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23 maggio 2018

Libertà, Indipendenza e Dignità non hanno prezzo


Mentre giornali e media servi di regime e sudditi dei voleri di Bruxelles continuano a bombardare di lazzi e ironie il possibile governo del cambiamento tra Lega e Cinque Stelle e contemporaneamente Mattarella cerca di ostacolare in ogni modo la costituzione del governo, la litania (il mantra con un linguaggio modernista) che accompagna lo scherno con il quale i privilegiati e le caste accolgono la novità voluta dal Popolo con il voto, è: quanto ci costa ?
Sembra la vecchia pubblicità della Telecom, con l'adolescente che tubava al telefono "mi ami ? ma quanto mi ami?" e il padre con bolletta in mano che le diceva "ma quanto mi costi ?".
I primi titoli di radio e tele giornali riguardano il crollo della borsa (ma era giornata di "stacco" dei dividendi) e lo spread di montiana memoria che sale.
Abbiamo dovuto dar credito ad un parruccone universitario, regalandogli persino il laticlavio a vita ancor prima di vederlo all'opera, quindi abbiamo dovuto accettare un parvenu bulletto fiorentino, entrambi disastrosi, ma a Salvini e Di Maio non fanno credito neppure per attendere la costituzione del governo.
Ormai sono stati schierati tutti i reggimenti del potere per sparare ad alzo zero contro Lega e Cinque Stelle e ancora ci chiedono: quanto costa ?
Un crucco del ppe si permette di ricordare il nostro ingente debito pubblico che proprio i governi da lui sostenuti (da Monti a Gentiloni) hanno portato dai 1900 miliardi dell'era Berlusconi agli attuali 2300.
Ma quanto ci costa la flat tax ?

Quanto ci costa rispedire a casa loro i clandestini ?
Quanto ci costa abolire la Fornero ?

E, allora, quanto ci costa questo sistema che provoca suicidi, fallimenti e non risolve il problema del debito pubblico ?
Quanto ci costa soggiacere sempre, da schiavi, alle direttive provenienti da una entità sovranazionale formata da burocrati mai eletti ?
Quanto ci costa l'utilizzo di una moneta costruita a immagine e somiglianza e, soprattutto, per l'interesse di un solo paese: la Germania ?
Quanto ci costa applicare le sciocche disposizioni sull'agricoltura, sulle quote latte, sulle coltivazioni ?
Quanto ci costa recepire direttive, come quelle sulla privacy, che rappresentano solo costi e non portano alcun beneficio perchè chi può violare la nostra riservatezza sono quelle grandi società informatiche che se ne fregano di Bruxelles ?
Soprattutto, quanto ci costa rinunciare alla nostra Libertà di moneta, alla nostra Indipendenza nella politica che si traducono nell'essere calpestati nella nostra stessa Dignità di Nazione e di Popolo ?
Certo, un prezzo lo pagheremo se vorremo affrancarci dalla servitù cui i Prodi e i Ciampi ci hanno condotto con la folle adesione a Mastricht e all'euro ed è un prezzo che potrebbe anche essere alto.
Ma lo dobbiamo pagare per riconquistare la nostra vita, perchè il lavoro sia il completamento della nostra persona e non una ossessione fondata sui numeri dei conti economici, degli utili che DEVONO essere sempre in crescita, che calpesta la dignità delle persone trattandole come automi.
Allora paghiamolo questo prezzo per riscattare la nostra Libertà, la nostra Indipendenza, la nostra Dignità, perchè questi sono Valori che non hanno alcun prezzo ed ai quali si può parafrasare Pound e affermare che se non siamo disposti a pagare un prezzo anche alto per riprenderci la nostra Libertà, Indipendenza e Dignità, poichè quelli sono Valori massimi, allora vuol dire che siamo noi a non valere nulla.






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22 maggio 2018

Un consiglio al governo che verrà


I grillini sono pessimi compagni di strada.
Un presidente del consiglio estrapolato dall'accademia non può rappresentare un governo che vivrà su una diarchia tra i due vice, la cui parola sarà di gran lunga più importante di quella del premier.
Non mi piace l'idea di affidare ministeri importanti a dei "tecnici" senza anima.
Non mi piace che il Centro Destra si sia spaccato (ma la colpa è di Berlusconi e anche della Meloni).
Nonostante tutto ciò la voglia di cambiare, l'ostilità ai Mattarella, ai Renzi, alle Merkel, ai Micron è tale che avrei probabilmente accettato qualunque cosa.

Cosa chiedo e cosa consiglio in cambio ?
Salvini e Di Maio non si facciano irretire nè spaventare da spread e da "richiami" impropri di una entità sovranazionale.

E' inutile cercare, come già fece Berlusconi, di farsi accettare in quello che loro ritengono "il salotto buono" ed entrarvi da sopportati, ma solo se ci si "comporta bene".
L'errore del Cav fu proprio quello di cercare di accattivarsi la simpatia dei poteri forti e, quindi, di snaturare la sua politica che divenne senza nerbo.
A Salvini e Di Maio chiedo esattamente il contrario.
Lo spread è a 190 ?
Chissenefrega !
Si attui il contratto, senza alcun tentennamento.




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21 maggio 2018

Anche i nomi hanno importanza


Dopo aver redatto un contratto che è in larga parte condivisibile recuperando molti dei temi del Centro Destra e scontando, perchè inevitabile, le concessioni ai Cinque Stelle nell'ambito del miglior compromesso possibile, adesso tocca ai nomi.
Forse già oggi sapremo di più così, ma nel momento in cui scrivo (poco prima della partita del Bologna a Udine) non avendo certezze ma solo quello che viene detto nei radio e telegiornali e scritto sui quotidiani, esprimo una mia opinione.
Che parte dall'ipocrisia del Quirinale che sembra abbia preteso di parlare di ministri solo con il premier incaricato.
Una bella ipocrisia, visto che il premier non dovrà fare altro che applicare il contratto e tutti sanno che le azioni di controllo del governo le hanno in mano Salvini e Di Maio.
Sembra inoltre che il Quirinale complotti per imporre nomi di sua fiducia, quindi dei cosiddetti "tecnici" nei ministeri più importanti (Esteri, Economia, Difesa) cercando di rendere il tutto indigesto a Salvini per costringerlo a mandare all'aria tutto quanto e quindi realizzare quel governo finto neutrale, infarcito da parrucconi di regime.
Sembra infine che Mattarella stia istigando Berlusconi perchè sottragga in qualche modo dei senatori alla Lega e renda minoritario il nascituro governo.
Inaccettabile.
Tutto quanto.
E' vero che indipendentemente da chi andrà al governo, sia esso un tecnico gradito a Bruxelles o un politico determinato sui principi e valori espressi dal contratto, non potrà fare altro che applicare, rigidamente, l'accordo contrattuale.
Per cui se anche un servo della Merkel fosse premier o ministro dell'economia e realizzasse la flat tax, abolendo la Fornero, sarei soddisfatto.
Ma l'esperienza di Ruggiero come ministro degli esteri nel primo governo Berlusconi racconta un'altra storia, di come, pur formalmente rispettando le direttive di governo, costui agisse sistematicamente contro la linea ufficiale del governo fino a doversi dimettere, ma comunque rallentandone l'azione e, in definitiva, affossando la spinta propulsiva che sarà tale solo per i primi mesi, come sempre in ogni governo.
Così, pur non apprezzandolo nè stimandolo, preferirei sopportare il disgusto di vedere Di Maio premier, piuttosto che un parruccone accademico che non ha raccolto un solo voto popolare.
Analogamente per i ministeri più importanti.
Se Mattarella, dimostrandosi degno emulo del suo predecessore nelle interferenze pur essendo stato eletto da una maggioranza spazzata via dal voto popolare del 4 marzo e che comunque era fondata su traditori del voto popolare del 2013 ed essendo quindi privo di legittimità popolare, cercasse di imporre "tecnici" agli esteri, economia, difesa, con l'idea di rallentare, imbrigliare e affossare l'azione di governo, allora meglio far saltare tutto e affrontare una campagna elettorale nella quale, oltre a ribadire le proprie idee e valori, si imputi a Mattarella un comportamento elusivo dei suoi doveri di imparzialità, dimostrandosi solo il presidente del vecchio patto del Nazareno.
Mi aspetto quindi che Salvini e Di Maio offrano agli Italiani una autentica alternativa populista e sovranista, anche nei nomi dei ministri, senza cedere alle pressioni di un Quirinale sempre più garante di Bruxelles che degli interessi nazionali.






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20 maggio 2018

Legittima difesa


Nel governo che, a questo punto, sostengo più contro i Mattarella, gli Juncker, i Renzi, i Berlusconi che per gradimento dei compagni di viaggio grillini, un tema sottoscritto dalle parti è quello della legittima difesa.
Troppo spesso le vittime sono state perseguitate quando hanno reagito e ci sono persino casi in cui sono state condannate, loro, non i delinquenti !, addirittura a rimborsare i danni ai parenti del criminale neutralizzato (per sempre).
Sarebbe illusorio pensare che la normativa che verrà fuori possa garantirci il pieno diritto all'autodifesa che è, poi, la miglior legittima difesa possibile.
Del resto non possiamo avere al seguito, come un'ombra, un poliziotto o un carabiniere che intervenga tempestivamente quando qualche delinquente minaccia la nostra persona o la nostra proprietà.
E proprio ieri nel Carlino vi sono due notizie emblematiche sulla necessità di un concetto di legittima difesa che tuteli a trecentosessanta gradi i cittadini onesti.
In cronaca di Bologna si narra di un'ambulante insultata e minacciata da un gruppo di immigrati che, abitualmente, bighellonano nei pressi ben consci, si scrive nell'articolo, che qualunque cosa facciano non subirebbero alcuna sanzione.
In cronaca nazionale il trafiletto che ho scansionato e che illustra questo commento.
Come poter negare che la Sicurezza di una Società, di una Comunità inizia con un atteggiamento attivo dei singoli cittadini cui, però, deve essere garantita la possibilità di opporsi, ad armi pari, ai delinquenti ?




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19 maggio 2018

Chiamata ai gazebo leghisti



Giovedì, in Sky tg 24 economia, erano presenti in tre, oltre al conduttore, mitraglietta come Mentanae che crede di essere ironico e pungente ma è solo banale e saccente.
C'era il prof. Rinaldi, definito "sovranista", qualifica che lui ha accolto con legittimo orgoglio.
In contrapposizione l'ex "consulente economico di palazzo Chigi" sotto Renzi e Gentiloni che ha avuto, per i suoi servigi, lo scranno da parlamentare.
E c'era, definito "terzo" un giovane finanziere di Bloomberg.
Mentre Rinaldi ha esposto con la pacatezza che gli è propria le ragioni per cui il programma economico del futuribile governo giallo-verde non solo è fattibile ma è necessario, l'ex consigliere economico sprizzava bile da tutti i pori fino a definire Lega e Cinque Stelle "quella gente" con un tono talmente spregiativo che c'è da chiedersi quale educazione costui abbia ricevuto e assimilato.
Il "terzo" si è poi manifestato più fazioso addirittura dell'ex consigliere economico, dimostrando come la sua terzietà fosse solo nei sogni del conduttore che, da parte sua, non era certo imparziale.
Tre contro uno.
Risultato: sono sempre più orientato a favore del governo giallo verde e quando ci saranno andrò ai gazebo della Lega, per la prima volta in vita mia, a votare e votare "SI'" al contratto.
Perchè di quello si tratta: vogliamo realizzare un forte cambiamento nella politica mandando a quel paese quell'europa che sta manovrando per renderci sempre più schiavi ?
SI' !
Allora andiamo tutti ai gazebo delle Lega e diciamo sì al programma di governo, che non significa dire sì a Di Maio o ai Cinque Stelle per l'eternità, ma significa fare di necessità virtù.
Non essendoci i numeri per un governo del cambiamento del Centro Destra (e viste le sue dichiarazioni che sembrano quelle che potrebbe fare la Merkel, avrei qualche perplessità sulla autonomia e libertà di Berlusconi ad esserne parte) allora non ci resta che la Lega con i Cinque Stelle.
Ma solo per cinque anni, non un giorno di più.



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18 maggio 2018

L'ultimo miglio


Scritto un contratto per i cinque anni della legislatura, Salvini e Di Maio affronteranno l'ultimo miglio, in salita per l'individuazione delle persone che dovranno tradurre in atti legislativi i principi contrattuali.
Il contratto è leggibile integralmente (per non cadere nella trappola delle sintesi corredate da commenti dei sudditi ue) su tutti i quotidiani online ed è un contratto fondamentalmente apprezzabile, molto più dei programmi di governo di Monti, Letta, Renzi e Gentiloni) e probabilmente anche più di quanto Berlusconi sarebbe mai riuscito a delineare.
Anche se vi sono passaggi che mi lasciano contrariato (come il reddito di cittadinanza, il possibile blocco della Tav e la mancanza di un percorso che ci porti fuori dall'euro) la gran parte del contratto appartiene alle mie corde.
E che sia un buon programma ce lo dicono i bombardamenti cui sono sottoposti Lega e Cinque Stelle, con i burocrati europei che si affiancano alle stridule voci dei cattocomunisti e agli ultimi acquisti del gregge: Sallusti e Feltri, la lettura dei cui quotidiani è ormai diventata un emetico.
Quel coro di assatanati che interpreta e dileggia il contratto per danneggiare il costituendo governo, fregandosene altamente se in tal modo danneggia l'Italia e gli Italiani, proiettando una percezione di instabilità e di disastro imminente.
Ai Mattarella, ai Renzi, ai Berlusconi e quindi ai loro ventriloqui, interessa impedire che il contratto possa essere messo in pratica, perchè se così accadesse non avrebbero alcuna speranza di ritornare al potere, neppure grazie ai complotti dell'unione sovietica europea.
Loro puntano allo sfascio per poter poi raccogliere i cocci della Patria e finire di svenderci alle consorterie non elette che comandano nell'unione sovietica europea.
Per questo motivo, se si dovesse formare un governo con i Cinque Stelle, mi turerò naso e bocca e lo sosterrò: per la realizzazione del contratto.



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17 maggio 2018

Rifiutare ogni limite alla nostra Sovranità


Il possibile governo tra Lega e Cinque Stelle fa paura all'unione sovietica europea, ai suoi burattinai e ai suoi servi.
La procura di Milano ha rinunciato ad opporsi alla riabilitazione di Berlusconi, segno che il Cav non è più nella lista dei "nemici pubblici" e, anzi, sembra il deus ex machina della tecnocrazia per far inciampare Salvini.
Di giornali e televisioni ne abbiamo già scritto ieri.
Oggi ci riprovano con i ricatti dello spread e delle vendite dei titoli azionari italiani: ce ne faremo una ragione.
I quattro dell'Ave Maria (Katainen, Moscovici, Dombrovski e Avramov) hanno ricominciato, sotto la direzione di Juncker, con indebite interferenze negli affari nostri e credo che dovrebbe essere loro interdetto l'ingresso in Italia perchè "persone non gradite".
Il pci/pds/ds/pd ha ritrovato lo smalto del maggiordomo che accorre in soccirso del proprio padrone, come sempre una entità internazionalista e anti Italiana.
Un giornale online ha pubblicato una bozza del contratto che qualche servizievole manina ha fatto recapitare per scatenare un fuoco di sbarramento man mano che si avvicina la prospettiva di chiudere l'accordo.
Mattarella continua a tenere il fiato sul collo con pretese che tradiscono il suo ruolo non da arbitro nè imparziale.
A me la bozza, ancorchè "superata", piace proprio nelle affermazioni di principio quali l'individuazione di un percorso per lasciare l'euro e la revoca delle sanzioni alla Russia.
In ogni trasmissione radiofonica e televisiva insistono nel dileggiare (in assenza degli esponenti della Lega) le proposte economiche, ma quando, come martedì in Sky Tg 24 economia, è presente uno che sappia di cosa si sta parlando (nell'occasione era il senatore Siri) non hanno argomenti per ribattere.
Così, vorrei invitare tutti ad aprire il cassetto fiscale e guardarsi il riparto delle proprie tasse del 2017.
Dicono che non ci sono fondi per coprire i 55 miliardi della flat tax e i 15 dell'abolizione della Fornero ?
Bene il 2,68% delle mie tasse (e presumo che la percentuale sia uguale per tutti) è stato sperperato per la burocrazia europea e significa che per una inutile, anzi dannosa, entità sovranazionale, sborsiamo, su un bilancio di spesa di 900 miliardi, la bellezza di 24,2 miliardi.
Altri cinque miliardi e mezzo li sprechiamo per gli immigrati, ma è nelle gigantesche idrovore della sanità, della previdenza, della scuola che possiamo trovare (e con un abbondante resto) i soldi per quelle essenziali leggi.
Il 21,23% della "previdenza e assistenza" equivale a 191 miliardi.
Il 19,34% di una sanità che, per essere curati bene, ci costringe ad andare comunque a pagamento, equivale a 174 miliardi.
Il 10,90% di una istruzione sempre più da terzo mondo, equivale ad ulteriori 98 miliardi.
Un buon governo trova sicuramente 70 miliardi (e anche di più, molti di più !) da una spesa di 900 miliardi.
Ed proprio quello che le caste di privilegiati che sulle nostre tasse prosperano, temono e cercano assolutamente di evitare.






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16 maggio 2018

La perniciosa autoreferenzialità della casta giornalistica


Una volta c'erano le corporazioni che consentivano di svolgere un lavoro (muratore, fornaio, macellaio etc.) solo a chi ne facesse parte e per essere membro della corporazione bisognava esserne accolti e accettati.
Oggi le corporazioni si chiamano caste, con una chiara connotazione negativa e tra le più autoreferenziali c'è quella dei giornalisti che, da un paio di anni, stanno battagliando, tutti uniti, senza distinzioni ideologiche, per impedire che vi sia una informazione libera che prescinda dalle loro penne cui vorrebbero riservare l'unico diritto di parola, tacciando altri di "fake news".
Naturalmente sarebbero loro a decidere chi e come si fa "buona informazione" e quali notizie sarebbero da censurare e, magari, sanzionare.
Un nuova censura, insomma.
In questi giorni tormentati per la costruzione di un governo che non sappiamo se ci sarà (nè se sia cosa buona e giusta che si formi) vediamo la stampa, stranamente uniforme e monocorde (forse con qualche piccola stonatura da parte de La Verità di Belpietro) dileggiare i protagonisti del tentativo di formare il governo, Di Maio e Salvini e i rispettivi partiti.
Particolarmente scatenati sono i quotidiani affiliati alle consorterie europee, quelli che vorrebbero imbottire l'Italia di immigrati e soggiacere a tutti gli ordini della Merkel per interposto Juncker.
Ma forniscono ampie dimostrazioni di sudditanza, sia pur per differenti motivi, anche Feltri e Sallusti con Libero e Il Giornale che non perdono occasione per berciare contro Salvini (pensando di favorire Berlusconi e Forza Italia ma ... credo si sbaglino di grosso !).
Ma quali sono le accuse imputate a Lega e Cinque Stelle ?
Il presunto dilettantismo che sarebbe reso manifesto dai tempi dilatati delle trattative e il fatto di non avere ancora un nome per il Premier, una lista di ministri e un programma certificato.
Una critica non solo ipocrita, ma anche miope visti i risultati delle precedenti esperienze con governi costituiti nel giro di una notte (veggasi Monti-Fornero !).
La tanto decantata Germania, ha impiegato sei mesi, centottanta giorni, per costituire un governo: mezzo anno senza governo, passato a trattare e scrivere il programma (di ben centosessanta pagine) che, adesso, tetragonamente, come solo i tedeschi possono e sanno fare, verrà realizzato senza distrarsi da eventi, scritti, strilli di nani e papi, ballerine e giornalisti, economisti e cantanti.
Sei mesi, centottanta giorni, per fare il governo, in una situazione complessiva sicuramente più agevole, visto che loro non hanno una legge Fornero e che sono loro a comandare nell'unione sovietica europea mandando pizzini agli altri stati e naturalmente non ricevendone alcuno.
A fronte di quei sei mesi noi non siamo neppure al terzo mese di trattative.
Loro, tra l'altro, non hanno avuto un presidente che rema contro, che sta con il fiato sul collo, cronometro alla mano e pronto a dire "no, quello non va bene".
Di più.
I tedeschi hanno un governo CDU-CSU-SPD quando i socialisti della SPD, dopo il voto, si erano chiamati fuori e, infatti, per mesi le trattative sono proseguite tra CDU, CSU liberali e verdi.
Vicinissimi a formare un governo quadripartito, poi naufragato sugli immigrati perchè la FDP (liberali) chiedeva un maggior rigore, esattamente come la Lega.
Nessuno si è scandalizzato, nè ha berciato o dileggiato i protagonisti se, al quinto mese, la Merkel ha cominciato a trattare con l'SPD e, quindi, al sesto mese ha chiuso l'accordo e formato il governo.
Se l'hanno fatto i tedeschi, perchè a Di Maio e Salvini non viene concessa analoga disponibilità di tempo ?
E se dileggiano Salvini e Di Maio, perchè sono tutti proni davanti alla Merkel ?
Ecco perchè è necessario che non vi sia alcuna censura sul web, non vi siano nell'informazione esclusive, nè filtri, nè caste depositarie della verità che cantano sempre tutti in coro la stessa canzone.






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15 maggio 2018

Una capitale per uno stato


Mentre attendiamo di conoscere se l'ircocervo del governo giallo-verde vedrà la luce e con quali nomi, le prime pagine dei giornali sono, ancora una volta, occupate dalla questione islamica, intesa come presenza sempre più invadente a casa nostra e come violenza contro lo stato di Israele.
In Francia un ceceno islamico, divenuto cittadino francese come tante anime belle vorrebber trasformare in cittadini italiani milioni di immigrati, ha accoltellato bellamente per le vie di Parigi, uccidendo una persona e ferendone altre quattro.
Inutile dire che se i cittadini francesi (come noi Italiani) avessero potuto circolare armati, appena il ceceno avesse colpito la prima persona, sarebbe stato abbattuto, invece, per ottenere lo stesso risultato, hanno dovuto attendere l'arrivo della polizia e altri innocenti sono stati colpiti.
Ma questa è solo legittima difesa, sarebbe necessario che i nostri governanti risolvessero la questione alla fonte, impedendo l'arrivo di nuovi immigrati e cacciando quelli presenti clandestinamente, da qualunque stato provengano.
Contemporaneamente i palestinesi (sempre loro !) cioè gli inventori del terrorismo da esportazione (ricordiamo Fiumicino, gli innumerevoli dirottamenti, la Achille Lauro e soprattutto la strage di Monaco) hanno ricominciato a berciare contro Israele, prendendo a pretesto la decisione del Presidente Trump di spostare l'Ambasciata Americana da Tel Aviv a Gerusalemme.
Naturalmente i pusillanimi governanti europei si sono ben guardati dal fare altrettanto e solo i rappresentanti di Ungheria, Austria, Repubblica Ceca e Romania hanno presenziato all'inaugurazione dell'ambasciata.
Ma dove dovrebbe essere la capitale di Israele se non a Gerusalemme ?
Chi vi si oppone ricorda molto l'arroganza e la violenza dei francesi che imposero al neonato Regno d'Italia di spostare la capitale a Firenze, cercando in questo modo di ritardare la presa di quella che storicamente e culturalmente è la nostra capitale, Roma.
Ogni stato ha, come capitale, la città che, nella storia, ne ha sempre rappresentato il centro e non vedo altra capitale per Israele che Gerusalemme, dove dovrebbero spostare le rispettive ambasciate tutti gli stati del mondo.




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14 maggio 2018

Andare a vedere il bluff di Mattarella


E' intollerabile che un signore eletto da una maggioranza costruita a tavolino con il tradimento del voto popolare da parte di parte consistente di essa e quindi spazzata via alle elezioni da quello stesso Popolo che ha preso in giro per sette anni, si permetta di porre delle condizioni nella difficile formazione di governo tra due partiti che hanno ottenuto la maggioranza del voto popolare e dei seggi parlamentari.
Se io fossi in Salvini e Di Maio ignorerei i diktat di Mattarella e sceglierei per i ministeri i migliori interpreti del programma che si vuole realizzare e, quindi, in gran parte persone invise al predetto Mattarella perchè nazionalisti, sovranisti e identitari.
Andrei quindi a vedere se le esternazioni minacciose di quel signore siano e meno un bluff.
Se fossero un bluff, Mattarella, rimangiandosi tutto, firmerebbe i decreti di nomina e si andrebbe a governare con la miglior compagine per realizzare il programma.
Se invece Mattarella, credendosi Luigi XVI di Francia, ignorasse le istanze provenienti da chi rappresenta il Popolo nella sua maggioranza, andrei al voto, esponendo molto chiaramente le responsabilità di chi ha impedito la costituzione di un governo del vero cambiamento.
In pratica si ribalterebbe il trappolone preparato da Mattarella per scaricare la responsabilità su Lega e Cinque Stelle delle lungaggini (ma in Germania hanno impiegato sei mesi !) e del fallimento.
Mi auguro che nella ricerca di un "terzo uomo" Salvini e Di Maio non si facciano influenzare dal Quirinale: meglio una staffetta che ci costringa, nei due anni e mezzi di presidenza Di Maio, a turarci il naso e la bocca, che un tecnocrate, un funzionario di stato infido come lo sono stati nel passato Ciampi, Dini e Monti.
Meglio uno scontro con il Quirinale, che un compromesso al ribasso sulla composizione del governo.
Meglio nuove elezioni che accettare di governare sotto tutela e con le braccia legate dietro alla schiena. 






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13 maggio 2018

Berlusconi ricandidabile


Con un sorprendente anticipo, che sa tanto di incoraggiamento a continuare a mettere i bastoni fra le ruote del Carroccio, Berlusconi è stato "riabilitato" e potrà candidarsi alle prossime elezioni, anche se si svolgessero a luglio.
A parte il fatto che, per me, il Cav non aveva nulla da cui riabilitarsi, imputandogli solo alcuni errori politici come le dimissioni nel novembre 2011 senza dare battaglia, il fatto nuovo dovrebbe togliere ogni riserva in Forza Italia per il ritorno al voto subito che ritengo la strada maestra a prescindere dal "contratto" che dovesse essere sottoscritto tra Lega e 5Stelle, visto che il governo sembra ormai avviato ad essere messo se non sotto tutela, almeno affiancato da un amministratore di sostegno.
A Forza Italia, infatti, conviene giocarsi il ritorno al governo con il Centro Destra spendendo, finché può, l'immagine del Cav, anche sul piano emotivo della "riabilitazione".
È sì vero che in Malesia è stato appena eletto un premier di 92 anni, a fronte dei quali gli 82 di Berlusconi appaiono ancora pochi, ma la natura svolge inevitabilmente il suo corso e non è affatto detto che fra due o tre anni (per non parlare dei cinque della legislatura, durata che tenderei ad escludere) il Cav possa ancora contribuire fattivamente ad una campagna elettorale in giro per l'Italia.
In ogni caso viene meno una anomalia che vedeva il Capo dell'Opposizione (tale almeno era fino al 4 marzo) impossibilitato a capeggiare le sue liste.
Una "riabilitazione" della quale non ci si può rallegrare, perché mai ce ne sarebbe dovuto essere bisogno, in quanto mai il Cav avrebbe dovuto essere escluso dalla eleggibilità.
Il fatto che oggi sia nuovamente eleggibile è solo il ripristino della normalità.  



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12 maggio 2018

I servi di Bruxelles fanno di tutto per farmi apprezzare il governo giallo-verde

Come spesso accade il venerdì mattina mi avvio verso il vicino appennino per il fine settimana e mentre guido ascolto la radio.
Anche ieri mattina praticamente l'intero percorso è stato accompagnato dall'ascolto di quella che era la miglior trasmissione di informazione radiofonica: Radio anch'io.
Che tristezza ascoltare giornalisti, magistrati, economisti (o presunti tali), accademici e parrucconi vari, cercare di mettersi in mostra con le consorterie di potere e fare la marchetta contro il costituendo governo giallo-verde.
Esattamente come purtroppo accade a Sky Tg24 economia alle 18,30, tutti protesi a proiettare l'idea di un imminente disastro economico o di un regime sanguinario le cui vittime sarebbero le "risorse" di boldriniana memoria.
Un coro unanime di "dotti e sapienti" che, però, non ci spiegano perché, quando i loro beniamini che applicavano i loro principi erano al potere (e ci sono rimasti per ben sette anni!) hanno solo peggiorato la situazione.
Al punto che il conduttore di Radio Anch'io ha dovuto dar conto dei messaggi ricevuti dagli ascoltatori (evidentemente tanti) in totale contrasto con la narrativa della trasmissione.
Ridicola poi l'arroganza di un antropologo che a chi lo tacciava di "buonismo" rispondeva che no, lui era cattivissimo contro chi voleva negare diritti alle "risorse".
Per tacere sulla descrizione lacrimevole di un documentario di un giornalista ovviamente del gruppo Repubblica Espresso.
Presenti a senso unico, allineati e coperti sulla linea dettata da Mattarella a difesa dell'europeismo, della serie: perseverare è diabolico.
Tutto ciò mi porta quasi a sperare che Salvini e Di Maio lo facciano quell'ircocervo di governo, se non altro per vedere quei parrucconi stracciarsi le vesti dalla disperazione.
In effetti se non mi piacciono Di Maio e compagni, Matarella, Juncker, Micron, la Merkel e giù a scendere fino a Renzi e Martina mi piacciono ancora meno.
 A proposito di Martina, ormai ospite fisso cui si aggrappano i giornalisti di regime (che spero vengano tutti colpiti dallo spoil system e mandati a lavorare nei campi assieme alle loro "risorse") l'ho sentito affermare che quello giallo-verde sarebbe il governo dei debiti.
Senti chi parla !
Con loro il debito pubblico è aumentato di quattrocento miliardi (dai 1900 del saldo di Berlusconi agli attuali 2300) senza alcun ritorno di utilità per noi Italiani.
Salvini e Di Maio forse aumenteranno il debito, ma almeno, con la flat tax, diminuirà la pressione fiscale e ci sono tante voci di bilancio da tagliare o sopprimere.
Ad esempio i cinque miliardi annui sperperati per trasporto,vitto e alloggio degli immigrati.
Allora che lo facciano questo governo.
Ci tureremo il naso e tapperemo la bocca per sopportare gli sgraditi compagni di viaggio, ma, almeno, non subiscano il ricatto del Quirinale sui nomi e non scelgano un burocrate, anche "amico", come presidente.
Se proprio non vogliono optare per la staffetta (soluzione ideale) almeno scelgano un politico di maggioranza che caratterizzi il governo e la proposta di Belpietro mi sembra assolutamente pertinente: Giorgia Meloni.






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11 maggio 2018

La trappola


Il colpo di teatro con la possibilità annunciata di un governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle, con la "benevola astensione" di Forza Italia (e non ho ben capito se anche di Fratelli d'Italia o se questi voteranno contro sic et simpliciter) non mi piace.
Grillo e compagni a me fanno solo un po' (ma solo un po', mica tanto) meno ribrezzo di Renzi, Martina, Gentiloni e compagni e quindi non considero giustificata la loro compagnia.
Peraltro c'è da vedere quali provvedimenti intenderanno assumere e se il buongiorno si vede dal mattino, allora, magari turandoci naso e bocca, potremmo anche procedere.
Infatti si sono scatenate le reazioni dei parrucconi di stato e dell'unione sovietica europea, sistematicamente riassunti dalle interpretazioni di comodo delle parole di Mattarella.
Interpretazioni d'obbligo o retroscena lasciate a fonti anonime ma attribuite ad "amici democristiani di vecchia data" perchè lui le cose non le dice mai chiaramente e soprattutto non le dice in faccia, così bisogna interpretarlo.
E sulla stampa serva si legge di un Mattarella che ha boicottato ogni incarico a Salvini, di un Mattarella che pretende un europeista agli esteri, magari uno favorevole all'austerità all'economia e, perchè no ?, Galantino agli interni per trattare la questione degli immigrati.
Ma quanti voti ha Mattarella, eletto da una maggioranza costituitasi sui voti di chi ha tradito il partito per il quale era stato eletto ed è poi stata spazzata via dalle elezioni del 4 marzo ?
Ecco la prima trappola: accettare la tutela di Mattarella, un errore che fece anche Berlusconi nel 1994 quando si piegò a Ruggiero al ministero degli esteri.
Quindi la prima cartina di tornasole (se mai si farà un simile governo e ... continuo a dubitarne !) sarà la compagine, a cominciare dal Presidente, per verificare se le interferenze del Quirinale sono state accettate o meno.
Nel primo caso sarà un bagno di sangue con un ritorno elettorale dei cattocomunisti.
Nel secondo caso potremo invece sperare che cominci sul serio un qualche cambiamento in senso populista e sovranista.
Quindi il primo aspetto è vedere se piacerà a Mattarella il governo e se piacerà sarà un governo in perdita.
Ma la trappola, anzi il trappolone più evidente, è il frutto avvelenato di questo nuovo tentativo, un prolungamento dell'agonia di una legislatura nata morta.
Se si formerà il governo, qualcosa potrà essere salvato, ma se dovesse infrangersi su una qualche impuntatura il tentativo di dar vita al governo (magari per il voto contrario della base grillina) allora Mattarella avrà un'autostrada spianata per il suo governo simil Monti che avvelenerà tutti i pozzi, rinviando le elezioni il più possibile.
E la colpa sarà attribuita esclusivamente a Salvini e Di Maio, con conseguenze disastrose in campo elettorale.
E' corretta, a mio modo di vedere, la posizione di Forza Italia che, parallelamente al voto contrario della Lega ai governi Monti e Letta sostenuti invece da Berlusconi, senza che ciò possa mettere in crisi la coalizione di Centro Destra, voteranno contro o astenuti.
Del resto il veto sulla piena partecipazione di Forza Italia è stato messo dai grillini, non da Salvini.
Meno comprensibile la (non chiara) posizione di Fratelli d'Italia di cui non si sa bene se si siano chiamati fuori loro o siano stati esclusi da altri.
Inutile dire "Mattarella doveva incaricare Salvini".
Non l'ha fatto, ha remato contro, quindi prendiamo atto e andiamo avanti, cercando di fargli quanto più male possibile con un governo sovranista, nazionalista, identitario, populista, cioè l'esatto contrario di quel che avrebbe voluto con il suo "governo di tregua".
Se son rose ...




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10 maggio 2018

Io sto con Trump


Mentre in Italia Salvini cerca di evitare un governo simil Monti e un voto estivo, il mondo va avanti, senza aspettare i ritardatari.
Quasi contemporaneamente emergono due modi ben differenti di interpretare l'interesse nazionale e la volontà espressa con il voto dai cittadini.
Da un lato c'è Mattarella che, con toni melliflui da curato di campagna, tenta di ribaltare il responso delle urne sbarrando la strada a chi ha avuto la maggioranza relativa e costringendolo ad alchimie che ritardano solo l'inevitabile rivoluzione che deve spazzar via tutti i parrucconi e le sovrastrutture di una Italia ormai fanalino di coda delle nazioni.
Dall'altra c'è un Trump che, ancora una volta, prova a mettere in pratica quello che ha annunciato durante la campagna elettorale e per il quale è stato eletto.
Così il Presidente Americano ha denunciato il trattato (in perdita) di Obama con l'Iran e annunciato il ripristino delle sanzioni.
Penosi gli strilli europei e triste vedere anche il Regno Unito accodarsi a Germania e Francia.
Inutile dire che tra il curato di campagna e il cow boy io stia con il cow boy.
Utile auspicare che Salvini riesca a trovare la "quadra" per regalare all'Italia un governo che si affranchi dagli strilli di Berlino e Parigi, per assumere decisioni unicamente in base all'interesse dell'Italia e degli Italiani.
E se alle oligarchie tecnocratiche europee non piace, tanto meglio.





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