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15 ottobre 2008

Chi ha paura della Croce Celtica ?

Un gruppo di “tifosi” che a Sofia hanno ecceduto nelle loro provocazioni, ha riportato nel dibattito la questione della simbologia presunta “Fascista”.
Saluti Romani, canzoni del Ventennio, slogan inneggianti ad una persona morta e sepolta da oltre 60 anni e, anche, Croci Celtiche.
Per l’occasione si sono rispolverate tutte le liturgie, gli anatemi e gli esorcismi dell’antifascismo, con la comica offerta da un La Russa che cercava di acquisire benemerenze antifasciste chiedendo, con la bava alla bocca come un qualunque Forlani, solo un po’ più luciferino, pene severissime per i nostri “tifosi” .
Ma soprattutto si è ripetuta la stucchevole citazione di una pessima legge, la 205 del 1993 più conosciuta come “Legge Mancino”, brandita come una clava da quanti vorrebbero impedire la manifestazione di idee e del libero pensiero, nonché di simboli universali che appartengono all’Occidente, da secoli, e non possono essere proibiti solo perché questo o quel gruppo politico ne hanno fatto una loro bandiera.
Il ridicolo di cui si coprono simili individui è elevato all’ennesima potenza se si considera che ritengono perfettamente normale esibire uno straccio rosso, che rappresenta una ideologia che ha provocato cento milioni di morti, oppure l’ effige di un criminale assassino come Guevara.
Già con il Saluto Romano (Romano, non Fascista !) ho avuto modo di condannare la repressione che vorrebbero porre in essere i “politicamente corretti”, il divieto che vorrebbero surrettiziamente porre nell’esibire Croci Celtiche mi porta oggi a riaffermare il principio della libertà di espressione e di manifestazione delle idee, come fondante una comunità civile.
I “tifosi” di Sofia vanno puniti perché hanno bruciato la bandiera bulgara (come andrebbero puniti quelli che, in Italia, al riparo di uno straccio rosso o dell’effige di un criminale sudamericano bruciano le bandiere statunitensi o israeliane), perché hanno provocato scontri con l’opposta tifoseria, perché sono andati allo stadio per picchiare e non per guardarsi una partita di calcio.
Non vanno puniti perché fanno il Saluto Romano o portano la Croce Celtica.
La “Legge Mancino”, pur nella sua riprovevole finalità di repressione politica, non dice affatto questo.
La “Legge Mancino” collega quei simboli a movimenti che, riferendosi poi ad altra legge del 1975, sono ritenuti non degni di poter esprimere le loro idee.
Ora io non credo che qualcuno abbia il diritto di decidere se una idea è o meno degna di essere sostenuta e di trovare libera circolazione con i normali mezzi di diffusione del pensiero.
E’ dovere dello stato punire chi agisce con violenza, chi esercita soprusi nei confronti di altri, non chi espone delle idee.
Anzi: uno stato serio dovrebbe punire chiunque cercasse di impedire ad altri la libera espressione delle idee.
Ancora meno è dovere (e diritto) di uno stato degno di essere tale il proibire di portare simboli che, anche se utilizzati da singole organizzazioni, rappresentano le radici della nostra Civiltà.
E allora la domanda del titolo “chi ha paura della Croce Celtica ?” mi induce a ritenere che ne hanno paura tutti coloro che vogliono far dimenticare le nostre radici, massificare la cultura e, in ultima analisi, distruggere le fondamenta della nostra Civiltà.


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