Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

19 marzo 2024

No all'invasione dei clandestini

Leggo un lancio di agenzia secondo il quale il tribunale di Crotone avrebbe revocato il fermo amministrativo di una nave ong, aprendo un pericolosissimo precedente, ovviamente a favore dell'invasione dei clandestini.

Simili comportamenti danneggiano tutti gli Italiani, fanno perdere di credibilità (come se non ne abbia persa già tanta, troppa, tutta) alla magistrtura nel suo complesso, complicano l'azione del Governo che sta tentando la soluzione pacifica degli accordi bilaterali con gli stati africani che si affacciano sul Mediterraneo e legittimano le richieste più energiche di respingimenti, di affondare le imbarcazioni che servono al trasporto dei clandestini e di armare e dare campo libero alle guardie costiere africane, libiche e tunisine, che immagino operino senza i guanti di velluto di quella italiana.

Ma, soprattutto, propongono la domanda a cosa serva eleggere un parlamento che faccia le leggi, se poi un dipendente pubblico, che ha solo superato un concorso pubblico, può decidere di disapplicarle.

Al mondo giustizia una riforma non basta, necessita una rivoluzione.

18 marzo 2024

Attenti a quei due

Italia Viva di Renzi ha deciso di sostenere il presidente uscente della Basilicata Bardi, di Forza Italia e a suo tempo eletto e ricandidato da tutto il Centro Destra, sfilandosi dall'ammucchiata cattocomunista e grillina.

Altrettanto potrebbe fare Calenda.

La situazione potrebbe ripetersi in Piemonte.

Non mi piace.

A parte la totale inaffidabilità del duo Renzenda mi domando se siano in grado di dare un contributo in contenuti e in voti significativo.

Temo invece che il loro avvicinamento al Centro Destra derivi da una astinenza dal potere che rende irrequiete le loro truppe, ansiose di incassare quei dividendi che avevano pensato di realizzare transitando da altri partiti verso i due movimenti degli aspiranti Napoleone.

Sono però tanti i nomi da accontentare: Gelmini, Carfagna, Bonetti, Rosato ... un lungo elenco di personaggi che, dopo aver lasciato la loro casa madre, si ritrovano invischiati in una lotta per la sopravvivenza politica.

Figuriamoci se sono in grado di elaborare contenuti all'altezza di una gestione di governo.

Senza contare poi che Renzi e Calenda sono fortemente divisivi, dove ci sono loro le litigate, si separano, si uniscono e poi si lasciano di nuovo tirandosi pesci in faccia, non un bel biglietto da visito per una Coalizione che discute, a volte si divide sulle questioni marginali, su qualche singola proposta, ma da trent'anni riesce a trovare una linea comune, come si è visto anche dopo la Sardegna.

Renzi e Calenda porterebbero il seme della litigiosità, che non fa bene a nessuna coalizione.

Sarebbe quasi da auspicare un accordo tra gentiluomini (se solo si potesse fare affidamento sulla parola dei cattocomunisti !) sulla esclusione di Renzi e Calenda da qualsiasi accordo con le due principali coalizioni.

L'elettorato residuale dei due movimenti, invece, può essere considerato un target per il Centro Destra e, specificatamente, per Forza Italia, soprattutto in occasione delle europee, dove l'appartenenza alle grandi famiglie europee, caratterizza le singolarità dei partiti della Coalizione.

E l'elettorato lo si acquisisce, almeno per la parte, che mi auguro preponderante anche per i movimenti di Renzi e Calenda, di opinione, che guarda all'interesse Nazionale, con il buon governo.

Il buon governo che ha caratterizzato la giunta Bardi in Basilicata e il buon governo nazionale della Meloni, i cui fondamentali economici sono molto positivi per tutti gli Italiani, anche per chi ha votato a sinistra e la cui politica estera, paradossalmente non condivisa sull'Ucraina da una fetta consistente dell'elettorato di Centro Destra, trova però modo di collocare l'Italia tra gli stati virtuosi, quando non tra quelli più attivi come dimostra la ottima conclusione di accordi con Tunisia, Albania ed Egitto, rassicurando quella fetta di elettorato incline a confermare le politiche di alleanze, a cominciare dalla Nato.

Capisco che i cattocomunisti ed i grillini ortodossi vedano come il fumo negli occhi i successi della Meloni, interni, economici ed esteri, ma quelli dotati di un minimo di buon senso, dovrebbero riconoscere che viene in tal modo difeso anche il loro personale interesse.

A questo punto si torna alla domanda: perchè abbracciare Renzi e Calenda che porterebbero solo dissidi con la loro pretesa di "farsi notare" in una Coalizione ben strutturata e coesa da trent'anni di lavoro in comune in cui quei due sarebbero solo un granellino lanciato in un ingranaggio ben rodato ?

 

17 marzo 2024

Re-migration

Trovo molto poco su un progetto/programma dell'Afd, il partito della Destra tedesca, affiliato a ID (Identità e Democrazia) il gruppo europeo in cui convivono anche il partito francese della Le Pen, quello olandese di Wilders e la Lega di Salvini.

Mi sembra invece sarebbe opportuno approfondirlo anche in Italia, senza le isteriche reazioni aprioristiche dei cattocomunisti.

Con il termine remigration, che viene tradotto con la brutta espressione "remigrazione", si intende il processo di ritorno di tutti gli immigrati nelle loro terre di origine.

Se vogliamo l'idea ispiratrice ricorda molto quella che indusse il quinto presidente degli Stati Uniti, James Monroe, a favorire il ritorno degli schiavi negri (pochi) in Africa, al punto che venne fondato uno stato, con il nome evocativo di Liberia e la cui capitale credo si chiami ancora Monrovia.

Nel giorno in cui la stampa ci informa che le tre nazioni della Gran Bretagna sono tutte governate da un primo ministro non bianco (indiano l'Inghilterra e l'intero Regno Unito, pakistano la Scozia, zambiano il Galles) si può ben comprendere la difficoltà di una idea che ha comunque ogni diritto e legittimità ad essere presentata.

Il principio è, a mio parere, discendente diretto della "Dottrina Monroe", "L'America agli Americani", per dire "L'Italia agli Italiani", "la Germania ai tedeschi", la Spagna agli Spagnoli" etc.

La proposta, ancora in bozza, è fortemente osteggiata da tutte le anime soavi che pensano si possa arrivare ad una società multietnica e che, per arrivarci, impediscono le canzoni di Natale, appongono veti sull'uso di parole comuni che, a loro avviso, potrebbero offendere gli ultimi arrivi ma, contemporaneamente, festeggiano il ramadan.

Certamente la proposta è fortemente divisiva, soprattutto là dove propone di restituire alle terre di origine anche quelli che, nel frattempo, hanno ottenuto cittadinanza in una nazione europea.

Questo aspetto meriterebbe infatti un maggior approfondimento, magari precisando che si intende limitato a chi sia arrivato da noi con una cittadinanza straniera e quindi abbia acquisito quella di uno stato europeo e non possa essere applicato a chi, anche se figlio di immigrati, abbia la cittadinanza di una nostra nazione dalla nascita perchè figlio di genitori che già avevano acquisito, secondo le regole, la cittadinanza.

Per quanto però sia di complessa e improbabile attuazione, la proposta ha il merito di porre attenzione al problema della trasformazione unilaterale della Identità delle nostre nazioni.

Unilaterale perchè non esiste un processo analogo di meticciato negli stati di provenienza degli immigrati, anche perchè vigono leggi, soprattutto religiose, che impediscono, a volte, persino l'edificazione di una chiesa cristiana.

Credo che, come tutte le proposte fortemente impattanti sui sentimenti e sull'immaginazione delle persone, anche questa subirà il suo processo evolutivo, verrà raffinata, approfondita, sviluppata e, nel frattempo, si sedimenterà nella popolazione.

Come avviene sempre con le idee innovative.

16 marzo 2024

Le paturnie ambientaliste se le paghino loro


Il 9 giugno voteremo per il rinnovo del parlamento europeo, fra meno di tre mesi.

Questo significa che sia la commissione che lo stesso parlamento attuale sono in scadenza di mandato e correttezza istituzionale vorrebbe che si limitassero esclusivamente ad una gestione ordinaria per non pregiudicare le scelte degli Elettori che potrebbero (auspicabilmente) rovesciare gli equilibri politici esistenti.

Ma quando è la sinistra ad avere il potere abbiamo imparato a nomine dell'ultimo momento, a provvedimenti marcatamente clientelari e al tentativo di proiettare l'idea di una amministrazione che realizzi tutto quello che aveva promesso di fare.

Riducendosi agli ultimi mesi di vigenza, dopo quattro e più anni passati a produrre solo aria e chiacchiere.

Non riesco a spiegarmi in altro modo la frenesia di inanellare provvedimenti, soprattutto fortemente ideologici, di questi ultimi giorni.

Socialcomunisti, verdi, liberali e quella parte di popolari che si presta alle vessazioni sovietiche, stanno portando al voto i peggiori provvedimenti, quelli più lesivi della libertà individuale e degli interessi dei Popoli e delle Nazioni europee.

Per quanto si provi a contenere i danni, questi vengono inflitti, almeno nella profonda incertezza che avremo tutti quando dovremo acquistare una automobile, una caldaia o investire in un qualche settore industriale.

La sciocca ostilità verso i combustibili fossili, ci priva di una fonte di energia ancora abbondante e che potremmo avere a costi contenuti, senza peraltro incidere sul cosiddetto inquinamento globale, visto che le emissioni di tutte le nazioni europee sono infinitesimali rispetto a quelle singole di stati inquinatori come la Cina, l'India, gli Stati Uniti, la Russia.

Con una perfetta politica tafazziana noi rinunciamo e loro prosperano.

Analogamente, per favorire gli squali che già hanno messo gli occhi sul ricco piatto che viene offerto dall'unione europea, dicasi per le cosiddette case verdi.

E non vale il discorso che ogni singolo governo dovrà pianificare le ritrutturazioni delle abitazioni più vecchie, fornendo i contributi.

Non è che per pagare le paturnie di una piccola svedese e dei suoi seguaci, noi Italiani riceveremo un contributo prelevato dalle tasse che pagano gli svedesi.

No, i contributi, sono soldi sottratti al bilancio dello stato italiano, un bilancio formato esclusivamente con i soldi delle nostre tasse.

Anche senza pagare direttamente, indirettamente siamo sempre noi a pagare per le manie di una manica di invasati dell'ambiente, o con le tasse, o con meno servizi, o con un aumento del debito pubblico che saremo noi, e non Greta Thumberg, a dove rimborsare.

Quando andremo a votare, quindi, ricordiamoci che i cattocomunisti del Pd, di Italia Viva, di Azione e i grillini del Movimento cinque stelle, hanno votato a favore dei provvedimenti lesivi delle libertà individuale finalizzati a sottrarci il nostro patrimonio ed i nostri risparmi.

Contro quelle porcherie sulla casa hanno invece votato Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia.

A buon intenditor ... 

15 marzo 2024

Il dilemma dell'Elettore del Centro Destra - 2

Se l'Elettorato di Centro Destra ha una forte Identità di Area e meno di partito, votando, di volta in volta, quello, tra Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, che, in quel preciso momento, sembrerebbe incarnare meglio il sentimento del Popolo di Centro Destra, al momento di andare al seggio si impone però una scelta.

In passato c'erano state proposte tipo votare alla camera per un partito e al senato per un altro partito della stessa coalizione di Centro Destra, con la finalità di renderli obbligatoriamente complementari.

Per funzionare avrebbe bisogno di essere seguito da milioni di Elettori, cosa impossibile, come è impossibile praticare quella sorta di "voto disgiunto" in altre elezioni come le europee dove la scheda è unica.

Allora il ragionamento non può prescindere dalle cose fatte, da quelle annunciate e, soprattutto, a seconda che il Centro Destra sia al governo o all'opposizione, dall'opportunità di un tipo di voto anzichè un altro in quel particolare momento.

Da ottobre 2022 il Centro Destra è al Governo e, contrariamente alla propaganda dei suoi detrattori, si vede la mano diversa che distribuisce le carte.

Si può pensare che sia poco, timido o marginale, ma la mano diversa c'è.

Non si parla più del ddl Zan e dei bavagli alla libera opinione che vi erano inclusi.

Non è attuale la patrimoniale.

Il Mes è stato archiviato senza la nostra adesione.

Si prova ad allentare il cappio che i governi dei precedenti undici anni hanno messo al nostro collo.

Poi ci sono gli aspetti critici, come il non essere riusciti a bloccare l'arrivo dei clandestini, la prona adesione al sostegno verso Kiev (però, in contrapposizione con quanto dichiarato da Macron, Tajani ha affermato che non partirà nessun soldato italiano per l'Ucraina), la debole risposta al terrorismo Houthy.

Sono invece da evidenziare i provvedimenti più significativi in relazione all'assetto politico e istituzionale della Nazione, come la riforma in senso presidenzialista, sia pur per l'elezione del Primo Ministro e non del presidente della repubblica, l'autonomia differenziata, la riforma fiscale, tutti temi che fanno schiumare i cattocomunisti e, quindi, sono buoni e giusti per l'Italia e gli Italiani.

Come è naturale ad essere più movimentista è il partito che non ha il presidente del consiglio, dopo aver pensato per cinque anni di potersi candidare a tale carica ed averla mancata proprio per la fluidità interna alla Coalizione dell'Elettorato che non ha ancora perdonato a Salvini di essere entrato nel govero Draghi con i cattocomunisti e di aver poi votato per la rielezione di Mattarella.

Errori che non sono stati fatti da Fratelli d'Italia che ha così potuto incassare i dividendi di una coerente opposizione e contrapposizione ai cattocomunisti.

Il tentativo di recupero della Lega spazia quindi da maggiori distinguo sull'appoggio a Kiev, alle proposte di terzo mandato e, soprattutto, di abolizione dei ballottaggi per i sindaci, cosa che turba molto i sonni dei cattocomunisti che, in tal modo, rischierebbero di perdere molti dei sindaci delle grandi città che sono il fulcro della loro gestione del potere.

Più vaga la nuova identità di Forza Italia senza Berlusconi, ma comunque essenziale per la parte più conservatrice e moderata dell'Elettorato, quella maggiormente legata, culturalmente e concettualmente, al potere centrale ed ai vecchi principi della prima repubblica.

Più difficile la posizione di Fratelli d'Italia che è obbligata a contemperare le fughe in avanti del proprio elettorato su temi identitari, con una imprescindibile realpolitik che lega le mani.

Ad esempio sui clandestini.

Sappiamo tutti che la soluzione è il respingimento attivo in mare, con tutte le conseguenze del caso.

Sappiamo però tutti che al primo morto per un respingimento, si scatenerebbe una canea infernale con cannoneggiamenti contro la Meloni più intensi di quelli in Ucraina.

Quindi il voto da esprimere non deve tener conto solo del proprio personale giudizio su quello che è stato fatto e su quello che si propone di fare, ma anche di tutelare quello spazio di manovra autonoma che, gradualmente, il Governo Meloni sta conquistandosi con la politica dei piccoli passi.

In parole povere: in questo momento sarebbe forse più in sintonia un voto per la Lega che per Fratelli d'Italia, ma come verrebbe sfruttato dai cattocomunisti una perdita di consenso del partito del Primo Ministro ?

Abbiamo già visto che loro non ragionano in termini di voti di area politica, non tengono conto del fatto che il Centro Destra è un'Area omogenea per elettorato che non voterebbe mai per i cattocomunisti, al massimo si astiene o, in passato, si è illuso per il partito di Grillo che sembrava autenticamente antisistema.

Quindi i cattocomunisti, con i loro organi di stampa, tornerebbero a fare i tamburini sardi blaterando del vento che cambia, sfruttando propagandisticamente un semplice travaso di voti da Fratelli d'Italia alla Lega.

E infine c'è l'incognita Vannacci ...

(continua)


14 marzo 2024

Terzo mandato e ballottaggi: ha ragione la Lega

Non par vero ai cattocomunisti, al traino dalla stampa che si presta a fare loro propaganda, di insabbiare il risultato elettorale in Abruzzo, gridando alla spaccatura della Maggioranza sul terzo mandato dei presidenti di regione.

Con un post del 23 febbraio avevo già espresso la mia opinione circa la scarsa lungimiranza e la poca democraticità di un limite ai mandati imposto per legge.

Se un sindaco, un presidente di regione, un parlamentare, un ministro è bravo deve poter continuare a svolgere il suo lavoro e tale opportunità non deve essere imposta dalla legge, ma essere nelle mani degli Elettori, giudici supremi e inappellabili che, con il loro voto, decretano se quel sindaco, quel ministro, quel presidente merita la riconferma.

Capisco che bravi presidenti come Zaia possano rappresentare un "tappo" per chi nutre ambizioni ed ha messo gli occhi su quella poltrona, così come capisco la necessità di riequilibrare le rappresentanze nelle Coalizioni in base al mutar dei rapporti di forza.

Ma noi Elettori di Centro Destra, che siamo tra di noi più omogenei (e più a destra ...) dei dirigenti dei partiti che votiamo, siamo interessati al buon governo che uno Zaia ha dimostrato di poterci garantire, mentre il Mister X che dovrebbe sostituirlo, che sia della Lega, di Fratelli d'Italia o di Forza Italia, dovrà dimostrare le sue qualità, ricominciando da zero.

E' quindi sbagliato che Fratelli d'Italia e Forza Italia continuino nella battaglia, miope e antidemocratica, di ostacolare la libertà di scelta degli Elettori, stando, tra l'altro, a braccetto con i cattocomunisti e i grillini, invece di aver fiducia nella nostra capacità di scelta.

Analogamente è incomprensibile l'ostilità del Governo all'emendamento, che la Lega ha ritirato, che avrebbe abolito il ballottaggio nell'elezione del sindaco quando uno dei candidati avesse preso più del 40% dei voti.

Io abolirei il ballottaggio tout court e, come per il presidente di regione, farei eleggere il sindaco che ha preso più voti, anche se uno solo in più (magari dopo un accurato riconteggio ...).

Questo perchè il secondo turno, anche quando non si verifica l'apparentamento di un candidato escluso dal ballottaggio, è foriero di un sotterraneo, opacissimo, pericoloso scambio.

Ne deriva un condizionamento nelle scelte politiche e amministrative che azzoppano una giunta sin dalla sua nascita e non consentono al sindaco eletto di sviluppare in pieno il suo programma dovendo sempre risponderne a partiti e singoli notabili che lo hanno appoggiato al secondo turno in cambio di qualcosa.

E in quel gioco i cattocomunisti, che possono contare sulle loro aderenze nelle curie locali, nelle associazioni di imprenditori desiderosi di commesse pubbliche, nei sindacati, nelle coop, sono imbattibili.

Come Elettore del Centro Destra, anche in questo caso auspicherei una riflessione da parte di Fratelli d'Italia e Forza Italia per ascoltare le ragioni della Lega e la voce della base della Coalizione.

13 marzo 2024

Cessate il fuoco !

Mi ha colpito la correzione del cardinale Parolin alla esternazione di Bergoglio sulla bandiera bianca in Ucraina.

Dopo le reazioni di chi la guerra la vorrebbe estendere all'intera Nato, a cominciare da Zelensky l'unico ad averne un legittimo interesse, Parolin ha detto che per arrivare alle trattative è la Russia che deve cessare il fuoco.

Non ha parlato di armistizio, cioè recipro cessate il fuoco ed a me le parole di Parolin sono suonate un po' come: la Russia deve cessare il fuoco, ma l'Ucraina può continuare a sparare.

Che si chieda alla sola Russia di cessare il fuoco mi sembra una sparata giusto per dire qualcosa che sia gradita a chi ha reagito male alle parole di Bergoglio: peggio la pezza del buco.

Come pure chiedere ad Israele di ritirarsi da Gaza, di cessare le ostilità o alle nostre navi di limitarsi ad intercettare i missili Houthi (uno dei quali, se insistiamo sulla sola azione difensiva, prima o poi, passerà e saranno dolori).

Non credo che sia così che si possa concludere un conflitto e neppure con un organismo internazionale sfacciatamente a fianco di una parte come accade con l'onu a Gaza.

Le parole senza senno proseguono con Macron che, forse intuendo che per lui l'unica scappatoia alla sconfitta elettorale è votare in un clima bellico, vorrebbe inviare truppe in Ucraina.

Mentre mi preoccupa la sfacciata interferenza di Biden sul governo israeliano con l'unica finalità di riconquistare i voti degli americani di fede islamica (e questo la dice lunga su quanto male faccia una società interrazziale e interculturale che, alla fine, non difende gli interessi della propria parte, ma cerca, inutilmente, di avere la botte piena e la moglie ubriaca).

Sembra qusi che l'Occidente, dove sta prendendo piede la spinta all'eutanasia, voglia disperatamente trovare il pretesto per un suicidio di massa.

Ed è molto triste se ripensiamo alla nostra gloriosa Storia.

12 marzo 2024

Il dilemma dell'Elettore del Centro Destra - 1

Archiviata la inesistente "remuntada" dei cattocomunisti in Abruzzo (ma anche in Sardegna, cominciano le ammissioni di qualcuno nei programmi radiotelevisivi pur di sinistra, il Centro Destra ha preso più voti delle liste di sinistra ...) si avvicina, meno di tre mesi, un vero test politico: le elezioni europee.

Vero che ci sono ancora le elezioni in Basilicata, quelle in Piemonte contemporaneamente alle europee  e successivamente in Umbria, ma mi auguro che la figura di palta dei "giornalisti" ed "esperti" di politica su Sardegna e Abruzzo, le riporti al rango di elezioni locali, come devono essere.

Da Elettore del Centro Destra credo di interpretare il dilemma di tanti miei "colleghi" non direttamente e personalmente impegnati in politica, ma osservatore e partecipe alle vicende dell'Area politica che sta (e spero continui a restare) sulla barricata opposta a quella dei cattocomunisti e dei loro alleati.

Negli anni successivi al 1992, quando la sopravvalutata tangentopoli, sbarazzandosi dei cinque partiti (il "pentapartito" di centrosinistra: DC, PSI, PRI, PSDI, PLI) al governo, sembrava aver aperto una autostrada ai comunisti, partendo dal voto consolidato all' MSI, ho successivamente votato Alleanza Nazionale (abbandonata quando, nel settembre 2003, Fini manifestò le prime avvisaglie di squilibrio politico, sostenendo il voto per gli immigrati, anche se solo alle amministrative), Forza Nuova (nell'alleanza di Alternativa Sociale del 2006 con la Fiamma Tricolore), La Destra di Storace, la Lega e Fratelli d'Italia.

In sostanza ho votato, come tanti Elettori del Centro Destra, per un partito rappresentativo di un'Area esplicitamente di Destra, nei fatti e contenuti se non nella propria ragione sociale e storia e per "quel" partito che, di volta in volta, in base alle contingenze specifiche, esprimeva, in quel particolare momento, la maggior affinità con le mie idee, senza compromettere il risultato complessivo della Coalizione (anche nel 2008, l'alleanza intorno al PdL era talmente in vantaggio che scelsi di dare un voto Identitario a La Destra che era stata esclusa dalla Coalizione per volontà di Fini).

Pur avendo sempre avuto (tranne negli anni finali della decadenza che era anche politica) stima verso Berlusconi, non altrettanta l'avevo verso il suo partito e, a quanto pare, la fine della spinta propulsiva e alternativa del Cav ha coinciso con il distacco di molti elettori di Forza Italia che si sono accasati prima nella Lega e poi in Fratelli d'Italia.

Il tutto rappresentando quella che personalmente ritengo una piena omogeneità dell'elettorato di Centro Destra, di gran lunga maggiore a quella delle rispettive classi dirigenti.

Il successo elettorale nel 2008 del PdL, Popolo della Libertà, derivò proprio dalla maturazione della base elettorale che non aveva grandi differenze, se non nelle residuali specifiche identità, tra i partiti e la fine del PdL derivò anche dalle esigenze non solo di intercettare quei filoni residuali, ma anche dalle esigenze di una classe dirigente che proveniva da esperienze differenti e dall'errore di Berlusconi di aver ammesso nelle liste molti candidati che poi gli voltarono le spalle.

Non deve quindi stupire se una intelligente azione di Salvini, portò la Lega dal 4% delle politiche del 2013 al 34% delle europee del 2019, vedendo contemporaneamente un progressivo consolidamento di Fratelli d'Italia dal 2% al 6,4%, il tutto con un parallelo calo di Forza Italia.

Alla fine il Centro Destra, anche nel periodo in cui Berlusconi cominciò la sua decadenza personale favorita dalla ignobile esclusione dalla possibilità di essere eletto, ha sempre mantenuto una percentuale complessiva intorno al 45% di elettori che si sono, volta per volta, suddivisi tra i partiti.

Salvini, in crescita fino al 2019 e consolidato, nonostante l'uscita dal governo con i grillini, quando aveva dimostrato di saper rispondere alle aspettative degli Elettori del Centro Destra con una ottima politica di respingimento dei clandestini, fece però l'errore di entrare nel governo Draghi, subdolamente proposto da Mattarella nel tentativo di dare tempo ai cattocomunisti di riassorbire la crisi di consenso popolare.

A seguire, secondo errore clamoroso per chi mastica politica dalla nascita, Salvini decise di votare per la rielezione dello stesso Mattarella, personaggio fortemente inviso all'elettorato di Centro Destra perchè considerato di parte.

Quei due fatti innescarono una nuova diaspora dell'elettorato di Centro Destra che si riversò su Fratelli d'Italia, intelligentemente rimasto all'opposizione (unica !) nei confronti di Draghi e che non accettò di votare per la rielezione di Mattarella.

Fratelli d'Italia si portò così dal 2% del 2013 e dal 6,4% delle europee del 2019 al 25% delle politiche del 2022, diventando il primo partito d'Italia e della Coalizione e, in quanto tale, esprimendo il presidente del consiglio nella persona di Giorgia Meloni.

A giugno avremo quindi una nuova tornata elettorale nazionale, politica, con l'introduzione di un elemento di ulteriore interesse, cioè un voto che oltre a testare la temperatura politica in Italia, potrebbe consentire di mutare la natura della folle e distruttiva politica di una unione europea, al momento ostaggio di invasati cattosocialambientalisti.

Da qui il dilemma dell'Elettore del Centro Destra: quale partito scegliere tra l'offerta proposta ?

E questo è il filo conduttore delle mie riflessioni.

(continua)


11 marzo 2024

Gli editoriali dei giornaloni cattocomunisti non sono e non portano voti

I risultati delle elezioni abruzzesi confermano la solidità del Centro Destra e tolgono ai cattocomunisti le illusioni che si erano creati, confidando negli editoriali dei commentatori più propagandisti che giornalisti che hanno per due settimane confuso i loro desideri con la realtà dei fatti.

Del resto lo stesso voto in Sardegna ha visto il successo del Centro Destra a livello di liste e solo per un incidente di percorso, evidentemente un pessimo candidato che magari sarebbe un ottimo presidente, i cattocomunisti hanno potuto fare una ola molto forzata.

Semprechè non si proceda ad un riconteggio che in Sardegna potrebbe ribaltare il risultato visto che sarebbe sufficiente un voto sottratto a Truzzu e a lui riattribuito in sede di riconteggio in ogni sezione, per mandare al macero due settimane di esultanza cattocomunista.

In Abruzzo non ci sono stati problemi di voto disgiunto e il Centro Destra, in uno scontro frontale tra due soli poli, con i cattocomunisti che hanno aggregato anche i grillini e le varie frattaglie di sinistra (dalla Bonino a Fratoianni, da Bonelli a Renzi e Calenda), ha vinto e la certificazione che il Centro Destra è ancora in crescita sta nelle parole del candidato cattocomunista del 2019 che ricorda come, se allora ci fosse stata la stessa coalizione, avrebbe vinto lui.

Il che significa che gli Elettori, unici giudici, hanno premiato il Centro Destra sia per la politica in Abruzzo che, vista l'importanza attribuita al voto dagli stessi cattocomunisti, a livello nazionale.

Adesso sarebbe da fare una riflessione su questa velleità di fare di ogni votazione un giudizio divino sul Governo e riorganizzare le votazioni in uniche sessioni con scadenze fisse.

Comunque, dal momento che sono stati gli stessi cattocomunisti ad aver voluto fare del voto in Abruzzo un test per il Governo, al punto da aver, illusi da speranze mal riposte, organizzato maratone radiotelevisive con l'idea di fare un battage pubblciitario che si è ritorto contro di loro, il Governo Meloni ha superato a pieni voti  la prova.

Adesso i partiti si occupino delle prossime scadenze locali (Basilicata, Piemonte, Umbria) mentre la politica nazionale guardi al traguardo del voto europeo del 9 giugno.

Un voto importante non per il governo nazionale, ma per gli equilibri in un parlamento di serie B ma che può difenderci dagli invasati cattocomunisti ridipinti di verde.

Un assaggio lo abbiamo avuto dal voto portoghese che ha visto il pesante arretramento dei socialisti, come accade in tutta Europa e l'avanzata modesta di un Centro Destra che ancora non ha capito che deve scegliere, senza se e senza ma, l'alleanza con la Destra che, anche in Portogallo, ha avuto un grande successo, quadruplicando i seggi.

E in tale quadro dovrà evitare ogni ambiguità anche la Meloni con la sua Ecr.

Già ha dichiarato che non avrebbe fatto alcuna maggioranza con i socialisti ed è cosa buona e giusta ma per escludere i socialisti (e i verdi) dovrà fare maggioranza con ID, cioè il gruppo europeo della Lega, della Le Pen e di Afd che ha una interessante proposta definita "remigrazione", cioè il restituire alle nazioni di origine gli immigrati arrivati in Europa, anche se avessero acquisito la cittadinanza di uno stato europeo.

Nel frattempo, il Centro Destra incassa la rinnovata fiducia degli abruzzesi e un viatico per continuare il percorso di legislatura, allontanando le fallaci previsioni degli avvoltoi cattocomunisti che scrivono sui giornaloni asserviti alla narrazione politicamente corretta. 

10 marzo 2024

Nessun Italiano deve morire per Kiev

Leggo di interventi, interviste, articoli, sempre più guerrafondai e bramosi di mandare truppe in Ucraina.

Mi fa specie essere proprio io, che non solo non sono un pacifinto, ma che non ho mai escluso l'uso della Forza Militare quale strumento per risolvere una controversia nella quale sia in gioco l'Interesse Nazionale, a dichiararmi totalmente contrario ad ogni azione militare diretta.

Posso capire la partecipazione all'invio di armi e persino di finanziamenti all'Ucraina nel quadro di una alleanza geopolitica che, in assenza di nostro invio, ci escluderebbe dalle ricadute della ricostruzione.

Capisco molto meno (e infatti non la condivido) la politica delle sanzioni contro la Russia che porta solo danni alla nostra economia e al nostro portafoglio energetico (tanto che ho il sospetto che sia tutta una manovra per favorire la follia ecoambientalista delle energie "verdi") e spinge la Russia tra le braccia degli stati canaglia (come accadde all'Italia dopo le sanzioni anglofrancesi seguite alla conquista dell'Etiopia).

Ma una guerra guerreggiata no e non perchè creda che la si possa perdere, se la Russia si è impantanata e non riesce a prevalere contro la sola Ucraina, non avrebbe scampo davanti all'invio di rinforzi di terra, di mare e dell'aria da parte di una ventina di nazioni Nato.

Sono contrario perchè comporterebbe lutti inutili, senza un adeguato ritorno per l'Italia, perchè qualunque commessa per la ricostruzione non vale la vita di uno solo dei nostri soldati.

Capisco che Zelensky, ormai alla frutta, faccia di tutto per far arrivare truppe fresche perchè combattano per lui, la sua guerra.

E non mi meraviglierei di attentati anomali e sospetti come quello del Nord Stream 2, finalizzati a provocare il pretesto per dichiarare l'aggressione russa ad una nazione della Nato (unico modo per portarci obbligatoriamente tutti in guerra).

Mi auguro però che il Governo Italiano non varchi quella linea rossa che è data dal passaggio dall'invio di armi e finanziamenti, all'invio di battaglioni in guerra.

Ci sono altre guerre che possiamo e dovremmo combattere e dove invece siamo stupidamente sottomessi, ad esempio quella contro i terroristi Houthi, che continuano a  minacciarci, non andando bene loro neppure regole di ingaggio deboli e difensive come quelle che ha la nostra flotta nel Mar Rosso.

Ecco, se proprio vogliamo menare le mani, mandiamo, in accordo con i nostri alleati, le truppe a liberare la navigazione nel Mar Rosso dal terrorismo Houthi.

Ma nessun Italiano dovrà morire per Kiev.