Da alcune parti leggo persino che quella protezione verrebbe richiesta di natura diplomatica per i quattro parlamentari che si sono imbarcati in cerca di facile notorietà (ma, evidentemente, vogliono fare i ribelli con tutte le guarentigie del caso).
La Meloni sembra che abbia dichiarato che darà assistenza ai connazionali e, implicitamente, nega ogni intervento della nostra Marina Militare.
E questo è un bene, ma se uno si mette, volontariamente e liberamente, nei guai, andando a sfruculiare un Governo straniero, in zona di guerra, perchè dobbiamo spendere dei crediti per salvarlo e riportarlo a casa, dove non mancherebbe di gonfiare il petto come un tacchino e di farsi passare per eroe ?
Eroe potrebbe semmai essere se accettasse il rischio di essere incarcerato e processato come terrorista, come ha minacciato un ministro israeliano, scontando quindi la sua pena fino all'ultimo giorno, senza chiedere o far chiedere ad un Governo che attacca ogni giorno, di tirarlo fuori dai guai.
A me ricordano, elevando all'ennesima potenza il ridicolo, quelli che, quando venne il nostro turno per svolgere il servizio di leva, a parole proclamavano di voler rispettare l'assolvimento del dovere costituzionale di "servire la Patria",ma nei fatti facevano muovere ai loro genitori mari e monti per ottenere, se non di essere lasciati a casa per "soprannumero" o per qualche allergia o improvviso e fino ad allora sconosciuto difetto fisico o di salute, almeno di svolgere il servizio nella caserma più vicina a casa.
Vorrei dire ai quattro parlamentari di non fare i Macron all'amatriciana, ma se vogliono andare alla guerra, si assumano tutti i rischi del caso, senza chiamare in causa protezioni di un governo che criticano in continuazione, ma che è ben accetto quando, con la propria autorevolezza, riesce ad ottenere la liberazione di qualcuno, come è accaduto con Cecilia Sala e non solo.