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No alla deriva

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12 maggio 2018

I servi di Bruxelles fanno di tutto per farmi apprezzare il governo giallo-verde

Come spesso accade il venerdì mattina mi avvio verso il vicino appennino per il fine settimana e mentre guido ascolto la radio.
Anche ieri mattina praticamente l'intero percorso è stato accompagnato dall'ascolto di quella che era la miglior trasmissione di informazione radiofonica: Radio anch'io.
Che tristezza ascoltare giornalisti, magistrati, economisti (o presunti tali), accademici e parrucconi vari, cercare di mettersi in mostra con le consorterie di potere e fare la marchetta contro il costituendo governo giallo-verde.
Esattamente come purtroppo accade a Sky Tg24 economia alle 18,30, tutti protesi a proiettare l'idea di un imminente disastro economico o di un regime sanguinario le cui vittime sarebbero le "risorse" di boldriniana memoria.
Un coro unanime di "dotti e sapienti" che, però, non ci spiegano perché, quando i loro beniamini che applicavano i loro principi erano al potere (e ci sono rimasti per ben sette anni!) hanno solo peggiorato la situazione.
Al punto che il conduttore di Radio Anch'io ha dovuto dar conto dei messaggi ricevuti dagli ascoltatori (evidentemente tanti) in totale contrasto con la narrativa della trasmissione.
Ridicola poi l'arroganza di un antropologo che a chi lo tacciava di "buonismo" rispondeva che no, lui era cattivissimo contro chi voleva negare diritti alle "risorse".
Per tacere sulla descrizione lacrimevole di un documentario di un giornalista ovviamente del gruppo Repubblica Espresso.
Presenti a senso unico, allineati e coperti sulla linea dettata da Mattarella a difesa dell'europeismo, della serie: perseverare è diabolico.
Tutto ciò mi porta quasi a sperare che Salvini e Di Maio lo facciano quell'ircocervo di governo, se non altro per vedere quei parrucconi stracciarsi le vesti dalla disperazione.
In effetti se non mi piacciono Di Maio e compagni, Matarella, Juncker, Micron, la Merkel e giù a scendere fino a Renzi e Martina mi piacciono ancora meno.
 A proposito di Martina, ormai ospite fisso cui si aggrappano i giornalisti di regime (che spero vengano tutti colpiti dallo spoil system e mandati a lavorare nei campi assieme alle loro "risorse") l'ho sentito affermare che quello giallo-verde sarebbe il governo dei debiti.
Senti chi parla !
Con loro il debito pubblico è aumentato di quattrocento miliardi (dai 1900 del saldo di Berlusconi agli attuali 2300) senza alcun ritorno di utilità per noi Italiani.
Salvini e Di Maio forse aumenteranno il debito, ma almeno, con la flat tax, diminuirà la pressione fiscale e ci sono tante voci di bilancio da tagliare o sopprimere.
Ad esempio i cinque miliardi annui sperperati per trasporto,vitto e alloggio degli immigrati.
Allora che lo facciano questo governo.
Ci tureremo il naso e tapperemo la bocca per sopportare gli sgraditi compagni di viaggio, ma, almeno, non subiscano il ricatto del Quirinale sui nomi e non scelgano un burocrate, anche "amico", come presidente.
Se proprio non vogliono optare per la staffetta (soluzione ideale) almeno scelgano un politico di maggioranza che caratterizzi il governo e la proposta di Belpietro mi sembra assolutamente pertinente: Giorgia Meloni.






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1 commento:

Nessie ha detto...

Come ho già scritto, l'Ircocervo è una scelta obbligata. Ma in queste ore è bene spegnere tv e non leggere i giornali perché è tutt'una invettiva contro i due presunti "destabilizzatori", "antisistema", anti qua e anti là, nati per rovinare la grande festa eurocratica fatta di pace, amore, benessere e prosperità. Insomma, i due sono nel "mirino", prima ancora di essersi mossi. A cominciare dalle loro componenti interne: mal di pancia a 5 stelle, mal di pancia in centrodx e perfino in Lega.

Se Salvini fosse un furbastro opportunista, avrebbe lasciato la palla al Canuto del Colle, lasciato fare il governo "tecnico" e stravinto un mucchio di voti alle prossime elezioni, fino a esserne sommerso. Invece ci ha messo la faccia con un atto audace e coraggioso.