Leggo e ascolto i titoli di giornali e radio telegiornali e sento del "pericolo", che "si teme", un intervento diretto degli Stati Uniti in Venezuela.
La solita stampa, in questo caso americana, che vuole farsi vedere informata e cita "fonti anonime", così si salvano capra e cavoli, parla di imminente attacco.
Poi, scorrendo gli articoli e continuando ad ascoltare i servizi radiotelevisivi, si scopre che gli Stati Uniti potrebbero non attaccare il Venezuela, ma compiere incursioni mirate per distruggere basi di narcotrafficanti.
Allora dico: ben vengano quelle incursioni, finalmente qualcuno pensa di stroncare il traffico di droga dall'origine.
Perchè la droga è Male, qualunque droga, di qualunque tipo e se si distruggono le organizzazioni che la esportano, i campi di produzioni, le nicchie in cui si rifugiano, allora può solo venire del Bene.
Se, poi, un dittatore comunista, è colluso con quei cartelli e abbatterli significa anche abbattere lui, allora avremmo il classico "paghi uno, prendi due", con doppio beneficio per tutti noi.
Del resto lo stesso premio Nobel per la pace 2025, la signora Machado, venezuelana, invita gli Stati Uniti ad attaccare, perchè evidentemente gli stessi venezuelani si rendono conto dell'abiezione in cui è caduta la loro nazione se continuasse ad essere un santuario per i narcotrafficanti.
E non si può negare, allargando lo sguardo, come, forse, ci sia una reazione al dominio, in certe zone, della criminalità, anche guardando a quel che è accaduto in Brasile, a Rio, dove il governatore locale, in opposizione alla politica della tolleranza del governo centrale, ca va sans dire SOCIALISTA, cioè affine a quello del Venezuela, ha organizzato una incursione nelle favelas dominate da alcuni clan criminali.
Che male c'è se si reagisce alla criminalità ?

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