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29 luglio 2018

Foa non basta


Lega e Cinque Stelle stanno procedendo come un bradipo nella sostituzione dei manager pubblici cattosinistri voluti da Renzi, con nomi più orecchiabili al loro elettorato.
Se la lentezza può avere una sua virtù, evitando le scelte umorali, è da considerare che, comunque, non tutti saranno sostituiti.
Boeri, ad esempio, ha ritirato la testoljna nel guscio e si è inchiodato alla poltrona che non vuole lasciare fino al prossimo anno: troppo per tenersi uno che rema contro nel ruolo centrale necessario per rottamare la Fornero (provvedimento nel cuore di ambedue i partiti di maggioranza e non divisivo come la tav o i cosiddetti perchè inesistenti  "figli di coppie omosessuali").
In fine settimana il bradipo governativo ha individuato presidente e amministratore delegato della rai, uno dei maggiori produttori di clientelismo politico.
Il ruolo operativo di amministratore delegato è stato assegnato ad un certo Salini che, leggo, avrebbe grande esperienza di televisioni.
Peccato che il signore, in quota Cinque Stelle, sia anche descritto come un "renziano" e, allora, mi domando a cosa sia servito il voto se un renziano continuerà ad incidere sulla informazione del servizio pubblico, a meno che Di Maio non speri che, da neofita grilljno, il Salini si trasformi nel Torquemada del passato.
Conosco invece gli scritti e le opinioni di Marcello Foa, designato presidente, già in forza al Giornale sin dai tempi di Montanelli (quello vero, non quello degli ultimi anni divenuto icona del sinistrume) e considerato in quota Lega.
Un passato e un presente che dovrebbe convincere anche Forza Italia e Fratelli d'Italia a votarlo, facendolo passare, senza appiattirsi miserevolmente sulla posizioni dei cattosinistrati (sembra però che i berlusconiani pretendano anche la direzione di un tg ...).
Proprio contro Foa ho letto gli strali maggiori del pci/pds/ds/pd e di tutto il cattosinistrume che credendo di marchiarlo come "Sovranista" e accusandolo di commenti troppo salaci verso Mattarella, esalta invece il significato di rottura benefica verso il passato renziano contenuto nella sua nomina.
Ma Foa non basta, occorre cambiare radicalmente la programmazione di radio e televisione dove, anche nei giorni scorsi, i commenti sulle questioni immigrazione e rom erano a senso unico buonista e, quando proprio ci andava bene, c'era una sola voce "razzista, xenofoba, sovranista, identitaria" contro tre o quattro, per lo più sconosciuti, talebani dell'immigrazionismo raccattati nelle più disparate associazioni di ruolo.
Occorrono cambiare i testi proposti all'asco.to e alla visione, i conduttori in video e in voce, gli inviti e le partecipazioni alle trasmissioni e anche le trame degli sceneggiati.
Lo spoil system dovrebbe riguardare anche i giornalisti e i dj della radio che spesso si esibiscono in commenti inappropriati al ruolo e che scadono nella propaganda di parte (cattosinistra, ovviamente).
Insomma, se Foa non basta (e non basta) l'unica soluzione resta sempre e solo quella della privatizzazione della rai, anche a spezzatino.
Avremmo un super incasso che consentirebbe di procedere più speditamente con la flat tax, lo stato non dovrebbe più pagare per i debiti del carrozzone e si priverebbero i partiti di un formidabile strumento di clientela ma anche di informazione faziosa.
Soprattutto ci risparmieremmo i periodici moralismi a parti invertite a seconda di chi vince le elezioni, urlanti alla lottizzazione. 
  





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3 commenti:

Nessie ha detto...

Per ora sta tramontando l'ipotesi Foa, grazie (o meglio in forza) di Farsa Italia che si contrappone parlando di metodi spartitori (sic!).

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ora-forza-italia-vota-no-lelezione-foa-rischio-1559292.html

D'accordo col metodo "bradipo" delle nomine: lo spoil system si fa a caldo e rapidamente quando si è appena incassati il consenso elettorale. D'accordo pure che Foa non basterà, se si vuole davvero rivoluzionare il direttivo. Tuttavia è già qualcosa. Non sono d'accordo sulla "privatizzazione e sullo spezzatino", come garanzia di pluralità e indipendenza. La7 di Cairo è privata, ma sempre piena di conduttori e anchor men ed woman rossi (Gruber, Severgnini, Parenzo, Telese ecc.). Sky tv invece pure. Mediaset poi si è caratterizzata per aver sempre ripescato gli "avanzi" cattosinistri e sinistri della Rai (vedi Santoro con "Moby Dick", Mentana e altri esempi). Ergo, se Foa non basta, anche privatizzare non basta. Ci vuole cervello e buona dirigenza editoriale cultural-politica. E questa la si può fare sia nel pubblico che nel privato.

Non si lascia il pubblico se prevalgono le forze sovraniste che possono ben orientarlo, per lasciare l'azienda al "privato" che introduce dalla finestra tutti quelli che vengono cacciati dalla porta.

Massimo ha detto...

Domani pubblicherò il mio commento allo sbarellamento di Forza Italia su Foa.
Sostengo la privatizzazione per togliere uno strumento di clientelismo ai partiti, un mangiasoldi pubblici e perché qualu que trasmissione venga prodotta, con i soldi pubblici, gli autori non pagherebbero mai il fallimento della loro idea.
Mediaset, Sky, La7 sono privati e se perdono ascolti,perdono pubblicità, ricavi e se quello assumesse proporzioni consistenti sarebbero anche costretti a chiudere o fare fallimento. È lo stesso principio che applicherei ai giornali e ai film, al teatro e ai libri. Se vendono, bene, se non vendono l'editore privato chiude o fallisce e viene sostituito da qualcun altro, più capace.
Vorrei un editore o un gruppo,di editori che, come hanno fatto Belpietro, Giordano e altri, si assumesse l'onere e il rischio di attivare una televisione privata e di area Centro Destra.
Probabilmente saremmo in tanti a gurdarla, decretandone il successo.

Nessie ha detto...

Prima di stasera anch'io abiliterò un post sul tema. Ma ricordiamoci che l'informazione è troppo importante e vitale, perché i nostri nemici (e i loro tirapiedi) possano mollarla seduta stante. Perciò sarà una lotta all'ultimo sangue.