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09 novembre 2019

Il giorno in cui crollò il comunismo


Trent'anni fa "cadde" il muro di Berlino, il simbolo del comunismo che i comunisti, persino in certi libri di testo per la scuola, millantavano come barriera contro i vizi dell'Occidente.
Non credo che interessi cosa facessi quel giorno, ma provai infinita gioia.
Per poco più della metà della mia vita il muro ha rappresentato il monito del vero volto del comunismo: miseria, oppressione, morte.
Non che ne avessi necessità, sono anticomunista da sempre, tanto che non mi ricordo quando ho iniziato, così che posso dire di esserlo sin dalle mie vite precedenti.
Ma in un mondo in cui, grazie a Reagan e alla Thatcher (anche se il 9 novembre 1989 presidente degli Stati Uniti era George Bush padre), il comunismo è crollato, i comunisti sono ancora presenti.
In forma ufficiale (Cina, Cuba, Vietnam, Corea del Nord) ma anche sotto mentite spoglie di altre organizzazioni internazionaliste che ne hanno però ereditato le caratteristiche illiberali e oppressive.
Ad esempio l'unione sovietica europea che, con la sua violenza finanziaria, ha già dimostrato (leggi Grecia) di portare alla miseria e alla fame i popoli e di agire per sopprimere la Libertà, l'Identità, la Sovranità e l'Indipendenza delle Nazioni, applicando la stessa concezione di "sovranità limitata" che fu di Breznev quando invase la Cecoslovacchia, con politiche mirate alla sostituzione etnica ed alla trasformazione dei cittadini in sudditi.
Chi vuole aprire i porti, chi adotta politiche economiche assistenzialiste, chi pretende che i cittadini consegnino i loro risparmi allo stato per un livellamento verso il basso (e la chiama "redistribuzione"), chi vuole leggi e commissioni finalizzate ad imporre il bavaglio alle idee e alle opinioni, quello è un comunista, anche a sua insaputa, se vogliamo.
Il comunismo è morto il 9 novembre 1989, ma ha prodotto tante metastasi e non gli basta cambiare il nome, perchè il dna è sempre quello.
Il 9 novembre festeggiamo il crollo del comunismo, ma abbiamo ancora l'obbligo di combattere i comunisti, più o meno mascherati, che sono rimasti tra noi.



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