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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

09 settembre 2021

Parliamo di amministrative e di Bologna

Meno di un mese e si voterà per eleggere sindaci, il presidente e il consiglio regionale della Calabria e due suppletive alla camera.

Il voto più importante è quello della Calabria, sia perchè si tratta di una delle ventuno entità amministrativa (19 regioni e due province autonome) con maggiori poteri, sia perchè anche la Calabria invierà i suoi rappresentanti per l'elezione del presidente della repubblica e, in una gara al limite, con i soliti franchi tiratori, anche quei voti sono importanti.

Analogamente le due suppletive che vedono uscenti un cattocomunista (Padoan eletto a Siena e per il cui seggio corre #enricostaisereno) e un grillino a Roma, per il cui seggio non so chi corra, probabilmente un cattocomunista visto che Conte ha avuto paura a candidarsi.

Qui sarebbe rilevante se Letta perdesse il seggio e mi aspetterei una bella reazione dai senesi che hanno visto il pci/pds/ds/pd distruggere la loro antica banca per regalarla all'Unicredit, ma sull'intelligenza dei cattocomunisti ho sempre molte riserve.

La stampa invece metterà in prima pagina il voto amministrativo in sei comuni capoluogo di regione: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste.

Probabilmente a Trieste, unica città in cui l'uscente è di Centro Destra, sarà dedicato uno spazio marginale, a meno che i triestini non eleggano un cattocomunista (anche se dopo le dichiarazioni di Montanari sulle foibe mi aspetterei una sollevazione sotto forma di una valanga di voti per i partiti del Centro Destra).

Quindi cinque le città che entreranno nel mirino dei giornali, tutte amministrate da cattocomunisti e grillini, tutte probabilmente riconfermate a cattocomunisti (non ai grillini che si prestano a fare gli ascari, i reggicoda del pci/pds/ds/pd).

Io voto a Bologna, dove, contrariamente ai miei auspici, il Centro Destra ha candidato uno sconosciuto imprenditore cattolico, a capo di una lista civica.

Ribadisco la mia personale contrarietà ad una candidatura civica, perchè se mai dovesse essere eletto, non risponderebbe delle sue azioni all'elettorato di Centro Destra, convinto come sarebbe di essere stato eletto per i suoi meriti, come già accadde con Guazzaloca nel 1999 che fu un'occasione sprecata e persa per rivoluzionare Bologna.

Quella del candidato di Centro Destra, civico o meno, è comunque una battaglia impari, visto che il sinedrio di controllo della città vede tutti dalla stessa parte il partitone erede di quello comunista, l'ex opposizione democristiana, la curia, le coop, i sindacati e persino gli imprenditori che necessitano di commesse pubbliche.

Al Centro Destra resta solo il voto di opinione, quello dei cittadini liberi che non dipendono dal pubblico e dalle sue elargizioni e che purtroppo non hanno strumenti per influenzare le scelte elettorali con commesse, appalti, contributi, permessi.

Quindi per il Centro Destra a Bologna è l'ennesimo "anno zero" quello che aspettiamo da tempo per resettare la situazione politica dell'opposizione, ponendo le basi per la costruzione di un Centro Destra politico che si proponga come amministrazione del futuro.

In questo quadro diventa importante vedere quale sarà il partito trainante del Centro Destra, se la Lega o Fratelli d'Italia.

Escluderei Forza Italia la cui coordinatrice di Bologna è l'ex portavoce del fallimentare partito di Alfano e la cui affidabilità politica mi sembra molto dubbia proprio per i suoi precedenti.

Quindi Lega o Fratelli d'Italia.

Ai posteri l'ardua sentenza.

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