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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

20 gennaio 2020

Meno sei


Mancano sei giorni al voto in Emilia Romagna e in Calabria, due regioni amministrate dagli euro cattocomunisti del pci/pds/ds/pd, con l'appoggio di tutta la casta che giustamente Veneziani nell'articolo di ieri su La Verità chiama più propriamente cupola, composta da magistrati, burocrati, funzionari di partito, preti della chiesa di Bergoglio, imprenditori che rischiano poco e pretendono molta assistenza pubblica, nani e ballerine, giornalisti, coop, sindacati e tutta la consorteria internazionale che si nasconde dietro la bandiera blu a dodici stelle gialle dell'unione sovietica europea.
E' probabile che almeno una delle due regioni passi al Centro Destra, anche se la speranza è che entrambe cambino amministrazione.
Per questo c'è sotto i riflettori soprattutto l'Emilia Romagna, dove i rossi comandano dalla fine della guerra e dove dal 1970, quando furono istituite le regioni a statuto ordinario, detengono la maggioranza.
La campagna elettorale è stata lunga e tutto è stato detto.
Da una parte la sinistra con le frattaglie di quella che fu la democrazia cristiana e il mondo cattolico ora diviso più che mai dalla malsana politica di Bergoglio, arroccata nella difesa dei suoi privilegi pluridecennali, dei suoi interessi che non sono quelli degli Italiani e, infatti, sostengono ogni forma di deriva, a cominciare dagli spazi e dai denari che vorrebbero sottrarre agli Italiani per darli ai clandestini che le ong ci scaricano senza posa con la complicità del nuovo governo e di una magistratura che manda libera chi forza i blocchi navali e viola le leggi dello stato.
Dall'altra il Centro Destra compatto con la Lega in prima fila, Fratelli d'Italia e Forza Italia che chiedono a gran voce che per la sanità, per l'assegnazione delle case popolari, per l'istruzione, per il lavoro si privilegino gli Italiani.
Un messaggio semplice ma concreto che riempie le piazze.
E le piazze piene di Salvini e della Borgonzoni sono l'incubo degli euro cattocomunisti.



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