Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

11 novembre 2013

Le cicale della sinistra che si credono tanto furbe

Quando guido tengo accesa la radio, sempre sulla prima rete radiofonica.
Intrattenimento, informazione, notiziari.
Intorno alle 9 del mattino, trasmettono Radio anch’io, in cui viene affrontato un argomento con vari ospiti, che preferirei fossero dosati con il Manuale Cancelli, invece sono sempre sbilanciati a favore della sinistra.
Ma questo aiuta a non dimenticare la reale natura dei comunisti.
Sfumature a parte, quando parlano Bonanni e Damiano e una certa “Titti” di sel, arrivano sempre al solito punto: come meglio sottrarre i risparmi degli Italiani per le loro clientele.
Certo, il tutto è ammantato da iperboli buoniste e costoro appaiono, meglio, si dipingono, con l’aureola che neppure i santi possono vantare, perché è tutto un florilegio di aiutare i più deboli, favorire i redditi più bassi, colpire chi guadagna senza sudare, ridistribuire equamente, tagliare la spesa improduttiva (sempre quella che è a beneficio delle clientele altrui, naturalmente).
Così venerdì 8 novembre, in trasmissione si parlava della decisione di Draghi di ridurre il costo del denaro e della legge di stabilità che Palle d’Acciaio e il suo Golem all’Economia avevano licenziato e stavano modificando tanto è pessima.
Bonanni, lei, il sindacato, siete soddisfatti ?
Neanche per idea.
La rivalutazione delle pensioni la vogliono almeno fino ai 3000 euro lordi (che sarebbero poi 2000 euro netti: annotiamoci questo importo perché è il crinale che divide, secondo la mentalità della sinistra alla Bonanni il “ricco” dal “povero”).
Io credo che sia una vergogna rifiutare ai nostri Vecchi la rivalutazione delle loro pensioni, indipendentemente dal loro importo.
Ma Bonanni non se ne cura e impavido sostiene la rivalutazione ma SOLO fino ai 3000 euro lordi, gli altri sono “ricchi”, possono arrangiarsi.
Bonanni, i soldi dove li trova ?
Qui Bonanni dà il meglio di se, neanche fosse la Camusso: aumentando le rendite finanziarie, perché bisogna colpire chi guadagna senza sudare.
L’immagine che affiora è di un crapulone grasso e sudaticcio, che, circondato da servitori, senza fare nulla, incassa denaro sonante.
Un ascoltatore interviene e dice: attenzione, perché le rendite finanziarie sono il frutto dei risparmi di pensionati e lavoratori dipendenti.
Qui interviene Damiano, già ministro del lavoro con Prodi (e questo solo trascorso dovrebbe costringerlo a nascondersi dalla vergogna)  che dice: sì, ci sono rendite e rendite, bisogna trovare il sistema per differenziare la tassazione a seconda dei soggetti.
La legge è uguale per tutti, come si vede.
Damiano (e Bonanni e la Camuso e tutti coloro che vogliono “tassare le rendite finanziarie”) dimenticano , ignorano stolidamente, che queste sono esclusivamente i frutti, gli interessi degli investimenti che ogni cittadino ha compiuto nella sua vita CON IL DENARO RISPARMIATO  !
Fondi, quindi, già tassati e che non è vero che rendono senza sudore, perché un buon investimento richiede intelligenza e studio, oltre ad una dose di coraggio per il rischio che ci si assume.
Tassare le “rendite finanziare”, come dicono loro, significa RAPINARE I RISPARMI DEGLI ITALIANI !
Non val la pena riportare l’intervento della “Titti” che ha solo elencato una serie di provvedimenti di pura demagogia e costosi (sbloccare i contratti degli statali, rifinanziare la cassa integrazione, risolvere il problema degli esodati …) sempre attingendo alle “rendite finanziarie” o alle “banche” e neppure la debolissima replica di Sacconi, una colomba del PdL che è probabilmente in procinto di spiccare il volo lontano da Berlusconi (buon viaggio !) che non ha saputo in modo incisivo dire perché il Centro Destra è contro le tasse (sarebbe meglio se venissero mandati in trasmissione i lealisti, non i governativi che non si oppongono certo ai loro sodali di sinistra).
Ai Bonanni e ai Damiano, forse, non è stata raccontata correttamente la favola della cicala e della formica e così la interpretano nel senso che loro, cicale, continuano a spendere sottraendo i mezzi di sostentamento che la parsimoniosa formica ha messo da parte e cercando così di cambiare il finale della favola, in cui la cicala, giustamente, muore al freddo e di fame.
Ma ai Bonanni e ai Damiano sarebbe opportuno ricordare anche un librettino di alcuni anni fa: anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano.
E allora saranno dolori per tutti.
Nel frattempo, ogni pagamento per contanti all'artigiano che ripara la porta o al meccanico che vi rimette in funzione l'automobile, è un calcio a Palle d'Acciaio e al suo Golem.



Entra ne

2 commenti:

pietro ha detto...

per quanto riguarda le pensioni c'è un numero inconfutabile, la spesa italia per pensioni è la più alta d'Europa in rapporto al PIL, la media europea è del 11% del PIL . in Italia si spende il 16% del PIL, questo significa che se le pensioni italiane fossero generose come nel resto d'Europa si risparmierebbero 100 miliardi di euro all'anno.
Il terrore da parte dei nostri politici di perdere voti soprattutto in quelle regioni arretrate che sopravvivono grazie alla generosità dell'INPS ha impedito una cosa molto semplice, rendere noto a TUTTI gli italiani quana parte delle pensioni pagate attualmente non essendo coperta dai contributi pagati nella vita lavorativa è un trasferimento di ricchezza dai giovani che lavorano a vecchi che si riposano.
Personalmente penso che la rivalutazione di pensioni che già sono sproporzionate a ciò che si è pagato in contributi nella propria vita lavorativa è un ottimo metodo per divorare il futuro dei nostri figli, se una pensione, anche da 100 mila euro al mese è coperta dai contributi pagati non deve essere toccata ed essere rivalutata equamente, ma i pensionati d'anzianità che sono andati in pensione a 50 anni dopo 35 anni di lavoro e prenderanno fino a 90 anni una pensione pari ad una volta e mezza lo stipendio di un giovane che fa il stesso lavoro che facevano loro non si vergognano un poco?
Io a 55 anni dopo 36 anni di lavoro sono stanco ma penso che se dovessi andare in pensione adesso non mi sentirei molto a posto con la coscienza, non esistono pasti gratis e se una persona in più mangia senza lavorare un altra persona deve lavorare di più e gudagnare di meno per dare da mangiare al primo.

Massimo ha detto...

Lei, Pietro, ha riportato una tesi che nel 1994 era la base dell eriforma dele pensioni proposta da Berlusconi e osteggiata dalla sinistra e dai sindacati. Il problema, essenzialmente, era tra il sistema retributivo e quello contributivo. Contrariamente a quello che si pensa, la riforma delle pensioni della Fornero era dovuta. Doveva essere realizzata in un tempo maggiore e se Berlusconi avesse potuto realizzare la sua riforma nel 1994 non ci saremmo trovati a questo punto perchè avremmo iniziato molto prima il cammino che ci avrebbe portato a pensioni parametrate su quel che si è versato. Il punto, però, è quando si vogliono tagliare pensioni che sono alte, perchè si è versato tanto, per dare a chi ha pensioni basse perchè non ha mai lavorato o non ha mai versato. E chi ha lavorato tanto, ha guadagnato tanto, ha tutto il diritto di questo mondo a godersi la pensione , anche una pensione molto alta.