L'intervento di Giorgia Meloni ieri al meeting di Comunione e Liberazione, mi è piaciuto.
Non sto a ripetere quanto poco stimi CL e non creda alla profondità degli applausi tributati alla Meloni, non tanto sotto il profilo della sincerità, quanto per quello della affidabilità.
Al meeting hanno, negli anni, applaudito tutti coloro che si presentavano forti di una posizione di potere.
Quel che è rilevante è ciò che ha detto la Meloni e che trova corrispondenza nei fatti.
Mi libero subito delle due questioni sulle quali sono in disaccordo con la sua linea.
Non condivido, per le ragioni più volte espresse, la conferma della scelta di sostenere Zelensky a scapito della Russia con la quale avremmo molti più interessi in comune.
Non condivido le critiche a Netanyahu che sta cercando di scrivere la parola fine a 80 anni in cui i terroristi palestinesi si sono caratterizzati per dirottamenti, attentati, omicidi e stragi.
Ma tutto il resto lo condivido.
Alcune questioni, come le tre grandi riforme di questa prima legislatura a guida Meloni, giustizia, elezione diretta del premier, autonomia differenziata, sono l'asse portante di questa legislatura.
Ovviamente, dipendesse da me (ma bisogna sempre tener conto che la nostra singola volontà non basta) io la giustizia la rivoluzionerei a cominciare dalle modalità di reclutamento del personale, eleggerei direttamente il presidente della repubblica e non quello del consiglio e opterei per macroregioni con autonomie più marcate di stampo federale e non per una semplice autonomia differenziata.
Ma sarebbe già molto se i referendum confermassero quelle riforme che usciranno dal parlamento.
Condivido in toto l'approccio paritario nei rapporti con gli stati africani ricchi di risorse in cambio delle quali possiamo fornire esperienza, conoscenza e quindi sviluppo.
Condivido il piano casa e l'approccio alla riduzione delle tasse mettendo mano intanto alle aliquote.
Condivido la scelta di insistere, nonostante il boicottaggio che ha le sembianze dei magistrati ideologizzati, con la politica del rimpatrio degli immigrati irregolari.
Condivido la scelta di dare più capacità militare alle istanze della Nazione.
Condivido il monito all'unione europea perchè faccia meno cose, ma le faccia meglio.
Condivido tutto ciò anche perchè non sono parole vuote, ma sono la conferma di una linea osservata, di una strada percorsa sin da quando, il 25 ottobre 2022, Giorgia Meloni assunse l'incarico di Presidente del Consiglio.
Allora veniva irrisa e quelli "competenti e di sinistra" pronosticavano una esperienza breve, confidando probabilmente non tanto nelle inesistenti capacità dell'opposizione (evidenziate persino dal suo nume tutelare in una recente intervista al solito megafono a stampa), quanto nel potere di interdizione di Mattarella, della magistratura, dell'unione europea, della stampa e i cattocomunisti accendevano ceri a San Rating e Santissimo Spread.
Oggi quelle speranze sono quasi tutte evaporate, rimangono i santuari ostili alla Meloni ma sono costretti a fare una battaglia di retroguardia, prendendo atto che la forza del Governo è cresciuta, in Italia e in Europa.
E' un bene che, ogni tanto, la Meloni si rivolga direttamente, con discorsi (quello di ieri è di 50 minuti ma si ascolta e scorre con grande facilità) che affrontino tutti i temi all'ordine del giorno, senza essere costretta nei ristretti ambiti di un dialogo secco con "professionisti dell'informazione" il cui scopo principale è quello di fare propaganda contro il Governo, a prescindere dai fatti, dai risultati e, ciò che è più grave, dall'Interesse Nazionale.