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25 settembre 2018

Tagliare ? Sì, le tasse !


Il nuovo Monti è Cottarelli.
Già (o forse ancora) alle dipendenze dell'Fmi (per fortuna che Salvini e Di Maio si sono accordati all'ultimo minuto per fare il governo, sennò ce lo saremmo ritrovato persino presidente del consiglio), un'esperienza fallimentare come addetto alla spending review di Renzi (infatti siamo passati dai 1900 miliardi di debito a 2300 quando Gentiloni ha mollato il posto) si è reinventato "osservatore" e, in tale veste continua a dire "non si può".
Ossequiato e riverito, viene interpellato come un oracolo e anche nei giorni scorsi abbiamo letto il suo verbo sulle colonne del Quotidiano Nazionale.
Nulla di nuovo: tagli e riforme, come sintetizza il titolo.
Sacrifici e sofferenze.
Tristezza e miseria.
E' la ricetta greca che Cottarelli, per conto dei suoi referenti stranieri, ci vuole rifilare.
Io sono un Nazionalista, anche se oggi si dice "Sovranista" e mi disgusta vedere altri italiani che continuano a sparare sull'Italia e su chi, in Italia, cerca di tirarci fuori dalla palude.
C'è chi "tifa" ong e immigrazione, completamente dimentico della devastazione culturale e sociale che provoca.
C'è chi pur di apparire al di sopra delle parti, bacchetta la sua Patria, l'Italia, parlando rigorosamente in inglese dal suo dorato bunker di Francoforte.
C'è chi è preso dal ballo di San Vito se qualcuno esprime le proprie opinioni in libertà e senza ossequiare il politicamente corretto e vorrebbe imporgli sanzioni con leggi che perseguitino le idee.
E c'è chi si presta per condurre i propri concittadini alla miseria, predicando rigore, tagli di agevolazioni, riforme a senso unico.
Non leggo altrettanti rematori contro negli altri stati, dove, ad esempio in Francia, Micron si appresta ad aumentare allegramente il rapporto debito pil per portarlo al 2,8%, tagliando pesantemente le tasse.
Da noi i lugubri epigoni del pci e gli zombi di Forza Italia si strappano le vesti se si parla di arrivare al 2%.
Se la Francia arriva al 2,8%, possiamo arrivarci anche noi, aumentando il taglio delle tasse e accelerando sull'applicazione della flat tax.
Poi si possono anche tagliare le spese improduttive, come la pubblicità pubblica sui giornali, le agevolazioni alla stampa, i contributi associazioni e centri studio privati, alle ong (ad esempio facendo pagare il prezzo di mercato per la locazione dei locali dove svolgono la loro attività).
E queste sarebbero le migliori riforme possibili.



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