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21 luglio 2019

Chi non risica, non rosica


Nessuno, umanamente, vuole essere considerato un re Travicello e Conte non fa eccezione.
La situazione straordinaria che ha obbligato alla stipula di un contratto di governo tra due partiti con base e progetti inconciliabili, gli ha regalato una improvvisa e facile esposizione.
Ma Conte, come prima di lui Ciampi, Dini e Monti, non ha un solo voto proprio.
Con il suo comportamento levantino è riuscito ad accreditarsi presso le consorterie di potere europee come colui che avrebbe potuto, se supportato, bloccare l'ascesa del mostro Salvini.
E come con Ciampi, Dini e Monti, ha ricevuto l'investitura, tanto piu che è riuscito a trascinarsi dietro un Movimento Cinque Stelle allo sbando, che ha mostrato l'insipienza dei suoi uomini e la loro incapacità a governare e adesso si trova ad arrancare, aggrappandosi ad ogni travicello pur di evitare la punitiva ordalia delle elezioni.
Forte dell'appoggio dei soliti ambienti antitaliani, Conte sta bloccando, con l'aiuto dei tremebondi pentastellati, ogni cambiamento, per incanalare l'Italia verso una nuova sudditanza a Bruxelles, Berlino e Parigi.
Niente autonomia vera, niente vere riduzioni delle tasse, niente vera lotta per respingere ed espellere gli immgrati.
Salvini, ad oggi, ha fatto tanto, nonostante tale palla al piede e, allora, la domanda è se conviene ancora faticare per ottenere il minimo risultato con il massimo sforzo, o non convenga di più, per l'Italia e gli Italiani, non per la Lega, ribaltare il tavolo, sedersi sulla riva del fiume e vedere cosa escogiteranno Mattarella e Ursula la Tedesca per non farci votare.
Non ci sono tante alternative ad una maggioranza tra gli euro cattocomunisti del pci/pds/ds/pd e i grillini, con una totale perdita di credibilità per ambedue ed una politica, dall'immigrazione alle tasse, dettata da Bruxelles.
Una strada che li porterebbe alla sicura sconfitta nel 2023 ma, potrebbero pensare che in quattro anni possono accadere tante cose e la macchina giudiziaria ha già scaldato il motore.
Nonostante ciò credo che "chi non risica non rosica" e sia giunto il momento di ribaltare il tavolo perché non sono più tollerabili i "no" dei Cinque Stelle e le parole di Conte.
I ministri leghisti non devo o dimettersi, perché lascerebbero campo libero ai nostri nemici a cominciare dalle ong, ma togliere la fiducia a Conte e restare in carica "per l'ordinaria amministrazione" fino alla composizione del nuovo governo ... se riusciranno a farlo.   



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